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Se una notte d'inverno un viaggiatore
Italo Calvino
"Se una notte d'inverno un viaggiatore, fuori dall'abitato di Malbork, sporgendosi dalla costa scoscesa senza temere il vento e la vertigine, guarda in basso dove l'ombra s'addensa in una rete di linee che s'allacciano, in una rete di linee che s'intersecano sul tappeto di foglie illuminate dalla luna intorno a una fossa vuota, -Quale storia, laggiù, attende la fine?- chiede, ansioso d'ascoltare il racconto."
Sabato pomeriggio, libreria in centro. Ci facciamo spazio in una giungla di volumi che ci guardano minacciosi, alla ricerca del libro che fa per noi, e, per caso, buttiamo l'occhio su 'Se una notte d'inverno un viaggiatore' di Italo Calvino. Il titolo ci incuriosisce. Lo prendiamo, lo sfogliamo, lo soppesiamo e, infine, leggiamo: 'È un romanzo sul piacere di leggere romanzi; protagonista è il lettore, che per dieci volte comincia a leggere un libro che per vicissitudini estranee alla sua volontà non riesce a finire'. Arrivati a casa, lo tiriamo subito fuori dal sacchetto, per dargli un primo 'assaggio'. Un assaggio molto lungo, visto che non riusciremo a staccarci dalle sue prossime trecento pagine.
In un sottile, elaborato e originale gioco letterario, divertente e divertito, gli artifici, gli ingranaggi, i trucchi e le trappole della scrittura e della lettura vengono messi in opera, e al tempo stesso, nella finzione narrativa, esplicitamente scoperti e messi a nudo. Attraverso il procedimento di "messa a nudo",l'artificio attraverso il quale il soggetto dell'opera viene trasferito a livello dei personaggi, la teoria del romanzo si rende visibile e trasparente, proprio nei progetti e nelle idee espresse dai due personaggi complementari: Silas Flannery (alter ego di Calvino) e Ermes Marana (responsabile di tutte le sostituzioni, traduzioni, falsificazioni dei testi, che costituiscono i romanzi «inscatolati» nella cornice).
Da subito ci immedesimiamo in questo ipotetico lettore che, come noi, si accinge a leggere 'Se una notte d'inverno un viaggiatore ', ma quando, come lui, iniziamo ad entrare nel vivo della storia, questa s'interrompe. Naturalmente il Lettore (questo, per noi, è il suo nome) va a protestare, e si ritrova con un altro libro in mano. Un altro romanzo meraviglioso che, naturalmente, s'interrompe. Così, per dieci volte e per dieci diversi motivi, capitano in mano al Lettore - e quindi a noi - dieci libri, diversi tra loro ma ugualmente bellissimi.
Il primo: Se una notte d'inverno un viaggiatore ci porta in una stazione ferroviaria di provincia dove il protagonista è costretto a fermarsi per vicissitudini che non ci verranno svelate, questo viaggiatore è in possesso d'una misteriosa valigia a cui si riferisce più volte infondendo all'lettore un profondo senso di inquietudine. Il racconto si arresta nel punto in cui il viaggiatore, dopo aver ricevuto istruzioni da un organizzazione misteriosa riparte con un treno senza lasciar traccia. Nel secondo racconto: Fuori dell'abitato di Malbork. Il protagonista è un ragazzo che si trova costretto a lasciare la sua casa per andare ad vivere da dei parenti. Nella famiglia arriva un altro ragazzo che prende il suo posto. La vicenda s'interrompe con un litigio fra i due. In questo spezzone salta all'occhio la cura nella descrizione degli ambienti. Il terzo racconto, Sporgendosi dalla costa Scoscesa, ci conduce in Polonia dove un uomo che si trova li per motivi di salute cerca di conquistare una ragazza che invece lo usa per poter liberare un suo amico da una prigione che si trova in città, quando l'uomo si ritrova coinvolto in un organizzazione che ha lo scopo di far evadere tutti i detenuti dalla prigione, come di consueto, il racconto s'interrompe e lascia posto al quarto: Senza temere il vento e la vertigine, dove, in una città tormentata dalla guerra e dalla rivoluzione il protagonista è un giovane poliziotto doppiogiochista che viene a scoprire che i suoi migliori amici hanno avuto ordine di ucciderlo. Il quinto racconto: Guarda in basso dove l'ombra s'addensa, ci porta a Parigi, dove, un uomo uccide con la complicità dell'amante un vecchio amico, ma mentre i due cercano di liberarsi del cadavere vengono scoperti.In una rete di linee che s'allacciano è il sesto racconto e ci mostra l'ossessione d'un professore universitario per lo squillo del telefono, questa sua mania lo porterà a rispondere ad un telefono in una casa disabitata, l'interlocutore è un rapitore che senza permettergli di replicare gli lascia un indirizzo e gli dà mezz'ora per poter salvare l'ostaggio che si trova con loro e che si scopre essere una sua alunna. Il settimo racconto : In una rete di linee che s'intersecano s'apre con un soliloquio sugli specchi d'un uomo disonesto, ossessionato dalla paura d'essere rapito e allo stesso tempo rapito da se stesso, in una strana circostanza l'uomo si trova in una sala di specchi e sprofondando nella follia crede d'aver raggiunto la completezza dell'essere. Nell'ottavo racconto, Sul Tappeto di Foglie Illuminate dalla Luna, la trama è confusa, sappiamo quasi con certezza di trovarci in Giappone dove un ragazzo che segue un tirocinio a casa d'un professore, si innamora di sua figlia ma alla fine si ritrova ad avere un rapporto con la moglie del maestro che pur sorprendendolo non dice nulla forse con lo scopo di usare l'accaduto come ricatto per screditarlo agli occhi di altri docenti universitari. Il nono spezzone: Intorno a una Fossa Vuota è ambientato nell'america della metà dell'ottocento, dove un ragazzo, dopo la morte del padre, si ritrova a cercare la madre che non ha mai conosciuto, arrivato in un paese vicino, le storie che sente su suo padre si addensano fino a formare un ritratto di lui che il ragazzo non immaginava, prima che la storia s'interrompa, per una serie di coincidenze il ragazzo si trova a ripercorrere gli stessi passi del padre che aveva combattuto attorno a una fossa vuota uccidendo il suo rivale e assicurandosi la sopravvivenza. Il decimo racconto: Quale Storia Laggiù attende la Fine? È sicuramente il più profondo ed il più bello, racconta d'un uomo che decide di cancellare tutti gli elementi che lo infastidiscono nell'ambiente che lo circonda, dopo una serie di ragionamenti arriva alla conclusione che al mondo possono rimanere solo lui e la sua amata. Quel uomo può con facilità divenire metafora dell'autore tradizionale, quel «fantasma dai mille volti e senza volto», che dietro ogni libro «garantisce una verità a quel mondo di fantasmi e d'invenzioni» che fanno la letteratura e la rendono più vera del vero. L'ultimo titolo che và a posarsi in fondo ai dieci è l'ipotetica intestazione di una dei racconti delle mille e una notte: Chiede, desideroso d'ascoltare il racconto. I titoli letti in ordine vengono a formare l'inizio di un altro romanzo, che tutti giureremmo d'aver già letto.
Scrivere un romanzo fatto d'inizi è certo una scelta strana, ma è forse giustificata, se è vero che, come dice Calvino dalla bocca di Silas Flannery, scrittore di best sellers in crisi, 'la fascinazione romanzesca che si dà allo stato puro nelle prime frasi del primo capitolo di moltissimi romanzi non tarda a perdersi nel seguito della narrazione'. E' un romanzo di incipit, quindi, che però ha una finale ben definito. Ciò può sembrare un paradosso, ma del resto Calvino è sempre stato uno scrittore di paradossi, e quando lo leggiamo non dobbiamo stupirci troppo, perché è attraverso di essi che descrive la realtà. In 'Se una notte d'inverno un viaggiatore' questo processo è forse più faticoso, perché invece di uomini tagliati a metà e ragazzi che vivono su alberi, ci troviamo davanti a luoghi e situazioni che conosciamo e che fanno parte della vita quotidiana, capaci sicuramente di rendere il libro più avvincente.
E così, in questo «romanzo della teoria del romanzo», il Lettore che tradizionalmente ama le storie compiute, e che solitamente occupa la posizione terminale nella catena comunicativa, viene a trovarsi a immediato contatto con un anonimo Narratore, che lo chiama a farsi protagonista di una avventurosa lettura continuamente interrotta.
Dunque, la potenzialità riposta in ogni singolo testo di entrare in relazione con altri testi, non solo è implicitamente praticata da Calvino, il cui romanzo sembra richiamare molti altri libri. Ma è anche, realizzata e concretizzata, nella finzione narrativa, seppur involontariamente, dal Lettore protagonista. Questi, infatti, nella speranza di giungere alla storia completa, ogni volta rimane impigliato in frammenti di storie che continuano a rinviare l'uno all'altro, in una specie di labirinto.
L'ironia di Calvino non annienta totalmente il modo tradizionale di raccontare, bensì nella cornice, accorda al lettore reale il piacere, negato al Lettore con la L maiuscola, di una storia narrata fino in fondo. E nel modo più convenzionale lascia che, l'eroe, il Lettore, sposi l'eroina, la Lettrice.
Ma in realtà, Calvino non ritorna al racconto romanzesco: la storia che il lettore finisce di leggere nel letto matrimoniale è la sua storia, di lui che legge di come sta leggendo, ovvero: la storia del lettore che è letto.
E il romanzo di Calvino si fa così «metafora della letteratura».
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