Il Generalissimo e "Padre dei popoli"
La Seconda Guerra Mondiale, detta "la Grande Guerra Patriottica",
divenne il grande evento che legittimò il regime sovietico, oscurando perfino la
fama della Rivoluzione d'Ottobre62; Stalin divenne un leader di enorme prestigio
anche a livello internazionale, fu celebrato come l'architetto della vittoria e
il simbolo di un'indomabile volontà di resistere all' invasore in film, nella letteratura
e nell'arte63. Il culto del capo fu rafforzato da una fusione di tematiche patriottiche
sovietiche con le tematiche tradizionali legate alla grande Russia Imperiale;64
allo stesso tempo, la figura di Lenin
quasi sparì nell'iconografia ufficiale, per dare maggiore risalto al vozhd' vivente.
Nella propaganda furono ridimensionati il ruolo del partito e il concetto di classe,
mentre il patriottismo e l'ethos imperiale assunsero un'importanza centrale.
Il 27 giugno 1945 Stalin fu insignito del titolo di "Generalissimo";
egli fu sovente celebrato come "Salvatore della patria". Il termine russo rodina, che definisce la madrepatria, deriva
etimologicamente dal verbo rodit', che significa "far nascere, partorire": la parola,
quindi, stabilisce una stretta connessione con l'idea di maternità e di femminilità65.
Stalin, presentandosi come difensore di una madrepatria formata da un'unione multietnica
di nazioni, assumeva i connotati del padre di tutti i popoli che formavano l'Unione
Sovietica.
Il realismo socialista del dopoguerra abbandonò i toni violenti
del rosso e del nero, optando per colori più sfumati;
Stalin veniva rappresentato
in uniforme, ma con un atteggiamento
di benevolenza e calma maestosità; in molti
manifesti politici egli appariva sorridente, circondato da uomini e donne abbigliati
nei vari costumi nazionali. Gli autori cercavano di testimoniare il lato umano del
leader infallibile, cogliendo i dettagli della sua vita privata; un ottimo esempio di questa tendenza ci viene fornita
da un poster realizzato nel 1952 da Viktor Ivanov: Stalin era rappresentato in uniforme
militare, di fronte a una libreria che conteneva le opere di Marx, Engels,
Lenin e Stalin in volumi rilegati. Il vozhd' era colto in un momento di pausa dalla
lettura: teneva nella mano sinistra un libro aperto ( le opere di Lenin), nella
mano destra aveva una pipa accesa; nonostante i capelli grigi, il leader non
appariva invecchiato, e la sua posa rivelava una dignitosa maestosità.66