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Tema
Traccia: Ho incontrato un angelo
Svolgimento:
Il primo incontro risale alla mia infanzia. Ero andata con mia madre a trovarla in clinica dove era convalescente dopo una lunga malattia.
Era un'amica di famiglia, dottoressa molto richiesta, aveva lavorato nei migliori ospedali italiani ed esteri fino alla scoperta di quella malattia che fortunatamente, dopo una lunga degenza e sofferenza, aveva brillantemente superato. Non era sposata, si era votata completamente alla professione medica, viveva in un bellissimo attico incentro e non si faceva mancare nulla.
Mi restarono impresse nelle memorie le parole che disse durante la nostra visita, che, se fosse riuscita a superare quel lungo periodo, avrebbe cambiato completamente vita, le sue priorità non sarebbero state più le stesse degli anni passati a rincorrere il successo nella professione e nella vita. Capii poco di quelle frasi a quel tempo, ma a distanza di tanti anni, comprendo pienamente quello che intendeva.
Al suo ritorno a casa, vendette tutti i suoi averi, i cui guadagni diede in beneficenza, e si accontentò di abitare in affitto. Si mise in contatto con organizzazioni di volontariato italiane ed internazionali. Cominciò così la sua nuova vita.
Con il suo curriculum medico ottenne subito varie proposte. La scelta cade su un'organizzazione che aiutava i poveri. Lavorava come medico, visitando ogni giorno decine e decine di persone che non avevano l'assistenza sanitaria. Non chiedeva da dove venissero, se avevano il permesso di soggiorno o se erano scappati da qualche centro d'accoglienza. Per lei erano tutti uguali, aveva sempre una buona parola per tutti e un sorriso sulle labbra. Quando poteva cercava loro un lavoro, una sistemazione o un po' di soldi, senza chiedere come li avrebbero usati.
Continuò così per qualche anno, fino a quando le prospettarono di andare in Africa. C'era bisogno di medici in grado di operare e curare in condizioni difficili.
La incontrai di nuovo prima della sua partenza, era felice come non ho mai visto nessuna persona, la prospettiva di aiutare veramente le dava una serenità che non penso si possa provare con una vita normale.
Ci scrisse varie lettere raccontando le condizioni disastrose in cui aveva trovato gli ospedali sperduti nella savana.
Aveva molte conoscenze e quindi si mise in contatto con tutte le sue vecchie amicizie mediche per fare in modo che inviassero macchinari che qui sarebbero più serviti che da noi in Italia, medicinali e attrezzature per noi obsolete.
Dove si trovava tutti sarebbe stato utile e necessario. Così si organizzò un ponte medico. Ei inviava le sue richieste e i vari medici provvedevano al più presto a spedirle il necessario.
Si spostò in varie regioni, dove istruiva i medici locali e intanto cercava di lasciare le attrezzature indispensabili.
Nelle sue lettere raccontava che quello che stava facendo era niente in confronto al bisogno che c'era di tutto. Però il fatto di sentirsi utile veramente la appagava completamente.
Sono passati diversi ani e lei sta ancora girando per il mondo, portando la sua opera dove ce n'è bisogno, senza mai chiedere di più di ciò che le garantisca la sopravvivenza.
Effettivamente posso dire che questo è l'angelo che ho incontrato.
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