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Giovanni Verga
Mazzarò era un uomo che aveva tratto la sua ricchezza dalle terre dove una volta zappava e su cui avevo faticato, e nonostante i suoi possedimenti non si era insuperbito. Egli dava lavoro a moltissime persone, e andava molto spesso nei campi per avere tutto sotto il suo controllo personale.
Aveva imparato il significato della "roba" (terra e beni) quando faticava quattordici ore al giorno per guadagnare tre tarì; proprio per questo, aveva impiegato tutta la vita per metterla insieme ed ora le sue terre non erano delimitate da nessun confine, erano infinite. Tutta la sua "roba" quindi l'aveva guadagnata con le sue sole forze.
I possedimenti terrieri dapprima appartenevano al barone che "per carità" aveva dato lavoro a Mazzarò, un barone che però non sapeva badare alla sua "roba" e che veniva derubato da tutti i suoi dipendenti.
Mazzarò andava in gito sempre senza soldi, perché riteneva che avessero un'importanza poco rilevante o quasi nulla, non erano "roba"! Se metteva da parte una somma abbastanza cospicua, la investiva nell'acquisto di nuovi lotti. Era un uomo che si lamentava solo del fatto che cominciava ad essere vecchio, e nel momento in cui gli fu detto di lasciare la "roba" perché era tempo che pensasse alla sua anima, Mazzarò uscì nel cortile e come un pazzo cominciò ad uccidere gli animali che capitavano sotto il tiro del suo bastone, urlando:"Roba mia, vientene con me!".
Caratteristiche fisiche:
Mazzarò era ricco , ricchissimo ; nonostante ciò si privava di tutto ed era tirchio , non aveva nessun vizio per non sprecare soldi. Era un uomo molto intelligente , grazie appunto alla sua intelligenza e abilità era riuscito ad accumulare così tanta roba.
Messaggio:
Essendo la novella nel filone del verismo ha come caratteristica del pessimismo , cioè che l'uomo è sempre vittima del destino e non può cambiarlo continuando a soffrire .
Giovanni Verga
Libertà
Nelle prime sequenze si parla della rivolta di Bronte, storicamente esistita e avvenuta dal 2 al 5 agosto del 1860. Infatti Verga ne descrive i tre giorni come un carnevale avvenuto in luglio. È una rivolta in cui i contadini si rivoltano ai 'cappelli'; i contadini ce la fanno, uccidono molte persone. La novella inizia dicendo che il popolo riesce a conquistare Bronte e le terre in cui erano costretti a lavorare. Quando arrivano a spartirsi le terre, però, non riescono a farlo perché hanno ucciso il geometra, il notaio, il prete che suonasse le campane la domenica e così non sono capaci di gestire la situazione. Verga accenna anche ad un avvocato che partecipa alla rivolta. Nella realtà è la storia di due fratelli: Niccolò Lombardo e suo fratello che furono alla guida della rivolta, ma questa degenerò e sfuggì alle loro mani. Verga ci vuole dimostrare quella che è la sua ideologia che trova in un episodio storico la sua concreta dimostrazione. I contadini ce la fanno ad ottenere la libertà, ma non sono in grado di gestirla perché non si sfugge dalla propria classe sociale.
Due giorni dopo 'arriva un luogotenente', il tenente di Garibaldi, Bixio che riporta l'ordine a Bronte. Un problema storiografico che ci si pone dalla lettura è: ma perché i contadini si ribellano proprio mentre arriva Garibaldi, e perché lui manda Bixio a portare l'ordine? I contadini sperano che Garibaldi li appoggi e dia loro le terre e l'uguaglianza. Per Garibaldi questa rivolta è un intoppo perché lui pensava solo all'unità d'Italia.
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