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NEOCLASSICISMO
Assai meno rigorosamente teorizzata rispetto alla scultura (anche per la scarsa disponibilità di reperti pittorici antichi), la pittura neoclassica presenta aspetti assai vari e complessi: da un lato appare strettamente legata alla scultura, non solo per l'adozione degli stessi modelli (le statue e i rilievi greco-romani, le figurazioni delle ceramiche antiche) ma anche per il riferimento allo stesso principio informatore, quello del 'disegno', elemento squisitamente mentale e razionalizzante; dall'altro l'esistenza di una lunga tradizione classicista ampliò il campo teorico all'assunzione di modelli canonici come Raffaello e Poussin, mentre le maggiori possibilità espressive insite nel mezzo pittorico diedero vita a manifestazioni differenziate, dal quadro storico al ritratto, al paesaggio, al repertorio di genere. D'altronde proprio nel campo della pittura appaiono con maggiore evidenza le complessità della cultura neo-classica, negli agganci alle contemporanee poetiche preromantiche, di modo che personalità e momenti sono difficilmente definibili entro precise etichette. Se infatti fu una sostanza etica e civile ad animare l'attività di J.-L. David, pittore della Rivoluzione prima, dell'epopea napoleonica poi, diversa fu l'interpretazione che della stessa temperie storica offrì un altro pittore napoleonico, l'italiano A. Appiani, meno rigorosamente storica e più celebrativa; e diversa ancora la 'cronaca' delle campagne napoleoniche narrata da A.-J. Gros con impeto e slancio partecipativo del tutto preromanici; così come è impossibile definire in modo unilaterale la personalità di un artista 'disimpegnato' come J.-A.-D. Ingres, maestro dell'arte pura, per il quale il disegno era 'la probità dell'arte', né classico né romantico, e che tuttavia è stato presenza fondamentale per momenti culturali diversi, dal purismo allo stile troubadour, al romanticismo storico. Non meraviglia inoltre che i Paesi in cui più vive e precoci furono le tendenze preromantiche, come l'Inghilterra e la Germania, non abbiano dato vita a fenomeni pittorici rapportabili in senso proprio allo stile neoclassico.
DAVID
pittore francese (Parigi 1748-Bruxelles 1825). Fu allievo di J.-M. Vien, mediocre paesaggista di gusto classicheggiante, e con lui si recò a Roma nel 1775, anno in cui vinse il Prix de Rome con il dipinto Gli amori di Antioco e Stratonice che gli era stato rifiutato negli anni precedenti. A Roma ebbe interesse per la pittura bolognese dei Carracci, del Reni e del Domenichino, ma fu attratto soprattutto dalla scultura antica. Dopo lunghi studi e disegni di monumenti del passato maturò quello stile neoclassico che doveva contraddistinguere tutta la sua opera. Nel 1779 dipinse a Roma I funerali di Patroclo(Dublino, National Gallery of Ireland) che espose al suo rientro in Francia al Salon del 1781 e del quale restano due disegni preparatori (Louvre, Cabinet des Dessins e Musée d'Honfleur). Nello stesso anno presentò altri due capolavori come il Ritratto del Conte Stanislas Potocki(Varsavia, Museo Nazionale) e il Belisario(Lille, Musée des Beaux-Arts). Al 1783 risale il Compianto di Andromaca sul corpo di Ettore(Parigi, Ècole Nationale des Beaux-Arts), quadro che gli assicurò la nomina di accademico. La morte di Socrate(New York, Metropolitan Museum) fu esposto al Salon del 1787 e Paride ed Elena(Parigi, Louvre) a quello del 1789. Il dipinto Littori che riportano a Bruto i corpi dei suoi figli perché siano sepolti(Parigi, Louvre) fu esposto nel 1789 mentre si dava l'assalto alla Bastiglia e, nonostante l'argomento di storia romana, celava le intenzioni libertarie di D., tanto che la Corte tentò di impedirne l'esposizione. Amico di Robespierre, durante la Rivoluzione partecipò attivamente alla vita pubblica, diventando deputato della Convenzione e membro del Comitato di Salute Pubblica. Nel 1790 i giacobini gli chiesero di dipingere Il giuramento della Pallacorda(Parigi, Versailles), ma l'opera non fu mai terminata e ne resta soltanto il bozzetto. Nel Marat assassinato(1793, Bruxelles, Musées Royaux des Beaux-Arts) D. affrontò nuovamente un tema di storia contemporanea ritraendo la scena con crudo realismo. Alla caduta di Robespierre venne arrestato e imprigionato; liberato nel dicembre del 1794, fu nuovamente incarcerato nel maggio del 1795 per essere definitivamente amnistiato nell'ottobre dello stesso anno. Nel 1799 portò a termine il dipinto Le Sabine(Parigi, Louvre), opera costruita secondo i canoni del bello ideale, quasi un manifesto del neoclassicismo, che espose al Salon per quattro anni di seguito. Quando Napoleone salì al potere D. gli fu al fianco e nel 1804 diventò suo primo pittore, esaltandone l'epopea coi suoi dipinti. Nel 1800 fece il primo ritratto di Bonaparte nel Napoleone varca le Alpi al Gran San Bernardo(Malmaison, Musée National) e in seguito l'imperatore gli ordinò quattro immense tele delle quali vennero eseguite solo due: la Consacrazione di Napoleone(1805-07; Parigi, Louvre) e La distribuzione delle Aquile(1810; Versailles, Museo); oltre al bozzetto dell' Ingresso di Napoleone all'Hôtel de Ville (1805, Parigi, Louvre, Cabinet des Dessins). La prima, dove ogni personaggio e ogni particolare sono trattati con meticolosa cura allo scopo di esaltare con fasto grandioso l'avvenimento, è un capolavoro della pittura a soggetto storico di David. L'artista dipinse anche numerosi ritratti, eccellenti per la fine indagine psicologica e per la grazia della composizione ( Madame Récamier; M. et Mme Sériziat; Pio VII, tutti al Louvre). La sua attività pittorica si intersecò con gli incarichi ufficiali; nel suo atelier passarono allievi come Ingres, Gros, Gérard, Girodet. Con la caduta di Napoleone e il ritorno dei Borbone D. fu costretto ad andare in esilio e si stabilì a Bruxelles, dove restò fino alla morte.
TURNER
pittore inglese (Londra 1775-1851). Frequentati i corsi delle Royal Academy Schools, dal 1791 compì una lunga serie di viaggi, dapprima in Gran Bretagna, in seguito in Svizzera (1802) e in Italia (1819, poi nuovamente nel 1835 e 1840), dove i soggiorni a Venezia e l'esperienza dell'intensa luminosità dell'atmosfera furono determinanti per la definizione della sua visione. La formazione di T., oltre che sullo stile di J. R. Cozens, da cui derivò una visione più lirica che oggettiva della natura, si compì attraverso un attento studio dei paesisti olandesi e italiani, e soprattutto dei francesi Poussin e C. Lorrain. Di breve durata fu l'interesse dell'artista per i soggetti storici ( La morte di Nelson, 1808, Londra, Tate Gallery), mentre si dedicò maggiormente al paesaggio storico-mitologico ( Ulisse che deride Polifemo, 1829, Londra, National Gallery) e soprattutto al paesaggio puro, soggetto prediletto della sua crescente sapienza visiva e tecnica (notevole la serie di vedute londinesi, tra cui Mattinata di brina, 1813, e Richmond Hill, 1819, entrambe alla Tate Gallery di Londra). Nell'arco della produzione di T. si può osservare una precisa evoluzione, dalle giovanili vedute caratterizzate dall'impianto classicheggiante, ma nelle quali già si nota l'attenzione alla resa degli effetti luministici, alle opere pienamente romantiche della maturità, dall'atmosfera vibrante e rarefatta, dove la luce e il colore, sfumando i contorni, si accendono nell'aria con infiniti e suggestivi riflessi ( L'incendio del palazzo del Parlamento, 1835, Cleveland, Museum of Art; Tempesta di neve , 1842, Londra, National Gallery). Nell'ultima fase i suoi modi compositi si fecero più complessi, con audaci prospettive e movimenti a spirale della composizione, i cui protagonisti sono i colori e la luce ( Pioggia, vapore e velocità, 1844, Londra, National Gallery). Della sua intensa attività di incisore va ricordato il Liber studiorum(1807-19), ispirato al Liber veritatis del Lorrain.
BLAKE
poeta, incisore e pittore inglese (Londra 1757-1827). Spirito ribelle, inquieto, visionario, è il più immediato precursore del romanticismo inglese. Subì l'influsso dello svedese E. Swedenborg e del tedesco J. Boehme, dai quali mutuò la concezione di una mistica corrispondenza tra il cosmo e l'uomo. Anche la Bibbia, nella traduzione di Lowth (1778), in prosa ritmica, ebbe un profondo influsso su B., in particolare sul suo stile. Nella sua prima opera, i Poetical Sketches(1783; Schizzi poetici), già si rivela una musa personale nel tono, fresco e gioioso, e nelle innovazioni metriche e tematiche. La libertà della prosodia si accompagna nei Songs of Innocence(1789; Canti dell'innocenza) a un'ineguagliata felicità poetica. A queste liriche si affiancano, contrastando per l'atmosfera cupa, greve di mistero e di senso del male, i Songs of Experience(1794; Canti dell'esperienza) che sono anche espressione di ribellione contro le leggi morali. Fra gli uni e gli altri Songs, a rivelare il mutamento che maturava nella visione del poeta, si registra Marriage of Heaven and Hell(1790; Matrimonio del Cielo e dell'Inferno), operetta in prosa, nella quale B. si sforza di trovare una sintesi armonica tra le antinomie della vita. Il poeta manifestò la propria simpatia per le rivoluzioni americana e francese, scrivendo le due 'profezie' America(1793) e Europe(1794), sotto l'influsso di Paine, Godwin e la Wollstonecraft; rivoluzioni che celebrò perché gli apparivano come episodi di cosmici sconvolgimenti che avrebbero condotto al trionfo finale della libertà e delle aspirazioni individuali. A queste opere seguirono i 'libri profetici' The Book of Urizen(1794), The Book of Ahania(1795), The Book of Los(1795), Milton(1804), Jerusalem(1804): in essi si sprigionano le intuizioni morali e le visioni di Blake. Con The Four Zoas(1795-1804; I quattro Zoa) B., che aveva attribuito alle forze solitarie dell'uomo la capacità di liberarsi dalla tirannia della ragione e della legge morale, ritornò a vedere l'opera di Dio e di Satana interferire con le azioni degli uomini. La poesia di B. trovò i suoi primi ammiratori nei preraffaelliti e ha esercitato un influsso reale sulla letteratura del Novecento: su W. B. Yeats, D. Thomas, J. Joyce, A. Gide, G. Ungaretti e A. Ginsberg. Come artista, compì l'apprendistato di incisore presso J. Basire, poi continuò a studiare all'Accademia Reale, dove conobbe J. H. Mortimer e H. Füssli, le cui opere costituiscono il precedente del lato fantastico e visionario della sua arte. Ammiratore dell'arte gotica, B. ebbe vivo il culto di Michelangelo. Nel 1784 aprì una calcografia dove non solo stampava, ma illustrava opere proprie e altrui. Famose sono le illustrazioni all'acquerello per la Divina Commedia(Londra, Tate Gallery) . Sono inoltre da ricordare, oltre al quadro I pellegrini di Canterbury(1809); le illustrazioni al Libro di Giobbe e ai Pensieri notturni di Young.
CONSTABLE
pittore inglese (East Bergholt, Suffolk, 1776-Londra 1837). Educatosi alla pittura sui quadri di Wilson e di Gainsborough, nel 1799 si trasferì a Londra per frequentare i corsi di pittura dell'Accademia Reale. Ebbe interesse per la pittura olandese di paesaggio e studiò, come altri artisti inglesi del tempo, le opere di Claude Lorrain. Successivamente (1802) si dedicò a riprendere dal vero, in schizzi a olio, vedute che poi sviluppava nello studio . Intimamente portato a questo tema, predilesse quelle delle campagne di East Bergholt e di Dedham, dove amò soggiornare per cogliere del paesaggio le variazioni di luce e i diversi effetti tonali; diede vita così a una pittura rapida, che rende l'immediatezza della visione attraverso tocchi e macchie di colore e prelude all'arte degli impressionisti . C. non raccolse però, durante la sua vita, vasti consensi da parte del pubblico inglese , mentre in Francia fu molto ammirato, specialmente dai pittori di Barbizon e da E. Delacroix, ed esercitò una notevole influenza sul rinnovamento della pittura francese; il suo Carro di fieno(1821, Londra, National Gallery), esposto al Salon di Parigi del 1824, suscitò grande impressione e fu premiato con una medaglia d'oro. Tra le numerose opere sono da ricordare La cattedrale di Salisbury(1823), soggetto che l'artista amò ripetere (Londra, Tate Gallery e Victoria and Albert Museum) , il Campo di grano(1826) e la Fattoria della valle(1835), entrambi nella National Gallery di Londra, Il mulino e il castello di Arundel(Toledo, Ohio, Museum of Art), cui l'artista ancora attendeva quando lo colse la morte. Notevoli del grande paesaggista inglese, contemporaneo di Turner, sono gli schizzi a olio, 95 dei quali sono conservati in una raccolta al Victoria and Albert Museum di Londra. In queste impressioni immediate, il linguaggio del pittore appare ancora più libero e sciolto e la tavolozza gioca su infinite gradazioni di toni e sfumature.
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