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Storia del Feuilleton
Il romanzo d'appendice o feuilleton, come viene chiamato in Francia, rappresenta il motivo di maggior successo della narrativa popolare, poiché unisce letteratura e giornalismo, che in questo caso fa da tramite ad una lettura altrimenti destinata a pochi, a causa dell'alto prezzo dei volumi e della loro scarsa reperibilità.
Il feuilleton consiste dunque nella frantumazione e diluizione a puntate del libro sulle pagine del quotidiano, fuori dalle librerie e dalle biblioteche, e distribuito fra i larghi strati di popolazione, senza distinzione di classi, creando il primo caso di letteratura di consumo.
Veniamo ora alle date di nascita ufficiali. La prima di questa è il 1880, anno in cui J.L. Geoffroy, direttore del Journal des Dèbats, utilizza per la prima volta il termine feuilleton per indicare un supplemento consacrato alla critica letteraria in 4 pagine (cioè due fogli, da cui feuilleton, foglietto), come parte integrante dell'edizione "in-folio" del giornale, dove non trovavano posto notizie riguardanti la letteratura e curiosità varie. La verità è però che Direttorio e Consolato, come é tipico dei regimi totalitari, non amavano che si discutesse, sui periodici, di politica ed approvarono infatti che si riempissero i giornali di notizie innocue, quali quelle concernenti la letteratura ed il teatro. Inoltre, essendo organi alquanto superficiali, non permettevano nel corpo del giornale stesso ciò che lasciavano poi passare nel rez de chaussée, nella parte terminale, dove la politica era in fin dei conti ammessa. Nello stesso modo "romanzo d'appendice" sta ad indicare l'opera pubblicata a puntate, non solo nel foglio staccabile del giornale, ma anche alla base della pagina: metodo usato preferibilmente dai quotidiani fino ai giorni nostri.
Ma il feuilleton, ritenuto quindi all'inizio un ripiego, riuscì attraverso l'Impero e la Restaurazione a diventare un qualcosa di irrinunciabile anche dal punto di vista letterario e non solo grafico-pratico. Dal 1830 infatti si cominciano a trovare racconti di viaggi, novelle e racconti, romanzetti. Emile de Girardin concepì per primo l'idea di romanzi divisi in puntate, sui giornali, mentre già dal 1820 esisteva il romanzo a puntate, innovazione che a sua volta che a sua volta capovolse la struttura del romanzo, il quale era generalmente composto da tre volumi (si pensi all'opera scottiana). Nel giugno 1846 dunque Girardin, allora direttore del Journal des Connaissances Utiles, progettò un nuovo giornale, la Presse, il cui abbonamento non avrebbe dovuto sorpassare i 40 franchi, invece degli 80 consueti: il deficit avrebbe potuto essere colmato dagli annunci economici in quarta pagina, di cui aveva già dato esempio il Times inglese. Per i romanzi da pubblicare a puntate, Girardin si assicurò la collaborazione di Victor Hugo, Lamartine, Ballanche e di molti altri uomini illustri del mondo letterario. Questo progetto piacque anche a M. Dutacq, allora proprietario del giornale Le Droit, che si associò come condirettore; tale collaborazione finì però nel momento della scelta del capo redattore, cosicché il 1° luglio del 1836 nacquero due giornali con feuilleton: La Presse di Girardin e il Siècle di Dutacq, entrambi alle stesse condizioni di abbonamento. In questo momento comincia così la battaglia per le appendici, chiamate ancora nouvelles o feuilleton-roman.
Il Siècle cominciò con la pubblicazione di alcuni capitoli del Lazarillo de Tormes, il primo romanzo picaresco spagnolo che rappresenta, al tempo stesso, la prima opera di immaginazione a comparire nella stampa francese. Il 30 settembre dello stesso anno pubblicò Patrona Calil di Alphonse Royer, che passerà alla storia come il primo feuilletonista francese in ordine di tempo. Il Siècle si specializza in traduzioni di romanzi stranieri: svedesi, inglesi, tedeschi, spagnoli. Lì comparve Il tagliatore di pietre di St. Point di Lamartine, il Capitaine Paul di Alexandre Dumas, mentre Balzac vi collaborò dal 1838 al 1842 ed Eugène Sue dal 1850 in poi. Divenne insomma l'unico grande giornale a pubblicare quotidianamente un feuilleton.
Parliamo ora invece della Presse, a cui spetta il merito di aver pubblicato il primo romanzo d'appendice importante (cioè, secondo la critica, un romanzo che non faccia del tutto parte della paraletteratura): si tratta di La zitella, scene della vita di provincia di Honorè de Balzac, in 12 feuilleton. Inoltre tale quotidiano mostra fin dall'inizio uno spiccato interesse verso la letteratura americana ( pubblica ad esempio La capanna dello zio Tom di Harriet Beecher Stowe).Questi due meriti sottolineano il maggior impegno culturale ed il valore letterario della Presse di Girardin rispetto al periodico di Dutacq, anche se comunque non mancano i romanzi per così dire oscuri.
Dopo un anno la battaglia dei feuilleton ha già dato risultati notevoli: anche i grandi giornali, come il Journal des Dèbats e il Constitutionnel, sono costretti ad abbassare il prezzo d'abbonamento a 40 franchi e colmano il deficit, anch'essi, attraverso le appendici, perché soltanto queste stimolano l'interesse del pubblico più vasto. Romanziere indiscusso del primo giornale è Frédéric Soulié, già celebre per aver pubblicato le Memorie del diavolo in tre volumi e il quarto in appendice; altri feuilleton del Journal des Dèbats sono la Modesta Mignon di Balzac, Il conte di Montecristo di Dumas e soprattutto i celebri Misteri di Parigi di Sue, di cui parleremo più avanti. Dopo la pubblicazione del François le Champi di George Sand, il giornale cessa quasi completamente la pubblicazione di appendici. Diversa la storia del Constitutionnel, che tra il 1838 ed il 1839 pubblica alcuni racconti in supplemento e a volte anche nel rez-de-chaussée delle prime pagine. I collaboratori sono spesso anonimi, o designati da iniziali: qui troviamo una traduzione da Massimo d'Azeglio (Les derniers jours d'un peuple, di cui non si sa esattamente, per un problema di date, se si tratti della traduzione della Lega lombarda o della Sagra di San Michele) e, i migliori romanzi, ovviamente dopo i Misteri, di Sue, che con il successo dell'Ebreo errante permette al giornale importanti e numerose innovazioni, fra cui, nel 1845, il raddoppio del formato e delle colonne che da 12 passano a 20. Verso il 1845 cominciano però a sparire i romanzi, rimpiazzati (come agli inizi) da racconti di viaggio, studi biografici e storici e proverbi. Soltanto nel 1853 torneranno, una volta di più, i romanzi di Eugène Sue.
Del resto, dopo il 1850, per ragioni politiche (la severa censura del secondo impero, sotto Napoleone terzo), i romanzi d'appendice cominciano lentamente a scomparire. Se si esclude infatti la pubblicazione dei Miserabili di Hugo, che comunque non compare in appendice, non rimangono opere degne di citazione: in questi anni muoiono peraltro Balzac e Soulié, mentre Sue è in esilio.
Volendo tirare le somme su quello che il feuilleton è stato dal semplice punto di vista editoriale, sono notevoli i risultati nel campo della stampa quotidiana. Grazie al feuilleton, e non per altre ragioni, gli abbonamenti dei veri giornali salivano o si abbassavano in modo impressionante, così come la tiratura stessa del giornale che poteva variare di cinquanta o addirittura ottantamila esemplari a seconda di quanto le prime puntate di un romanzo piacessero al pubblico. Il numero degli abbonati del Constitutionnel ad esempio, salì da 3000 a 4000 soltanto grazie alla collaborazione di Sue, e il numero dei lettori di giornale che in tutta la Francia, nel 1836, arrivava appena a 70.000, dieci anni dopo, nella sola Parigi, aveva raggiunto le 200.00 unità.
Tale successo comportò anche delle amare critiche: il romanzo d'appendice fu accusato di aver abbassato il livello della letteratura, di aver creato una narrativa commerciale proprio per compiacere le classi meno abbienti.
In base ai successi d'oltralpe del feuilleton roman, anche l'Italia ottocentesca comincia a interessarsi ai misteri cittadini (numerosi saranno i seguaci della moda lanciata da Sue) e alle storie vicende lacrimevoli ed ingiuste persecuzioni, di cui ci occuperemo più dettagliatamente nel prossimo capitolo. All'inizio, buona parte della produzione d'appendice è la semplice traduzione di quella francese, mentre i primi tentativi originali di costruire una tradizione nuova cominciano a germogliare. Analizzeremo questi casi più avanti.
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