Robinson crusoe
Il brano "La
partenza di Robinson", tratto dal celebre romanzo "Robinson Crusoe" dello
scrittore inglese Daniel Defoe, narra la partenza del protagonista Robinson. Il
personaggio parla in prima persona,
l'autore compie questa scelta per fare entrare meglio il lettore nella
vicenda, e racconta della sua persona, della sua famiglia e della sua
condizione sociale. I suoi genitori avevano sempre pensato per lui, sin da
piccolo, una carriera come legale della sua città di York, ma la sua grande
passione era quella di viaggiare per il mondo. I genitori e specialmente il
padre cercavano spesso con discorsi a convincere Robinson di lasciare stare
l'idea di viaggiare e di incominciare a intraprendere il lavoro scelto per lui.
Un giorno il padre lo convoca nel sua stanza e
gli fa un discorso sulla classe borghese e dei privilegi che gode ad non essere
soggetta alla schiavitù dell'orgoglio dei nobili e che non è esposta ai soprusi
che vengono commessi verso i poveri e i miserabili. Ma neanche questo discorso
convinse del tutto Robinson che qualche giorno dopo partì di nascosto da che qualche giorno dopo partì di nascosto da
York per partire insieme ad un suo amico.
Questo brano
dimostra le difficili comprensioni tra figli e genitori che anche a quel tempo
esistevano. L'opera fa parte del romanzo borghese cioè quel tipo di romanzo che
apriva la letteratura anche verso i borghesi e non solo verso i nobili cm
faceva per esempio il romanzo cavalleresco di Tristano e Isotta che era
destinato ad un pubblico nobile. Questo libro invece e destinato ad una parte
più ampia della società. Robinson Crusoe presenta, sotto forma di memoria
autobiografica le esperienze di un personaggio che, rifiuta la condizione media
di vita che l'ambiente sociale può offrirgli per scoprire nuovi orizzonti. Il
protagonista ha perciò in sé requisiti indispensabili per divenire uno dei
grandi miti ed eroi dell'epoca mondiale: è un uomo comune, in cui c si può
identificare e la sua vicenda intrisa di momenti difficili esalta il personaggio
che è sempre capace di ingegnarsi e riesce sempre a superare i momenti
difficili.
Per quanto
riguardo la forma di diario può ricordare vagamente il romanzo "La coscienza di
Zeno" scritto da Italo Svevo molti anni dopo. Robinson incappa in un naufragio
dove sarà l'unico a salvarsi di tutto l'equipaggio e rimarrà solo su un isola
deserta per molto tempo. Sentendosi solo sente il bisogno e la necessità di
scrivere un diario e un autobiografia su cui scrivere le proprie emozioni e le
proprie esperienze sull'isola per cercare di ingannare la solitudine che regna
su un'isola deserta.