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Luigi Pirandello
Scrittore di novelle, romanzi nonché grande drammaturgo, noto non solo in Italia ma anche nel resto del continente europeo, nasce ad Agrigento nel 1867. Formatosi nell'ambiente siciliano, frequentò l'Università di Roma e concluderà i suoi studi laureandosi a Bonn, dove incontra la cultura mitteleuropea. È una delle coscienze moderne del nostro secolo Negli anni che vanno dal inizio del 1900 fino alla sua morte 1936 è voce significativa, è spettatore delle trasformazioni radicali dell'equilibrio dell'essere umano indagando appunto l'uomo.
Rappresentò sulle scene l'incapacità dell'uomo di identificarsi con la propria personalità, nel dramma della ricerca di una verità al di là delle convenzioni e delle apparenze.
Due anni prima della morte (avvenuta a Roma nel dicembre del 1936) gli fu conferito il premio Nobel per la letteratura.
Durante la sua vita vede i 3 grandi totalitarismi Socialismo Fascismo Nazismo
Il Primo che degenera in bolscevismo;
Il Secondo che deriva da una degenerazione del socialismo;
Il terzo che rappresenta l'estrema manifestazione del nazionalismo negativo sciovinista.
In questo periodo l'autore assiste a forti sconvolgimenti socio-economici
Massa protagonista e che richiede nuovi diritti come ad esempio maggior peso politico;
Nascita dell'industria moderna e definitiva affermazione del capitalismo e tracollo economico del 1929;
Sviluppo di nuove scienze come la psicoanalisi con il suo max esponente Freud.
Pirandello capisce il problema del vivere che attanaglia l'uomo crea nelle sue opere la tragicommedia.
L'arte di Pirandello è incentrata sul tema del contrasto tra realtà ed illusorio la cui vittima è l'uomo che mentre pensa di avere una propria personalità, in realtà è solo una maschera. Nel momento in cui l'uomo scopre la sua identità, vede vivere se stesso uscendo dal proprio io e non ha più la forza di riconoscersi. Da qui la sua alienazione, la sua incomunicabilità e la sua cosciente follia.
"Vera follia è vivere" (P.) uomo vive una vita che spesso non gli appartiene e conseguentemente non realizza i veri bisogni dell'individuo.
Uomo che non è più nessuno ma 100.000 e vive l'incubo dell'esistenza tra ciò che lui vuole essere e ciò che la società vuole che sia.
La follia vera non è in noi ma fuori di noi, loro hanno una lucida follia realtà che converge contro l'uomo.
Formazione pirandelliana = psicoanalisi e psicologia.
Sebbene non la ignori, non si serve della prima per la costruzione dei suoi personaggi che vengono inquadrati grazie alla psicologiche ne studia il comportamento.
È molto legato alla formazione positivista erede del verismo.
P deve molto al suo indagare ad Alfred Binet psicologo positivista di natura associazionista, che scrive "l'alterazione della personalità" (les alteracion de la personalitè) e concepiva il comportamento umano come associazione di flussi instabili e temperamenti della coscienza.
Henry Bergson scrive una saggio, "il Ridere", sulla manifestazione del comico riso è reazione spontanea a ciò che si manifesta di meccanico e ripetitivo del comportamento umano.
P "saggio sull'umorismo" piano programmatico della sua poetica dove fa una distinzione fra comico ed umoristico:
Il primo è dato da una condizione di cambiamento improvviso della realtà;
Il secondo è un momento soggettivo della percezione della realtà riflessione sul perché dei comportamenti, è detto sentimento del contrario e l'arte ha il compito di scoprirlo.
Il fu Mattia Pascal
Mattia Pascal è un modesto bibliotecario comunale di un paesino ligure che vive una vita grama e incolore, oppresso dalla tirannia della moglie e della suocera. La sua natura timida e arrendevole rende più penosa la sua esistenza. Ma un giorno, dopo un ennesimo litigio, trova la forza di reagire e si allontana da casa. E' la ribellione di uno che finalmente prende coscienza della inutile e falsa vita che gli altri gli impongono. Dopo aver vagato di paese in paese, giunge a Montecarlo e con i pochi quattrini che possiede gioca al Casinò e vince una considerevole somma. Mentre è inebriato dalla improvvisa fortuna ,che lo ha trasformato in un uomo ricco, legge sul giornale la notizia della sua morte. Un uomo è stato trovato annegato in una gora e il cadavere, quasi irriconoscibile, è stato riconosciuto dai parenti come quello di Mattia Pascal. La notizia dapprima lo sconvolge, ma poi la sua fantasia si mette in moto il caso lo ha reso finalmente libero e ricco; Mattia Pascal è morto: da questo momento egli potrà vivere una nuova vita sotto il nome di Adriano Meis. Si stabilisce a Roma in una pensione di via Ripetta, facendosi passare per un benestante. Ma ben presto si accorge dell'impossibilità di rifarsi una vita, di liberarsi dalle forme che la società impone a tutti. Infatti si innamora di Adriana , la figlia del proprietario della pensione, ma non può sposarla, perché Adriano Meis non figura in alcun registro di Stato civile; viene derubato e non può denunciare il furto; schiaffeggiato da un ospite della pensione, non può vendicare l'offesa con un duello. I contatti con gli altri diventano sempre più difficili, perché si comincia a diffidare di lui come di un fantasma. Egli si sente solo smarrito, deluso, e l'equivoco delle due vite gli si rivela ancora più funesto della precedente situazione: ' Ecco quello che restava di Mattia Pascal ,morto alla Stia: la sua ombra per le vie di Roma. Ma aveva un cuore quell'ombra, e non poteva amare; aveva denari, quell'ombra, e ciascuno poteva rubarglieli; aveva una testa ,ma per comprendere e pensare ch'era la testa di un'ombra, e non l'ombra di una testa'. Per questo decide di 'uccidere' Adriano Meis, deponendo, come testimonianza della sua seconda morte, il cappello e il bastone sul parapetto di un ponte del Tevere con accanto un biglietto di ' Adriano Meis suicida'. Riacquistata la forma di Mattia Pascal, ritorna al paese, dove apprende che la moglie si è risposata ed è madre di una bambina La legge gli consentirebbe l'annullamento di quel matrimonio ma egli comprende che ormai non può più inserirsi nella vita degli altri; non gli resta che accettare la sua condizione di 'escluso'; per questo si reca al cimitero e depone un mazzo di fiori sulla 'sua' tomba : egli rimarrà 'Il fu Mattia Pascal', perché così hanno voluto gli altri , che ormai non gli riconoscono altra personalità . Accetta in tal modo di vivere senza nome e senza volto solo con sé stesso , oppresso dalla 'pena del vivere così'.
L'esclusa
Questo romanzo segna, il passaggio dall'influenza alla poetica veristica e verghiana. Vi affiorano alcuni motivi tipicamente pirandelliani: l'illusorietà degli ideali, la solitudine dell'uomo, l'incoerenza e l'instabilità dei rapporti sociali, l'imprevedibilità degli eventi umani, la disgregazione del mondo oggettivo, l'ironia lucidissima alternata a pietà.
Si evidenzia con forza la differenza tra Voluntas Vivendi (volontà di vivere) e Conatus Essendi (sforzo d'essere
Enrico 4°
pazzo torna ad essere savio ma finisce a causa degli amici per ritornare pazzo. Scritta nel 1921, la tragedia in tre atti 'Enrico IV' fu rappresentata a Milano al teatro Manzoni il 24 febbraio 1922 e venne pubblicata a Firenze nello stesso anno. In quest'opera, la cristallizzazione di una 'forma' (il protagonista è spinto dalla pazzia a credersi Enrico IV) tende a sottrarre l'agente dal fluire dei fenomeni. Si arriva così ad un tema ricorrente in Pirandello: l'opposizione tra forma e realtà, tra maschera e vita.
6 pers in cerca d'autore segna la def caduta della 4° parete dal teatro = rapporto più diretto col pubblico rappresenta il teatro nel suo crearsi ed è detto Meta teatro
I personaggi pirandelliani sono scelti con gusto polemico tra i casi limite che la vita di ogni giorno presenta; sono tipi introversi, polemici essi stessi, litigiosi, filosofeggianti, puntigliosi ed ostinati, tipi indubbiamente scelti con esagerazione o portati all'esagerazione: lo vuole l'aspra concezione della vita che era in Pirandello e la convinzione che il lettore deve essere scosso, destato dalla sua'distrazione' e dal suo chiuso disinteresse verso ciò che non lo riguarda direttamente per costringerlo a vedere, a constatare, a riflettere, a togliersi la maschera affinché in seguito non ricada nello stesso errore di egoismo e di ipocrisia e si faccia migliore. I personaggi-filosofi pirandelliani parlano sempre loro perché ormai hanno scoperto il 'giuoco' della vita, sanno di potersi illudere, hanno tolto la maschera e guardano in faccia la verità. La prima impressione è che Pirandello scelga i suoi personaggi in una dimensione per così dire astratta, fortemente tipizzata. Quelli pirandelliani sono personaggi 'contemporanei' anche per il fatto che sembrano presi da una forma di reazione nevrotica, una reazione contro la impossibilità di risolvere i propri mille problemi quotidiani, inseguendo il tempo; impossibilità di superare gli ostacoli che la vita ci pone contro, e reazione più intima contro i propri limiti, contro le infinite rinunce a cui siamo sottoposti a tutte le ore, contro la nostra umana impotenza. Pur nella loro emblematicità e nel loro universalismo i personaggi di Pirandello hanno una vetusta impronta di sicilianità e segni particolari che li distinguono, sono segnati nel corpo e segnati dentro di amarezza pronta ad esplodere.
I personaggi di P sono dimidiati tra l'esser folli e l'essere savi.
Nasce da exp personale
Esser fuori di chiave = si sente una presenza provvisoria sulla terra che ha la via forse smarrita CONDIZIONE DI PRECARIETA' ESSENZIALE ED ESISTENZIALE.
Mondo opprime l'individuo e gli impone la vita. Prob di P è quello di vivere la realtà dal bene al male il passo è brevissimo condizione di instabilità
Follia = manifestazione lucida della cond d'esistenza e desiderio di rompere gli schemi societari.
Degenera in odio e violenza.
Vita è una pupazzata
Omo perde la fede in tutto, anche in Dio e cons perde la sua posizione centrale nell'universo
Odio e violenza emerge in "i vecchie e i giovani" dove i personaggi sono coinvolti nei fasci siciliani tutti ex combattenti ora non voluti più si sentono esclusi, anacronistici e la parola chiave è troncare
Odio nei confronti del mondo anche nella patente.
Pazzia e schizofrenia sono privilegi dovuti alla consapevolezza del loro essere diversi.
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