LORENZO DE' MEDICI
L'attività politica
di Lorenzo fu certo quella predominante nella sua vita. Nato nel 1449dal padre
Cosimo fondatore dell'impero mercantile in Firenze, appena ventunenne fu
invitato dai principali cittadini alla morte del padre a prendere <la cura
della città e dello stato>. I suoi scopi furono la
tutela e il consolidamento dello stato fiorentino e il mantenimento della pace
in Italia, conseguita mediante un'abile politica di equilibrio che stroncasse i
tentativi espansionistici delle maggiori potenze italiane. Di fatto, Lorenzo fu
l'ago della bilancia della politica italiana e garantì all'Italia e soprattutto
a Firenze alcuni decenni di pace e di prosperità. Per questo il popolo
fiorentino lo circondò di stima e di affetto fino alla sua morte avvenuta nel
1492.Lorenzo dovette assumere, sul piano culturale oltre che a quello politico.
Il Magnifico fu educato in una delle scuole maggiori di quel periodo e fu
protettore ed amico di letterati e intellettuali che accolse nella sua casa;
fra di essi Luigi Pulci e Angelo Poliziano. Lorenzo va ricordato per il suo
particolare interesse all'istruzione nelle scuole elementari e allo studio
fiorentino tra cui l'istituzione dello studio di Pisa nel '72 che divenne
importante per gli studi giuridici. Lorenzo stesso fu poeta e, insieme ai suoi
amici diedero vita a una cultura fiorentina che si esplicava su due versanti:
da un lato vi era quello umanistico e dall'altro un interesse per le tradizioni
popolari. Le produzioni letterarie di Lorenzo vanno da un naturalismo ad una
composizione condotta sui modelli di Dante, del Petrarca;
dai canti carnascialeschi che esortano ad abbandonarsi al piacere alle laudi di
tono religioso. La composizione delle opere del Magnifico, può essere suddivisa
in tre periodi storici: un primo periodo anteriore al 1469 che comprende oltre
che le Rime petrarchesche
e la novella Ginevra tutte e due di
carattere sentimentale, anche opere di tipo comico-realistiche come ad esempio l'uccellagione di starne (descrizione
divertente di una battuta di caccia), il
Simposio (caricatura) e la novella Giacoppo (beffa sul modello boccaccesco). Fra il 1470 e il
1484 ( data dell'impegno politico preso da Lorenzo), appartiene una
composizione in terzine chiamata l'Altercazione, caratterizzata conclusivamente dal
rifiuto dei beni mondani e dall'aspirazione al divino. Anche in questo periodo
vi è una composizione di Rime che
confermano la linea stilnovista dantesca-petrarchesca
che il Magnifico adopera per la composizione de La Raccolta Aragonese. Tra l''81e l''84
troviamo tra le sue opere anche Commento
ad alcuni sonetti d'amore, scritti sulle orme della Vita Nuova e del
Convivio di Dante. Al terzo ed ultimo periodo caratterizzato dopo l''84, vanno assegnati poemetti di ispirazione
classica tra cui Ambra, Furtum e la Rappresentazione di San Giovanni e Paolo.
Un'opera di tipo popolare sono I Canti
carnascialeschi. Una canzone da me studiata appartenete ai canti
carnascialeschi è stata il Trionfo Di
Bacco e di Arianna. Tale canto veniva appunto cantato durante il periodo di
carnevale (per questo è detto carnascialesco). Qui concentrato sulla figura del
Bacco è il dio del vino e della gioia. Accanto a lui sta Arianna figlia di Minosse re di Creta, che dopo aver aiutato Teseo a
sconfiggere il Minotauro e a fuggire dal labirinto, fu abbandonata nell'isola
di Nasso e qui trovata e confortata da Bacco. Con
questa canzone il Poeta incita il lettore a godere dei piaceri della vita senza
pensare al domani poiché del domani non c'è certezza e la giovinezza fugge via.