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IGIENE
L'istituzione degli asili nido risale in Italia al 1800, quando Asili infantili ed Asili nido per lattanti rappresentavano due entità diverse. Ferrante Aporti creò il primo asilo nido a Cremona nel 1827, seguito nel 1840 da quello di Parma.
Il primo asilo nido per lattanti fu istituito a Milano nel 1850. L'OMNI ( opera nazionale maternità ed infanzia )ebbe il compito di organizzare l'attività, il numero, la distribuzione nel territorio italiano degli asili nido ( bambini 0 - 3 anni), la cui gestione è passata successivamente attraverso le Regioni ai Comuni e dal 1980 alle USL.
L'USL agisce tramite il suo Servizio Materno Infantile che a sua volta opera nell'asilo fornendo indirizzi al pediatra e al Comitato di Gestione, costituito da rappresentanti dei genitori, del personale, delle circoscrizioni. Il pediatra non opera da solo, ma in collaborazione con l'economo dietista ed il personale addetto alla preparazione dei pasti e in genere con tutto il personale con diverse mansioni e funzioni, oltre che con un igienista, uno psicologo, un sociologo, un neuropsichiatra infantile, un logopedista).
L'asilo nido deve essere integrato nei vari servizi sociali presenti in ciascun territorio, per cui si può parlare di "gestione sociale" del nido che a sua volta rappresenta un utile strumento per aiutare i genitori a vivere il nido come un'istituzione sociale ed educativa utile. Il nido è un'istituzione attraverso la quale la stessa comunità è consapevole di poter fornire soluzioni veramente valide sul piano pedagogico e su quello socio - culturale ai problemi che tutti i genitori di oggi incontrano.
L'asilo nido prevede un'accoglienza di 10 - 20 bambini ogni 1000 abitanti. Un asilo medio può accogliere, quindi, fino a 100 bambini su una superficie di 12 -15 mq per bambino, per cui il rapporto spazio-abitanti è di 300-500 mq per 1000 abitanti.
Organico del personale
(es.: asilo nido di 66 bambini divisi in 4 sezioni )
Lattanti ( da 0 a 11 mesi )
Piccoli divezzi ( da 111 a 15-18 mesi )
Medi divezzi ( da 18 a 24-26 mesi )
Grandi divezzi ( da 24 a 36 mesi )
In ogni sezione operano:
2 educatrici o assistenti d'infanzia che si alternano durante la giornata
1 cuoco per tutte le sezioni
5 ausiliari per tutte le sezioni
Orario settimanale:
Educatori: 34 ore di didattica + 2 ore di aggiornamento = 36 ore
Ausiliari = 36 ore
L'educatore segue il bambino sul piano sociale, igienico mentale, analizzando le diverse fasi evolutivo con l'aiuto del pediatra e l'assistente sociale. Tutto questo in continuo rapporto con la famiglia
La figura della coordinatrice fa in modo che ci sia una certa uniformità dei processi educativi-pedagogici nei vari asili.
Il personale ausiliario provvede alla pulizia del locali e alla loro asetticità
Il cuoco collabora con la famiglia nel preparare i menù per i grandi divezzi affinchè il fabbisogno giornaliero alimentare - calorico si integri con il pasto che il bambino fa a casa.
Il regolamento generale del 1928 attribuiva alla scuola materna, il carattere di "grado preparatorio" dell'istruzione obbligatoria. In realtà il carattere prevalente era quello assistenziale per ragioni sociali. Confluendo bambini dalle zone urbane dove l'industrializzazione aveva portato il lavoro femminile, il servizio era un servizio educativo. Erano però in pieno sviluppo quelle esperienze pedagogiche che hanno fondato la pedagogia dell'infanzia, che solo agli inizi degli anni 70 diventerà realtà. Si ispirano al modello Agazziano ed a quello Montessoriano espressi rispettivamente dalla scuola materna (vedi sorelle Agazzi) e dalle case dei bambini ( vedi Montessori).
L'anno 1968 è un anno di svolta. Si istituisce la scuola materna statale e si dà il via ad una razionale programmazione per lo sviluppo della rete per i servizi prescolastici statali. Con la legge 463 del 1978 viene creato il doppio organico per sezione. Si ottiene così un funzionamento di 8 ore giornaliere e l'eliminazione della figura dell'assistente.
I due termini si compenetrano e interagiscono.
La scuola materna per il suo clima, per il suo particolare stile, offre le condizioni necessarie per la vita e lo sviluppo del bambino.
Essa va considerata nella molteplicità delle sue componenti:
di natura umana: bambini, insegnanti, genitori, coordinatori, inservienti, cuochi
di natura strutturale: l'edificio con gli spazi interni ed esterni, le attrezzature, il materiale didattico
di natura funzionale: orari di apertura, calendario, turni degli insegnanti, menù, trasporto ecc.;
di natura qualitativa: Indirizzi educativi, linee metodologiche, iniziative ed attività di vario genere.
Anche la comunità presenta una varietà di componenti:
di natura umana : i genitori, i cittadini, le forze sociali, i responsabili della vita pubblica ecc.
di natura strutturale: servizi ed impianti pubblici, centri di ritrovo, spazi ed attrezzature a disposizione dei bambini
di natura qualitativa: tradizioni e folklore locale, cultura , costume.
Comunità, scuola, bambino vanno considerati nella loro interazione senza però confondere i ruoli; i primi due termini sono fattori di sviluppo e di orientamento umano, il bambino invece è il soggetto dell'educazione. Come persona va considerato nella sua natura di emotività, di fantasia, di curiosità, di affettività, di legame con gli altri.
Come realtà poliedrica va considerato nella varietà delle sue dimensioni fisiche, emotive, sociali, intellettuali ecc. che devono crescere ed armonizzarsi. Come protagonista della sua vita e della sua stessa educazione va considerato nella sua dinamica artistica, nella sua originalità peculiare, in un processo continuo di crescita.
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