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Romanzieri russi dell'ottocento




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ROMANZIERI RUSSI DELL'OTTOCENTO


L'impero russo si presentava in condizioni politiche, socaili ed economiche particolarmente arretrate; domaniato dal potere assoluto degli zar, non aveva una classe borghese ne un'imprenditoria che si affiancasse all'economia agricola e alla servitù della gleba. Alessandro I (1808) alimenta le speranze con riforme liberali; sotto il suo regno sono vivaci i fermenti sociali e culturali, ma l'atteggiamento conservatore dello zar si fa sentire nel momento in cui soffoca l'insurrezione del dicmbre 1825. Nicola I, rispose con una ricca produzione letterario, soprattutto poetica. Alessandro II avviò un programma di riforme sociopolitiche che culminarono con l'abolizione della schiavitù della gleba. L'affermazione del realismo, a cui seguiranno gli eccellenti romanzi russi, inizia intorno alla metà del XIX secolo.

La letteratura si lega con alcuni eventi storici di rilievo sociale, come la caduta di Nicola I o le riforme di Alessandro II.

Il primo "realista" russo fu Gogol', che congiunge alla sua predisposizione per il reale un'inclinazione fantastica, approdando ad esiti drammatici o satirici e grotteschi.

Gončarov, esponente di una ricca famiglia di commercianti, nel suo romanzo "Oblomov" racconta le vicende di un pigro, inetto, sognatore proprietario terriero vicino al fallimento: la vicenda è raccontata con stile lento, minuzioso ed ironico, dotato di finezza psicologica.

Turgenev, figlio di un nobile in miseria e di una proprietaria terriera, è il primo ad essere tradoto. Viaggia molto in Europa e per questo motivo è indicato come il più vicino al mondo occidentale. Nonostante questo i suoi testi trattano comunque della realtà russa, interpretandone le ragioni progressiste e riformiste. Esordisce come poeta romantico, ma la sua vena realistica scaturisce già nei primi racconti (Memorie di un cacciatore, 1852). La sua descrizione della campagna russa fu talmente realistica e di successo che si dice che lo zar Alessandro II ne trasse spunto per le sue riforme. In "Padri e figli" espone un ritratto mobile e partecipe della Russia ottocentesca.


LEV TOLSTOJ

Nasce nel 1828 da una famiglia nobile nella tenuta di Jasnaja Poljana, dove trascorre l'infanzia e parte dell'adolescenza. Dopo gli studi universitari, cerca di risolvere le sue esigenze spirituali avviando esperimenti di rinnovamento delle condizioni di vita dei proprio contadini e poi frequentando la società intellettuale di Mosca e Pietroburgo. Insoddisfatto da questo, partecipa alla vita militare, prendendo parte alle campagne in Crimea e nel Caucaso. Dopo il matrimonio (1862), mette mano ai suoi capolavori narrativi. Intorno al 1876 il ritorno dell'irrequietezza giovanile, lo porta ad una conversione, in cui prende drastiche posizioni contro la chiesa, lo stato, la guerra, la pena di morte, la proprietà privata. Anche la sua scrittura si concentra su opere di carattere religioso e morale. Negli ultimi anni di vita, il disaccordo con la moglie ed i numerosi figli per motivi ideologici ed economici lo porta a fuggire di casa (è pluri ottantenne) e a morire nella stazione di Astapovo (1910).

Le opere 

Oltre al diario, le opere si distinguono in due principali gruppi: quelle che ricordano l'esperienza della guerra (Racconti di Sebastopoli e I cosacchi) e quelle scritte nella tranquillità casalinga, dopo il matrimonio. Tra queste ultime va ricodata "Guerra e pace". Dopo un lungo silenzio creativo, in cui è assorbito dai problemi familiari e dalgi interessi pedagogici, Tolstoj torna alla scrittura con un altro lungo romanzo, "Anna Karenina"; è la storia di una giovane donna e del suo tragico amore che poi culminerà col suo suicidio. Dopo la "conversione" Tolstoj si occupa di romanzi più introspettivi, in cui l'aspetto psicologico supera anche quello religioso.

Caratteri generali del romanzo tolstojano

La sua produzione ha un'energia giustamente definita "titanica" e presenta una molteplicità estrema di figure, punti di vista e valutazioni. Egli presenta il quadro della Russia zarista, dando spazio appunto a tutti i suoi personaggi. Testimonia il periodo di passaggio dallo zar Nicola I e Alessandro II che danno vita a riforme (presenti anche nel romanzo). Pur essendo aristocratico da sempre ascolto a tutte le classi. Il romanzo di Tolstoj assume un andamento prettamente epico, dove domina però un incisivo realismo. Ovunque tuttavia si irradia il punto di vista dell'autore; questo è dovuto soprattutto ad una grande capacità di sintesi. Il realismo dell'autore si manifesta nei dati esterni, dove il gusto per la precisione non rallenta il ritmo narrativo, sia nel talento psicologico, grazie al quale tanto i personaggi di primo piano quanto le numerosissime comparse sono magistralmente tratteggiati.

In Tolstoj, prima e dopo la crisi, la natura appare incorrotta e armoniosa e si scontra con la cultura, la civiltà e la storia, percepite come forze estranee all'uomo, che si realizza al meglio nel nucleo famigliare e nell'ambiente naturale. A questa tematica si connette l'opposizione città-campagna, il rifiuto per l'alta società, per i raffinati e vacui ambienti mondani, per la civiltà moderna.


FËDOR DOSTOEVSKIJ

Nasce a Mosca nel 1821 e ha un'esistenza inquieta e tempestosa. La sua infanzia è segnata dalla morte della madre e successivamente da quella del padre, assassinato da tre contadini. Dopo gli studi di ingegneria, tenta la carriera militare, che lascia perché attratto dalla letteratura. "Povera gente" è il suo primo romanzo e desta particolare attenzione; entra a far parte di un circolo socialista che lo porta all'arresto e alla condanna a morte. Appena prima dell'esecuzione, però, vede tramutarsi la pena in quattro anni di lavori forzati in Siberia, che lo segnano profondamente. Tornato in patria si sposa e si trasferisce a Pietroburgo. Sempre più tormentato dal problema religioso, sogna un nuovo cristianesimo slavo e si batta ad oltranza per la civilizzazione occidentale e crea con il fratello una rivista su questo argomento, poi soppressa dalla censura. Dopo la morte della moglie, viaggia lungamente all'estero e si ricopre di debiti di gioco, risultando così sempre + prossimo al dissesto economico. Già malato di tisi, lavoro al suo ultimo romanzo "I fratelli Karamazov" e muore nel 1881.

Le opere

I romanzi di Dostoevskij si basano in larga misura sulle sue esperienze di vita. Il suo primo romanzo "Povera gente", è incentrato sul conflitto tra tradizioni sociali misere (è ambientato negli squallidi ambienti di Pietroburgo) e delicate vicende sentimentali. "Il sosia", racconta un delirante sdoppiamento che termina nella pazzia. "Memorie di una casa di morti" ricorda le esperienze vissute in Siberia. "Umiliati ed offesi", presenta un'umanità dolente alla ricerca del senso della propria esistenza. "Il giocatore", riflette la divorante passione per il gioco. "Delitto e castigo", "L'idiota","I demoni" "I fratelli Karamazov".

Caratteri generali del romanzo di Dostoevskij

Realizza il modello tragico e dramattico del romanzo, che la tradizione europea, di taglio realista e razionale, aveva accantonato. Dostoevskij fu da giovanissimo attratto dal teatro. Le strutture e l'invenzione di Dostoevskij romanziere si concentrano intorno all'azione drammatica, un'azione violenta, intensa. Componeva in modo febbrile, con estrema rapidità e il suo stile riflette dinamicità e tensione, contrariamente a quello sereno e pacato di Tolstoj.

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