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FASE POST-UNITARIA DELL'ITALIA
Il 17 marzo 1861, quando fu proclamato il Regno d'Italia, Cavour disse "Si è fatta l'Italia, ma ora bisogna fare gli italiani".
Il primo primo ministro del regno fu Bettino Ricasoli che governò solo per un anno. Per contenere le spinte separatistiche causate dalle differenze tra le varie regioni, Ricasoli accentrò il potere nelle mani del re e creò le province regionali comandate da funzionari di nomina regia. Ricasoli introdusse anche i consigli comunali che furono affidati ai sindaci, anch'essi di nomina regia. Questo accentramento del potere provocò l'opposizione dell'opinione pubblica e, quindi, Ricasoli si dimesse.
Urbano Rattazzi fu primo ministro dal 1862 al 1863. Rattazzi cercò di risolvere la questione romana perché Roma insieme al Veneto non era ancora stata annessa al regno. Rattazzi cercò di tessere dei rapporti segreti (i connubi segreti) con Garibaldi che portarono all'impresa d'Aspromonte. Garibaldi iniziò la sua marcia su Roma, ma Napoleone III, re di Francia, intimò al Regno d'Italia che avrebbe mandato un esercito contro le truppe di Garibaldi. Allora il Regno sabaudo nel 1862 inviò le sue truppe contro Garibaldi, che fu messo nella prigione-fortezza di Caprera. Dopo l'incidente dell'Aspromonte Rattizzi si dimesse.
Marco Minghetti fu primo ministro dal 1863 al 1866. Minghetti stipulò la convenzione di Settembre nel 1864 con Napoleone III di Francia. Con questo accordo si stabilì che l'Italia rinunciava ad avere Roma come capitale e la capitale fu trasferita da Torino a Firenze nel 1865. Questo accordo segnò la superiorità della Francia e l'intenzione dell'Italia di non voler espandere il proprio territorio in quello francese.
Nel giugno 1866 scoppiò
Le sconfitte dell'esercito sabaudo erano indicative delle difficoltà economiche e sociali del Regno:
Le terre (confiscate alla Chiesa, ai Borboni, .) promesse ai contadini furono cedute ai latifondisti che lasciavano che s'impoverissero.
Nacque
A questo punto i più poveri insorsero contro il governo nel
Nel 1867 ritornò al governo Rattazzi che riprese gli accordi segreti con Garibaldi, che nel mentre fu scarcerato. Garibaldi sbarcò nel Lazio, ma nel 1867 Napoleone III ebbe la meglio contro i garibaldini a Mentana.
Nel 1870
Il primo ministro del Regno d'Italia Giovanni Lanza il 20 settembre
1870 inviò le truppe sabaude a Roma per conquistarla che ebbero la meglio a
Porta Pia (
Il Papa Pio IX non digerì l'annessione di Roma, ma nel 1871 il regno proclamò le leggi delle Guarentigie che fissavano i rapporti tra Stato laico e la religione cattolica:
La capitale era Roma;
Il potere temporale era del re;
Il papa aveva solo il potere spirituale e possedeva: i Palazzi Apostolici, il Vaticano, il Laterano e Palazzo Castel Gandolfo.
Il papa non accettò le leggi e pubblicò la bolla papale "non expedit" dove intimava i cattolici a non votare e andare contro il governo sabaudo.
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