Recensione de 'La metamorfosi' e di altri racconti
Franz Kafka nacque a Praga
nel 1883 da una famiglia ebrea piuttosto benestante e morì a Kirling, vicino
Vienna, nel 1924, in una clinica per malati di tubercolosi.
Nel 1906 conseguì una laurea in legge ed iniziò a lavorare in una società di
assicurazione. Alcuni anni dopo fece pubblicare a Praga la sua prime raccolta
di racconti intitolata Meditazioni. Affetto dalla tubercolosi, negli
anni compresi fra il 1910 e il 1920, soggiornò in varie località di cura, come,
ad esempio, Merano, Riva del Garda e Kirling. Proprio durante questo periodo
Kafka compose le sue opere più importanti, ma che non volle mai pubblicare. La
pubblicazione di questi racconti avvenne postuma, grazie all'amico Max Brod,
che, tuttavia, non rispettò le ultime volontà dell'autore (Kafka, nel suo
testamento, aveva ordinato di distruggere tutti i manoscritti). Dai suoi racconti,
come, ad esempio, La lettera al padre, pubblicato nel 1919 emerge il
difficile rapporto con il padre; in altri, come Il processo o Il
castello, emerge il tema dell'assurdo.
Il racconto di Kafka più conosciuto è, senza dubbio, La metamorfosi,
edito da Mondadori, in unione ad altri racconti.
Gregorio Samsa, un giovane commesso, una mattina, svegliandosi, percepisce un
insolito dolore alla schiena, e si accorge di essersi tramutato in scarafaggio.
La sua mutazione è irreversibile. Dopo questa sua metamorfosi Gregorio cominciò
ad essere trascurato dalla sua famiglia, soprattutto dal padre, con cui ebbe
vari contrasti. La madre la poté rivedere solo di sfuggita, nascosto sotto ad
un lenzuolo. L'unica che manifestava un minimo interesse per Gregorio era Rita,
sua sorella, che si recava tutti i giorni nella sua stanza, per potargli da
mangiare e per pulire. Quando poi riuscì a trovare un lavoro perse
progressivamente ogni interesse per il fratello. A causa della metamorfosi di
Gregorio, la famiglia Samsa cominciò a trovarsi in difficoltà economiche,
poiché lui era l'unico che lavorava. Il padre fu costretto a trovare un lavoro
come usciere di banca per mantenere la famiglia. Gregorio cominciò a diventare
un peso per i vari membri della famiglia, tanto che il padre aveva pensato di
sbarazzarsene. La vicenda si conclude tragicamente per Gregorio, che muore e
viene gettato nella spazzatura dalla domestica, e positivamente per la
famiglia, che si risolleva economicamente e dimentica totalmente il nome di
Gregorio.
Altro racconto molto famoso di Kafka è La condanna, in cui sviluppa
pienamente il tema dell'assurdo. Giorgio Bendemann, giovane uomo borghese,
pensa ad un suo amico che vive in Russia, a Pietroburgo. L'amico di Giorgio era
stato all'inizio un abile commerciante, ma ora la sua attività aveva subito un
forte calo. Giorgio aveva avuto molto successo in campo economico, ma non se la
sentiva di raccontarlo all'amico. Egli non aveva voluto nemmeno comunicargli il
suo fidanzamento con una certa Frieda Brandefeld. Giorgio dovette però
comunicargli la notizia del suo imminente matrimonio, ma, prima di spedire la
lettera , chiese consiglio al vecchio padre. Fu proprio qui che iniziò il
grande litigio con il padre che concluse con l'assurda condanna e con un
tragico epilogo.
Il tema dell'assurdo e ripreso anche ne Nella colonia Penale. Un
esploratore si reca in visita in una colonia penale, dove, da molto tempo è in
uso un crudele sistema per eseguire le condanne. Questo sistema era stato
ideato dal vecchio comandante, che aveva anche costruito la macchina per
l'esecuzione. Uno dei fedeli del vecchio comandante illustrò all'esploratore il
funzionamento: il condannato veniva steso sul lettino e lentamente, grazie a degli
aghi metallici, gli veniva tatuata sulla schiena la regola che non aveva
rispettato, poi, dopo dodici ore di tortura, veniva trafitto e gettato nella
fossa. l'ufficiale tentava di persuadere l'esploratore ad appoggiare questo
sistema d esecuzione, ma egli si rifiutò. L'ufficiale allora, fece liberare il
condannato che stava subendo la tortura e si auto condannò, sdraiandosi sul
lettino.
Un digiunatore è uno dei vari famosi racconti di Kafka. Un uomo per
mestiere faceva il digiunatore. Digiunava sempre per non più di quaranta giorni
ed era sempre sorvegliato da alcuni guardiani. Era molto ammirato dalla gente,
perché andava di moda; i bambini erano molto felici di vederlo. Le abitudini
della gente cambiarono e il digiunatore perse il suo pubblico. Continuò a
lavorare in un circo ma anche qui la gente non aveva interesse per lui. Quando
perse tutto il suo pubblico, venne trovato morto dai guardiani del circo.
Kafka usa uno stile
piuttosto semplice, con un linguaggio di tradizione non molto alta. Nelle sue opere
contesta spesso la situazione dell'uomo moderno, utilizzando temi assurdi, come
ne La metamorfosi o ne La condanna, o terrificanti, come la
macchina per le esecuzioni ne Nella colonia penale. Attraverso questi
temi Kafka riesce pienamente a rappresentare la crisi dell'uomo dell'inizio del
novecento, quindi tutte le contraddizioni e i disagi che derivano soprattutto
dal grande sviluppo economico.