ALLE ORIGINI DELLA GUERRA FREDDA
Sia paesi vinti che vittoriosi
hanno perso potere e ricchezza
Il potere di decidere i destini politici
spettava a USA e URSS, i
veri vincitori della guerra.
Gli
USA erano usciti rafforzati dal conflitto: il loro territorio non aveva subito
attacchi o invasioni; le industrie avevano lavorato a pieno ritmo durante la
guerra e il loro sistema di armamento era senza rivali e comprendeva armi
terribili, come la bomba atomica.
Anche
l'URSS era una grande potenza con grande prestigio. Tuttavia, l'URSS non poteva competere con gli USA
né in campo economico, né in campo militare.
USA
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URSS
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Stato liberal-democratico
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Stato totalitario
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Economia capitalista
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Economia collettivista
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Privati imprenditori
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Non esiste proprietà privata
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Durante la seconda guerra mondiale le due potenze
avevano creato un clima di solidarietà.
Gli USA, che temevano il dilagare del comunismo, ritennero
necessario rafforzare gli stati che erano in stretto contatto con i paesi
dell'est. Fu così attuato un grande piano di aiuti economici, detto Piano Marshall, dal nome del
generale che lo ideò nel .
Nell'URSS, invece, Stalin impose fra il 1945 e il
1948 l'instaurazione di repubbliche popolari, in cui il potere fu assunto dal
partito comunista. In Iugoslavia intanto il presidente Tito si oppose al
controllo di Mosca e condusse una politica più autonoma.
Una cortina di ferro calò attraverso il continente,
dal Baltico fino all'Adriatico. Si formarono due blocchi: il blocco occidentale
ed il blocco comunista. (1949-NATO 1955-patto di Varsavia).
La guerra fredda fu uno stato di continua tensione
fra queste due potenze, che si manifestò sotto forma di minacce, insulti,
accuse, provocazioni. Fu una guerra psicologica, che più volte rinnovò nel
mondo il timore di un nuovo conflitto mondiale e non impedì la nascita di
conflitti locali.
DALLA GUERRA FREDDA ALLA DISTENSIONE
Fino alla
metà degli anni '50, la tensione fra le potenze fu acuta. Entrambe mantennero
mobilitati i potenti eserciti e si fabbricarono nuove armi mortali: i missili
intercontinentali e la bomba all'idrogeno.
Un momento
di grande tensione fu provocato dalla guerra di Corea, in Asia.
Nel 1945
la penisola di Corea era stata divisa in una repubblica filocomunista, a nord,
e in una repubblica filoamericana a Sud. Nel 1950 si giunse ad un conflitto
armato che si concluse solo nel 1953 senza mutamenti territoriali.
In URSS la
guerra fredda aggravò la repressione contro gli oppositori politici, con un
conseguente rafforzo di controlli polizieschi e l'impedimento di ogni contatto
con l'occidente. Anche negli Stati Uniti, la paura nata con la guerra fredda
portò ad una forte limitazione della libertà di pensiero. La persecuzione di
comunisti, o presunti tali, fu detta "caccia alle streghe". Essa ebbe termine verso la metà degli anni '50.
Dopo la
morte di Stalin, nel 1953, il nuovo segretario comunista, Nikita Krusciov,
sostenne che USA e URSS potevano coesistere pacificamente. Il nuovo presidente
democratico degli Stai Uniti, J.F. Kennedy, aderì prontamente alla proposta di
una politica meno aggressiva e più transigente. Il processo di distensione
proseguì per tutti gli anni Sessanta e Settanta.
Ma i
contrasti non vennero del tutto eliminati. Nel 1961, le autorità tedesche
fecero costruire un muro che divise da allora per una trentina d'anni, Berlino
est da Berlino ovest. Il muro di Berlino divenne presto un simbolo di
oppressione e di mancanza di libertà.
Una nuova
tensione fu provocata nel '62 dalla crisi di Cuba.
Cuba
basava la sua economia sulla coltura dello zucchero. Nel 1959 Fidel Castro, un
giovane rivoluzionario, aveva avviato una riforma agraria, sequestrando le
terre ai proprietari americani per distribuirle ai contadini. Gli Stati Uniti
risposero con il boicottaggio ed appoggiarono un tentativo di sbarco di
controrivoluzionari, ma la spedizione fallì, e Castro proclamò Cuba repubblica
socialista. Quando i sovietici nel '62 installarono a Cuba basi per missili
nucleari, gli USA posero un blocco navale. I sovietici accettarono allora di
smantellare le basi missilistiche, e gli USA tolsero il blocco.
Pochi anni
più tardi, il timore di un'espansione comunista portò alla guerra del Vietnam,
in Indocina.
Il
Vietnam, appena dopo aver conquistato l'indipendenza, era stato diviso in due
repubbliche: Vietnam del nord, e Vietnam del sud, dove si instaurò una
dittatura militare, appoggiata dagli Stati Uniti.
Nel
Sudvietnam si formò un fronte di liberazione filocomunista (Vietcong), che
riceveva aiuti da URSS, Cina e Vietnam del nord.
Per anni
(dal 1960 al 1975) il Sudvietnam fu sconvolto da una sanguinosa guerriglia.
L'esercito americano non riuscì a stroncare la resistenza vietnamita, che aveva
l'appoggio di gran parte della popolazione. Nel 1973 le truppe americane
rimpatriarono, e tre anni dopo il Vietnam fu riunificato, prendendo il nome di
Repubblica Socialista del Vietnam.