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Carriera deviante e carriera morale
Cogliere il valore simbolico del successo di una istanza, vuol dire cogliere il suo valore sociale, quale elemento in cui risiede una istanza di riconoscimento di identità sociale.
La carriera morale inerisce quelle relazioni intrapsichiche socialmente determinate, che conducono alla formazione dell'identità sociale virtuale.
Il processo più generale, mediante il quale avvengono i passaggi di status e di ruolo, è quello di socializzazione[3]. In tema di devianza la socializzazione viene associata a concetti quali il perfezionamento criminale, la socializzazione carceraria, l'incallimento, la depauperazione, la profesionalizzazione, la mortificazione del sé. Una serie di processi, insomma, attraverso i quali si realizza una deriva sociale dell'individuo verso uno status moralmente e socialmente inferiore, e una deriva identitaria verso una particolare percezione del sé fondata sull'immagine che gli viene rimandata dagli altri con i quali interagisce (sé interpersonale) e dal sé ecologico. In questo processo di alterazione identitaria, tuttavia, si crea una distanza fra sé intimo e sé interpersonale ed ecologico, che sarà alla base di conflitti interiori rispetto all'assunzione o al rifiuto dello status .
Personalmente ritengo che una parte dei conflitti sociali possano essere considerati quale risultato di una alterazione del processo di maturazione della coscienza critica socialmente determinata[5]. Quel lavoro del sé sul sé di cui ci ha detto Michel Foucaul (dovuta in parte come vedremo ad una alterazione del processo di comunicazione). E questo poiché ritengo che la devianza manifesti la risposta a istanze di identità sociale, portate avanti attraverso una deriva individualistica nella ricerca del senso del sé[7].
Cercheremo di stabilire, qui, se e come una reazione sociale alla devianza, impostata secondo una pedagogia pre-sociologica[8], alimenti questa deriva individualistica, proprio con l'isolamento del deviato in una subcultura dove le opportunità di contaminazione culturale sono precluse significativamente. E questo anche in funzione dell'assunto che lo sviluppo di una coscienza critica sia, contemporaneamente, elemento determinato e determinante l'interazione sociale .
Sull'importanza degli effetti dell'interazione sociale sulla psiche, ha ampiamente riferito Goffman nei suoi lavori. Qui pare opportuno ricordare che "mancando del salutare recupero che consentono i rapporti sociali quotidiani, chi si isola diventa spesso sospettoso, depresso, ostile, ansioso, confuso"[10].
Veyne P., Michel Foucault. La storia, il nichilismo e la morale, (1979),Verona, Ombre Corte Edizioni, 1998, p.77;
Serino C., Percorsi del sé, Roma, Carocci Edotore, 2001: "Per Neiser, [.] la consapevolezza che la propria esistenza trascende il semplice qui e ora, e si sviluppa nel tempo, è all'origine di una particolare fonte dell'autoconoscenza (il sé esteso)". Infra: sui concetti di sé privato, sé interpersonale e sé ecologico;
Lo sviluppo di capacità critiche nei confronti del sé - e delle proprie istanze - in relazione agli altri attori sociale, al fine di stabilire il giusto posto delle istanze, in una economia dell'esistenza dove, attraverso una visione dall'alto, si giunge a considerare la propria vita come una serie di passaggi.
In tal senso J. Meyrowitz asserisce che" La capacità di considerare la propria vita come una serie di passaggi, richiede una visione dall'altro, libera dalle prospettive di una singola fase vitale.
P. Veyne, Michel Foucault, La storia, il nichilismo, la morale, (1979) Verona, Ombre Corte Edizioni, 1998 - pp.76-78;
Una deriva di isolamento da quelle opportunità di contaminazione culturale capaci di offrire il confronto con altri orizzonti possibili. Una deriva in cui la risposta alla domanda di identità viene individuata nelle cose piu che nelle relazioni, in quella sorta di adattamento culturale di cui parla Merton, secondo il quale l'interazione rappresenta solo il momento del prendere, lontani dal senso del munus, che comporta reciprocità. Una deriva individualistica da ricondurre anche a quei cortocircuiti nell'interazione che creano isolamento e riaggregazione fra pari, in una cultura condivisa in quanto fondata sulla diversità appresa (diversità fondata sulla condivisione dello stesso senso di ingiustizia o di inadeguatezza delle istituzioni;
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