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Ugo Foscolo




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Ugo Foscolo

Niccolò Ugo Foscolo nacque sull'isola greca di Zante, (nota anche come Zacinto alla quale dedicherà uno dei suoi 12 sonetti) il 6 febbraio del 1778

A ZACINTO

Né più mai toccherò le sacre sponde
Ove il mio corpo fanciulletto giacque,
Zacinto mia, che te specchi nell'onde
Del greco mar da cui vergine nacque

Venere, e fea quelle isole feconde
Col suo primo sorriso, onde non tacque
Le tue limpide nubi e le tue fronde
L'inclito verso di colui che l'acque

Cantò fatali, ed il diverso esiglio
Per cui bello di fama e di sventura
Baciò la sua petrosa Itaca Ulisse.

Tu non altro che il,canto avrai del figlio,
O materna mia terra; a noi prescrisse
Il fato illacrimata sepoltura.

Parafrasi:

Io non potrò mai piu' toccare le sacre sponde dove il mio corpo da piccolo giacque o Zante mia, che ti rispecchi nelle onde del mare greco dal quale nacque la dea vergine Venere, e rese feconde quelle isole attraverso il suo primo sorriso, motivo per cui l' alta poesia di Omero non potè non parlare del tuo limpido cielo, e delle avventure di Ulisse per il mare governato dal fato e l' esilio di colui, bello per la fama e per la disgrazia, che è arrivato alla fine a baciare la sua Itaca piena di pietre. Tu Zacinto non avrai altro che la poesia del tuo figlio, a noi il destino ha ordinato una sepoltura senza lacrime.

Il tema romantico si intreccia con quello neoclassico quando Foscolo richiama l' attenzione sul personaggio mitologico di Ulisse, sottolineando in particolar modo la patria ed il fatto che, anche lui come Ulisse, era in esilio. Comunque la figura mitologica (neoclassica) in questo caso, coincide con l' eroe romantico.

Identificazioni del poeta:

Il poeta si rivede in parte nella figura mitologica di Ulisse, perchè Ulisse ha potuto ritornare nella sua patria Itaca, mentre Foscolo è destinato a restare lontano da Zante anche dopo la sua morte.

Ugo Foscolo è il principale esponente del Neoclassicismo

Neoclassicismo è il nome dato ad un movimento culturale sviluppatosi in Europa e in America tra il 1700 ed il 1900. Fu variamente caratterizzato ma ben riconoscibile nelle varie arti, nella letteratura, in campo teatrale, musicale e nell'architettura.

Nei primi mesi del 1789 la madre si trasferì a Venezia, dove Ugo Foscolo frequentò le Scuole ed ebbe modo di seguire studi classici (autori latini e greci). Nel 1794 trascrisse una quarantina dei suoi componimenti poetici, in parte originali e in parte frutto di traduzioni.

Importanti furono anche i contatti che egli ebbe fuori Venezia con il gruppo degli amici bresciani, aperti alle influenze francesi e rivoluzionarie.

Fu anche attratto presto dalle nuove idee politiche, che le armate di Napoleone diffondevano in Italia. Favorevole dapprima a Napoleone Bonaparte, egli rappresentò poi, dopo la cessione di Venezia all'Austria col trattato di Campoformio (1797), nella letteratura l'antinapoleonismo (si pensi alla lettera con cui accompagnò la nuova pubblicazione dell'ode A Bonaparte, all'Ortis, ai Sepolcri, all'Aiace), e in Napoleone biasimò soprattutto l'uomo ch'era venuto meno alla grande fiducia che gli Italiani avevano riposto in lui. Ma egli acconsentì comunque ad essere suo soldato, perchè il Bonaparte aveva scosso gli Italiani dall'inerzia secolare spingendoli all'azione, aveva dato all'Italia coscienza di sé e della sua forza; mentre l'Austria, contro cui egli combatté a Cento, alla Trebbia, a Novi, a Genova (e fu ferito due volte), tendeva ad addormentare e a infiacchire lo spirito italiano. Partecipò alla difesa di Genova assediata e in questo periodo ripubblicò l'ode A Bonaparte liberatore aggiungendovi una premessa nella quale esortava Napoleone a non diventare un tiranno, e modificando l'ottava strofa, per affermare con chiara coscienza l'idea dell'unità d'Italia erede di Roma; tra l'estate e l'autunno del 1800 compose l'ode A Luigia Pallavicini caduta da cavallo. Dopo la vittoria napoleonica gli vennero dati numerosi incarichi militari, che lo condussero in varie città italiane, tra le quali Firenze dove s'innamorò.

Nel 1801 il Foscolo si recò a Milano dove accolse, il fratello più giovane, Giulio, che gli era stato affidato dalla madre e lo avviò alla carriera militare. (Giulio finirà suicida in Ungheria nel 1838).

Gli anni tra il 1801 e il 1804 furono anni di intensa attività letteraria ma anche di grande dolore per la morte del fratello Giovanni che si era ucciso a Venezia per sottrarsi al disonore di non poter pagare una grossa somma persa al gioco e che aveva preso in prestito dalla cassa di guerra.

Nel 1802 pubblicò l'Orazione a Bonaparte in occasione dei Comizi di Lione e la raccolta di liriche che comprendevano otto sonetti e una ode, rielaborò e portò a termine l' Ortis, compose l'ode All'amica risanata per Antonietta Fagnani Arese, suo nuovo ardente amore, e nel 1803 stampò l'edizione definitiva dei Sonetti con l'aggiunta dei quattro più famosi(Alla sera, A Zacinto, In morte del fratello Giovanni, Alla Musa) e l'ode All'amica risanata.

Nel 1804, come capitano di fanteria, ottenne di seguire l'armata anti-inglese che si radunava a in Francia e nella Francia del nord visse fino al 1806. A Valenciennes conobbe una inglese, Lady Funny Hamilton, dalla quale ebbe una figlia, Mary, ma che egli chiamerà sempre Floriana, che rivedrà dopo molti anni in Inghilterra e che sarà il conforto dei suoi ultimi anni.

Malgrado i continui spostamenti per motivi di servizio, il Foscolo riuscì a continuare la sua attività letteraria.

Nel 1806, essendo fallito il progetto di Napoleone dell'invasione inglese, Foscolo fece ritorno a Milano dopo essere stato a Parigi, dove conobbe il giovane Manzoni.

Sollevato intanto dagli incarichi militari si candidò alla cattedra di eloquenza dell'Università di Pavia che si era resa vacante e la ottenne il 18 marzo 1808. Qui pronunciò la sua celebre orazione inaugurale, 'Dell'origine e dell'ufficio della letteratura', e poche lezioni, perché la cattedra venne subito dopo soppressa da Napoleone, ormai divenuto sospettoso di ogni libero pensiero.

Tornato a Milano ebbe inizio per Foscolo un periodo di difficoltà economiche reso più amaro a causa dei contrasti con i letterati di regime che non gli risparmiarono polemiche e malevole insinuazioni.

Dopo la sconfitta di Napoleone Bonaparte a Lipsia, nel novembre del 1813 Foscolo ritornò a Milano e riprese il suo grado nell'esercito per difendere il Regno Italico, ma con l'arrivo in città degli Austriaci nel 1814 egli si rese conto che la sua speranza di una futura Italia indipendente era cosa vana.

Nel  1815, Foscolo lasciò l'Italia e prese la via del volontario esilio per rifugiarsi in Svizzera.

Nel 1816 il poeta giunse a Londra dove trascorse l'ultimo periodo della sua vita fra non lievi difficoltà economiche e morali. Durante il periodo londinese Foscolo si dedicò prevalentemente all'attività editoriale e giornalistica e si impegnò nello studio storico-critico di alcuni momenti, testi e personaggi della letteratura italiana, soprattutto Dante, Petrarca e Boccaccio.

La vita troppo signorile e alcune speculazioni avventate in affari ridussero però il poeta al dissesto economico tanto che, nel 1824, venne per breve tempo incarcerato per debiti. Liberato, fu costretto a sopravvivere nei quartieri più poveri di Londra, celandosi spesso sotto falso nome per sfuggire ai creditori. Aveva intanto ritrovato la figlia Floriana, che lo assistette con devozione durante i suoi ultimi anni.

Povero e debole, Foscolo si ritirò nel piccolo sobborgo londinese di Turnham Green dove morì il 10 settembre del 1827 a soli quarantanove anni. Dal cimitero di Chiswick dove fu sepolto, le sue spoglie nel 1871 furono traslate in Santa Croce a Firenze, il tempio delle itale glorie che aveva celebrato nel carme Dei Sepolcri.

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