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Atlantide
A proposito della civiltà di Atlantide, le ipotesi sono molteplici.
Il suo nome
deriva da Atlante, il mitico gigante che reggeva il Mondo sulle spalle e che
governava l'oceano, era un ipotetico grandissimo continente sprofondato,
migliaia e migliaia di anni fa, al di là delle colonne d'Ercole, nelle acque
dell'attuale Oceano Atlantico.
La scienza ufficiale dichiara che non c'è alcuna prova che sia esistito un
continente oltre lo stretto di Gibilterra. Ma la geologia e la paleontologia,
studiando la somiglianza tra le razze animali e la flora del nuovo e
dell'antico mondo, hanno ipotizzato che fosse emerso nell'Oceano Atlantico un
continente intermedio, servito da ponte naturale. Esso occupava la zona
corrispondente oggi alla Groenlandia, all'Islanda, alle Azzorre, alle Canarie e
a Madeira, in parte considerate, da
alcuni ricercatori, come le cime delle montagne della sommersa Atlantide. Altre
prove a favore dell'esistenza di Atlantide sono di carattere puramente
indiziario: esistono, per esempio, manufatti non inquadrabili come prodotti di
civiltà note; vi sono poi i racconti di Platone e c'è, inoltre,
una vasta tradizione a proposito di una biblica catastrofe avvenuta in tempi
remoti: il diluvio universale. Più recentemente, nel 1898 una nave, nel
tentativo di recuperare un cavo che si era spezzato a nord delle Azzorre, portò
in superficie frammenti di una lava vetrosa che si forma esclusivamente sopra
il livello delle acque e in presenza dell' atmosfera: da qui un'ulteriore
conferma all'ipotesi di immensi inabissamenti di isole e forse di interi
continenti.
Secondo altre
ipotesi, un tempo Atlantide era l'isola greca di Thira (Santorini) nel mar
Egeo, sepolta da un'eruzione vulcanica verso il 1500 a.C, la civiltà di
Akrotiri, nell'isola greca, fu effettivamente distrutta da un'eruzione
vulcanica. Per un espediente narrativo, Platone l'avrebbe trasportata al di là
delle colonne d'Ercole, l'avrebbe ingrandita a livello di continente e avrebbe
ambientato l'episodio in un epoca assai precedente. Ammessa (e non concessa)
l'esistenza di Atlantide, la sua distruzione potrebbe essere avvenuta intorno a
10.000 anni fa e sarebbe stata determinata da un'immane catastrofe, come un'eruzione
vulcanica o la caduta di un asteroide.
Alcuni studiosi di Atlantide pensano che questo continente abbia subito diversi
cataclismi (forse quattro) che abbiano fatto inabissare alcune parti dell'isola
in diversi periodi. Il primo cataclisma sarebbe stato determinato dal
rovesciamento dei poli: esso avrebbe cominciato ad attaccare l'ossatura terrosa
di Atlantide che successivamente sarebbe stata spazzata via dalle masse d'acqua
provenienti dal nord. Il secondo Cataclisma
sarebbe stato probabilmente di origine vulcanica,. Il terzo cataclisma
sarebbe stato causato dall'azione vulcanica e avrebbe ridotto Atlantide a due
isole: Routo e Daitya. Infine il quarto e ultimo cataclisma avrebbe avuto luogo
quando stavano sciogliendosi i ghiacci dell'ultima glaciazione e quando
Atlantide era già ridotta solo ad un'isola: Poseidone. Essa fu inghiottita
e disparve per sempre dalla terra.
Oppure Atlantide si sarebbe trovata in Antartide. In tempi remoti il clima di quel territorio era temperato, e una civiltà ci si sarebbe potuta tranquillamente sviluppare; poi le glaciazioni l'avrebbero completamente distrutta.
Un'atra interessante teoria,elaborata da un francese, vuole che la civiltà si collochi nel deserto del Sahara. Coincidenza o no, vuole che, i famosi nomadi del deserto, i 'Tuareg', si tramandano di padre in figlio una leggenda, in cui si narra che essi sono i discendenti di un popolo proveniente dal mare, la cui terra natia fu distrutta da un tremendo cataclisma e la loro regina si chiamava 'Antinea'. Stranamente il nome è identico a quello della regina d'Atlantide, com'è viene descritto da Platone nei suoi racconti.
Ulteriori Atlantidi sono state collocate in luoghi spesso ancor più fantasiosi: in Brasile, Nord America, Ceylon, Mongolia, Sud Africa, Malta, Palestina, Prussia Orientale, Creta.
Studiosi russi, affermano che Atlantide sarebbe stato un vero e proprio ponte fra due mondi. Infatti, secondo queste teorie, dove oggi si trovano gli oceani, un tempo potevano esserci ampi lembi di terraferma in seguito inabissatisi.
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