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SCHEDA DI LETTURA
TITOLO E ANALISI DEL TITOLO
A ciascuno il suo
Il titolo del romanzo fa riferimento all' "UNICUIQUE SUUM" ritagliato dalla testata dell' Osservatore Romano per compilare una lettera minatoria spedita al farmacista di un piccolo paese siciliano. "Unicuique suum", in italiano "a ciascuno il suo"; questa breve frase si riferisce inoltre alla "cultura del silenzio", propria dei paesini siciliani, nei quali ognuno sa tutto di tutti, ma nessuno osa raccontare in giro i fatti degli altri.
ANNO DI PUBBLICAZIONE
Il romanzo è stato pubblicato nel 1966.
Come molti dei suoi romanzi di questo periodo il tema principale è la mafia e sul rapporto che questa ha con il potere. Un libro bene accolto dagli intellettuali e dal quale il regista Elio Petri ha tratto un film nel 1967.
VITA DELL' AUTORE
Leonardo Sciascia
È nato a Raclamuto, in provincia di Agrigento, nel 1921. Trasferitosi in seguito a Caltanisetta frequentò l' istituto magistrale e nel 1941 diventò maestro elementare; nel 1944 si sposò con una collega, dalla quale ebbe due figlie.
Nel 1948 la morte del fratello lasciò un profondo vuoto nell' anima dello scrittore.
Dal 1954 lavorò per due riviste d' arte: "Galleria" e "Quadri di Galleria".
Ha affrontato soprattutto il tema della mafia, che pur avendo radici nella sua terra è, secondo lui, un male che ormai colpisce l' intera società italiana.
I suoi scritti riguardano anche argomenti di critica letteraria come il saggio Pirandello e la Sicilia del1963 e d' indagine sociale e politica, come il dossier
L' affaire Moro del 1979, in cui Sciascia avanza un ipotesi sull' assassinio dell' onorevole Aldo Moro, esponente della Democrazia Cristiana. Del 1961 è invece il romanzo Il giorno della civetta, il romanzo sulla mafia che porterà a Sciascia la maggior parte della sua celebrità e dal quale il regista Damiano Damiani trasse un film. I suoi ultimi anni di vita furono segnati da una grave malattia che lo costringeva a continui spostamenti per ricevere le cure adeguate a Milano; egli muore nel 1989 a Palermo.
TRAMA DEL LIBRO
Nell' estate del 1964 un piccolo paesino siciliano viene sconvolto dall' uccisione di due uomini: il farmacista Manno e il dottor Roscio.
Due settimane prima del duplice omicidio il farmacista riceve una lettera minatoria : " Questa lettera è la tua condanna a morte, per quello che hai fatto morirai."; Manno, uomo onesto il cui unico interesse è la caccia, non ha nulla da temere e subito pensa ad uno scherzo causato dall' invidia degli altri cacciatori. Tutti gli uomini del paese vengono a sapere della minaccia che ha ricevuto Manno e quando arriva il maresciallo viene denunciata la lettera anonima.
Mentre il maresciallo esamina la prova in controluce, il professor Laurana vede emergere dal rovescio del foglio la scritta "UNICUIQUE", ma sorpreso viene allontanato.
Le indagini della polizia si basano sulla lettera di minaccia e su un mozzicone di un sigaro di marca Branca. All' inizio la polizia pensa che il movente del delitto sia passionale e cerca di scoprire le possibili relazioni del farmacista senza trovare nessuna conferma a questa supposizione.
Laurana, spinto da una curiosità puramente intellettuale, segue invece una pista diversa, basandosi proprio sull' "UNICUIQUE" che aveva notato la sera della consegna della lettera. Deduce che il ritaglio deve provenire dall' Osservatore Romano, quotidiano cattolico che ricevono solamente due persone in tutto il paese: il parroco di Sant' Anna e l' arciprete Rosello.
Egli si reca dapprima alla canonica di Sant' Anna e chiede al parroco se conserva le copie del giornale, con la scusa di ricercare un articolo su Manzoni pubblicato dall'Osservatore. Il parroco però gli dice che appena arriva il giornale lo passa al cappellano e quindi non ne ha nemmeno una copia. Laurana deduce allora che il ritaglio non può provenire dai giornali del parroco e insoddisfatto, con la solita scusa, si avvia dall' arciprete. Dopo aver letto l' Osservatore, l' arciprete Rosello, non lo conserva, ma lo passa alla cameriera, che lo adopera per accendere il fuoco o per incartare qualche pacco, e quindi non può essergli utile neanche lui. Gli fa scorrere una vecchia copia che aveva ritrovato tra la posta e mentre sfoglia il giornale il professore si incanta sull' "UNICUIQUE SUUM" della testata.
Ma Laurana pensa di aver completamente sbagliato strada, perché l' assassino potrebbe essersi impossessato del giornale casualmente, o potrebbe averlo acquistato di proposito per depistare le indagini, o magari era talmente abituato a leggere quel tipo di giornale, che neanche si era posto il problema di essere scoperto a causa delle parole che aveva ritagliato da quel particolare giornale.
Una sera al circolo del paese Laurana confida agli amici che i ritagli attaccati alla lettera di minaccia provengono dall' Osservatore Romano. Egli è curioso di vedere le facce dei sui compagni al momento della rivelazione, ma ottiene solo l' appoggio di Rosello, cugino della vedova Roscio, nelle indagini.
Il caso per Laurana subisce una svolta in settembre, quando incontra a Palermo un vecchio compagno di scuola, deputato comunista. Egli rivela a Laurana che Roscio, prima di essere ucciso, era stato a trovarlo a Roma per denunciare alla Camera le truffe di un notabile del suo paese molto importante, che addirittura teneva in mano l' intera provincia; il problema era però che il dottor Roscio non aveva specificato il nome dell' accusato.
Già che si trova a Palermo, Laurana, decide di andare a far visita al padre di Roscio. Il vecchio padre, oculista in pensione, per ironia della sorte, stava diventando cieco e viveva in solitudine ascoltando continuamente dischi che recitavano la Divina Commedia. Dall' incontro con il padre di Roscio, Laurana capisce che anche il vecchio si era accorto che il figlio da un po' di tempo stava cambiando, ma non ricordava da quando, ne tanto meno capiva il perché.
Laurana appena ritorna al paese comunica le novità all' avvocato Rosello che ne resta apparentemente stupito. Allora si rivolge nuovamente al parroco di Sant' Anna che gli dice che l' unico notabile che corrompe nel paese è proprio Rosello, ma il professore si rifiuta di crederci. Comincia comunque a sospettare dell' amico, ma al punto a cui è arrivato decide di lasciar perdere le indagini.
Un giorno Laurana si decide di provare a prendere la patente di guida, per raggiungere il lavoro e tornare a casa più comodamente; questa decisione ha per il professore un ruolo di grande fatalità.
Infatti salendo le scale del palazzo di giustizia si imbatte in Rosello, che stava scendendo le scale in compagnia dell' onorevole Abbello e di un' altra persona che si tiene sempre in disparte fumando gli stessi sigari che erano stati ritrovati sul luogo del delitto. A questo punto Laurana ricomincia le indagini e domanda a Rosello l' identità dell' altro accompagnatore, l' avvocato in modo molto confuso gli dice che innanzi tutto è un bravuomo e che forse abita a Montalmo, ma non è molto sicuro ". e così finì col bruciarsi le ali, Rosello, nella fiamma del sospetto di Laurana. .". Le supposizioni di Laurana trovano riscontro proprio a Montalmo, dove si reca con la scusa di far visita ad un vecchio compagno d' università.
Il vecchio amico si era dedicato all' archeologia e nel momento della visita non era in casa. Laurana parla allora con il fratello, il quale gli rivela che lo sconosciuto ha un nome, Raganà, ed è tutt' altro che un bravuomo ".uno di quei delinquenti incensurati, rispettati, intoccabili. .".
Qualche tempo dopo al circolo, come tutte le sere, gli uomini parlano di donne e quando Pecorilla fa una battuta sulle vedove si ritrovano a parlare di Luisa, la bellissima vedova Roscio. La domanda che si pongono è: si sarebbe risposata la donna? E se si, con chi? La questione viene sciolta da don Luigi Corvaia. il nuovo marito non può essere che il cugino, l' avvocato Rosello.
Il quadro dell' omicidio è ormai chiaro per Laurana: il colpevole è sicuramente Rosello: da quando gli aveva chiesto informazioni su quella persona che accompagnava l' onorevole Abbello, spesso lo evitava o faceva finta di non vederlo, a volte invece si comportava gentilmente e gli metteva a disposizione tutte le sue conoscenze. Rosello teme che Laurana possa rivelare le supposizioni, che ormai gli legge negli occhi, al maresciallo, ma questa non è certo l' intenzione del professore che non vuole affidare alla legge i colpevoli, ma risolvere l'omicidio per soddisfazione personale.
Il giorno dei santi, mentre accompagna la madre al cimitero, incontra Luisa e intuisce, dallo sguardo che gli lancia, una raccomandazione di silenzio. Il dubbio sul suo coinvolgimento nell' uccisione del marito si fa sempre più grande quando la madre gli rivela la relazione amorosa che avevano i due cugini in età adolescenziale e che lo zio arciprete disapprovava.
Pochi giorni dopo incontra sulla corriera per Palermo la bellissima vedova e si siede accanto a lei. Luisa gli confida i sospetti sul cugino e gli dice che sarebbe rimasta nel capoluogo per qualche giorno e compiere così delle indagini, chiedendogli inoltre il suo aiuto. Gli da appuntamento al caffè Romieres la sera seguente per discutere dei particolari scoperti e della linea d' azione da prendere. Laurana attratto da sempre dalla donna, gli giura il silenzio.
Ma all' appuntamento la vedova non si presenta e Laurana sta per ore ad aspettarla inutilmente. Alla fine se ne va con l' intenzione di parlare con lei il giorno seguente, pieno di paura per quello che potrebbe essere successo alla donna durante le indagini. Uscito dal caffè per recarsi alla stazione viene fermato da una macchina e riconosce nell' autista un compaesano di cui non ricorda il nome.
Gli offre un passaggio al paese ma non arriverà mai.
Laurano scompare misteriosamente e le indagini che si fanno non portano a niente. ". ma il professore giaceva sotto grave mora di rosticci, in una solfara abbandonata, a metà strada, in linea d' aria, tra il suo paese e il capoluogo. .".
L' anno successivo, durante la festa di Maria bambina, si festeggia il fidanzamento tra Luisa e il cugino Rosello e mentre al banchetto il parroco di Sant' Anna gusta prelibate delizie, nell' ufficio del notaio Pecorilla viene svelata la vera storia sull' omicidio del farmacista Manno e del dottor Roscio.
Roscio aveva scoperto la tresca tra la moglie e il cugino, quindi si era recato dall' arciprete minacciandolo che avrebbe consegnato a un suo amico deputato dei documenti riguardanti le truffe di Rosello, se non lo avesse allontanato subito dal paese. Venuto a sapere della questione, l' avvocato, si informa di come Roscio fosse venuto a sapere di quelle prove e scopre che il suo praticante un giorno lo aveva lasciato solo nel suo ufficio non sapendo della lite tra i due. Dopo ciò spedisce la lettera minatoria, naturalmente non direttamente a lui, ma al suo amico più intimo per depistare la polizia.
Tutti in paese sapevano il vero svolgimento della vicenda, solo Laurana lo ignorava e viene si compatito dagli amici, ma anche considerato un vero cretino!
PERSONAGGI
IL PROFESSOR LAURANA- è il protagonista. È un uomo di circa quarant' anni, non sposato , che vive ancora in casa con la madre. È professore di italiano e latino nel liceo classico di Palermo, dove tutte le mattine si reca con la corriera, visto che non possiede ne' una macchina ne' la patente per guidarla. È considerato dagli alunni un tipo curioso ma, bravo e dai genitori un tipo bravo, ma curioso.
Egli dopo il duplice omicidio che sconvolge il suo paese, si dedica alla risoluzione del caso, non per denunciare i colpevoli, ma per una soddisfazione personale spinta da una curiosità totalmente intellettuale e durante le sue indagini si invaghisce della bellissima vedova Roscio: Luisa.
È un uomo timido, gentile, deciso e irremovibile, onesto, ma a volte troppo ingenuo,ed è questa la causa della sua morte.
L' AVVOCATO ROSELLO- è nipote dell' arciprete e cugino della vedova Roscio.
All' inizio sembra voler collaborare con Laurana per risolvere il caso, di cui conosce benissimo l' epilogo.
È un uomo spregevole e molto ricco che nasconde una relazione con la cugina che finge di sposare solo per pietà dopo che è rimasta vedova.
LUISA, LA VEDIVA ROSCIO- molto bella, giovane, alta e slanciata, con i capelli scuri, è la figura della moglie ideale: splendida e religiosa. È però una donna ingannevole e falsa in quanto tradisce sia la fiducia del marito che quella di Laurana.
COMMENTO PERSONALE
Questo romanzo mi ha affascinato molto e invogliato sempre più alla sua lettura, nella scoperta di nuovi indizi per raggiungere la soluzione dell' omicidio insieme al protagonista.
La descrizione dei sentimenti dei personaggi è molto profonda e mi ha particolarmente colpito la figura del professor Laurana; egli a volte sembra eccitato dalle scoperte che riesce a fare, mentre rimane molto deluso nel sospettare l' amico Rosello. È l' unico che si pone la domanda della verità e scoprendo quello che c' era dietro le apparenze subisce la punizione massima per aver infranto le regole.
MESSAGGIO DELL' AUTORE
L' autore lancia un messaggio diretto contro la mafia, la vera protagonista di questo romanzo.
La politica , l' economia, l' amministrazione e i partiti politici vengono degradati dai personaggi e quindi dallo stesso autore.
Sullo sfondo sono sempre presenti l' analisi dell' animo siciliano, le considerazioni della vita e della morte, il mito della donna, l' omertà, il culto del silenzio.
Sciascia fa un quadro del paese e sottolinea l' inefficienza del suo sistema, in cui di ogni mistero criminale molti conoscono la soluzione, i colpevoli, ma mai i colpevoli vengono assicurati alla giustizia. E un paese può sopravvivere a tutto tranne che alla mancanza di giustizia, come afferma l' autore stesso.
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