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I Regimi Totalitari e la figura di Adolf Hitler: la follia umana al potere




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I Regimi Totalitari e la figura di Adolf Hitler: la follia umana al potere

L'Italia Fascista, l'Unione Sovietica di Stalin, la Germania Nazista, la Jugoslavia di Tito sono stati i luoghi dove la follia ha preso il sopravvento sulla democrazia e ha determinato il completo abbandono della razionalità e del buon senso trascinando popoli interi verso la più totale perdizione, e verso l'uso di violenza e crudeltà in un modo barbaro ed eclatante, come non era mai successo prima nella storia dell'umanità.
Eppure la follia non è da ricercare solo nei grandi uomini quali Stalin, Hitler e Mussolini, ma nel popolo russo, tedesco ed italiano da loro sottomessi e che avrebbe potuto lasciare le loro parole volare al vento, anziché mostrare quell'entusiasmo e quello smisurato fanatismo che condussero inconsapevolmente verso lo sgretolamento della giustizia e della libertà.
Le tre dittature che predominano nel '900 sono tra di esse diametralmente opposte, benché in tutte rimanga costante l'esasperato nazionalismo, la violenza antidemocratica e anticostituzionale, la fondazione di un governo autoritario, il culto della personalità, la repressione degli oppositori, il controllo ideologico delle attività culturali e sociali e lo smoderato uso della pubblicità per ottenere il consenso dei 'sudditi'.
La dittatura bolscevica comincia nel 1927 quando Stalin vince la dura lotta contro Trotzkij e sale al potere. Il suo scopo era quello di diffondere il socialismo in ogni parte del mondo, ma per rendere possibile ciò egli riteneva necessario trasformare l'Unione Sovietica, il primo Paese socialista, in una grande potenza industriale, come le rivali d'occidente. Inizia così la politica dei piani quinquennali e l'instaurarsi del terrore. Si creò una generale atmosfera repressiva e punitiva attraverso le purghe, brutali processi contro chi era in dissenso con la politica di Stalin, spesso accusati per crimini inesistenti e ritenuti 'nemici del popolo' e sostenitori del 'trotzkijismo'. Chiunque fosse ritenuto un traditore veniva deportato nei campi di concentramento della Siberia.
In Italia la situazione non era migliore. Il 3 Gennaio 1925 Benito Mussolini, capo del Governo, impone definitivamente ed ufficialmente la dittatura. Con le 'leggi fascistissime' furono dichiarati decaduti i deputati aventiniani, e quelli rimasti vennero perseguitati e incarcerati; il Parlamento fu trasformato in Camera dei Fasci e delle Corporazioni; furono soppressi il diritto di sciopero e la libertà di stampa; furono abolite le elezioni amministrative ed il sindaco prese il nome di podestà; i giornali dell'opposizione furono sequestrati e poi 'fascistizzati'; fu stabilità la pena di morte per i reati politici e furono istituiti il tribunale speciale per la difesa dello Stato e l'Ovra, la polizia politica. Lo scopo di Mussolini era quello di riportare l'Italia alla gloria e alla fama dell'Impero Romano, e alla supremazia su tutti gli altri popoli. Nelle scuole furono introdotte materie come cultura militare e cultura fascista, e fu data grandissima importanza all'educazione fisica perché gli italiani dovevano mostrarsi come un popolo di atleti e di guerrieri, proprio come i loro antenati romani. Le Camicie Nere, al servizio del duce, affollarono le città italiane in modo che il processo di 'fascistizzazione dello Stato' fosse compiuto, anche se con la forza e la violenza.
Fu in Germania però che la follia si espanse maggiormente e più atrocemente. La maggior parte della popolazione tedesca vide in Adolf Hitler il suo più grande esponente, il führer, la guida che avrebbe portato il popolo ariano alla massima glorificazione con la fondazione del Terzo Reich, il terzo Impero tedesco dopo l'Impero germanico medioevale e quello proclamato alla riunificazione della Germania. L'intera nazione tedesca era catturata dalla potenza di Hitler e credeva ciecamente nelle sue parole e nelle sue azioni. La figura instabile ma allo stesso tempo carismatica di Hitler, è facilmente paragonabile ad una personalità che agisce con 'lucida follia' e che riesce a far affermare il totalitarismo. Mosso dai suoi ideali sulla superiorità della razza ariana, sulla congiura ebraica anti-tedesca e sulla teoria dello spazio vitale (per fornire al popolo tedesco uno sbocco al proprio espansionismo) egli seppe dare infatti una svolta totalitaria al governo tedesco.

Cos'è il totalitarismo? E' un'ideologia, o ancor meglio un regime, che vuole accentrare ogni aspetto della vita civile e politica nello Stato. Inoltre è totalitario un regime dittatoriale basato sulla fede assoluta in un'ideologia che favorisce la mobilitazione e l'attivazione permanente delle masse. Secondo alcuni autori, la nascita del totalitarismo viene ricondotta al fallimento dei sistemi liberalborghesi e alla crisi di valori tipica del periodo immediatamente successivo alla prima guerra mondiale, caratterizzato dalla fine del regime parlamentare in diversi Stati europei e dall'avvento dei regimi autoritari e fascisti. Il regime totalitario non si distingue dalle altre forme di governo solo perché riduce al minimo o abolisce determinate libertà, ma perché distrugge ogni presupposto di libertà, personale o di gruppo, e perché reprime forzatamente ogni tipo di conflitto. Il totalitarismo utilizza perciò i mass-media ai fini di un obbligato indottrinamento, usa tutti gli strumenti repressivi dell'apparato statale per controllare ogni aspetto della vita civile: economia, stampa, educazione, arte, scienza; si pone al di fuori di ogni controllo democratico escludendo qualsiasi ambito di libertà personale o di scelta volontaria; sostituisce il terrore totale al diritto positivo. Il totalitarismo si contrappone così, in maniera radicale, all'ideologia e alla prassi liberale e democratica. Quando parliamo di totalitarismo non ci riferiamo solo alla Germania nazista, ma anche all'Italia fascista con Mussolini. Ancora una volta, l'unico modo con cui si cerca di dare stabilità allo Stato, risulta il regime totalitario: unico partito e organizzazione che pervade tutta l'economia (se prima nell'economia l'industria era un settore nel quale lo Stato non interveniva, ora diventa parte integrante dello Stato e fortemente regolato da esso). Praticamente è la risposta alla richiesta del popolo di una maggiore tranquillità ed è su questa richiesta sociale che operano i dittatori. Rispetto al fascismo però, il nazismo risponde pienamente alla definizione di totalitarismo: tutte le ideologie si riflettono in ogni struttura, per esempio le università si preoccupano dello studio della razza tedesca, filosofia tedesca, letteratura e matematica tedesca. Anche l' architettura e il profilo delle città ne vengono coinvolti (interi quartieri vengono infatti rasi al suolo e ricostruiti secondo determinate regole dettate dall'ideologia).

 Gli eventi, avvenuti in Germania, grazie ai quali Hitler diede una svolta totalitaria furono:

 1.   La notte dei lunghi coltelli

Come ben sappiamo, Hitler godeva di forti appoggi soprattutto da parte dell'esercito e dell'industria. Inoltre, originariamente, nel partito nazista, si fronteggiavano due fazioni: una, di destra, filo-conservatrice e che stava dalla parte di Hitler; l'altra, più rivoluzionaria e anticapitalista, guidata da Rohm. Ad un certo punto, i generali alleati con Hitler vollero la limitazione del peso politico delle SA (Sturmabteilung: composti in maggioranza da proletari), mentre i conservatori e gli industriali tolleravano sempre meno la sinistra. Hitler dovette fare una scelta: o il regime si liberava degli estremisti, o l'esercito avrebbe potuto assumere il comando dello Stato. Quindi, in questa notte dei lunghi coltelli, Hitler fece assassinare, dalle SS (Schutzstaffel: squadre di protezione), i capi delle SA (i più estremisti, interpreti fedeli dell'istanza anti-borghese).

2.   L'incendio del Reichstag

Fu appiccato dalle SS, che attribuirono la colpa al partito comunista. Ciò permise ad Hitler di eliminare i partiti di sinistra e d'istituzionalizzare il partito nazista come unico. Infatti, con questo pretesto, Hitler fece approvare al vecchio presidente Hindenburg un decreto con il quale venivano soppressi i 6 articoli della Costituzione di Weimar (che garantiva libertà civile e personale): finiva così lo stato di diritto in Germania.

 Altri elementi fondamentali da citare sono:

 3.   L'Antisemitismo e le persecuzioni razziali

Ovvero i pilastri dell'ideologia nazionalsocialista. Inizialmente i provvedimenti persecutori contro gli ebrei avvengono solo sul piano economico e lavorativo, per poi passare progressivamente all'emarginazione, all'esclusione da università, cariche pubbliche e giornali. Un netto inasprimento di discriminazione razziale si ha con le leggi di Norimberga. Poco più tardi verrà avviata la 'soluzione finale': annientamento e sterminio delle comunità israelite. Nei campi di concentramento, oltre ai comunisti, agli oppositori, ai cattolici, ai democratici, troviamo un numero sempre più crescente di ebrei. Ma perché proprio gli ebrei? Hitler formulò un vero e proprio discorso sulla razza: i mali dei mondo (comunismo, capitalismo) sono dovuti ad una malattia: l'ebraismo/giudaismo. Hitler sosteneva la tesi per la quale i mali provengono dagli ebrei non solo su basi ideali, ma anche biologiche: teoria per cui i diversi ceppi sono differenti gli uni dagli altri per elementi biologici e non solo culturali. Gli ebrei non hanno patria, sono avidi di denaro, legati al commercio e hanno contribuito alla diffusione del comunismo, per questo motivo sono una razza maligna, inferiore e devono essere eliminati. Da questo tema di differenza razziale derivano delle conseguenze:

 4. Le Leggi di Norimberga

Sono leggi scritte per difendere la razza tedesca e che dettavano il comportamento da adottare nei confronti degli ebrei, soprattutto quelli di sangue misto. Presto queste leggi divennero la 'costituzione' del reich, gli ebrei vennero dichiarati estranei alla 'comunità nazionale' e, quindi, privati della cittadinanza tedesca, perdendo così ogni tipo di diritto. Tali leggi vennero oscurate solo al Congresso di Berlino, nel quale si decise di mettere in pratica direttamente la soluzione finale. Pervaso dall'idea che la purezza del sangue tedesco è la premessa per la conservazione del popolo tedesco ed animato dal proposito di assicurare il futuro della nazione tedesca, il Reichstag approvò all'unanimità le leggi.

5. Teoria dello spazio vitale

Tutti i popoli che appartengono al ceppo germanico devono essere unificati per essere governati unitamente. Questa è una tesi che spinse Hitler a riarmare la Germania (per annettere Polonia, Olanda, Jugoslavia, Austria, Lettonia). La sua opera rivoluzionaria sta nel fatto che la razza ariana deve crearsi condizioni migliori per governare in Europa ed il nemico da distruggere rimane sempre uno: l'ebraismo.

LA 'LUCIDA FOLLIA' DI HITLER

La politica antisemita, l'orrore dell'olocausto, la persecuzione anticomunista, facevano parte di un programma accuratamente organizzato il cui tentativo ere quello di disumanizzare questi uomini, spogliarli della loro libertà e dignità, renderli schiavi della superiorità tedesca ed infine privarli della vita stessa. E' proprio in questo 'progetto di annientamento' che consiste la follia di Hitler. Questo programma era già stato delineato in gran parte nel 'Mein Kampf' (la mia battaglia), scritto e pubblicato intorno al 1925. Le teorie esposte si articolavano in cinque punti fondamentali:
· Il concetto di razza: i tedeschi avevano il diritto di affermare la superiorità della razza tedesca, discendente da quella ariana e per questo la più pura;
· La difesa della razza: essendo la 'razza padrone', i tedeschi dovevano dominare il mondo e le 'razze schiave'. Inoltre dovevano preservare la purezza della razza, venne quindi instaurato l'obbligo ai tedeschi di sposarsi solo tra loro; ed in più furono sterminati i malati di mente, le persone deboli, gli infermi e chiunque fosse un portatore di handicap;
· La comunità razziale: lo Stato nazista doveva espandersi sino a creare una comunità che abbracciasse tutti i tedeschi puri nel mondo;
· Il culto della personalità: era un principio già presente nella dittatura fascista e in quella comunista. Il Capo era l'incarnazione di tutte le virtù e del principio di autorità, per cui bisognava sottostare ai suoi ordini;
· Lo spazio vitale: i tedeschi avevano il diritto di espandersi e di conquistare l'egemonia in Europa, fino ad estendersi verso est in Polonia, Cecoslovacchia e Russia. Questi territori dovevano essere occupati e i 'sottouomini' slavi dovevano servire il "popolo dominatore".
Benché non esistessero fondamenti scientifici, Hitler affermava con grande sicurezza la superiorità della Germania e la purezza della sua popolazione, ricavando tali concetti dalla 'Germania' di Tacito, libro scritto durante il I secolo dell'Impero Romano.

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