MARZIALE E LA POESIA EPIGRAMMATICA

L'epigramma è un componimento d'occasione, brevissimo o comunque di misura limitata,

di metro libero (con una decisa prevalenza del distico elegiaco), stilisticamente elegante e raffi-

nato, atto a esprimere contenuti assai vari, soprattutto di natura privata e soggettiva. Sul piano

strutturale, tratto distintivo del testo epigrammatico è l'estrema concentrazione espressiva del

discorso poetico, che tende a risolversi rapidamente, con un effetto di calcolata sorpresa, nella

battuta finale.

Di origine spagnola e di condizione sociale modesta, Marco Valerio Marziale nasce in Spa-

gna in un anno compreso fra il 38 e il 41 d.C. Di Marziale ci sono giunti quindici libri di

epigrammi, tra cui il Liber de spectaculis, gli Xenia e gli Apophoreta.

Il Liber de spectaculis; fu pubblicato nell'80, durante gli spettacoli organizzati dall'imperatore

Tito per l'inaugurazione del Colosseo; comprende poco più di trenta epigrammi in distici elegia-

ci, nei quali vengono descritti giochi e spettacoli svoltisi durante i giorni delle manifestazioni.

Pur aderendo con meticolosa precisione alla realtà degli spettacoli, il poeta ordina i materiali in

modo da meravigliare il lettore, sorprendendolo con imprevedibili accostamenti.

Gli Xenia e gli Apophoreta portano entrambi nomi greci che significano rispettivamente "doni

ospitali" e doni estratti a sorte e offerti durante il banchetto agli invitati. Marziale rivela in questi

due libri la sua originale attenzione per il mondo concreto e lussureggiante degli oggetti, la ricer-

ca della battuta scherzosa, la ricchezza dell'invenzione linguistica, il gusto del catalogo.

L'opera di Marziale non è solo vasta, ma anche varia: sia per i temi trattati, sia per i metri

adottati. Marziale afferma di voler ritrarre la vita così com'è: la sua opera non vuole essere fin-

zione retorica ma verità; e la verità non si trova nel mito, ma nella vita concreta di Roma.

Comunque, l'intento dello scrittore non è denunciare l'immoralità o addurre esempi di vita vir-

tuosa, ma semplicemente ritrarre la realtà nelle sue molteplici prospettive. Marziale si premura

di far notare che la propria poesia è leggera, ma che quella leggerezza è la vera serietà di un

poeta contemporaneo. Al contrario, frivola ed evasiva viene giudicata la poesia mitologica.

Giambattista Marino affermerà che il giudizio estetico è basato sul successo dell'opera, e questa

è un'affinità tra Marziale e la poesia barocca.

Con Marziale si affaccia una nuova figura di poeta, che non soltanto vincola la propria poe-

sia ad uno sfruttamento sistematico delle varie occasioni mondane offerte dalla vita cittadina, ma

concentra tutte le proprie attese di gloria poetica sul consenso del pubblico e dei lettori contempo-

ranei.

La poesia di Marziale può essere suddivisa essenzialmente in due filoni: versi di carattere celebra-

tivo, spesso legati ad occasioni pubbliche, e versi d'intrattenimento, da leggersi nei conviti, nei

teatri o nei salotti.

Marziale nella sua produzione poetica potenzia in particolar modo due aspetti: la concretezza

e l'effetto-sorpresa, concentrato nella chiusura epigrammatica. Egli seleziona gli avvenimenti da

descrivere solo se da essi si può ricavare una battuta che colpisca e sorprenda. L'accentuato

interesse per le persone e per gli oggetti rappresentati nella loro fisica concretezza spiegano la ten-

denza della poesia di Marziale al catalogo; il procedimento tecnico è quello dell'accumulazione

enumerativa, il tutto coltivato con un ideale stilistico di naturalezza e semplicità. I registri stili-

stici sono vari a seconda del tipo di componimento, ma in tutti è presente la finezza letteraria e il

culto della pagina "limata" ad arte.