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Italo Calvino(Santiago de Las Vegas 15.10.1923 - Siena 19.9.1985). Conseguita la licenza liceale (gli esami di maturità erano stati sospesi a causa della guerra), Calvino si iscrive alla Facoltà di Agraria dell'Università di Torino. Qui approfondisce la sua amicizia con l'ex compagno di liceo Eugenio Scalari, il quale risveglia in lui interessi culturali e politici ancora immaturi, ma esistenti. Italo comincia così ad identificare i suoi ideali in fatto di politica sempre più in quelli comunisti. Nel 1944 si unisce insieme al fratello alla seconda divisione di assalto "Garibaldi", che opera sulle Alpi Marittime, teatro per venti mesi di alcuni fra i più aspri scontri tra partigiani e nazifascisti. In seguito alla liberazione egli inizia a interessarsi alla stesura di racconti per numerosi periodici come L'Unità e, sotto l'esortazione di Cesare Pavese, diventato suo amico, scrive e pubblica il suo primo libro dai moduli neorealistici: "Il sentiero dei nidi di ragno".
In seguito Calvino passò a una trasfigurazione della realtà con allegorie paradossali e amare della società e della condizione umana per poi diventare una personalità attiva nel dibattito culturale e letterario ("Una pietra sopra", 1980; "Lezioni americane", 1989).
OPERE: "Il visconte dimezzato" (1952); "Il barone rampante" (1957); "Il cavaliere inesistente" (1959); "Marcovaldo" (1963); "Le cosmicomiche" (1965); "Ti con zero" (1968); "Le città invisibili" (1972); "Il castello dei destini incrociati" (1973); "Se una notte d'inverno un viaggiatore" (1979); "Palomar" (1983); "Sotto il sole giaguaro" (1986); "Prima che tu dica «pronto»" (1993). Curò una raccolta di favole popolari (Fiabe italiane, 1956).
-Pin
E' il protagonista del romanzo, un bambino orfano di entrambi i genitori, allevato dalla sorella, che però passa il suo tempo senza curarsi più di tanto di lui, intrattenendo soldati e altri uomini. La sua vita si svolge per le strade e all'osteria, nonostante abbia anche un lavoro di garzone da un ciabattino. Non ha amici come lui vorrebbe, infatti, i coetanei lo evitano per i rimproveri delle madri e i grandi si servono di lui per rallegrarsi un po'. Si sente in fondo escluso anche da loro, per via della loro inclinazione "alle armi e alle donne". Pin tende a nascondere la sua vera natura di bambino bisognoso d'affetto sotto l'ironia delle sue battute a volte cattive e sotto l'uso di un linguaggio volgare "da osteria" appunto. Nonostante l'apparenza Pin non comprende tutto, anzi è pieno di dubbi e di confusione, specialmente riguardo alla gente. Questo per via della sua personalità ancora in formazione e per la mancanza di una guida stabile (i genitori per es.). Le esperienze che compie lo mettono di fronte a una realtà di guerra, dura e cruda, che lui percepisce come quella dei "grandi", come l'unica (p.97 "pin non sa bene la differenza tra quando c'è la guerra e quando non c'è. Da quando è nato gli sembra d'aver sentito parlare sempre della guerra, soltanto i bombardamenti e i coprifuochi sono venuti dopo."). Esperienze come la morte (p.84), il tradimento (di Pelle e di sua sorella, dalla quale però se l'aspettava perché donna), la sua città deserta, distrutta dalle bombe e dai rastrellamenti, faranno però maturare Pin, che alla fine accetterà il Cugino, pur nella sua ambiguità di adulto, come Grande amico, un amico cui mostrare il sentiero. Fisicamente è descritto esile e con 'le lentiggini che gli divorano la faccia come uno sciame di vespe'. Sull'età vagamente si può approssimare ai dieci, dodici anni, perché è più piccolo di Lupo Rosso che ne ha 16, ma è abbastanza grande da essere un "balilla".
-Frick
E' un
marinaio tedesco e in Germania ha moglie e bambini. Ha però una relazione con
la sorella di Pin. Il rapporto con Pin prima del furto è scherzoso e il
marinaio gli porta spesso delle sigarette.
-Pietromagro
Incontriamo
Pietromagro in due momenti, prima come proprietario della calzoleria dove Pin
lavora, poi come prigioniero nel carcere fascista, dove Pin è rinchiuso. Nella
prima immagine Pietromagro appare come un uomo molto severo, duro nei confronti
di Pin, lo picchia e lo sgrida in continuazione a causa della sua svogliatezza.
Al contrario la seconda immagine fa apparire Pietromagro un uomo malato e
bisognoso di cure. Pin è dispiaciuto di non poterlo portare con sè nella sua
fuga.
-Mancino e Giglia
Mancino è il cuoco del distretto partigiano. E' un uomo anziano, tatuato ovunque, con un giubbotto da marinaio e con un cappuccio di pelo di coniglio sulla testa calva. Ha idee politiche ben precise e d estremiste. Giglia è la moglie di Mancino: è una donna molto bella e dagli occhi verdi "ancora giovane sebbene un po' sfiorita. E' la principale figura femminile del romanzo (oltre alla sorella che però "parla" solo alla fine") e Pin la considera spesso ipocrita, rappresenta in fondo l'idea che Pin ha delle donne in generale.
-Pelle
E' un ragazzo gracile, sempre raffreddato, con dei piccoli baffi sopra le labbra sbavate dall'arsura. Si vanta di conoscere ogni più piccolo nascondiglio del bosco; ha due passioni che lo 'divorano': le armi e le donne. Pelle alcune volte va in città e quando torna è sempre carico di armi: riesce a scoprire dove sono nascoste e rischia ogni volta di farsi prendere pur di aumentare il suo armamento. Non è un buon compagno; Pin di questo si è subito reso conto, prima di presentarsi ai partigiani. Pelle era, infatti, entrato nella Brigata Nera, solo per avere un mitra, pretendeva il diritto di proprietà su ogni arma che aveva procurato, non permettendo ai suoi compagni di usarle. Alla fine tradisce i compagni e dichiara tutti i nascondigli dei campi.
-Conte, Marchese, Duca e Barone
Sono quattro cognati calabresi: sono venuti dal paese per sposare quattro sorelle emigrate da quelle parti, e stanno sempre per conto loro sotto la guida di Duca che è il più anziano e si fa rispettare.
-Zena il lungo
E' detto 'berretta di legno' e 'labbra di bue': questi appellativi riflettono l'eccessiva pigrizia del personaggio; il genovese, infatti, passa giornate intere senza uscire dall'accampamento e sdraiato sul fieno legge un libro intitolato 'Supergiallo' al chiarore di un piccolo lume ad olio.
-Carabiniere
E' un
altro partigiano della Brigata del Dritto; il suo nome allude al precedente
mestiere da lui svolto.E' considerato più ignorante di Duca e più pigro di Zena
il Lungo. Fu suo padre ad arruolarlo nei Carabinieri, dopo aver visto che era
incapace come contadino.
-Il Dritto
E' un giovane molto magro, figlio di meridionali emigrati, con un finto sorriso sulle labbra, uno strano movimento delle narici e palpebre abbassate dalle lunghe ciglia. Di professione faceva il cameriere; a lui piaceva fare questo lavoro, ma avrebbe preferito stare tutto l'anno sdraiato al sole. Invece ha una furia che lo tiene sempre in moto e gli mette addosso una grande passione per le armi. Al comando di brigata hanno delle prevenzioni contro di lui, poiché sono arrivate informazioni poco buone sul suo conto dal comitato; nelle azioni di guerra, infatti, vuole sempre 'fare di testa sua' e ama molto comandare e poco dare l'esempio. Però, quando vuole, è molto coraggioso ed è per questo che gli hanno affidato quel distaccamento, su cui non si può fare gran affidamento e serve per tenere isolati degli uomini che potrebbero rovinare gli altri. Quando è venuto a saperlo, il Dritto si è sentito offeso e da quel momento passa le giornate sdraiato sul letto nel casolare, con le braccia sotto la testa e le lunghe ciglia abbassate sugli occhi. Egli accetta gli scherzi di Pin accennando a un sorriso; dice che il bambino è l'uomo più in gamba del distaccamento e che lui è malato e vuole ritirarsi affidando il comando del distretto a Pin. E' involontariamente lui la causa dell'incendio che distrugge il distaccamento, e contro di lui sono presi seri provvedimenti dal comandante Ferriera e dal commissario Kim.
-Cugino
E' descritto come una specie di orco terribile e
buono, un omone dai baffi spioventi e rossicci, occhi azzurri, sdentato e con
il naso un po' schiacciato. Porta uno strano cappello di lana con il bordo
ricamato ed un pon-pon in cima. La mano che ripetutamente tende a Pin è
grandissima, calda e soffice, sembra fatta di pane, eppure è capace di uccidere
senza incertezze.. E' una persona un po' scontrosa e solitaria; infatti, gira
spesso da solo, ma è generoso e coraggioso. Pensa fermamente che la causa della
guerra siano le donne e si lamenta sempre, sembra che lui solo sappia quanto la
guerra sia faticosa; Cugino è più noioso di Mancino quando si mette a
raccontare la sua storia sulle donne, ma si capisce che non vuole convincere
nessuno e si lagna per conto suo. Racconta di aver attraversato l'Albania, la
Grecia, la Francia e l'Africa e di aver fatto ottantatrè mesi di militare negli
alpini. Possiamo capire l'origine del suo odio per le donne quando lui, nel
raccontare la sua storia, dice di aver avuto una moglie che, mentre lui era in
guerra, lo tradiva con altri uomini ricevendo in cambio denaro. Cugino è un
uomo che preferisce restare amico di tutti, ma non parla mai dietro le spalle e
dice tutto senza peli sulla lingua. Pin si affeziona moltissimo a Cugino, sin
dal giorno del loro primo incontro e permette solo a lui di entrare in quel
luogo magico che è per lui il sentiero dei nidi di ragno.
-Rina, la sorella di Pin.
Detta la
'Nera di Carrugio Lungo' è una prostituta, che ha allevato Pin fin
dalla prima infanzia. Il letto nella camera era sempre sfatto, lasciava sempre
tutto in disordine e la donna non adempiva al suo dovere di tenere pulita e in
ordine l'abitazione.
Non è particolarmente amorevole nei confronti del fratello; spesso lo picchia e
non si cura mai di sapere dove sia durante la giornata, mentre la sera, quando
lei riceve i suoi clienti, non si accorge quasi se il bambino sia o no in casa.
Caratterialmente si dimostra egoista; tiene, infatti, per sè tutta la stanza e
il letto, lasciando per Pin un misero sgabuzzino in cui dormire. E'
opportunista; dopo la fuga del fratello sarà vista al braccio di un soldato
tedesco, per essere al sicuro dalle retate fasciste (che decimavano gli
abitanti della città) e per condurre una vita agiata, in una dimora più comoda
(l'albergo) e con dei bei vestiti (lo stesso Pin, saputo ciò, se la figura con
addosso una bella vestaglia di seta azzurra). Inoltre è falsa; pur picchiando
spesso senza motivo il bambino, quando durante l'interrogatorio i soldati
fascisti alzano su di lui le mani, lei scoppia a piangere.
-Lupo Rosso.
E' un
giovane partigiano di sedici anni noto per le sue scorrerie e per i colpi che
fa incassare ai fascisti. E' di idee comuniste, o meglio, come tiene a
precisare, leninista.
Prima di entrare nella brigata del Biondo, ha lavorato come meccanico alla
Todt, per imparare come funzionassero le armi da fuoco, da sempre sua grande
passione. Cambia identità dopo l'esplosione di un ponte della ferrovia in cui
non si sa più niente del meccanico; da allora diventa per tutti Lupo Rosso. E'
lui stesso a raccontare la ragione del suo nome: 'Quando il commissario mi
ha detto che Ghepeù non andava bene, io gli ho chiesto come mi potevo chiamare
e lui mi detto: 'Chiamati Lupo'. Allora io gli ho detto: 'Voglio
un nome con qualcosa di rosso perché il lupo è un animale fascista'. Lui
mi ha detto: 'Chiamati Lupo Rosso'. E' l'unico personaggio di cui è
detta l'età anagrafica; fisicamente ci è detto che Lupo Rosso è un ragazzo grande
e grosso, con la faccia livida e i capelli rasi sotto un cappello a visiera.
-Il commissario Kim
A lui è dedicato il libro e un intero capitolo lo vede al centro della narrazione. E' un intellettuale, uno studente di medicina con il progetto di diventare psichiatra: tutto infatti per lui deve essere logico, negli uomini così come nella storia. Per il suo enorme bisogno di sicurezza sulle cause e sugli effetti e di logica ha scelto la facoltà di medicina, perché la spiegazione di tutto sta nelle cellule in moto e non nella filosofia. Tuttavia è pieno di umanità: si nota da come parla agli uomini della brigata, con un tono in cui si può notare quasi una punta di affetto. E anche da come spiega, o tenta di spiegare, a Ferriera quel furore che è in tutti noi, innato, per cui tutti combattono, dai fascisti, ai partigiani, agli intellettuali, agli operai, ai contadini. Inoltre, benché nel parlare con gli uomini si dimostri chiaro e logico, quando è solo i fatti gli appaiono misteriosi e magici, la vita umana miracolosa; inoltre non si sente sereno, forse perché non sa di preciso che cosa vuole, perché combatte, mentre capisce appieno per che cosa combatte ciascuno degli uomini del Dritto, perché combatte Pin, perché combatte Pelle, persino perché combatte Ferriera. Il nome di battaglia del personaggio, Kim, è quello del protagonista dall'omonimo romanzo di Kipling.
-Gli
uomini dell'osteria. Sono degli uomini non più molto giovani che si radunano
ogni giorno in questo luogo per trascorrere il tempo; sono privi di moralità e
si divertono ad ascoltare Pin e i suoi pettegolezzi sulla gente del luogo.
Riassunto della vicenda
Pin è un ragazzo orfano che vive con la sorella nel "quartiere" di Carrugio Lungo. Mentre lei intrattiene molti uomini nella sua stanza Pin passa le giornate in strada o all'osteria. Proprio all'osteria gli è "ordinato" da alcuni uomini, gli Amici dell'osteria, di rubare la pistola al marinaio tedesco che frequenta sua sorella. La notte successiva Pin approfitta ruba effettivamente la pistola ma una volta all'osteria si rende conto che ai "grandi" non interessa più quel furto e decide di tenere l'arma nascondendola in un posto sicuro, nel posto più sicuro. che solo lui conosce. quel posto magico dove i ragni fanno il nido. E' poi scoperto e, accusato del furto, è incarcerato e picchiato (l'arma non viene però ritrovata). In carcere conosce Lupo Rosso, ragazzo partigiano, da tutti conosciuto, temuto e stimato e insieme a lui fugge uccidendo una sentinella. Perde però le sue tracce poco dopo e si ritrova sperduto in mezzo alla campagna. Per caso incontra Cugino, anch'egli partigiano con il quale trascorre un paio di giornate camminando verso una destinazione a Pin ignota. Giungono finalmente al campo base dei partigiani della zona e si imbattono nel cuoco, Mancino, accompagnato dal fidato e ammaestrato corvo, Beubeuf. Poco più tardi conosce anche la moglie di Mancino, Giglia e gli altri compagni che tornano dalla battaglia. Passa il tempo e Pin si inserisce perfettamente nella vita del villaggio con la mansione di aiuto-cuoco. Un giorno però, per una distrazione del comandante Dritto il campo va a fuoco e tutto il gruppo è costretto a rifugiarsi da un'altra parte. Arriva il giorno della "grande battaglia", alla quale Pin assiste da molto lontano, sentendone soltanto i rumori, rimasto al campo con Dritto, troppo "malato" e Giglia. Al ritorno degli altri, per un'eccessiva ironia nei confronti della "nuova coppia Dritto-Giglia", Pin è allontanato dal campo. e si ritrova così nuovamente solo, rattristato anche dal fatto di non aver ritrovato la sua pistola dove l'aveva sotterrata. Improvvisamente passa a trovare la sorella e recupera la pistola, che Pelle le aveva regalato. quindi se ne va e incontra Cugino, che inizialmente gli chiede di sua sorella. ma poi se ne pente e ritorna a vedere con Pin quel luogo magico dove "ogni volta si compie un incantesimo", dove i ragni fanno il nido. Finalmente Pin ha trovato il Grande Amico.
Ciò che in questo libro più mi ha colpito è la difficoltà e le esperienze che deve fare prematuramente il protagonista per riuscire a trovare il tanto agognato amico. Uno spunto di riflessione lo dà anche la scarsa importanza di un argomento come i nidi di ragno su cui si forma poi questa amicizia, a dimostrazione che un'amicizia può nascere, più che da comuni interessi, dalla sintonia presente tra due persone.
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