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L'ORIGINE DEL LINGUAGGIO
La ricerca di universali può spingere, oltre alla classificazione tipologica di cui sopra, a nutrire l'idea di un'origine comune delle lingue (monogenesi).
In assenza di alcuna traccia storica che confermi l'ipotesi, le congetture sono state tra le più varie.
Oggi quella più accolta vuole che la culla del linguaggio articolato sia stata l'Africa, almeno 50.000 anni fa (all'inizio del Neolitico) o forse di più. Ciò che rende diverso il nostro linguaggio da quello dei primati, o di altri animali in genere, è la sua articolazione in parti. Teorie ipotizzano addirittura che l'Homo Sapiens abbia soppiantato l'uomo di Neanderthal perché, a differenza di quest'ultimo, egli possedeva un primordiale linguaggio articolato.
La Bibbia: origine
La mitologia ci offre molte più informazioni riguardo la nascita del linguaggio, a partire dalla Genesi biblica.
Alla creazione di Adamo, Dio gli fa sfilare davanti gli animali e gli chiede di assegnare a ciascuno di essi un nome. La lingua nasce quindi in quanto determinazione del lessico, come strumento per etichettare gli oggetti esterni.
Dio addormenta Adamo, gli toglie una costola e da questa crea la donna, Eva. Al suo risveglio Adamo le parla in ebraico: «Questa volta essa è carne dalla mia carne e ossa dalle mie ossa.».
La frase presenta processi grammaticali quali forme flesse e preposizioni.
E ancora: «La si chiamerà donna (in ebraico isha) perché dall'uomo (ish) è stata tolta» descrivendo chiaramente il processo di affissazione per specificare il genere.
La Genesi descrive il passaggio dalla formazione del lessico all'utilizzo della grammatica, che è esattamente il modo in cui gli studiosi al giorno d'oggi pensano si sia sviluppato il linguaggio.
La Bibbia:moltiplicazione
La Bibbia narra, sotto forma del mito della torre di Babele (o Babilonia), anche il processo di moltiplicazione delle lingue. L'impero babilonese era multietnico, vi si parlavano numerose lingue, sia quelle dei popoli assoggettati, sia quelle di persone (seppure in numero esiguo) arrivate da altri paesi per lavorarvi. Il popolo ebraico era d'altro canto unitario e nomade, per cui venendo a contatto con una realtà così multirazziale e progredita come quella dei babilonesi (basti pensare alle ziqqurat, imponenti tronchi di piramide alti decine di metri che fungevano da templi) ne volle dare una spiegazione di carattere discriminatorio. Secondo la narrazione, infatti, gli uomini intrapresero la costruzione di una piramide che arrivasse a toccare il cielo (riferimento alle ziqqurat). Per punire la loro presunzione e impedire che portassero a termine il lavoro, Dio confuse le lingue in modo tale che essi non si comprendessero più l'uno con l'altro.
Genetica
Di recente sono stati intrapresi studi di carattere genetico che possano evidenziare negli uomini difformità biologiche (ad esempio nel DNA) in rapporto alle differenze linguistiche. A tali studi si è interessato in particolar modo Luigi Luca Cavalli Sforza, autore di "Geni, popoli e lingue".
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