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La crisi della famiglia, almeno di quella tradizionalmente intesa, è oggi un'evidenza ( e un'emergenza) sotto gli occhi di tutti : opinione pubblica, ricercatori, studiosi di pedagogia ed altre discipline ad essa afferenti ( in particolare psicologi , sociologi,demografi).
Ricerche, studi, riflessioni teoriche mettono in evidenza profondi cambiamenti di questa istituzione che riguardano sia gli aspetti morfologici/strutturali sia gli aspetti valoriali e relazionali su cui fonda la vita di coppia, sia, infine, il problema della delicata , imprescindibile, insostituibile funzione educativa genitoriale.
Questi fenomeni sono caratterizzati da una palese discontinuità con un passato, non molto remoto, in cui la famiglia era un'istituzione monolitica, solida: un gruppo umano più o meno allargato con regole, leadership, meccanismi comunicativi stabiliti da chi (quasi sempre uomini) deteneva l'autorità e il compito di governarla.
La famiglia idilliaca, tradizionale, numerosa che ha caratterizzato tutti i paesi occidentali, non c'è più.
Al posto della famiglia tradizionale c'è una miriade di organizzazioni all'insegna della labilità e della frammentarietà, della scelta di non scegliere soluzioni definitive ed irrevocabili.
Precarietà, parcellizzazione, individualismo, edonismo, perdita della dimensione collettiva a favore della dimensione individuale sono fattori dominanti nell'attuale cultura e nei comportamenti sociali.
Inoltre, si assiste al fenomeno, squisitamente italiano, dell'allungamento della fase della giovinezza, che si traduce con il procrastinare il passaggio alla vita adulta, con conseguente dilazione nel tempo di scelte di vita. La famiglia d'origine funge, sempre più, da ammortizzatore sociale.
Eppure, da ricerche effettuate, sembra che per i giovani d'oggi il matrimonio sia ancora un valido riferimento, un luogo di protezione e di intimità.
Ma i giovani procrastinano la scelta matrimoniale e familiare subordinandola al raggiungimento della certezza lavorativa, alla auto-realizzazione professionale ed individuale, ad una situazione economica solida. Prima il lavoro, quindi, e poi il matrimonio.
Dalla seconda metà del '700 e fino alla prima metà del '900, la famiglia si fondava su due pilastri
esclusività del rapporto sessuale tra coniugi
indissolubilità del vincolo matrimoniale
che avevano le loro radici su una concezione axiologica, normativa.
Oggi questi valori appaiono sfuocati e arcaici: l'attuale immagine della famiglia è decisamente più sfaccettata e complessa.
La crisi attuale non riguarda soltanto le forme di aggregazione nuove ( famiglie di fatto, ricomposte, monoparentali, ecc.) rispetto al prima, ma anche la famiglia tradizionale , ossia quella struttura storicamente e socialmente consolidata e diffusa, che ha accompagnato lo sviluppo della civiltà occidentale.
La famiglia è una struttura sociale che si trasforma e si adatta alle condizioni in cui si trova ad esistere.
Le ricerche/scoperte scientifiche ci insegnano che le mutazioni, oltre ad imprimere agli organismi caratteristiche strutturali diverse da quelle del passato,passano attraverso vere e proprie 'crisi evolutive', sviluppando nuove funzioni e facoltà.
La società globalizzata, l'individualismo, la precarietà disegnano scenari quotidiani inediti ed inquietanti, per far fronte ai quali la persona elabora strategie di adattamento, nuovi bisogni e desideri, che possono stravolgere completamente le fondamenta della famiglia.
L'attuale situazione socio-economico-culturale presenta una complessità tale che spesso emergono contraddizioni, dissonanze, perdita di equilibrio, disorientamento e spinte notevolmente divergenti tra di loro.
Si parla , ad esempio, di dominanza dell'individualismo-egoismo sulla dimensione sociale e collettiva, cui si può far corrispondere una progressiva trasformazione dei legami sociali.
E, se da un lato, il processo di individualizzazione può favorire l'apertura verso l'autonomia, l'emancipazione da vincoli e condizionamenti, favorendo la piena esplicazione di un individuo, dall'altro esso può incarnare il paradosso per cui tutto deve essere calcolato, programmato, adattato sulla base degli imperativi imposti dal mercato del lavoro, dal sistema formativo, dai mass-media.
E ciò vale anche per la famiglia ed i suoi componenti.
In tempi non lontani, il rapporto tra singoli individui e famiglia era per lo più indivisibile e, nel caso femminile, poteva variare solo con il matrimonio. La famiglia esercitava una funzione di sopravvivenza per i suoi membri e la loro interdipendenza garantiva la coesione.
Oggi la famiglia è diventata elastica : l'individuo può staccarsi da essa senza intaccare la sua sopravvivenza e il compito di determinare e rendere duraturi i rapporti familiari spetta ai singoli soggetti, che godono di maggiore autonomia personale.
L'emergere dell'individuale a discapito del collettivo non ha, però ( viste le recenti indagini ISTAT e varie altre ricerche) intaccato il valore dei legami familiari nelle storie individuali: l'ambiente domestico permane come luogo di intimità, sicurezza; come luogo per ritrovarsi, stare insieme alle persone care, coinvolgere e farsi coinvolgere emotivamente.
Il fenomeno della precarizzazione giovanile è altro aspetto derivante dalla globalizzazione.
Il mercato del lavoro impone nuovi canoni rispetto ai tradizionali : mobilità, flessibilità, adattamento, disponibilità al cambiamento, formazione permanente. Canoni che, nel caso di scelte del soggetto, possono dar luogo ad un'autentica autobiografia esistenziale, ma che, nel caso di costrizione/obbligo (pena l'esclusione dal circuito produttivo), possono dar vita a parcellizzazione, insicurezza, smarrimento.
Tutto sembra assumere il carattere di provvisorietà, di limitatezza temporale, di improvvisazione, di aleatorità.
Siamo di fronte ad una generazione di giovani adulti ( tra i 20 e i 35 anni) testimoni di una mutazione sociale e culturale, e ancor di più economica, che influenza pesantemente le scelte esistenziali individuali.
Difatti, la precarizzazione giovanile in Italia, dilatando temporalmente la permanenza dei giovani in famiglia, produce l'innalzamento dell'età procreativa, con speranze di natalità sempre più ridotte.
L'età media in cui si celebrano matrimoni o eventi procreativi, oltre ad essersi alzata (avvicinandosi ai 30 anni), condiziona il futuro delle coppie e la prospettiva genitoriale.
Lo scenario è, quindi, quello di stato genitoriale in età più attempata, figli unici, nuclei familiari ristretti , scomparsa della società fraterna.
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