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Giuseppe Parini
Nacque nel 1729 a Bosisio in Brianza, da padre commerciante. A nove anni venne mandato a Milano per diventare sacerdote grazie ad una rendita lasciatagli dalla zia a condizione, appunto, che diventasse sacerdote. Nel 1754 fu ordinato sacerdote e trovò subito l'incarico dei precettore presso la famiglia dei Duchi Serbelloni, che abbandonò dopo aver assistito ad uno schiaffo alla figlia del maestro di musica datole dalla Contessa. Prende parte all'Accademia dei Trasformati con il nome Ripano Eupilino, e avvicinatosi alle idee illuministiche, le esprime componendo il "Dialogo sopra nobiltà" nel quale illustra i suoi assensi e dissensi su questa categoria. Pubblica successivamente parte delle "Odi" e del "Giorno". Fu apprezzato dall'Amministrazione Austriaca, che gli affidò la conduzione della "Gazzetta di Milano" e la Cattedra di lettere presso le Scuole Palatine. Nel 1796 dopo l'Ascesa di Napoleone e l'istituzione della Repubblica giacobina a Milano venne nominato membro della Municipalità, che ben presto abbandonò a causa di soprusi e angherie dei conquistatori (Evento per lui significativo fu l'abolizione dei crocifissi negli istituti pubblici. Morì a Milano nel 1799.
Odi 1791/1795
Poesie di vario genere nelle quali, Parini, canta la bellezza femminile e si prefigge un intento morale e civile istruendo il popolo, come dettavano alcune idee illuministiche.
Il Giorno 1801
Inizialmente doveva essere diviso in tre parti: Mattino, Mezzogiorno e Sera, ma nel corso dell'opera modificò il progetto originale e divise la Sera in due parti: Il Vespro e la Notte. Ha per protagonista il Giovin Signore bersaglio delle polemiche di Parini. Nel testo è frequente il ricorso alla mitologia che ha funzione ironica in quanto il protagonista viene spesso paragonato ad una divinità. Il poemetto doppiamente didascalico ha intento educativo , per il lettore (consigliandogli di non seguire l'esempio del Giovin Signore) e per il Giovin Signore stesso (indicandogli come comportarsi)
La Vergine Cuccia (dal Il Mezzogiorno)
Il Giovin Signore è alle prese con il suo ruolo di "Cavalier Servente". E' in casa della sua Dama, il pranzo è pronto. Con loro ci sono altri due "semi-dei": uno corpulent0o divoratore, l'altro ossuto schizzinoso, che guardo con sdegno la carne, poiché vegetariano e, prova pena per le povere bestie trucidate. Parini prende spunto da questa pietà per introdurre l'episodio della "vergine cuccia"; la cagnolina che un servo, ironicamente definito "villan", dopo essere stato leggermente addentato , osò oltraggiare con "sacrilego piè" la bestiolina che rotolò tre volte e che chiese vendetta alla padroncina, la quale non esitò un istante a licenziare il pover uomo e a diffidarlo da ogni altra corte. La Dama ricordando il triste episodio lascia sgorgare una "lagrimetta" e riprova tenerezza per la povera cagnolina.
Il Mattino (dal Mattino)
Il poeta consiglia al "Giovin Signore" come comportarsi durante la sua giornata. L'ironia affiora dall'antitesi tra la vita operosa del contadino e del fabbro e quella oziosa della nobiltà.
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