GLI
STATI UNITI
Dopo la prima guerra mondiale l'economia
americana guadagna il primato nel mondo. Gli Stati Uniti, all'avanguardia
nell'innovazione tecnologica,
raggiungono nuove frontiere del benessere. Tuttavia i problemi da affrontare
sono numerosi, tali da creare forti agitazioni sociali e, di reazione,
un'ondata conservatrice caratterizzata dalla «paura dei rossi»; è in questo
clima che si inserisce l'ingiusta condanna a morte degli anarchici italiani
Sacco e Vanzetti. Alla forte tensione politica nel
1929 si aggiunge anche la spaventosa crisi economica alla quale tenta di
rispondere la rivoluzione rooseveltiana.
A partire dagli anni venti, la società
americana subisce delle radicali trasformazioni, legate allo sviluppo economico
e ai nuovi standard di produzione. I manufatti dell'industria invadono la vita
quotidiana di migliaia di famiglie, modificandone costumi e abitudini.
L'abbigliamento, l'alimentazione, l'organizzazione della casa, gli spostamenti:
ogni episodio della vita materiale si "urbanizza", reso diverso dalla
diffusione dei beni di consumo. La pubblicità assurge a un ruolo fondamentale
nella vendita dei prodotti industriali, creando veri e propri miti di
benessere. Lo status sociale delle classi medie viene indicato ad ampi strati
della popolazione come facilmente raggiungibile. La famiglia americana tipo
possiede almeno un'automobile e una radio, frequenta le sale cinematografiche e
i teatri, veste con abiti eleganti ma economici, grazie all'impiego su larga
scala dei tessuti sintetici. E' la donna il referente principale dei messaggi
pubblicitari, che martellano l'immaginario delle massaie americane. L'economia
domestica non deve più essere lasciata alla libera iniziativa individuale o,
peggio, alla buona volontà: necessita invece di un'organizzazione razionale.
L'uso diffuso degli elettrodomestici viene indicato negli slogan delle aziende
non solo come uno strumento fondamentale per conseguire questo obiettivo, ma
anche come mezzo di emancipazione femminile. La donna ha infatti più tempo libero
per dedicarsi alla propria persona, frequentando magari un istituto di bellezza
o andando a fare shopping con le proprie amiche. La diffusione del benessere
economico nell'era industriale di massa, tuttavia, non arriva a toccare l'intera popolazione statunitense, tagliando
fuori la classe operaia che dell'industria era il perno fondamentale, e
soprattutto i cittadini afroamericani.
Maturata durante gli anni della guerra e
alimentata dallo spettro della rivoluzione russa, all'inizio degli anni venti un'ondata
di conservatorismo e di intolleranza attraversa la società statunitense. In
questo periodo ogni forma di critica e di eterodossia è bollata e bandita come
segno di antiamericanismo. Una sorta di angoscia
collettiva si impadronisce della classe media, che individua in questi
comportamenti una minaccia al benessere faticosamente conquistato. La fobia del
"rosso" e del diverso, la recrudescenza dell'intolleranza razziale e religiosa,
sono solo alcuni dei fenomeni più eclatanti in cui si esprime il profondo senso
di insicurezza in cui versa la società americana del tempo. In questo clima di
caccia alle streghe, si diffondono la pratica dell'epurazione
dall'amministrazione pubblica e l'uso della censura per film ed editoria, fino
al punto di minacciare il radicato principio americano della libertà di stampa.
Tuttavia i veri destinatari di queste limitazioni alla libertà di espressione
sono i movimenti sindacali e pacifisti. Ben ventiquattro Stati federali
adottano una serie di provvedimenti legislativi nel tentativo di arginare la
diffusione delle idee socialiste e lo sviluppo dei sindacati indipendenti. Una
vera e propria ondata di arresti colpisce in questi anni gli esponenti noti e
meno noti di questi movimenti: solo in California vengono arrestate più di
cinquecento persone. Tra il 1919 e il 1920, lo stesso ministro della giustizia
sotto la presidenza Wilson, Mitchell
Palmer, lancia una campagna di intimidazioni, facendo
largo uso di agenti provocatori e coprendo vere e proprie spedizioni punitive
contro le Camere del lavoro e le abitazioni private dei sindacalisti.
Il vento dell'intolleranza che investe gli
Stati Uniti all'inizio degli anni venti fa tra le sue vittime due lavoratori
anarchici italiani: Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti.
I due sono accusati dell'uccisione di un cassiere e di un poliziotto durante
una rapina in una fabbrica tra Bridgewater e South Braintree nel Massachusetts
il 15 aprile 1920. Nonostante l'alibi che li scagiona completamente e i
numerosi testimoni a difesa, i due anarchici subiscono un procedimento penale
alla fine del quale sono condannati a morte (1921). Di fronte all'esplicito
intento persecutorio della corte, che li giudica più per le loro idee che per i
fatti loro attribuiti, si alza la protesta di massa internazionale e anche
l'intervento accorato di importanti personalità democratiche del paese. La
richiesta di revisione del processo è accolta dal governatore del Massachusetts Fuller
che istituisce, all'indomani della condanna, una Commissione d'inchiesta
composta dai rettori dell'Università di Harvard e del
Massachusetts Institute of Technology. La Commissione pur riconoscendo gravi
inadempienze commesse dal tribunale, conferma però la regolarità del
procedimento. Malgrado la ferma e risoluta professione di innocenza dei
condannati, Sacco e Vanzetti salgono sulla sedia
elettrica il 23 agosto 1927. La riapertura del caso alla fine degli anni
settanta riconoscerà la loro innocenza.
Eletto nel 1933 alla presidenza degli Stati
Uniti con un amplissima base sociale e osteggiato dai grandi gruppi
capitalistici, Franklin Delano
Roosevelt si pone il problema di produrre un nuovo
rapporto con l'opinione pubblica. Sa che per risolvere e uscire dalla crisi ha
bisogno dell'appoggio e del consenso costante e attivo delle masse popolari. Il
nuovo presidente istituisce un rapporto personale con la nazione. Appronta per
questa necessità un accurato e moderno sistema propagandistico. Dalla radio
rivolge i famosi discorsi "del caminetto", nei quali informa gli americani
sulle misure prese dal governo, e li invita a dare il massimo contributo per la
realizzazione degli stessi. Nel biennio 1933-35 l'Amministrazione guida i
consumi della popolazione: i famosi talloncini blu a forma di aquila, usati
precedentemente dai sindacati per il boicottaggio delle merci, sono recuperati
e apposti sui prodotti delle aziende favorite dallo Stato. La lotta contro la
crisi determina la necessità di una stretta solidarietà tra governo e
governati. Solidarietà e appoggio da conquistare comunque all'interno di un
apparato pluralista e democratico. E la necessità di un raccordo tra
Amministrazione e società determina la nascita delle Agenzie Federali,
attraverso le quali il governo eroga aiuti ed insieme dà rappresentanza alle
necessità dei settori in crisi. Queste agenzie operano a tutto campo: nascono
la Agricultural Adjustment Administration, la Work Progress Administration e la Federal Arts Project (per
l'intellettualità disoccupata). Nell'ottica della coesione sociale, nel 1935 è
approvato dal Congresso il Wagner Act,
che garantisce le libertà sindacali e reprime gli atteggiamenti antioperai delle aziende.