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Federico ii




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FEDERICO II


Federico II di Svevia, detto anche stupor mundi, nasce a Jesi il 26 dicembre 1994, figlio unico di Enrico IV e Costanza d'Altavilla, appartenenti alla dinastia degli Hoestaufen e rimasto orfano all'età di quattro anni, viene affidato alla tutela di Papa Innocenzo III. Quest'ultimo è fermamente convinto della superiorità del potere papale su quello imperiale e quindi tenta di realizzare, approfittando della situazione, una teocrazia ispirandosi a Gregorio VII e al suo dictatus populi nel quale vede confermata la sua tesi. Il suo protetto a soli quattro anni sapeva già scrivere e leggere, la sua maturità era tale che a quattordici anni viene dichiarato maggiorenne e fatto sposare con Costanza D'Aragona (di vent'anni più grande di lui) che sarà la prima di una lunga serie di mogli tra le quali ricordiamo Jolanda di Brienne e Isabella d'Inghilterra entrambe sepolte nella cripta della cattedrale di Andria.

Federico ebbe una vita sentimentale alquanto movimentata, prova ne è il fatto che una delle sue mogli indignata dal suo comportamento si rinchiude nel castello di Foggia fino alla morte.

Quando muore Enrico IV padre di Federico e imperatore del Sacro Romano Impero, scoppiano guerre contro i baroni tedeschi. Il Papa per difendere il piccolo Federico, coinvolge anche suo cugino, Jacopo dei Conti Segni, che per l'aiuto dato ottiene in cambio la contea di Andria.

Già a quattordici anni Federico comincia a dar prova della sua capacità di governare riducendo all'obbedienza i baroni di Puglia e Calabria e a venticinque anni quando muore Papa Innocenzo riesce a farsi eleggere imperatore. Pur avendo precedentemente promesso ad Innocenzo che non avrebbe mai riunificato i regni di Germania e Sicilia, Federico non rinuncia alla Sicilia, che era il suo regno prediletto, affidando così il Regno di Germania, del quale nel 1215 si è fatto proclamare re, a suo figlio Enrico (nato dal matrimonio con Costanza d'Aragona).

Morto Innocenzo III e succedutogli Onorio III, Federico comincia a svolgere una politica sempre più indipendente dal Papa (tanto che rinvia di anno in anno la crociata) e si stabilisce in Sicilia riducendo all'obbedienza gli Arabi. La crociata insistentemente sollecitata da Onorio III continua a subire rinvii come nel 1225 quando la crociata pare imminente viene nuovamente rimandata a causa dello scoppio di un grave conflitto tra l'imperatore e i comuni lombardi. Le pretese di Federico II irritarono anche molti comuni lombardi che non erano intenzionati a veder limitata la propria libertà e che perciò si alleano col Papa nella "lega a pontida"; altri comuni invece, pur di danneggiare i propri rivali, appoggiano l'imperatore, nascono così due schieramenti: i GUELFI (sostenitori del Papa) e i GHIBELLINI (sostenitori dell'imperatore). Anche all'interno degli stessi schieramenti però, si formano fazioni di guelfi e fazioni di ghibellini portando le città alla guerra civile tra le parti avverse.

In un primo momento Federico II ha la meglio sulla lega guelfa sconfiggendola nella battaglia di Cortenuova del 1237 ma il successo è destinato ad essere di breve durata: appena nove anni più tardi Parma insorge e ha la meglio, tanto che lo stesso figlio di Federico, Enzo, viene sconfitto e fatto prigioniero fino alla morte.

Il successore di Onorio III, Gregorio IX, pretende che Federico tenga fede al giuramento di organizzare la crociata, minacciando di togliergli la corona. Federico così, in tutta fretta, raduna nel porto di Brindisi nell'agosto del 1227, ben 42.000 crociati, ma un'epidemia ne impedisce la partenza. Intanto nel 1228 nasce ad Andria, da Jolanda di Brienne, Corrado, futuro imperatore. Nel frattempo il Papa scomunica l'Imperatore che finalmente si decide a partire per Gerusalemme nel Giugno del 1228, dando vita alla VI crociata detta appunto degli "scomunicati". Giunto in Terrasanta evita la guerra e riesce ad ottenere la restituzione ai cristiani di Gerusalemme e di altri luoghi sacri incoronandosi re di Gerusalemme. Questo rapporto conflittuale con la Chiesa caratterizzerà tutta la vita dello stupor mundi soprattutto per quanto riguarda la crociata che intraprende a malincuore poiché, pur avendo emesso contro gli eretici leggi spietate, permette ai suoi sudditi di professare liberamente qualsiasi religione senza far distinzione tra cattolici, greci ortodossi o musulmani, a patto che lo servissero fedelmente.

Secondo la tradizione era ateo, credeva solo nella vita terrena e per questo leggeva nuovo e vecchio testamento in cerca di passi che confermassero la sua teoria, tuttavia muore abbracciando la croce. Fu un uomo di grande cultura, un mecenate, accolse alla sua corte poeti e trovatori tedeschi e albigesi che fuggivano dalla Francia perché perseguitati come eretici dal Papa, senza contare che grazie a lui sorsero la Scuola poetica Siciliana e l'Università di Napoli (1224); sempre grazie a lui si dettarono nuovi regolamenti per la Scuola Media Salernitana, elevandola ad Accademia ed istituendovi la prima Cattedra di Anatomia.

Fu un uomo che la storia odierna ricorda con grand' ammirazione ; il suo stesso acerrimo nemico, il frate Salimbene di Parma affermò che se solo fosse stato cristiano sarebbe stato il più grande re.

Molte sono le curiosità che sono state tramandate fino ai giorni nostri sul suo conto: per quanto riguarda l'aspetto fisico le cronache del tempo lo descrivono come un uomo non particolarmente bello e per di più strabico, tuttavia la sua chioma rosseggiante compensava facendone un punto di riferimento nelle arti cavalleresche e nella caccia al falcone, attività molto amata da lui stesso, di ciò si ha testimonianza grazie agli innumerevoli castelli e tenute da caccia disseminate per tutto il territorio pugliese (circa 600) dove queste attività erano molto praticate.

Si tramandano diverse cose negative sul suo conto: oltre al fatto d' essere ateo sembra che fosse anche molto viziato o che comunque aveva l'abitudine piuttosto che uccidere di accecare chiunque potesse minacciarlo in qualunque maniera , come fa col figlio, avendo saputo che stava complottando contro di lui, o col segretario Pierre de la Vigne che accusa di aver tentato di avvelenarlo con la complicità del suo medico e che punisce ulteriormente facendolo salire su un mulo che poi aizza, a questo punto lo sventurato, ormai cieco, perde l'equilibrio e sbattendo la testa contro un sasso muore. Tuttavia le cose positive e curiose che ci sono state tramandate sul suo conto sono così tante da permetterci di sorvolare sugli aspetti negativi della sua personalità.ad esempio il fatto che il giorno di Santo Stefano, data del suo compleanno, distribuiva gratuitamente il cibo alla popolazione facendo sì che almeno quel giorno TUTTI potessero mangiare ed essere felici, e arrivò alla fine ad istituire il 26 dicembre come festa nazionale; aveva anche altre simpatiche abitudini come ad esempio, quando giudicava, farsi issare nel punto più alto e da lì dare le sentenze a voce tanto bassa da costringere gli imputati e il pubblico a chiedere più volte che la ripetesse; in più quando viaggiava amava portar con se il caravan ferraggio costituito da fedeli saraceni con i turbanti e le scimitarre per dimostrare che il suo impero varcava i confini delle razze e delle fedi. Federico una grande e complessa figura, radicato nel medioevo per la sua concezione universalistica e sacrale dell'impero, ma già aperto alla modernità per la sua visione dello stato monarchico amministrativo, realizzato in Sicilia, per la sua tolleranza religiosa, per la sua versatilità culturale, che spaziava dalla scienza musulmana al diritto romano, ed era non meno sensibile alle tradizioni tedesche che alle innovazioni letterarie provenzali e italiane (compose egli stesso le prime rime d'amore di elegante fattura), per la sua magnificenza di costruttore (si pensi a Castel del Monte in provincia di Bari) e di mecenate,oltre che fondatore dell'università di Napoli e animatore del convegno di poeti, di filosofi e di scienziati che fu la sua corte, la Magna Curia, di Palermo, nella quale già Dante, che spesso fa di lui menzione nei suoi scritti, riconobbe la più alta manifestazione di civiltà dell'Italia del Duecento (de bulgari eloquenti, 1, XII, 4). Egli stesso scrisse uno dei più celebrati trattati di falconeria del Medioevo, De arte venandi cum avibus. La sua lotta col papato gli accreditò la fama, non comprovata, che fosse eretico, o quanto meno agnostico, e la leggenda che incarnasse nella sua persona l'Anticristo.

Alla fine di Novembre del 1250 l'imperatore si ammalò: divise il suo regno tra Corrado e Menfredi e, avvolto nel saio grigio dei cistercensi, riceve l'estrema unzione dall'arcivescovo di Palermo.


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