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Vita e insegnamento di Gautama Siddharta detto il Buddha
1: la nascita, storia e legenda
Gautama Siddharta, detto il Buddha, nacque nel 560 a.C. a Lumbini.
Suo padre era re dei Sakia e voleva che il figlio gli succedesse, divenendo un grande re, un conquistatore...
La leggenda narra che la madre di Siddharta, Marya, stava tornando alla reggia su una carovana quando decise di fermarsi, comprendendo che era giunto il momento di partorire; si mise a camminare e le venne in mente un sogno avuto poco prima di essere incinta: un elefante le si avvicinava e la benediceva. La regina aveva bisogno di appoggiarsi a qualcosa per partorire, e un albero si piegò davanti a lei porgendole i suoi rami come sostegno.
Quando nacque Siddharta sapeva già camminare e andò incontro a sua madre: dove lui posò i piedi nacquero dei fiori di loto.
2:giovinezza
Venne organizzata una grande cerimonia in onore della nascita di Siddharta, durante la quale si presentò un ospite inatteso: un anziano eremita, scomparso da molti anni, a cui il re chiese di predire il destino del figlio. Egli rispose che il bambino sarebbe diventato il Signore del mondo, una guida spirituale per l'umanità.
Il padre non voleva che suo figlio diventasse un maestro spirituale bensì voleva che diventasse re dei Sakia e cercò di fare in modo che non si avverasse la profezia creando attorno a Siddharta un mondo di felicità, divertimento e allegria, agi e lusso.
Maya morì poco dopo il parto e Siddharta venne cresciuto ed educato da sua zia, nel palazzo fatto costruire per lui dal padre.
Siddharta sposò un' affascinante ragazzo di nome Joshoda.
3:i primi tre incontri
Siddharta un giorno udì una triste melodia, cantata in una lingua a lui sconosciuta; parlandone con la moglie si accorse di non conoscere il mondo esterno, di non aver nemmeno visitato la sua città e decise di andarvi.
Il padre organizzò il tragitto che doveva percorrere il corteo reale in modo che Siddharta incontrasse solo giovani forti che lo attendevano per festeggiarlo e nemmeno una persona anziana o malata.
Guardando però verso una via interna, Siddharta vide due uomini anziani magrissimi e malati.
Il principe chiese spiegazione al suo migliore amico, Chamna, che gli disse che era un periodo della vita a cui tutti giungevano. Incuriosito si inoltrò nelle vie secondarie della città, nei quartieri popolari.
Qui vide una donna morente lamentarsi e poi vide il suo corpo che veniva cremato e le sue ceneri consegnate al fiume.
Aveva così incontrato: la vecchiaia, la malattia e la morte.
Buddha pur avendo un figlio appena nato decide di abbandonare la famiglia perché sa che anche loro soffriranno e moriranno. Egli sente dentro di sé una grande compassione per tutti gli esseri viventi.
Egli vuole cercare di bloccare il ciclo del Samsara (ciclo delle rinascite), capire qual è la causa della sofferenza e come si fa a superarla.
Il padre, per convincerlo a rimanere, gli dice che si tratta di una maledizione a cui nessuno può sfuggire ma S. decide di non ascoltarlo e una notte scappa di nascosto con Chamna. Il suo lungo viaggio verso il risveglio sta incominciando, "tutto il mondo sta sognando tranne lui", in questa citazione il sogno rappresenta l'ignoranza della sofferenza e il risveglio è la ricerca delle cause per cui si soffre,del modo per superare la sofferenza e di uscire dalla ruota del Samsara.
4:incontro con gli asceti
Siddharta si dirige con Chamna nella foresta dove incontra degli eremiti che fanno penitenze per annullare il corpo e liberare la mente, così Siddharta si unisce a loro. Per sei anni vivrà nella foresta, digiunando, compiendo pratiche ascetiche, meditando per ottenere l'illuminazione.
Un giorno S. sente un musico che rema dire una frase significativa: se si tira troppo la corda questa si spezza, se si tiene troppo lenta questa non suona. Egli capisce che gli eccessi sono sbagliati e che è passato da una vita troppo lussuosa, che teneva conto solo delle esigenze del corpo, ad una troppo di penitenza che teneva conto solo delle esigenze di purificazione dell'anima. Siddharta comprende che la via giusta è la via di mezzo, ma i suoi discepoli quando vedono che S. abbandona la via della penitenza lo ripudiano.
5:l'illuminazione
Siddharta vuole raggiungere l'illuminazione per il bene di tutta l'umanità. Si pone così in profonda meditazione ai piedi di un grosso albero.
Mara, il Dio delle tenebre e del male non vuole che S. raggiunga il suo scopo e quindi lo sottopone a diverse tentazioni.
Prima fa danzare davanti a S. le sue bellissime figlie rappresentanti i cinque veleni dell'animo umano: la cupidigia, l'invidia, l'odio, l'ignoranza e l'illusione, ma egli rimane irremovibile.
Successivamente fa avanzare un esercito di soldati avvolto dal fuoco rappresentante la paura ma egli non scappa.
Nell'ultima tentazione, la più crudele, prende le sembianze di S. e gli siede accanto per farlo cadere nelle sue stesse tentazioni, gli mette davanti il suo io egoistico e il prevaricare gli altri ma neanche quest'ultima lo fa deconcentrare.
Sconfigge in questo modo Mara e raggiunge l'illuminazione.
Da quel giorno egli fu chiamato il Buddha, cioè il Risvegliato.
Egli comprese che le cause della sofferenza sono dovute alle passioni, alla bramosia dell'uomo, al suo attaccamento all'io egoistico.
Il superamento della sofferenza si ottiene con l'equilibrio della "via di mezzo".
1:la reincarnazione
I Buddisti credono che l'anima di ogni persona, dopo la morte, entri in un altro corpo (il corpo viene paragonato a un contenitore e l'anima è il contenuto).
La religione buddista crede nel ciclo continuo della rinascita detto Samsara.
SAMSARA:
NASCITA >SOFFERENZA >MORTE
SAMSARA:
NASCITA >SOFFERENZA >MORTE
SAMSARA:
NASCITA >SOFFERENZA >MORTE
SAMSARA:
NASCITA >SOFFERENZA >MORTE
SAMSARA:
NASCITA >SOFFERENZA >MORTE
SAMSARA: nascita >sofferenza >morte.
Nella vita successiva un uomo, a seconda di come si è comportato in quella precedente e in che modo ha seguito le leggi morali e religiose, può ottenere una reincarnazione favorevole o reincarnarsi ad esempio in un animale; per questo motivo i Buddisti hanno rispetto per ogni tipo di essere vivente.
Quando un maestro, ossia un lama, muore i suoi seguaci cercano la sua reincarnazione in tutto il mondo.
Un uomo può uscire da questo ciclo solo, come ha fatto Buddha, raggiungendo l'illuminazione.
2:l'architettura sacra
Lo stupa è uno dei principali tempi buddisti. Un grande stupa è situato a Bodnath. Ha la base quadrata (la terra), su cui si erge una cupola (l'acqua), sopra vi è innalzato un parallelepipedo e infine più in alto vi è una specie di ombrello (l'aria); una scalinata (l'arrivo all'illuminazione) porta all'immagine di due occhi (il fuoco).
Alla base dello Stupa si trovano le ruote di preghiera, cilindri metallici con all'interno preghiere che vengono continuamente fatte girare in segno di preghiera costante agli dei. E' un usanza appendere sopra i tempi bandiere di preghiera che vengono consumate dal vento e portate al cielo.
Le bandiere di preghiere in tibetano si dicono tar chok che si scrive:
3:il mandala e gli affreschi
Il mandala è un disegno in sabbia di diversi colori, che rappresenta l'universo.
Questo è simbolo della rinuncia alle cose materiali, infatti occorre molto tempo per portarlo a termine, ma quando è terminato viene subito spazzato via, con un gesto della mano, a simboleggiare l'impermanenza di tutte le cose.
Gli affreschi adornano le pareti dei tempi buddisti, rappresentano scene di vita di lama o di Buddha e vengono realizzati con colori vivaci.
Il mandala in tibetano si dice kil kor che si scrive:
4:astrologia
Gli astrologi, vengono consultati dai buddisti tibetani prima di partire per un lungo viaggio; essi infatti consultano le stelle per decidere la data propizia della partenza.
Durante il viaggio i Tibetani mettono sul fuoco il sale: se crepita, la tempesta non è vicina. Questo crepitio viene attribuito dai buddisti allo spirito del sale, ma si può dimostrare scientificamente (essendo il sale igroscopico assorbe l'umidità e non crepita sul fuoco, ma se c'è umidità vuol dire che è vicina la tempesta).
Gli astrologi vengono infine consultati per scoprire il destino di una persona. I buddisti credono infatti nelle profezie dei sogni degli astrologi. quando un astrologo sogna un maestro di qui si cerca la reincarnazione, in un determinato posto, i suoi seguaci partono per quel luogo.
Per accertarsi che un individuo è veramente la reincarnazione di un maestro, dopo averlo sottoposto ad alcune prove come il riconoscimento della ciotola che usava nell'altra vita, si lascia la decisione definitiva all'astrologo che va in trance, e comunica con gli dei.
5:vita di un villaggio himalayano
Le comunità vivono in piccoli villaggi, comandati da un capo che segue i consigli degli anziani.
Il titolo di capo è ereditario, egli ha il compito di guidare le carovane e di amministrare il villaggio.
La moglie del capo prima che la carovana parta deve farsi fare le treccine per comodità.
I villaggi situati ad altitudine più elevata hanno a disposizione grandi quantità di salgemma e lo barattano con l'orzo dei villaggi ad altitudine minore, dove vi sono molti raccolti.
Gli yak sono gli animali caratteristici tibetani, vengono utilizzati per trasportare il salgemma oltre le montagne; con il loro pelo si ricavano coperte, vestiti e mascherine per coprirsi gli occhi dal riflesso del Sole sulla neve che può colpire gli uomini delle carovane.
6:cerimonie religiose
Il funerale consiste quasi sempre nella cremazione; le ceneri del defunto vengono poi consegnate ai fiumi.
I conoscenti e i sacerdoti bruciano anche le preghiere per mandarle agli dei.
Esiste anche il funerale celeste che consiste nel portare su una vetta ad alta quota il cadavere e lasciarlo smembrato da mangiare agli avvoltoi; la cerimonia viene accompagnata da canti religiosi.
I mutra sono i segni con le mani fatti durante le cerimonie.
I mantra sono formule religiose che facilitano il raggiungimento dell'illuminazione, (i principali mantra buddisti sono tre).
Strumenti caratteristici, che accompagnano i canti, sono la tromba detta "telescopica" perché lunghissima, i tamburi, i cembali e le campanelle di preghiere.
La tromba "telescopica" è detta dun chen che si scrive:
Alle divinità è tradizione fare offerte (puja) come ciotole di orzo, di tè tradizionale,suma, (con burro di yak e sale)e di acqua.
Vengono anche accesi i lumini fatti con burro di yak e con uno stoppino.
7:usanze varie
Il saluto buddista viene effettuato donando una sciarpa bianca detta kata, simbolo di buon augurio; tra monaci invece ci si saluta fronte contro fronte.
Quasi tutte le famiglie tibetane hanno almeno un figlio nella scuola buddista, i bambini vengono rasati e vestiti con tuniche color rosso acceso.
Le maschere colorate sono caratteristiche della religione buddista e vengono utilizzate durante le profezie e le cerimonie.
Nei viaggi in carovana è frequente l'incontro con pellegrini.
8: geografia
L'Himalaya è una grande catena montuosa, con vette aguzze ricoperte di neve, pareti verticali e rupi scoscese.
Qui non si pratica nessuna coltivazione e non cresce nessun tipo di vegetazione tranne gli arbusti e nei terreni pianeggianti l'orzo (nel film Himalaya infatti il nipote del capo villaggio prova stupore quando, arrivato dall'altra parte della montagna, vede per la prima volta un grandissimo albero).
Questo paesaggio di roccia nuda è frequentemente interrotto da laghi di origine glaciale.
Sui monti dell'Himalaya vi sono molti villaggi tibetani, ognuno con un capo che è responsabile della comunità ed è la guida delle carovane.
Gli abitanti dei villaggi vivono infatti barattando il sale con i prodotti alimentari, come l'orzo scambiato con i villaggi più a valle.
Le comunicazioni sono difficili, per fare dei viaggi serve un buon senso di orientamento e spesso è necessario passare su sentieri stretti e frenabili. Nel film Himalaya c'è una scena molto realistica: la carovana percorre un sentiero a strapiombo su un lago, molto stretto e impervio, una piccola parte di questo è franata, il capo del villaggio e un compagno la riparano con delle pietre, ma uno yak cade comunque nel lago con il carico di sale.
Sono frequenti le bufere di neve, e diventa molto difficile seguire la strada.
La luce è pericolosa per gli occhi e può provocare la momentanea cecità (nel film Himalaya i carovanieri si proteggono infatti gli occhi con mascherine di peli di yak).
Appunti su: siddartha burro di yak, |
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