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Leggi anche appunti:Eugenio montale - la vita, pensiero e poetica, le raccolte e poesieEUGENIO MONTALE LA VITA 1^ fase: dal 1896 al 1918 gli studi e la Giovanni Boccaccio e il DecameronGiovanni Boccaccio e il Decameron Giovanni Boccaccio visse intorno al XIV secolo Foscolo, ugo - l'ortis, i sepolcri, didimo chierico, il periodo inglese: le grazieFoscolo, Ugo (Zante 1778 - Turnham Green, Londra 1827), poeta italiano. Nato nell'isola |
TEMA SVOLTO
TRACCIA:IL SENSO DELLA MORTE E DELLA VITA IN FOSCOLO E LEOPARDI
Il senso della morte,presente in Leopardi e in Foscolo,è la logica conseguenza del primo grande romanticismo germanico che aveva visto l'uomo,sulle premesse kantiane,non solo passare al centro dell'universo,ma ritenersi l'essere perfetto,creatore di tutte le cose. Così x il Foscolo,che seguì prima l'illusione della gloria,poi quella della patria,infine quella dell'amore x la donna,e,quando vide che quanto voleva ottenere non era raggiungibile,meditò la morte;la gloria non si poteva raggiungere se non con il passare del tempo e molti,molti sacrifici;la patria era stata tradita a Campoformio;l'amore viene meno quando il poeta ha la certezza che non avrà più la donna amata;tutte le illusioni fino allora vagheggiate sono state distrutte dalla perfida realtà e non rimane che uccidersi.
In quello
che può essere chiamato il primo romanzo autobiografico italiano, "Le ultime
lettere di Jacopo Ortis" parla lo stesso Foscolo.La ragione essenziale del
suicidio è dunque "morire libero".Il contrasto tra l'Io e la realtà è terminato
nel nulla e nella tomba, ma se l'idea della morte lo attrae, qualche cosa nel
suo intimo si ribella:<E so invocare e non so darmi morte>. Un pensiero
arresta la mano del Foscolo e ne impedisce il suicidio,rileviamolo dalle sue
stesse parole:<Morire?e
poi?Jacopo Ortis ha forse ritrovato la sua pace?>è la ragione che impedisce
il suicidio al Foscolo;alla convulsa esaltazione succede una stoica
rassegnazione,ed il pensiero della morte diventa un'altra spinta verso le
creazioni dello spirito suo.Nasce così il carme dei sepolcri:la morte con i
suoi sepolcri è cagione di vita, spinge l'uomo ad agire,ad illudersi ancora;è
anzi l'illusione stessa il motore della vita,di ogni nobile fatto umano. Se
tutti i valori della vita dell'uomo sono illusioni,se anche la fiducia
nell'immortalità,in un'altra vita dopo quella terrena,nonché nella
corrispondenza fra vivi e defunti è un illusione, a che pro vivere? Ma non sono
proprio le illusioni che stabiliscono un perpetuo legame tra gli spiriti che
non sono più e quelli che sono oggi?< a egregie cose il forte animo
accendono-l'urne dei forti>; e quando il tempo con le sue ali spazza i
sepolcri,le rovine e le reliquie,allora i luoghi stessi,nudi e
deserti,conservano la memoria dei fatti illustri,sprone a nuovi eroismi a nuove
glorie. Infine,quando uomini,sepolcri,memorie,tutto è sparito,allora è la
poesia che,ridestando con il suo eterno canto la memoria delle antiche
illusioni degli esseri umani,li incita a perpetuare gesta gloriose. Ecco dunque
come Ugo Foscolo risolve il problema della morte:nella poesia,nel canto. Lo
stesso in definitiva avverrà con il Leopardi che, preso dalle stesse passioni
che avevano trascinato il Foscolo,ma più ricco di volontà di indagare con il
pensiero i problemi della vita e della morte, e fin da giovinetto, quando
consumava il suo fisico in quello che chiama<lo studio matto e
disperato>,aveva un indistinto senso di dolore e uno strano desiderio di
morte. Lentamente il pensiero della morte di Silvia distrugge tutte le
illusioni,tutte le speranze,corrode la fede,la virtù,
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