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DALLA PREISTORIA ALL'IMPERO
La posizione geografica dell'arcipelago giapponese (quattro isole maggiori circondati da una miriade di entità territoriali più ridotte) presenta tratti singolari, sia per le sue caratteristiche fisiche, sia per il suo rapporto con gli altri paesi dell'Asia orientale. Le quattro isole maggiori, per una superficie totale che supera a circa un terzo quella italiana, si allungano in un arco che va sud ovest a nord est fronteggia, nella zona temperata, la costa orientale dell'Asia.
Le quattro isole hanno complessivamente un carattere molto compatto, essendo divise tra di loro solo da ristretti bracci di mare. La flora, la fauna e la storia umana fanno delle tre isole meridionali una entità unitaria. Solo la quarta, quella settentrionale chiamata anticamente Ezo o Yezo, e detta oggi Hokkaido, ha vita e storia abbastanza distante. Da questo punto di vista naturale, infatti, mentre le altre isole si ricollegano piuttosto a tutto il ricchissimo mondo insulare che fa corona alle coste sud orientali dell'Asia, lo Hokkaido costituisce il logico prolungamento delle pianure siberiano con caratteristiche sia animali sia vegetali in gran parte diverse. Dal punto di vista storico si può dire che quest'ultima isola è entrata a far parte della storia nipponica solo all'inizio del secolo scorso, quando l'affacciarsi della potenza russa sui mari dell'estremo oriente indusse le autorità di Edo a portare più a nord i limiti della effettiva sovranità nazionale.
Una differenza molto sensibile si può riscontrare tra la costa oceanica dell'arcipelago, e quella che guarda verso il mar del Giappone e il continente. Quest'ultima è assai più fredda e molto meno fornita di porti naturali. Per queste ragioni, lo sviluppo storico del paese ha sempre fatto perno attorno ad alcune aree geofisiche fondamentali, quelle che si aprono attorno alle poche pianure agricole di qualche dimensione, sulle sponde delle baie più riparate. Tre sono le regioni storiche ed economiche di particolare importanza: quella del Kyushu settentrionale, dove sembra essersi formato il nucleo originario di ciò che possiamo definire come la nazione giapponese; quella tra la baia di Osaka, il lago Biwa e le montagne di Yoshino, che è tradizionalmente chiamata Kansai e che per lunghi secoli fu il centro economico e politico dell'Impero dopo la sua formazione; quella, infine, della pianura di Musashi, attorno alla baia dove oggi sorge Tokyo, e che si chiama Kanto.
La storia dei giapponesi ha ben poco in comune con quella, assai più breve e assai più vasta, dei cittadini degli Stati Uniti, salvo che per un aspetto che pure è fondamentale: quello della frontiera continuamente sospinta in avanti. La vicenda del popolo americano è scandita dalla graduale conquista dell'ovest, quella dei giapponesi da una lenta e ininterrotta marcia verso oriente prima, verso nord est in seguito alla conquista del Kanto. Questa marcia e questa conquista avvennero a spese di scarse popolazioni caratterizzate da un basso livello di civiltà, tra le quali importa ricordare gli Ainu. Costoro, prima della formazione di ciò che chiamiamo oggi il popolo giapponese, erano stanziati in tutto il paese, se è vero che se ne sono trovate tracce sia archeologicamente che toponomasticamente , nelle regioni più meridionali. Essi sono andati poi ritirandosi progressivamente verso il nord, sino a ridursi, ai tempi nostri, a piccolissime comunità di pescatori e cacciatori confinate nell'isola dello Hokkaido e in via di rapida assimilazione. Quanto ai giapponesi e alla loro cultura, essi sono senza dubbio il frutto di una fusione di elementi diversi, giunti nell'arcipelago in momenti e da luoghi assai lontani. Le isole giapponesi, infatti, nonostante il loro carattere appartato sulla storia dell'immenso oceano Pacifico, sono connesse al continente da alcuni ponti naturali, che hanno avuto una funzione fondamentale alle origini della storia. Questi ponti sono costituiti dal sottile arcipelago delle Kurili verso la penisola della Kamcatka, dall'isola di Sakhalin verso la pianura siberiana, dalla penisola coreana verso la Cina del nord e la Manciuria, dalla ghirlanda delle Ryukyu verso Formosa (Taiwan) e la Cina meridionale. Attraverso quest'ultima via, soprattutto, è giunta al paese una corrente di apporti etnici e culturali dei paesi del sud ed al mondo dell'Insulindia; attraverso la penisola coreana e, forse, le vie settentrionali sono aggiunti invece in Giappone gente e costumi provenienti dal mondo uralo-altaico delle sette.
La duplicità di questo apporto è abbastanza evidente ancora oggi in determinate caratteristiche della cultura locale: l'architettura delle case, ad esempio, risente della lontana origine meridionale, ed essa è non del tutto giustificata nel clima relativamente rigido delle isole. La lingua invece, per non citare che un altro esempio, rivela piuttosto qualche analogia con le lingue di ceppo tunguso. Tuttavia, a parte queste induzioni, che sono possibili sulla base di un quadro che ancora oggi constatiamo, non si può dire molto sulle origini delle popolazioni nipponiche.
Sul lunghissimo periodo che precede l'inizio di attendibili testimonianze storiche le informazioni che ci giungono da via diverse. Ci sono innanzitutto i reperti archeologici, che si moltiplicano di anno in anno, ma mano che procedono le iniziative di scavi. Ci sono poi le indicazioni provenienti dalla mitologia giapponese e dalle altre tradizioni del patrimonio popolare. Ci sono infine le testimonianze offerte dalla letteratura storica della Cina e della Corea, di due paesi cioè che hanno raggiunto alti livelli di civiltà assai prima del Giappone. Queste fonti ci forniscono a volte indicazioni singolarmente coincidenti, ma non ci offrono sempre un quadro preciso e attendibile. Prima di parlare delle vicende preistoriche e protostoriche sono necessarie due altre brevi anticipazioni in prospettiva, che possono consentire un migliore inquadramento di tutti gli avvenimenti. S riguardano il rapporto del Giappone con l'antistante continente. Va ricordato innanzitutto che in Giappone gli insediamenti umani sembrano relativamente recenti, in confronto con quanto si può constatare, ad esempio, in Cina. Inoltre, si nota come la cultura giapponese non ha alle proprie origini lo sviluppo di una grande civiltà fluviale, come invece sembra essere avvenuto per tante regioni dell'Asia in un solo dell'Asia, dove la presenza di un grande corso d'acqua ha consentito un facilitato il formarsi di una società agricola prima, urbana poi, durante l'età neolitica. Forse i due fatti qui citati sono in connessione tra loro. Gli sviluppi umani possono aver risentito della mancanza di determinate condizioni naturali che in un certo momento era necessarie alla continuazione della storia sociale ed economica.
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