Dal Direttorio al Consolato: l'ascesa di Napoleone
Il sistema istituzionale creato nel 1795 era
assai instabile. Le frequenti elezioni videro continui spostamenti a destra ed
a sinistra del ristretto corpo elettorale: esse dimostrarono come la Francia
non riuscisse a liberarsi del giacobismo senza il rischio di vedere il ritorno
della monarchia ; queste eventualità spaventavano a tal punto da far risorgere
le forze giacobine.
Il Direttorio era nato già preda di questo
dilemma. La ripresa della guerra, nel 1796, apparì come il modo per ricomporre
l'unità del Paese, ma ebbe invece l'effetto di chiamare i militari alla
soluzione drastica delle difficoltà politiche.
La CAMPAGNA d'ITALIA di Napoleone Bonaparte fu
vittoriosa oltre ogni speranza: in pochi giorni Napoleone entrò a Milano e nei
mesi successivi si impadronì di gran parte dell'Italia settentrionale.
L'Austria fu costretta ad accettare la pace imposta da Napoleone a Campoformio:
la Francia si annetteva il Belgio e la regione occidentale del Reno, mentre
Venezia fu ceduta all'Austria che dovette però accettare il nuovo assetto
politico dell'Italia: la REPUBBLICA CISALPINA e la REPUBBLICA LIGURE. A queste
due si aggiunse più tardi la REPUBBLICA ROMANA e la REPUBBLICA PARTENOPEA.
In questi anni si realizzano a Roma ed a
Napoli alcune riforme come l'abolizione dei vincoli alla proprietà immobiliare.
Nel 1799 la caduta delle repubbliche sorte in Italia due anni prima e le
sconfitte militari subite dagli eserciti francesi nella CAMPAGNA d'EGITTO ad
opera degli Inglesi agli ordini di Horatio Nelson, segnarono una crisi
definitiva per il Direttorio; di questa approfittò il generale Bonaparte che,
con un colpo di stato, nel novembre del 1799, cancellò la Costituzione
Termidoriana dopo 4 anni di vita. Il nuovo governo fu costituito da un
Consolato formato di soli 3 individui di cui Napoleone aveva la direzione ed il
titolo di Primo Console. Subito dopo fece approvare una nuova costituzione che
affidava tutto il potere alla figura del Primo Console, e cioè a sé stesso.
Questa svolta autoritaria era gradita all'alta
e media borghesia che sentiva il bisogno di uno Stato forte ed ordinato.
Napoleone pretese un potere sempre più ampio. Portò a termine con successo la
guerra ed ottenne paci assai favorevoli con Austria ed Inghilterra, cosa che
gli fece ottenere, nel 1802, il consolato a vita, instaurando di fatto una
monarchia. Nel frattempo aveva già assicurato alla Francia la pacificazione
interna, facendo riconoscere le conquiste ormai irreversibili della rivoluzione
sia alla Chiesa sia agli aristocratici emigrati.