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Auschwitz
Facevano parte del complesso tre lager principali e 39 sottocampi di lavoro. La superficie di interesse del campo (Interessengebiet), con sempre nuove espropriazioni forzate e demolizioni delle proprietà degli abitanti residenti, arrivò a raggiungere, dal dicembre 1941, la superficie complessiva di circa 40 chilometri quadrati. All'interno di questa superficie avevano sede anche alcune aziende agricole e di allevamento modello volute personalmente da Himmler e nella quale venivano impiegati deportati.
I lager principali erano:
l'originario campo di concentramento operativo dal 14 giugno 1940 e, seppur con diverse organizzazioni che si susseguirono negli anni, centro amministrativo del complesso. Il numero di prigionieri rinchiuso in questo campo fluttuò tra le 15.000 e le oltre 20.000 unità Qui furono uccise circa 70.000 persone, per lo più intellettuali polacchi e prigionieri di guerra sovietici.
il campo di sterminio nel quale persero la vita circa un milione di persone, per lo più ebrei e zingari, oltre che ospitare fino a 100.000 internati utilizzati per il lavoro coatto. Il campo fu operativo dall' 8 ottobre 1941, ed era situato nella cittadina di Brzezinka.
Fu il principale campo di lavoro che gravitava attorno al complesso industriale per la produzione di derivati del carbone, proprietà della I.G. Farben. Il campo fu operativo dal 31 ottobre 1942 ed ospitò fino a 12.000 internati.
Genesi del complesso di Auschwitz
Rudolf Höß, primo comandante e figura chiave della creazione del complesso di Auschwitz, durante il processo di NorimbergaFin dagli anni '30 uno dei dogmi dell'ideologia nazista fu la conquista di uno 'spazio vitale' (Lebensraum), necessario alla sopravvivenza del popolo tedesco da ricercarsi preferibilmente ad Est. Nel contesto di questo progetto, sempre caro ad Adolf Hitler, la nazione polacca avrebbe dovuto essere smembrata, depauperata di tutte le risorse nazionali e la popolazione 'trasferita' in altre aree per poi essere ripopolata da 'coloni' di razza germanica. I piani tedeschi prevedevano la deportazione e lo sterminio di circa l'80% della popolazione polacca.
In questo contesto, già durante l'invasione tedesca della Polonia, avvenuta nel settembre 1939, le truppe tedesche vennero seguite da speciali Einsatzkommandos destinati allo sterminio di ebrei e personalità politiche e culturali polacche. Presto tutte le prigioni polacche furono piene e si ebbe la necessità di trovare nuove aree di internamento per i numerosi prigionieri che venivano catturati durante i rastrellamenti.
Nel dicembre 1939 il comandante della polizia di sicurezza (Sipo) e dell'SD di Breslavia, SS-Oberführer Arpad Wigand pose allo studio, in collaborazione con l'ufficio dell'alto comando delle SS e della polizia del Sud-Est (SS-Gruppenführer Erich von dem Bach-Zelewski), la possibilità di costruire un nuovo campo di concentramento nella zona di Oświęcim (Auschwitz).
Il luogo venne scelto per la presenza una caserma di artiglieria polacca caduta nelle mani della Wehrmacht, situata fuori dalla città, quindi facilmente escludibile dal mondo esterno, alla confluenza tra i fiumi Vistola e Sola. La posizione era inoltre provvista di favorevoli collegamenti ferroviari con la Slesia, il Governatorato Generale, la Cecoslovacchia e l'Austria che avrebbero semplificato la deportazione degli elementi 'ostili', 'asociali' e degli ebrei. Tra i mesi di gennaio ed aprile 1940 vennero vagliate diverse ipotesi alternative per l'ubicazione del campo, con l'intervento dello stesso comandante delle SS Heinrich Himmler, desideroso di risolvere quanto prima il problema della creazione di un nuovo complesso. Nel febbraio sorsero ulteriori problemi legati alle difficoltà poste dall'esercito tedesco nella consegna della caserma ad Auschwitz.
L'8 aprile 1940 il generale Halm stipulò con le SS un contratto per la consegna del complesso. Il 18-19 aprile 1940, Rudolf Höß, già comandante del campo di concentramento di Sachsenhausen, venne inviato a compiere un ultimo sopralluogo. Prima di visitare il campo Höß si incontrò con Wingand a Bratislava e venne messo minuziosamente al corrente del progetto: creare un campo di quarantena per prigionieri polacchi destinati alla successiva deportazione in altri campi all'interno del Reich.
Il 27 aprile 1940, il comandante Himmler, in seguito al rapporto di Höß, decise di dare ordine all' ispettore dei campi di concentramento, SS-Oberführer Richard Glücks per la costruzione del nuovo campo di concentramento - che sarebbe diventato Auschwitz I - ricorrendo alla manodopera di detenuti già internati in altri campi. Il 29 aprile Glücks nominò Höß comandante provvisorio (ottenne la nomina definitiva il 4 maggio 1940) del nuovo campo che Höß raggiunse il giorno successivo con la scorta di cinque uomini delle SS. Da subito vennero impiegati per i lavori di sistemazione dell'area civili polacchi e circa 300 ebrei, forniti dal locale consiglio ebraico (Judenrat).
Il 20 maggio 1940 arrivarono al campo i primi 30 prigionieri, provenienti dal campo di concentramento di Sachsenhausen, per maggior parte criminali comuni selezionati appositamente per la loro crudeltà ed ottusa obbedienza ad ogni ordine, destinati a diventare il primo nucleo di Kapò e 'prominenti' del campo ed aiutare le SS nel successivo 'lavoro' di controllo della massa dei deportati. Il 10 giugno 1940, prima ancora che i primi prigionieri deportati giungano al campo, vengono ordinati i progetti per un primo forno crematorio prodotto dalla J.A. Topf und Söhne di Erfurt; i progetti vennero rapidamente approvati e la costruzione ultimata entro il 23 settembre dello stesso anno, data della prima cremazione conosciuta.
Il 14 giugno 1940, seppur ancora in fase di costruzione ed ampliamento, il campo di Auschwitz I ricevette il primo convoglio di 728 deportati, accolti dal primo direttore del lager SS-Hauptsturmführer Karl Fritzsch con le parole:
«Non siete venuti in un sanatorio, ma in un campo di concentramento tedesco. Da qui non c'è altra via d'uscita che il camino del crematorio. Se a qualcuno questo non piace, può andare subito contro il filo spinato. Se in un trasporto ci sono degli ebrei, non hanno diritto a sopravvivere più di due settimane, i preti un mese e gli altri tre mesi»
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