Caligola (37-41 d. C.)
Svetonio (Vite dei Cesari):
Era di statura alta, di corpo enorme, di colorito livido, con collo e
gambe gracilissime, occhi incavati, tempie strette, fronte larga e torva,
capelli radi, completamente calva la sommità del capo, irsuto il resto del
corpo Ad arte rendeva ancor più brutto il suo viso, già orrido e tetro per
natura, studiando davanti allo specchio espressioni che ispirassero terrore e
orrore.
Tiberio lasciava un dominio forte e finanziariamente ordinato; erano
invece piuttosto tesi i rapporti fra potere imperiale e Senato in conseguenza
del crudele governo degli ultimi anni. I senatori, non vincolati da alcuna
precisa designazione di Tiberio e sperando Caligola favorevole alla loro
autorità, si affrettarono ad accettarlo come successore, ma il nuovo imperatore
si rivelò incline a instaurare una monarchia assoluta, su modello orientale,
con l'introduzione, fra l'altro, del culto divino del sovrano e dei suoi
familiari. Si aggravò così l'urto col Senato, reso più acuto dalle eccessive
spese che compromettevano la stabilità del bilancio. Nel 37 o nel 39 Caligola
fu colpito da una grave malattia che gli sconvolse la mente e segnò l'inizio
del peggioramento del suo governo. Nel 38 ruppe col Senato, che del resto subì
passivamente, mentre mantenne invariati i rapporti coi magistrati. Riformò i
collegi sacerdotali e iniziò il sistema di imporre il suo culto secondo il
concetto orientale di sovrano; non va accettato però tutto ciò che di assurdo
scrissero gli antichi, specialmente gli Ebrei, intorno alle sue velleità
divine. Alla crescente impopolarità credette di poter rimediare con la politica
estera, organizzando una spedizione per la conquista della Britannia e
un'azione contro i Germani, senza nulla concludere. Contro di lui, durante il
suo impero, vennero ordite parecchie congiure, alcune delle quali furono
scoperte e represse, ma quella organizzata da un tribuno dei pretoriani, Cassio
Cherea, riuscì a sorprenderlo e a ucciderlo (24 gennaio del 41 d. C.), a
ventotto anni.