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IL RINNOVAMENTO CULTURALE SEC. XII
NUOVI MODI DI SCRIVERE E DI LEGGERE
In questo secolo la rinascita della cultura fu molto più forte di quella carolingia. Il modo di leggere era cambiato e il libro divento uno strumento di lettura e non di adorazione. Si introducono nuovi dispositivi testuali, intitolazioni più chiare, note marginali e gli indici.
LA NASCITA DELLE UNIVERSITA'
Il termine latino universitas indicava una qualsiasi comunità organizzata con proprio statuto giuridico. Le universitates erano invece gruppi di persone che svolgevano lo stesso mestiere. Questi furono sviluppi spontanei. L'università di Bologna nasce da un gruppo di studenti riuniti in società che pagavano un maestro per la lettura e la spiegazione del Corpus iuris civilis di Giustiniano. A Parigi la si deve dall'associazione di un gruppo di teologi e per questioni dottrinali. Il potere politico cerca subito di strumentalizzarle; Barbarossa concede agli studenti di Bologna di essere giudicati da tribunali di vescovi o dai loro maestri. Il papa Onorio III nel 1219 concede la possibilità di scioperare o cambiare sede ma solo a patto che le licenze siano date da un'insegnante del clero, l'arcivescovo di Bologna. I principi a volte snaturano le finalità delle università, infatti Federico II di Svevia crea quella di Napoli per formare suoi funzionari.
L'ORGANIZZAZIONE SCOLASTICA DEL SAPERE
Il prof trascorreva la maggior parte del tempo a leggere e commentare il testo di insegnamento. Pian piano gli studenti e i prof, raccolsero in glosse affiancate al testo, le spiegazioni e si arrivò a istituire delle botteghe che riproducevano testi con glosse autorizzati (stacionarii). Si faceva quindi l'esegesi delle fonti.
IL RECUPERO DEI TESTI GRECI.
Gli antichi greci e i loro autori sono la base di partenza per la cultura occidentale; dopo la caduta dell'impero rischiavano di essere persi perché non vi era molto materiale tradotto. Le nuove esigenze culturali date dal progresso in tutti i campi che si stava risvegliando dopo il 1000, impose una riscoperta dei classici (Platone, Aristotele, Euclide..) che con il sistema bilingue cominciava essere quasi necessaria. In Oriente i classici greci non erano mai stati abbandonati, ma in occidente bisognava ora tradurre i vecchi testi dall'arabo o direttamente dal greco. Anche se la traduzione del greco era più precisa, quella dall'arabo arricchì di molto la tradizione sopratutto in matematica astronomia, astrologia..
LA SCRITTURA DELLE LINGUE VOLGARI
Tutto questo progresso (alfabetizzazione, modo di leggere e scrivere, scuole secondarie e università, recupero dei classici) fu uno dei più importanti balzi culturali della storia occidentale. Allora la società si distingueva in litterati ed illitterati.
I primi in un primo periodo erano considerati in senso stretto un gruppo di chierici che sapeva leggere e scrivere in latino. In seguito vi si compresero anche i laici. In Italia lo sviluppo del volgare ebbe un po' più di difficoltà, perché non cera come in Francia e Germania una separazione così netta tra la lingua scritta e quella usata dalla popolazione. In Francia nell'11° sec. parte il poema epico cavalleresco con "La Chanson de Rolande". Vi sono esempi anche di letteratura "religiosa" (il Cantico di S. Francesco) che stanno ad indicare la voglia della chiesa di gettare un ponte per conquistare le nuove classi cittadine in corso di formazione. Diventavano ora più folti anche i gruppi professionali che imparavano per esigenza a leggere e scrivere.
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