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I neri d'america lottano contro la discriminazione razziale




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I NERI D'AMERICA LOTTANO CONTRO LA DISCRIMINAZIONE RAZZIALE


LA SEGREGAZIONE RAZZIALE DIVIDE I NERI DAI BIANCHI


La popolazione nera d'America, pur avendo ottenuto il diritto di voto nel 1870 dal presidente A. Johnson, alla fine della seconda guerra mondiale era ancora fortemente discriminata. Molti Stati del Sud avevano introdotto nelle loro legislazioni alcuni regolamenti che di fatto impedivano ai neri di votare: per poter ottenere il diritto di voto occorreva saper leggere e scrivere.

Poiché la grande maggioranza dei neri era analfabeta, dal momento che i governi non costruivano scuole per i neri e a essi era vietato frequentare gli istituti riservati ai bianchi, l'esercizio del diritto di voto veniva annullato. Alla popolazione nera era inoltre vietato entrare negli esercizi pubblici e negli scompartimenti ferroviari riservati rigorosamente ai bianchi (sistema della segregazione razziale, cioè isolamento).

Essi svolgevano i lavori meno retribuiti e più umili, e, a parità di lavoro, percepivano un salario inferiore a quello dei bianchi.

Quando però, durante la seconda guerra mondiale, fu introdotto il servizio militare obbligatorio, centinaia di migliaia di neri parteciparono alla guerra in posizione di parità con i bianchi. La nascita dei movimenti di liberazione e d'indipendenza nei continenti asiatico e africano fece inoltre nascere nelle comunità nere americane una maggiore coscienza sociale rispetto ai diritti ancora negati.

Nel 1954 la Corte Suprema federale degli Stati Uniti riconobbe il diritto per i neri di iscriversi alla scuole pubbliche. Tuttavia molti Stati del Sud si opposero all'applicazione di questa legge, provocando una dura reazione. Dal 1964 al 1967 nei ghetti neri di Harlem, Los Angeles e Detroit furono organizzati sanguinosi disordini e rivolte, repressi con la forza militare. La situazione era diventata intollerabile al punto che i neri formarono dei movimenti organizzati con veri programmi politici, sotto l'azione di leader di grande prestigio.



I MOVIMENTI PER L'UGUAGLIANZA: DALLA NON-VIOLENZA AL "POTERE NERO".


Il pastore protestante Martin Luther King improntò la sua azione sulla strategia della non-violenza in nome della fraternità cristiana. Egli trasformò la protesta spontanea dei neri, per ottenere il riconoscimento dei diritti civili e politici, in un movimento organizzato attraverso manifestazioni pacifiste, marce di protesta e azioni di disobbedienza civile. Nel 1964, per la sua azione ricevette il premio Nobel per la pace, ma i razzisti lo assassinarono nel 1968 a Memphis, nel Tennessee.

Un' altra componente del movimento di liberazione dei neri furono i Black Muslims (musulmani neri). Essi si riallacciavano alla tradizione africana dell'islamismo, rivalutando il nazionalismo nero. Erano convinti che la strada della non-violenza non fosse uno strumento sufficiente per ottenere i diritti negati quindi proposero una lotta diretta e armata contro la società dei bianchi.

Dai Black Muslims si staccò Malcom X con un programma più ampio, che prevedeva la solidarietà etnica dei neri americani con i neri africani e con tutti i popoli sottomessi dal colonialismo. Secondo Malcom X la lotta dei neri non doveva limitarsi a richiedere i diritti civili, ma doveva trasformarsi in lotta per i diritti umani. Anche Malcom Xfu assassinato nel 1965. dopo la sua morte, nel 1966 nacque il Partito delle Black Panthers  (pantere nere) con un programma politico preciso: l'unica alternativa per i neri era il recupero della loro dignità attraverso una lotta rivoluzionaria contro l'organizzazione statale americana e la società capitalistica.



MUSIC FOR ALL TASTES

Music in the U.S.A. is very exciting and varied. Turn on the radio and you will hear pop songs, jazz, opera, folk, country or classical music. Music is an important subject in schools where many children learn to play a musical instrument. Young people form pop or folk groups with friends, or they sing in church. Music is part of the American culture.

Negro slaves sang religious chants while working on the plantations and pioneers played ballads around camp fires. Hundreds of songs were written in praise of America or to protest against social injustice or war.

Many important music styles were born in the U.S., like jazz, rock'n' roll, or country rap music. Even the idea of advertising a product on television to the music of a jingle was born in America.


SOME AMERICAN MUSIC FORMS


Folk music is the oldest music tradition in the world. The word "folk" means "people" and folk music is simply composed by ordinary people. American folk songs are about the life  of workers in the country or in towns, or they are simple religious songs that are sung in church.

Jazz was born at the end of the 19th century in the southern states. It is the music of black people who had once been slaves. It is a mixture of hymns, work songs and the African folk music of their ancestors.

New Orleans, Louisiana, was the first home of jazz, which is now popular all over the world.

Negro spirituals (or: gospel songs) were sung by slaves on the plantations. They usually tell biblical stories in very simple language and have repetitive and easy tunes.

Rock'n' roll was born in the 1950s. It combined black and country music, but it was intended for dancing, so rythm was the main element. Elvis Presley was the singer who made rock'n' roll famous all over the world. Thousands of people visit his house in Memphis, Tennessee, every year.

One of the most exciting developments in American pop music in recent years is rap. Rap is a form of music where the singer speaks the words over rhythmic music. It is usually performed by black artists and the songs often protest against racism and police brutality. The singers generally have unusual names and the language they use in their songs is full of slang expressions that are popular in black communities in the US.





1962 - I FAVOLOSI BEATLES


Il lancio dei "Fab Four", i "favolosi quattro" giovanissimi di Liverpool, nel firmamento delle star della musica internazionale avvenne nel 1962 con l'uscita del singolo Please Please me. Il brano si piazzò subito ai vertici dell'hit parade britannica, conquistando gli ascoltatori per la sua freschezza e originalità. Il successo fu consolidato da I want to hold your hand, un pezzo accattivante che scalò rapidamente le classifiche internazionali. Se negli anni Cinquanta la colonna sonora della gioventù era stato il rock'n roll "fisico" di Elvis Presley, una vera bomba che sconvolse il conformismo imperante dell'epoca, negli anni '60 fu il sound dei Beatles a imprimere una svolta nei gusti del pubblico, stanco ormai anche della brillantina di Elvis. Ritmi più grintosi, freschi e innovativi, look dalla presa immediata (celeberrima la pettinatura "a caschetto", quasi un marchio di fabbrica), ironia: questo il mix che conquistò alla band milioni di fan in tutto il mondo.

Non va infatti dimenticato che i Beatles (in inglese "scarafaggi") furono il primo gruppo britannico a riscuotere un clamoroso successo anche negli USA, aprendo la strada a quella che i media definivano "british invasion". La loro partecipazione nel 1964 al popolare programma televisivo Ed Sullivan Show ebbe effetti dirompenti: i loro dischi balzarono in vetta alle classifiche e i concerti dal vivo suscitarono un tale entusiasmo, al limite del parossismo, da mettere in ombra qualsiasi evento musicale precedente. L'isterismo delle fan, gli svenimenti, gli appostamenti di ore davanti agli alberghi dove alloggiava il mitico quartetto, che contrassegnarono la tournée americana della band, fecero parlare di una vera e propria Beatlesmania.

Nei 10 anni di attività comune lo stile dei Beatles subì delle profonde trasformazioni, in linea con il mutare dei tempi. Dai brani orecchiabili come Please Please Me, Love Me Do, si passò a opere decisamente più complesse come quelle contenute nel'album Sgt. Pepper's Lonely Hearts Club Band del 1967, dai testi raffinati e dalla struttura musicale caratterizzata dalla combinazione di tecniche e stili, dalla musica elettronica alle sezioni d'archi tipiche dei brani sinfonici.

Sperimentatori attenti all'evoluzione del gusto, i Beatles tentarono anche l'avventura del cinema, traducendo in immagini le suggestioni dei loro brani più famosi (come Yellow Submarine), dando vita a interessanti e vivaci contaminazioni di musica, immagini e cartoni animati. E poi furono anche la prima band della storia della musica pop a fondare una propria casa discografica, la Apple Records.

Dopo lo scioglimento del gruppo nel 1970, i quattro intrapresero carriere da solisti più o meno fortunate. Nel 1980, cinque colpi di pistola esplosi da uno squilibrato misero fine alla vita dell'amatissimo leader della band, John Lennon, ma non alle pressioni delle case discografiche e dei fan per la riunificazione dei Beatles.

I tre componenti superstiti della band hanno suonato per l'ultima volta insieme nel 1955, incidendo un brano inedito di Lennon, Free as a bird.



GLI HIPPY


Lo scontento e il disagio delle nuove generazioni, pur evidenti e in un certo senso drammatici, non erano però sostenuti da una forte consapevolezza ideologica. Il rifiuto del modello di vita dominante, non accompagnato da un progetto alternativo, finiva per consumarsi di solito in una sorta di sterile protesta o in una vana e confusa ricerca esistenziale. A cambiare almeno parzialmente la situazione fu, agli inizi degli anni '60, il movimento degli hippy (coloro che hanno mangiato la foglia), sorto non a caso in uno dei più opulenti stati americani, la California. I giovani che ne facevano parte si resero conto che la società dei consumi, pur avendo innalzato il benessere generale e favorito di conseguenza un apparente livellamento del tenore di vita dei cittadini, nascondeva dietro la facciata festosa e rassicurante un'anima autoritaria e sostanzialmente disumana. Infatti non solo l'uguaglianza era ben lontana dall'essere realizzata, ma anzi le nuove élite si servivano dei moderni mezzi di comunicazione di massa per accentrare sempre di più nelle loro mani ogni forma di potere. Attraverso una pubblicità martellante e ossessiva, quale mai era stato possibile attuare in precedenza, esse erano in grado di assicurarsi il consenso politico e di imporre consumi, per lo più superflui, ai cittadini, i quali, per poterli realizzare, si vedevano costretti a lavorare a ritmi frenetici e a produrre, di conseguenza, una crescente ricchezza destinata a finire nelle mani dei ceti dominanti. Quel modello sociale, quindi, minacciava in forme sotterranee e ambigue la libertà individuale e riduceva l'essere umano al ruolo di semplice produttore e consumatore di beni, soddisfacendone i beni materiali, ma annientando ogni esigenza dello spirito. Protagonista, spesso inconsapevole, di questo processo era un uomo ridotto "a una dimensione", come ebbe a dire il filosofo tedesco Herbert Marcuse, un uomo cioè privato della sua capacità critica e della sua coscienza, e legato unicamente ad interessi materiali, perciò facilmente influenzabile.

Consapevoli di questo stato di cose milioni di ragazzi americani, percercare di sfuggire al pericolo che sentivano incombere su di loro, misero in atto comportamenti ostentatamente anticonformisti, chiedendo a gran voce il diritto di realizzare un'esistenza libera dalla schiavitù del lavoro, dei consumi e del denaro. Gli hippy si lasciarono crescere i capelli in modo disordinato e vestirono abiti assolutamente inconsueti, spesso di foggia orientale (larghe tuniche dai colori sgargianti, papaline, sandali, ecc.). Riuniti in folti gruppi fuori dalle grandi città, presero a condurre un'esistenza nomade e promiscua, di tipo comunitario, predicando l'amore e il diritto dell'uomo a una vita libera dalla violenza della  guerra e dalle istituzioni, negando la legittimità delle discriminazioni razziali, vantando l'uguaglianza dei sessi. "Fate l'amore, non la guerra" divenne lo slogan universalmente noto di questi giovani sempre in viaggio per l'America, capaci di vivere con risorse economiche limitatissime, immancabilmente accompagnati dalle loro strepitanti chitarre. La musica fu infatti uno degli aspetti più tipici e importanti dell'esperienza esistenziale degli hippy, che trasferirono nelle loro canzoni gli ideali pacifisti di cui erano sostenitori. Nell' agosto del 1969, a Woodstock, non lontano da New York, ebbe luogo il più grande raduno musicale della storia, al quale pareciparono oltre 450.000 ragazzi di tutto il mondo, che, arrivati in autostop, dormivano e facevano l'amore sotto la pioggia e in mezzo al fango, fumavano hashish e bevevano birra aspettando per ora ed ore in una calca asfissiante che i gruppi salissero sul palco per esibirsi.

Purtroppo la breve storia di questo movimento fu strettamente legata alla droga, in particolare all' LSD, come dimostrarono in modo impressionante le morti per overdose, avvenute all'inizio degli anni Sessanta, dei tre miti della musica hippy: Janis Joplin, Jini Hendrix e Jim Morrison.

Al di là dei loro aspetti più pittoreschi e magari discutibili (come, appunto, l'uso degli allucinogeni), bisogna riconoscere che i giovani contestatori americani seppero cogliere, pur in forme talora confuse, quanto di più negativo esprimeva il modello sociale americano. A loro merito va ascritta inoltre la decisa reazione al retorico patriottismo con cui il governo degli USA tentava di giustificare la sempre più cruenta guerra del Vietnam, che essi contestarono fermamente, anche se con metodi magari bizzarri.



1968 - PRAGA, LA  PRIMAVERA TRADITA


Le prime manifestazioni studentesche e le critiche delle associazioni di intellettuali verso la politica del Partito comunista determinarono nell'autunno del 1967 aspre discussioni all'interno del Partito stesso, che si risolsero, all'inizio del 1968, con la nomina a primo ministro di Alexander Dubcek. Insediandosi il 5 gennaio il governo Dubcek diede subito inizio al "nuovo corso" riabilitando, come primo atto, gli scrittori e tutte le vittime del dissenso dell'epoca stalinista. Accompagnati da grande partecipazione popolare cominciarono quei processi di trasformazione che andavano orientandosi verso il "socialismo dal volto umano". Dopo una serie di ammonimenti e pressioni politiche, nella notte tra il 20 e il 21 agosto, i carri armati del Patto di Varsavia varcarono i confini della Cecoslovacchia ed entrarono a Praga. L'accanita resistenza della popolazione non riuscì ad arrestare la repressione sovietica. Messo in atto un inesorabile processo di "normalizzazione", Dubcek venne arrestato e trasferito a Mosca, mentre a capo dello Stato e del Partito veniva insediato Gustav Husak, che agli inizi del 1969 dava corso a una sistematica opera di epurazione del Partito e di spietata repressione di ogni forma di dissenso. Dubcek, riabilitato dopo la "rivoluzione di velluto" del 1989, divenne il primo presidente liberamente eletto nel Paese.



POP ART


Movimento artistico affermatosi negli anni Cinquanta e Sessanta del XX secolo negli Stati Uniti e in Gran Bretagna. Il nome deriva dalla contrazione dell'inglese Popular Art, arte 'popolare' in senso moderno, ossia che faccia uso di linguaggi quotidiani dell'odierna società di massa, propri della comunicazione commerciale, cinematografica, televisiva o della stampa periodica.



CARATTERISTICHE E TECNICHE ARTISTICHE


Accomunò gli artisti della corrente Pop l'attenzione per l'oggetto banale, per l'immagine scontata, per la situazione comune, considerati ormai come parte integrante della vita e dell'immaginario collettivo, e quindi osservati perlopiù in modo 'neutro', senza evidenti intenti critici o polemici. Le prime opere furono dipinti a tinte forti, realizzati con colori acrilici (i colori violenti della cartellonistica pubblicitaria), riproducenti bottiglie di birra, lattine, strisce di fumetti, segnali stradali e oggetti di consumo. Presto tuttavia le tecniche espressive adottate si moltiplicarono, passando dalla fotografia alla serigrafia, dal collage alla diretta inclusione di oggetti reali nell'opera. Si trattò di una vera e propria rivoluzione nell'atteggiamento artistico e nella percezione dell'opera d'arte, privata dell'aura che la contraddistingueva e qualificava rispetto alle altre espressioni dell'ingegno e dell'attività dell'uomo, in quanto ormai pienamente 'adeguata' alla realtà più comune, e in molti casi riproducibile, seriale. La Pop Art rappresentò un punto di riferimento irrinunciabile per tutti i movimenti artistici che seguirono, ed esercitò una forte influenza in settori quali la grafica pubblicitaria, il design e la moda.



LE ORIGINI


I precedenti storici della Pop Art sono da rintracciarsi da un lato nell'esperienza dadaista, in particolare nell'opera e nella figura di Marcel Duchamp, e dall'altro in certa pittura americana degli inizi del Novecento, caratterizzata dal ricorso alla tecnica del trompe-l'oeil e dalla frequente raffigurazione di oggetti quotidiani e familiari.

Il movimento prese le mosse in Inghilterra, per opera di artisti e intellettuali quali Eduardo Paolozzi, Richard Hamilton, William Thurnbull, Theo Crosby e Lawrence Alloway: la sua nascita viene generalmente associata a una mostra dal titolo 'This is Tomorrow', tenutasi nel 1956 alla galleria Whitechapel di Londra.

Negli Stati Uniti, i primi sviluppi della Pop Art sono legati ai nomi di Robert Rauschenberg, creatore di assemblaggi con oggetti domestici quali trapunte e cuscini, e Jasper Johns, noto per le serie di dipinti raffiguranti bandiere americane, numeri e bersagli.



GLI ANNI SESSANTA


Promosso con eccezionale abilità dal gallerista Leo Castelli, il movimento conobbe un grande successo negli anni Sessanta. Nel 1960 l'artista inglese David Hockney realizzò Typhoo Tea (Kasmin Gallery, Londra), uno dei primissimi dipinti che proponevano come soggetto un prodotto commerciale di marca. Nello stesso anno Jones portò a termine alcune sculture di bronzo dipinto che rappresentavano le lattine di birra Ballantines. Nel 1961 Claes Oldenburg espose la prima delle sue sgargianti e ironiche sculture a forma di hamburger o di altri prodotti del fast food; negli stessi anni Roy Lichtenstein iniziò a prendere in esame il linguaggio del fumetto, realizzando dipinti che ne imitavano stili e resa visiva (tipiche le sue false retinature dell'immagine, come se si trattasse di un ingrandimento fotografico).

Andy Warhol si dedicò a una particolare riflessione sulla riproducibilità dell'opera d'arte e sulle tecniche di rappresentazione seriale, ideando dipinti, serigrafie e fotomontaggi con soggetti ripetuti: bottiglie di Coca-Cola, lattine di zuppa Campbell, scatole di lucido Brillo, immagini-icona di Marilyn Monroe, Elvis Presley, Liz Taylor.



LA STORIA NEGLI ANNI '60


Negli anni Cinquanta tra le due superpotenze fu ingaggiata una corsa al riarmo con la produzione di armi atomiche e si instaurò un clima di guerra fredda. In America furono limitate le libertà democratiche nei confronti di chi avesse idee di sinistra, furono controllate le attività sindacali e fu messo fuorilegge il Parito comunista. In Urss invece continuarono i processi ai dissidenti e il loro confinamento nei gulag, con frequenti esecuzioni.

Questo clima internazionale portò nel 1948 al blocco di Berlino da parte dell'Urss e alla guerra di Corea nel 1950. In Corea per la prima volta americani e sovietici si trovarono schierati gli uni contro gli altri, per questo i comandi militari della Nato proposero di usare la bomba atomica, ma il presidente americano rifiutò la proposta, perché un conflitto nucleare non avrebbe lasciato nessun vincitore sul campo.

Negli anni Sessanta dopo la morte di Stalin, Kruscev denunciò gli eccessi del regime staliniano al XX Congresso del Pcus, avviando il processo di destalinizzazione. Ciò sembrò avviare un processo di distensione anche nei rapporti con l'America attraverso la proposta di un progetto di coesistenza pacifica. Tuttavia all'interno dei Paesi dell'Est Kruscev represse ancora duramente la richiesta d'indipendenza politica. L'Ungheria, che voleva costruire autonomamente da Mosca la propria via verso il socialismo, fu occupare militarmente dai carri armati sovietici nel 1956.

Anche nell'Alleanza Antlantica il 1956 fu un anno cruciale: l'Inghilterra perse il controllo del Canale di Suez, dopo una guerra contro l'Egitto che ne rivendicava la nazionalizzazione. L'America attraverso l'Onu e con il consenso dell'Urss, intimò alla sua alleata inglese il ritiro delle truppe.

Il nuovo clima di distensione politica internazionale fu seguito con interesse anche dalla Chiesa dal Concilio Vaticano II, che con papa Giovanni XXIII intervenne a favore del disarmo e contro gli abusi del capitalismo. Inoltre in America l'elezione del presidente democratico Kennedy aveva fatto sperare nella possibilità di dialogo con l'Urss. Dopo il fallimento un accordo per una nuova sistemazione dell'Europa, i pericoli di un conflitto internazionale si acuirono: nel 1961 Kruscev fece erigere un muro che divideva Berlino Est da Berlino Ovest.

Nel 1962 Cuba diventò uno Stato comunista e aderì al Patto di Varsavia sovietico. La vicinanza dell'isola agli Stati Uniti mise in pericolo la difesa americana e fece precipitare le relazioni con l'Urss. Con la crisi di Cuba si arrivò a sfiorare una guerra nucleare tra le due superpotenze.



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