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ANNO 1945
QUANDO L'INFERNO SCESE SULLA TERRA
(tecnicamente
chi la possiede la chiama 'Arma tattica nucleare'
chi invece tenta di fabbricarsene una la si chiama 'Arma di sterminio di
massa')
Da un Boeing
B.29 dove il comandante TIBBETS ha fatto dipingere sulla carlinga il nome di
sua madre ENOLA GAY, viene sganciata la prima bomba a Uranio su Hiroshima (la
città più intatta del Giappone 'per dimostrare meglio la favolosa
potenza distruttiva della bomba' dissero gli strateghi).
(I due bombardamenti negli
annuali della storia nucleare,
sono ancora
oggi registrati come 2 "test" della 'bomba tattica
nucleare').
Il puntatore TOM FEREBEE premuto il pulsante per lo
sgancio, contò i 35 secondi necessari alla bomba per raggiungere il suolo, poi
da
Fu questione
di un attimo, per molti abitanti appena il tempo di percepire l'immenso lampo
luminoso. Nella zona dell'ipocentro la temperatura balzò in meno di un decimo
di secondo a 3000-5000-50.000-
Truman secondo
i presenti esclamo' 'É questo il più grande avvenimento della Storia'.
Il Giappone invece non si era ancora nemmeno reso conto di quanto era accaduto;
una città intera, alla radio, ai telefoni, sembrava scomparsa,
volatizzata; pochi minuti prima era stato sì segnalato ma quasi con
noncuranza un solo aereo in quella zona, ad altissima quota, ma poi più
nulla; eppure la città si era 'eclissata'.
Ed era
proprio così, alcuni esseri umani sull'asfalto avevano lasciato solo l'ombra di
un sole devastatore fabbricato da altri umani; la loro anima era salita in
cielo insieme a quel lampo che aveva visto il pilota, ma pure i loro corpi
stavano salendo in cielo insieme al grande fungo, perché tutti corpi erano
diventati ormai molecole, atomi.
NISHIMA, il
fisico nucleare giapponese, quando solo il giorno dopo arrivarono le prime
notizie, ebbe un dubbio, fece appena il tempo ad intuire che era stata una
esplosione nucleare, che subito su Nagasaki si levò un altro lampo. Altri
102.275 morti e una città in cenere. Un altro 'esperimento', questa
volta una bomba al Plutonio, un'altra dimostrazione della 'favolosa
potenza distruttiva' che ora ha l'uomo che 'giudica', e che
ha concepito un'arma micidiale e con questa 'punisce' altri
uomini.
Un filosofo
fu più amaro 'Gli utopisti non sanno produrre ciò che concepiscono, noi
invece non sappiamo concepire ciò che abbiamo prodotto'. (e non immaginava
di certo che di quelle bombe ne avremmo costruite circa 48.000. Un
deterrente? Anche questa un UTOPIA.
15 AGOSTO -
Alle ore 16 il Giappone, annunciò alla radio il messaggio di HIRO HITO. Parlò
con una voce quasi irreale, piena di dolore ma decisa, commovente ma
autorevole; l'imperatore, rivolgendosi a milioni di giapponesi di tutto il
paese che ascoltavano nelle piazze, negli uffici, nelle case, sulle navi, nelle
caserme, nei campi di battaglia, tutti in ginocchio, lesse la breve
capitolazione. Mai, in nessun altro momento della storia umana, così tanta
gente irruppe in lacrime. C'era il dolore, l'umiliazione, la tragedia, ma anche
l'innegabile senso di sollievo che il terribile incubo del 'sole
atomico' era finito.
Mentre Hiro
Hito parlava - in una giornata spettrale e caliginosa che nessuno aveva mai
visto prima in vita sua - su milioni di giapponesi in ginocchio, 200.000 esseri
umani, inconsapevoli che il loro sacrificio aveva messo la parola fine alla
guerra mondiale, si aggiravano ancora sulle loro teste, in atomi e molecole che
volteggiavano nell'aria insieme alle nuvole di un cielo tetro; Hiro Hito
con la sua voce commosse, ma uomini e donne si sentirono profondamente turbati
non solo per le sue parole, ma perchè erano tutti coscienti che a ogni loro
respiro, nell'aria, c'era una piccolissima parte di quelle anime volate in
cielo in un lampo, e che i loro corpi sottoforma di atomi e molecole erano in
quello strano pulviscolo che modellavano quelle stranissime e cupe bronzee
nuvole.
Se fu giusto
o sbagliato usarla, TRUMAN rispose: 'servì a far finire la guerra
subito, ed evitare altri milioni di morti'. Gli fu fatto notare che i
giapponesi si erano già arresi, ma TRUMAN si giustificò affermando che
era poco convinto della resa dei giapponesi, e lui voleva una soluzione
'rapida'. Come non era convinto, appena salito al potere, della resa dei
tedeschi in Europa; fortuna volle che l'esito in Italia si era concluso 66
giorni prima e che il 25 aprile nella Pianura Padana non era accaduto nulla con
'quelli' che lui considerava tutti bolscevichi. Altrimenti ????
L'attesa sul Po (così tanto criticata da comandanti delle armate) fu forse
motivata da questa prospettiva?
Qualora le
truppe di TITO avessero invaso il Veneto per arrivare poi fino a Milano per
unirsi ai comunisti italiani che avevano conquistato già la città, sarebbe
bastata una bomba sul Veneto e una su Milano per sbarazzarsi in un colpo solo,
dei tedeschi, dei comunisti, dei fascisti e mandato un forte segnale alla
Russia, esattamente come in Giappone: infatti a STALIN, con la bomba
sganciata su Nagasaki e Hiroshima il segnale gli giunse forte e chiaro.
La Russia
con la risolutiva e determinata soluzione americana, dovette ridimensionare le
sue pretese non solo nel sud-est asiatico, ma anche in Europa.
L'Italia
avrebbe anticipato Hiroshima? Non lo si esclude alla luce dei fatti del dopo e
dei comportamenti avuti in Giappone così molto slegati dalle operazioni
militari in corso.
Già un anno
prima, era stato deciso di polverizzare Milano, Torino e Genova.
E sappiamo
anche che Harris (il capo 'bomber' d'Europa) appena seppe della nuova
arma (che però in aprile non era ancora pronta) la richiese per poterla
impiegare, ovviamente in Europa e non si esclude - come detto sopra- l'Italia.
Sarebbe
comunque curioso sapere se c'erano, e quanti anglo americani il 25 aprile si
trovavano nella Pianura Padana. Le fonti dicono quasi nessuno. Solo alle 12.38
del 25 aprile gli americani varcarono il Po nel passaggio ferrarese di Corbola.
IL 16 LUGLIO
sappiamo con certezza che esistevano 12 bombe atomiche negli hangar americani
(pronte fin da maggio); 6 all'uranio (1 poi sganciata su Hiroshima) e 6 al
Plutonio (1 poi sganciata su Nagasaki). A disposizione ne rimanevano 10, pronte
ad essere impiegate nel conflitto. Non dimentichiamo che TRUMAN andò al potere
il 13 Aprile (12 giorni prima della resa dell'Italia e 24 giorni prima della
resa della Germania) e avendo quasi le bombe negli hangar, lui le voleva usare subito
per far finire definitivamente la guerra. TRUMAN non voleva più nessun
americano morto, né in Italia, né in Germania, né in Giappone.
In effetti
le motivazioni in Giappone le abbiamo lette, erano politiche e non avevano
nulla a che vedere con una preoccupazione bellica, MC ARTHUR il giorno 5 agosto
aveva messo in pista a rullare 1100 bombardieri, 333 erano i micidiali B.29,
voleva radere al suolo il giorno dopo, il 6 all'alba, Tokio). Ma lo fermarono,
si voleva attendere prima i due 'esperimenti' atomici. MC ARTHUR
saputo l'esito voleva precipitare le cose, voleva subito impiegare le altre
'favolose' 10 bombe atomiche su Tokio sui suoi B.29 già in
rullaggio. Se fossero state veramente sganciate avrebbero fatto 3 milioni di
vittime senza alcun risultato militare, che in quel momento non serviva, perché
le due bombe in effetti erano cadute sul Giappone, ma erano state indirizzate a
Mosca, ai russi, che infatti poi alla conferenza di pace si dovettero sedere
con molto imbarazzo, non potendo chiedere nulla sulle spartizioni, la guerra in
Oriente l'avevano vinta gli americani, mentre loro avevano dichiarato
guerra al Giappone solo 24 ore prima con lo scopo di chiuderla subito dopo con
una pace e relative spartizioni assieme agli anglo-americani. Stavano per
beffare gli americani, ma proprio loro rimasero beffati.
MC ARTHUR
che era 'affascinato dalle bombe atomiche' chiese in seguito,
nel 1950, di impiegarle nella guerra in Corea e in Cina, ma TRUMAN non se la
sentì di fare un'altra catastrofe atomica, lo fermò in tempo. Truman tolse il
comando delle truppe del Pacifico al novello 'Arcangelo
sterminatore' che forse aveva già fatto un patto con il diavolo.
Truman lo mandò in pensione. Lui - famoso - e convinto che l'opinione pubblica
era dalla sua parte, si presentò candidato presidente degli Stati Uniti; ma
alla prima votazione gli americani gli diedero 10 voti su 1100. Alla seconda,
nemmeno uno; non lo votarono né i democratici né i repubblicani.
21 AGOSTO -
Con un decreto legge che porta questa data, il n. 518, si fa finalmente
chiarezza chi erano stati i veri partigiani che potevano ricevere una
benemerenza storica, che avevano una certa credibilità e per dare riconoscenza
ufficiale al loro operato per la lotta nella Liberazione. Questo perché si
stava assistendo al più grave e disgustoso fenomeno. Non c'era un solo uomo che
non si vantasse di aver combattuto contro i tedeschi o di aver aiutato o
salvato qualche partigiano. Se all'8 settembre a un tratto nessuno era stato
fascista, dopo il 25 aprile tutti erano stati partigiani. Al doppio gioco
ricorsero gente di ogni risma, avventurieri, imboscati e delinquenti che
stavano appannando (e nonostante tutto le offuscarono) vere e proprie epopee
condotte con tanti sacrifici umani e con vero patriottismo contro una invasione
straniera; che se non avevano sollecitato loro, nemmeno però erano stati molto
contrari ad allearsi a Hitler (e montare sul carro del vincitore) quando lo
avevano visto quasi alle porte di Parigi. 'Ma allora per cosa ci siamo
alleati a fare?', scrivevano i migliori giornali.
Decreto
Legge 21 Agosto 1945. N.518
Riconoscimento
dei partigiani operanti nelle varie regioni d'Italia e i caduti.
Attestati
240.969, morti 44.720, mutilati e invalidi 21.168.
Emilia
49.720 (6084 morti) - Veneto 33.690 (
Piemonte
33.175 (
Liguria
17.902 (
Marche
13.202 (
Abruzzo 7498
(
Campania
2.632 (
277 vennero
decorati con medaglia d'oro ma solo
Dall'altra
parte della barricata di questa guerra civile, non si conobbe mai esattamente
il numero dei giustiziati, si é parlato di 20.000 fascisti, ma dalle
dichiarazioni dei parenti delle vittime, che a fine guerra in quel clima di
disfatta nessuno raccolse, né furono tanto meno avanzate dagli stessi parenti
(comprensibile) alcuna richiesta di chiarimenti per la scomparsa così
traumatica dei loro cari, si calcola siano stati circa 50.000.
Di tedeschi,
secondo fonti germaniche, dai partigiani ne furono uccisi un migliaio; di
fascisti (italiani) ne uccisero 40-50 mila.
Mentre da
fonti alleate questo è un documento: 'Londra 7 aprile 1945 -
Secondo un rapporto sull'attività dei patrioti italiani nell'Italia
settentrionale diramato oggi dal ministero britannico delle informazioni, i
membri attivi delle formazioni partigiane assommano a più di 200.000. Il
rapporto riferisce che le perdite nemiche in seguito alle operazioni dei
patrioti ammontavano al dicembre scorso a 2.418 uccisi e 1580 prigionieri,
mentre fra le armi catturate erano 24 mortai e 106 mitragliatrici. Fra gli atti
di sabotaggio si contano 39 ponti fatti saltare. (Comunic. Ansa del 7
aprile 1945, ore 16.30)
Non è
agevole ricostruire la memoria di questi venti mesi, che corrono dal
settembre 1943 all'aprile del 1945. Molti documenti, infatti, sono stati
distrutti e, di altri, non è possibile la consultazione.
Inoltre si è
fatto di ogni erba un fascio e molte azioni sono state contrabbandate come resistenziali,
anche se prive di qualsivoglia movente politico o patriottico.
Unica
iniziativa che questi ultimi riuscirono a prendere fu quella di regolare i
conti personali, nel proprio rione, nel proprio villaggio, nella propria città,
per i torti subiti; spesso anche alla cieca (vedi Schio), scatenando umane
reazioni. Pochi, pochissimi (lo abbiamo appena letto sopra) furono quelli che
contribuirono veramente ad eliminare il nemico, molti italiani erano impegnati
ad eliminarsi tra di loro, soprattutto i propri concittadini, più
giovani.quelli che avevano allevato, istruito, catechizzato in venti anni. Cioè
dalla nascita.
La maggior
parte di queste vittime erano quasi tutti giovani; 'figli'
'vittime', di 'padri' 'giustizieri'.
Scrive
Marina Addis Saba 'Al crollo del regime ci fu uno straordinario e oggi
incomprensibile scambio delle parti per cui i giovani, che avrebbero dovuto
essere gli accusatori, furono invece gli accusati, mentre assunsero il ruolo di
accusatori gli adulti, dove la maggior parte di loro erano stati conniventi con
il fascismo e tutti d'altronde erano se non altro colpevoli di omissione verso
le nuove generazioni'.
Molti
furono dentro questo numero i giustiziati per equivoci o per la orribile fretta
di farsi giustizia sommaria. Alcuni furono anche clamorosi come il direttore
del carcere di Regina Coeli a Roma, CARRETTA, che dopo aver fatto evadere dal
carcere SANDRO PERTINI e GIUSEPPE SARAGAT (i futuri Presidenti della
Repubblica) e molti altri, per un irresponsabile indice puntato su di lui da
una donna, la folla impazzita lo linciò; fu buttato nel Tevere poi finito a
bastonate e fatto affogare tenendogli la testa sott'acqua con i piedi. Una
sequenza fotografica passata ai posteri impressionante.
Per tre
volte si giustiziarono tre cittadini per il solo fatto che avevano barba e
baffi simili a un famoso generale, fu inutile implorare che erano in errore.
Gli 'Uomini' avevano fretta. 'Uomini e no' è il
libro di Vittorini, e i 'non uomini' erano appunto i fascisti; tutti
gli altri erano per lui 'galantuomini' (!).
(Come quelli
che giustiziarono gli appena accennati sopra, come quelli di Schio! e tanti
altri)
2 SETTEMBRE
- Dopo 'sei anni e un giorno' (Hitler l'aveva cominciata il 1°
settembre 1939)
TERMINA LA
2a GUERRA MONDIALE
55.000.000
di vittime, 35.000.000 di feriti. Paesi e popoli distrutti.
Oltre a
questi morti, la grande tragedia degli Ebrei! Nei campi di concentramento si
calcola che, nella hitleriana antirazziale 'soluzione di massa', nei
forni crematori siano scomparsi circa 6.000.000 di individui. In Italia la
comunità Ebrea era composta di 47.252 individui, ne deportarono 8369 e a fine
guerra ne ritornarono 980.
Nelle future
cronologie come questa ci ricorderanno come una 'umanità' che a un
certo momento fu presa da una follia distruttrice; i nostri pronipoti ci
commisereranno.
21 AGOSTO -
L'Italia diventa uno dei Paesi inseriti nell'UNRRA e beneficia degli
stanziamenti economici erogati per la ricostruzione delle nazioni colpite dalla
guerra. Nel corso di dodici mesi l'Italia riceverà 450 milioni di dollari.
Molte nazioni -cosa che non piacque alle sinistre- con questi aiuti (che poi
erano debiti - o contratti per decine e decine di anni) si faranno condizionare
la politica, l'economia e anche la cultura visto che per anni, cinema
(ritorneranno i film di Hollywood), letteratura (si traduce Hemingway,
Steinbeck ecc), musica (booige woogie, poi il rock) e soprattutto lo stile di
vita che emulato dal consumismo d'oltreoceano modificherà tutta la vita degli
italiani, compresi gli aspetti peggiori. Conosceremo presto le rapine in banca,
il far west delle migrazioni, i rapimenti, e le 'americanate'.
3 OTTOBRE -
Finisce in Sicilia il sogno separatista. ANDREA FINOCCHIARO che abbiamo
conosciuto all'inizio dell'anno, capo del Movimento Indipendentista; é
arrestato e mandato al confino dal governo PARRI. E' accusato -con in mano il
Codice Rocco fascista- di attentato all'integrità dello Stato (un Bossi formato
Sicilia).
Con
l'arresto di FINOCCHIARO, abbiamo subito pronta sull'isola la conversione di
coloro (patrioti sinceri, uomini astuti, opportunisti) che hanno inizialmente
appoggiato la sua lotta separatista. Una certa maggioranza avanza forme di
rivendicazioni più moderate che andranno poi verso la creazione di una
Consulta; un'assemblea che verrà eletta nel 1947 e che poi darà vita alla
Regione Siciliana a statuto speciale, anche se nel frattempo un altro gruppo di
siciliani proseguirà con l'illegalità. Creando bande (come quella del BANDITO
GIULIANO nominato colonnello dei separatisti) e seminando il terrore fra i
contadini, il proletariato e l'autorità costituita che difendeva gli interessi
dei borghesi e dei latifondisti che avevano preferito l'ordine della
'legalità' al disordine delle 'bande'. (Ma cos'era legalità
e illegalità non lo sappiamo ancora oggi. La storia della Sicilia è
complessa).
Inoltre gli
'illegali', a posteriori, sono quelli che non hanno vinto.
1 NOVEMBRE -
Chiara e forte é la sfiducia degli americani nei confronti del Governo PARRI.
Il mondo degli affari sta legando la sua sorte ai finanziamenti americani.
Infatti fanno subito quadrato attorno al presidente della Bank of America,
AMEDEO GIANNINI, un italo-americano, in visita ufficiale in Italia per
incontrare i rappresentanti delle maggiori forze produttive del Paese.
Indubbiamente
sono stese delle strategie economiche (ma anche dei diktat di scelte politiche)
che andranno fortemente a condizionare tutta la futura economia italiana. Con i
grandi prestiti (e quindi ricavi) che i beneficiati riceveranno, riusciranno a
condizionare tutta la classe politica; che otterrà il potere (puramente di
facciata), ma dovrà dare come contropartita, detassazioni, svalutazioni
moneta, incentivi, aiuti, scelte di priorità in certi settori piuttosto che
altri, nicchie di potere all'interno dell'ex parastato ex mussoliniano, e per
fare con i vari decreti quello che i potenti desideravano.
Prodotti
durevoli invece che di consumo, auto invece di camion, autostrade invece che
una riforma nell'agricoltura, frigoriferi invece che allevamenti di bestiame.
Con esportazioni e profitti alle stelle e con un proletariato che mangia
mortadella. Fino al '68. Poi il 'sistema' sfugge ancora una volta di
mano a entrambi. Alla politica e al settore produttivo. E inizierà un'altra
epoca. Ma ne riparleremo più avanti.
9 OTTOBRE -
Il decreto delle epurazioni del 27 luglio '44 (Alto Commissariato) per le
epurazioni e punizioni di uomini fascisti inseriti nella amministrazione
statale e nelle società di capitali, era stato esteso ulteriormente il 4 agosto
di quest'anno anche ai piccoli apparati dello Stato e alle società con capitali
fino a cinque milioni. Ma subito il 5 ottobre altre norme riducono tali
provvedimenti e sanzioni; poi il 9 di questo mese sono ulteriormente
modificate. Ma anche queste sono disattese, l'8 febbraio del prossimo
anno verranno definitivamente soppresse. L'Alto Commissariato é eliminato e
tutte le decisioni e i provvedimenti di epurazione a carico dei dipendenti in
odore di fascismo, passano alla Presidenza del Consiglio che emana delle
disposizioni che sono un 'autentico suicidio giurisdizionale' (S.
Lanaro)-
Tutti i
procedimenti di epurazione a carico di dipendenti dello Stato e degli Enti
Pubblici, possono essere avviati solo su iniziativa della amministrazione di
appartenenza. É una pagliacciata; un direttore dovrebbe segnalare i dipendenti
che sono stati fascisti e questi ultimi comportarsi allo stesso modo, cioè - se
é stato fascista lui - fare altrettanto. Scatta l'omertà corporativa (entrambi
capiscono che si é sulla stessa barca) e quindi tutto prosegue come prima,
bastava solo riempire nuovamente 'il vecchio tubo' pirandelliano.
É caduto il
fascismo e
Leggiamo
cosa diceva un autorevole personaggio
'Via i
prefetti' aveva tuonato LUIGI EINAUDI rientrando dalla
Svizzera dopo il 25 aprile con l'Italia liberata 'via tutti i suoi
uffici e le sue ramificazioni. Nulla deve più essere lasciato in piedi di
questa macchina centralizzata. Il prefetto se ne deve andare, con le radici, il
tronco, i rami e le fronde. Per fortuna, di fatto oggi in Italia
l'amministrazione centralizzata é scomparsa. Non accadrà nessun male se non
ricostruiremo la macchina oramai guasta e marcia. L'Unità del Paese non é data
da prefetti e da provveditorati agli studi e dagli intendenti di finanza e dai
segretari comunali e dalle circolari ed istruzioni romane. L'unità del Paese é
fatta dagli italiani'.
Retorica.
Parole al vento, buoni i propositi, ma c'é l'incapacità di realizzarli dentro
un sistema che non é cambiato, ha solo cambiato camicia. Lui stesso (ma proprio
lui) LUIGI EINAUDI nominato Presidente della Repubblica nel 1948, riconfermerà
molti vecchi prefetti del regime (22), e (proprio lui) ne farà degli altri che
con il regime avevano iniziato la carriera. Sopravviveranno non solo gli Enti
(con un altro nome, con il quadro alla parete sostituito, e una mano di bianco
sul nero) del regime, ma persino quelli che Luigi Lanaro definisce 'Enti
autarchici territoriali' udite, udite, che erano nati nel 1865, e che
'peseranno come macigni sullo scrittoio del Presidente' a ricordargli
il fallimento delle sue speranze di riforme.
Non si tocca
il Testo unico di Pubblica Sicurezza del 6 Nov 1926, non si tocca il Codice
Penale del 18 Giu. 1931 (Codice Rocco) e non si tocca tutta la spina dorsale
che aveva tenuto insieme il fascismo. Il 'tubo' lo si prese senza
quasi neppure vuotarlo.
Molti
italiani insomma se l'erano presa con l'uomo Mussolini; con quelli che indossavano
la camicia nera; questi a loro volta con quelli che portavano il fazzoletto
'rosso'al collo , altri quello 'verde'. Entrambi presi da
un fanatismo omicida/suicida, scatenandosi in una grande caccia alle streghe.
Una lotta di poveracci. Intanto nei grandi saloni e nei soliti salotti, i
giochi avvenivano con il compromesso, con la disinvoltura e con il solito
machiavellismo di sempre ('diamo in pasto il reo, il popolo si sfogherà
con lui, e noi diventeremo uomini della 'giustizia', e saremo il
'nuovo').
Fecero
esattamente in questo dopoguerra quello che avevano fatto altri nel prima
dopoguerra 1919-22. Anzi in alcuni casi nel 'circo tragico'
c'erano gli stessi personaggi.
Il nuovo
ordinamento ribadiva che avrebbe favorito la partecipazione popolare alle
scelte politiche, ma quando queste avvennero la vecchia ossatura delle
istituzioni centralistiche erano già in mano a chi aveva 'giocato' in
anticipo. Buttando sul tavolo verde della penisola l'asso di
'denaro', che voleva dire 'America', voleva dire aiuti,
voleva dire 'pane', e gli italiani erano con la cinghia ancora
al 'foro mussolini', all'ultimo buco. Per risalire di un paio di
buchi avrebbero dato l'anima al diavolo, e infatti la diedero, più della metà
si allearono con quelli che ci credevano proprio al diavolo: i cattolici.
A favorire
tutto questo, le solite, vecchie e antiche divisioni dentro la sinistra
purtroppo ancora ferma al 1919-22 e come allora all'interno le stesse
spaccature, la stessa miopia, la stessa dissociazione dalla realtà di una nuova
epoca. Tanti errori nelle confuse mobilitazioni, nei dibattiti e poi
tante lacerazioni.
Gli
avversari ne approfittarono e con le tante connivenze del passato non fu
difficile riorganizzarsi sotto altri simboli. Poi intervennero tanti altri
mezzi psicologici (le mobilitazioni di GEDDA, l'Anno Mariano, le
scomuniche, le madonne che piangevano, e le 27 mila parrocchie furono
tutte insieme una strategia d'appoggio che si rivelò vincente).
Non c'erano
però solo nelle file i pii e i timorati di Dio c'erano anche quelli che
non dimenticarono l'arroganza del regime, nè dimenticarono come ci si può
riempire le tasche a spese di quegli illusi che si stavano scannando
reciprocamente per un 'nuovo sistema', una 'nuova Italia'.
Questa volta
però il cittadino italiano, passato il momento di irrazionalità, non era più il
bifolco del primo dopoguerra, del '22. Per un po' di anni (fino alla fine degli
anni '60) recitò bene la parte, diede l'impressione di essere un timorato di
Dio e un ubbidiente servitore, poi diventò lui il protagonista.
Nessuno o
quasi, tranne qualche illuminato uomo politico come i due leader di opposte
tendenze, il democristiano Alcide De Gasperi e il comunista Palmiro Togliatti,
si rende conto che l'Italia, da grande o media potenza che era, è diventata una
nazione subalterna in balìa dei due grandi blocchi, gli Stati Uniti d'America e
l'Unione Sovietica, che nell'incontro di Jalta fra Churchill, Roosevelt e
Stalin, questi hanno definito le rispettive sfere d'influenza nella nuova
spartizione del mondo: all'URSS i Balcani e l'Europa centrale, agli occidentali
l'Italia,
I più
illuminati furono gli italiani.
Nelle parole
che abbiamo letto di EINAUDI solo l'ultima frase si avverò (autonomamente anche
se con qualche anno di ritardo): 'L'Unità del Paese verrà fatta dagli
italiani'. Infatti gli italiani penalizzarono la sinistra, servirono il
'nuovo' sistema per servirsene, nelle processioni si misero a
portare la croce, accettarono perfino la catena di montaggio, il cottimo, i
sacrifici; mangiarono pane e mortadella per un po' di tempo, fino alla
fine degli anni '60, e poi si ribellarono e scesero nelle piazze, e questa
volta non solo gli operai, ma gli studenti, poi i colletti bianchi. Un fenomeno
che nessuno aveva previsto.
Da lontano
veniva questo movimento; questa 'onda' ed era partito, da
questo 1945. Non per merito di qualche capo partito ma perchè era un fenomeno
nuovo; un 'onda' biologica!
Gli
Italiani faranno in cinquant'anni tutto da soli. Modificando l'economia,
la società e la stessa politica, sfuggendo a ogni regia, a qualsiasi disegno
politico di uno o più potenti , sfuggendo a ogni dottrina e ideologia politica,
compresa quella bigotta quando non ebbero nemmeno più paura del diavolo.
(referendum divorzio prima, aborto subito dopo, e l'individualismo più esasperato)
L'italiano é
imprevedibile. E' capace di andare -insieme ad altri 3 milioni di suoi simili-
in guerra cantando, e poi arrendersi in 1.500.000 senza vincere una sola
battaglia, ma é poi anche capace di mettere insieme un manipolo di 1000
persone e vincere una guerra. E ' capace di mangiare per mesi e mesi pane e
mortadella, mandare giù grossi rospi e poi trasformare in pochi anni una
società rurale in una società industriale, con i responsabili sia politici che
imprenditori non ancora del tutto maturi e sensibili ai problemi sociali,
incapaci persino di farsi una autocritica. Si dimostrarono così gli italiani
molto più capaci di mille studi economici e sociologici. C'era
l''onda' biologica a guidarli.
Gli
italiani andranno a creare il 'miracolo economico', poi finito
questo, s'inventarono fuori da ogni pianificazione il sommerso,
il terzista, la 'Terza Italia' , provocando
perfino crisi nella grande industria, che non attenta si era fatta una specie
di karakiri credendo di poterlo solo utilizzare questo italiano lavoratore
formica come nel '22, non avendo capito in tempo che bisognava trovare
alternative, adattarsi in fretta agli eventi, riproporsi con un altro modello
di sviluppo sia industriale che sociale.
Solo
BASSETTI in seguito fu onesto e lapidario 'Visto che
gli addetti non ci capivano nulla hanno scelto di lasciarsi guidare dal Paese.
L'hanno lasciato nella logica della foresta e per fortuna ci è andata bene,
perché il paese, fuori, era più forte della politica, e anche più
intelligente'.
Non era
quindi stata solo una pagliacciata quell'esperienza fatta nel ventennio, ma un
movimento dove convergeva e si era formata una nuova massa, la nuova
imprenditoria, e perfino il grosso capitale era stato costretto a
concedere qualcosa al sociale. Anche i giornalisti, gli intellettuali, i
grandi artisti sono usciti da quelle esperienze positive. Sotto 'mamma
chioccia' BOTTAI, figuravano e si potevano esprimere molti
anche di sinistra - quindi con la prospettiva di un libero dibattito e quindi
una loro crescita. Uscirono da quei cenacoli i Montanelli, Quasimodo,
Vecchietti, Pintor, Pelizzi, Bilenchi, Spini, Alicata, Pratolini, Montale,
Pavese, Zavattini, Biagi, Brancati, Ungaretti, Bacchelli, Buzzati, Abbagnano,
Argan, Gatto, Guttuso, Carrà, Casorati, Manzù, Treccani, De Pisis, Mafai, Sassu
e tanti altri.
Il fascismo
insomma non é stato solo la 'farsa' di un politico (lo dimostra che
dopo tanti anni é ancora oggetto di discussioni geopolitiche e geoculturali
oltre che sociologiche), ma un periodo storico e una espressione di quella
gente che stava vivendo dentro un regime, ma nello stesso tempo camminava
a passo di corsa fuori dal massimalismo socialista verso un Paese indubbiamente
più moderno di tanti altri. A qualcosa quell'esperienza è pur servita.
Un giorno
forse eliminati tutti gli attriti di natura ancora quasi personali, gli
italiani si soffermeranno di più sulla genesi di questo fenomeno con più
obiettività evitando pregiudizi di altra natura, quelli che ancora oggi a pochi
mesi dell'anno 2000, sono utilizzati per bassa propaganda politica, rivangando
delitti e colpe di un periodo che solo più gli studiosi dovrebbero interessare.
Alcuni fatti
devono rimanere solo nei libri di Storia che deve giudicarli non fingendo di
ignorarli, ma nemmeno additarli all'autorità giudiziaria perchè appartengono a
un ciclo storico ormai chiuso. Questo dovrebbero comprendere quelli che vanno a
rivangarli quei fatti con lo squallido opportunismo.
Bisognerebbe
ad alcuni dire 'smettetela'; pensiamo ad altro.
Quasi lo
stavano facendo, infatti.
MANCA UN PREAMBOLO NELLA COSTITUZIONE
CHE FU VOTATO ALL'UNANIMITÀ, MA POI MAI INSERITO
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