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1815 - 1870




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Dopo la sconfitta di Napoleone Bonaparte, le potenze vincitrici si riunirono in congresso a Vienna (novembre 1814 - giugno 1815) e ridisegnarono la carta dell'Europa, basandosi sui principi di equilibrio e legittimità. Furono quindi restaurate le dinastie presenti in Europa nel 1792 e furono divisi dei territori: il Regno di Sardegna fu rafforzato con l'annessione della Liguria, Renania e Westfalia furono assegnate alla Prussia, fu istituita una confederazione germanica di 35 stati. In Italia il trono del Regno di Sardegna fu assegnato a Vittorio Emanuele I, il lombardo - veneto rimase austriaco, il Ducato di Parma, Piacenza, Guastalla fu di Maria Luisa D'Austria, il Ducato di Modena a Francesco IV D'Asburgo - Este, il Granducato di Toscana a Ferdinando III D'Asburgo - Lorena, lo Stato pontificio si trovava sotto Pio VII, il Regno delle due Sicilie infine sotto Ferdinando IV di Borbone. Con le vecchie dinastie ritornò l'assolutismo e non furono rispettate le esigenze nazionali che portarono alla caduta dell'impero. Negli stati italiani quasi tutti i sovrani abolirono la legislazione francese. In Germania la confederazione non rispondeva ai desideri nazionalistici del popolo. Si diffondeva il liberalismo, dottrina etica, politica, economica che vedeva centrale la libertà dell'uomo ed il riconoscimento dei diritti fondamentali: opinione, religione, proprietà privata, uguaglianza. Lo stato autoritario si contrapponeva allo stato di diritto.

In Francia il senato napoleonico riportò il sovrano Luigi XVIII di Borbone, il quale concesse la Charte Octroyee (dall'alto) sostituendo la vecchia costituzione con una nuova che limitava i diritti di voto e di libertà individuale.

Senza eredi nel 1824 gli succedette Carlo X, reazionario e oscurantista.

Nel 1820 - 21 l'Europa fu percorsa dai primi di una serie di moti rivoluzionari; partiti dalla Spagna; promossi dai liberali, interessarono il Regno delle due Sicilie ed il Piemonte e miravano al conseguimento di una costituzione, ma furono repressi facilmente.

Nel 1830 i moti partirono dalla Francia: la popolazione insorse contro Carlo X a cui successe Luigi Filippo D'Orlean; dalla Francia si diffusero poi in Italia, Olanda, Polonia, ma vennero repressi.

Nel 1848 l'Europa fu invasa da un'ondata rivoluzionaria: le cause furono sia economiche che sociali, a causa delle gravi condizioni del proletariato ed a causa della necessità della borghesia di crescere e di rafforzarsi, in contrasto con i principi assolutistici imposti da Vienna. Il primo paese interessato fu la Francia, in febbraio, con la proclamazione della repubblica, ma subito vi furono scontri tra i rivoltosi di parte moderata e liberale e di parte radicale.

La rivoluzione si espanse unendo alle cause sociali ed economiche rivendicazioni indipendentiste e nazionaliste, ed interessò prima Vienna, quindi Berlino. Faticosamente i sovrani ripristinarono i vecchi assetti istituzionali sfruttando anche le divisioni interne tra le varie fazioni.

In Italia il fallimento delle società segrete portò gli intellettuali a pianificare l'unificazione dell'Italia. Mazzini, fondatore della Giovine Italia, era promotore della via insurrezionale. Gioberti e Balbo invece, moderati, erano per la creazione di una confederazione, secondo l'uno guidata dal Papa, secondo l'altro dai Savoia. In Italia il 48 coincise con la I guerra d'indipendenza e si aprì con la concessione dello Statuto di Carlo Alberto e con le insurrezioni delle città di Venezia e Milano. Grandi furono le pressioni perché Carlo Alberto guidasse un movimento antiaustriaco. Dopo le prime vittorie il Piemonte subì una pesante sconfitta a Custoza, riconducibile ad una condotta lenta ed irresoluta della guerra. Il 9 agosto a Vigevano fu firmato l'armistizio. I moti del 48 arrivarono a Roma, dove fu proclamata la repubblica ed il papa fu costretto alla fuga.

In Francia la crisi interna ai rivoluzionari si risolse con l'elezione di Luigi Bonaparte, che nel 52 si nomina imperatore col nome di Napoleone III.

Nel 49 Carlo Alberto approfitta di un riflusso della rivoluzione per attaccare l'Austria ma viene sconfitto ed è costretto ad abdicare. Al suo posto sale Vittorio Emanuele II. Le repubbliche di Venezia e Roma cadono, represse dall'Austria e dalla Francia.

Napoleone III in Francia favorì la borghesia; vi fu così una rapida crescita economica priva però di solide basi. In politica estera attuò una forte espansione coloniale. Napoleone voleva una Francia nel ruolo di grande potenza ed appoggiava i Savoia. Si oppose all'unificazione tedesca ed entrò in guerra con la Prussia. A Sedan fu catturato nel 1870. Questo segnò la fine dell'impero ed il ritorno della repubblica.

L'unificazione tedesca avvenne grazie al sostegno dell'aristocrazia terriera alla politica di Guglielmo I. La Prussia condusse una politica estera aggressiva ed espansionista. Entrò in guerra con l'Austria, alleandosi con l'Italia, ed ottenendo la neutralità francese. L'Austria venne sconfitta a Sadowa nel 66. Il veneto passò all'Italia. La Francia temeva l'espansione prussiana, dichiarò allora guerra ma venne presto sconfitta a Sedan nel 70. Guglielmo I divenne imperatore di Germania.

Cavour comprese che ogni disegno unitario doveva procedere su un'azione di sviluppo economico che favorisse i nuovi ceti. Progettava una monarchia costituzionale. Dopo la guerra di Crimea Cavour riuscì a porre all'attenzione internazionale la questione italiana, stabilendo un'alleanza con Napoleone III a Plombieres (1858), che prevedeva un intervento francese in caso di attacco austriaco. La Francia in cambio avrebbe ricevuto Nizza e Savoia.

Nell'aprile del 59 vi fu quindi la II guerra d'indipendenza; dopo le prime vittorie franco - piemontesi si tennero dei plebisciti per l'annessione al regno di Sardegna in Toscana, a Parma, a Piacenza e a Modena. In luglio vi fu a Villafranca l'armistizio tra Francia ed Austria. Al regno di Sardegna si erano aggiunti la Lombardia e gli Stati dell'Italia centrale. Nel 60 una spedizione di volontario guidata da Garibaldi partì da Quarto e sbarcò a Marsala in Sicilia. Dopo le vittorie di Calatafimi e Milazzo, Garibaldi conquistò la Sicilia ed il Regno di Napoli. A Teano consegnò al re i territori conquistati. Nel 61 fu proclamato il primo regno d'Italia con capitale a Torino. In quell'anno sale al governo la destra storica, che vi rimase fino al 76, che applicò un rigido accentramento a scapito delle autonomie locali, Si assistette nel sud al fenomeno del brigantaggio a causa della mancata riforma agraria, al quale il governo rispose con una dura repressione

Nel 65 fu proclamato il secondo regno d'Italia con capitale a Firenze. Nel 66 vi fu la III guerra d'indipendenza, che vide l'Italia al fianco della Prussia, che alla fine della guerra contro l'Austria cedette il Veneto. Nel 1870 la guerra franco - prussiana, e la conseguente sconfitta francese, consentì l'ingresso dei soldati a Roma. Nel 1871 vennero emanate le Guarentigie (leggi di garanzia per la Chiesa).x

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