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I PERSIANI E I GRECI
L'impero persiano:
Il popolo persiano fu a lungo dominato dai Medi, ai quali si ribellarono sotto Ciro il Grande nel 550 a.C.. Dopo quattro anni Ciro s'impadronì anche della Lidia e, volendo consolidare i confini dell'impero ad Oriente, estese il proprio dominio fino all'attuale Afghanistan. Successivamente diede fine al secondo impero Babilonese liberando gli ebrei. Egli morì nel 529 a.C.: Ciro fu ammirato per la generosità con cui trattava i prigionieri e suo figlio Cambise proseguì la sua politica imperialistica, impadronendosi dell'Egitto. Egli ebbe però meno successo del padre, tanto che morì giovane in circostanze misteriose. Il suo successore fu Dario che consolidò l'impero creando un'efficiente organizzazione burocratica. Gli imperatori persiani concessero inoltre ampie autonomie, imponendo però una certa uniformità amministrativa. Il Gran Re dei Persiani poteva sembrare simile al re dio degli Egizi, ma in realtà era semplicemente un uomo eletto dai nobili. Dario suddivise l'impero in venti satrapie, nelle quali ogni satrapo aveva il compito di riscuotere i tributi. I satrapi erano controllati da degli ispettori mandati dal re, che viaggiavano su una rete stradale straordinaria- mente sviluppata per quei tempi. Quando però sul trono persiano si succedettero re meno potenti, i satrapi abusarono dei loro poteri e fu questo uno dei motivi della caduta dell'impero persiano. Gli eserciti erano molto eterogenei e il loro nerbo era rappresentato dagli iraniani. Punto debole dell'impero persiano era la scarsa liquidità che frenò lo sviluppo dei commerci e delle attività produttive.
La religione e la cultura dei persiani:
Verso la fine del VI secolo a.C., si diffusero fra i Persiani le idee di Zarathustra, secondo il quale il mondo è disputato fra gli spiriti del bene (Ahura) con a capo Ahura Mazda, e gli spiriti del male (Deva) con a capo Ahriman. Secondo Zarathustra alla fine dei tempi gli spiriti del bene sconfiggeranno quelli del male. Questa religione è sostanzialmente orientata verso il monoteismo ed ha come valore importante la morale dell'uomo. I Persiani unirono agli spiriti anche delle divinità celesti. L'arte e l'architettura furono povere di idee: i morti erano sepolti in torri che si aprivano verso l'alto e uniche cose imponenti furono i palazzi reali.
Le guerre greco-persiane:
Un primo scontro fra le poleis e l'impero persiano si ebbe nel 499 a.C., quando la Ionia e l'Eolide insorsero: i Persiani furono dapprima sconfitti, ma poi batterono i ribelli e distrussero Mileto. Atene aderì nel frattempo alla Simmachia peloponnesiaca e, per punirla, Dario mandò una spedizione contro la città, ma Milziade, capo degli Ateniesi, con una manovra coraggiosa riuscì a sconfiggere l'avversario sui campi di Maratona.
Morto Milziade, gli ateniesi si suddivisero in due partiti: il partito progressista, con a capo Temistocle, mirante ad un'alleanza con Sparta e alla guerra con i Persiani, e il partito conservatore, con a capo Aristide, mirante ad un accordo con i Persiani. Nel 482 a.C. Aristide fu accusato di ostracismo e Temistocle, riuscendo ad avere il sopravvento, può costruire in pochissimo tempo una flotta potentissima. Un anno dopo, durante un congresso, Atene e Sparta consolidano la propria alleanza, pur non riuscendo ad unire tutti i popoli greci: l'idea di un'unità nazionale è infatti sconosciuta ai Greci. Nel 480 a.C. Serse, il successore di Dario, marcia verso la Grecia, confidando in una facile vittoria: le sue truppe invece subirono una pesante sconfitta nello stretto di Salamina e anche le ultime truppe rimaste, con a capo Mardonio, sono sconfitte duramente. Nello stesso tempo Atene guida una controffensiva vincente in Turchia e con lei si alleano le altre poleis locali: così il Mar Egeo è nuovamente aperto ai commerci.
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