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Il "dolce stil novo":caratteri generali e principali esponenti




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Il "dolce stil novo":caratteri generali e principali esponenti


Introduzione

  • La seguente relazione è eseguita in funzione di verifica per l'insegnante, affinché possa  valutarne il contenuto.
  • Per quanto riguarda l'argomentazione del testo, è stato necessario l'ausilio di alcune fonti documentarie tra cui il manuale scolastico di letteratura"Dal testo alla storia, dalla storia al testo".
  • La formula "dolce stil novo" fu coniata da Dante che l'adoperò per la prima volta nella cornice dei Golosi del XXIV canto del Purgatorio. Proprio qui, dialogando col rimatore guittoniano Orbicciani Bonaggiunta, Dante polemizza lo stile e i modi artificiosi della poesia toscana contrapponendoli a questo nuovo modo di poetare che lui stesso definirà "dolce stil novo".(cfr. ALL.A)
  • Secondo gli studiosi, la poesia del "dolce stil novo" è stata creata con la funzione di portare a compimento il processo di spiritualizzazione dell'amore: per fare ciò occorreva liberare questo sentimento così intenso ed istintivo dal peso e dalle impurità dei sensi per elevarlo con la morale cristiana.

Contesto storico-geografico dello "stil novo":

Il "dolce stil novo" nasce in Toscana nella seconda metà del '200 che coincide col periodo dell'età comunale durante la quale, nell'Italia centro-settentrionale si affermarono i liberi Comuni retti da un ordinamento repubblicano. Inizialmente si sviluppa a Bologna fra il 1260 e il 1276 con Guido Guinizzelli e inseguito intorno al 1280 e al 1310 raggiungerà anche Firenze sotto Guido Cavalcanti e Dante Alighieri che hanno rappresentato le personalità più rilevanti della scuola stilnovistica.


Novità del "dolce stil novo" rispetto ai rimatori precedenti:

In relazione ai contenuti, la poetica del "dolce stil novo" presenta alcune     differenze e varietà rispetto a quella dei rimatori precedenti.

Ad esempio l'omaggio feudale rivolto alla dama viene sostituito da una visione più spiritualizzata della donna la quale appare scarna e incorporea come la luce.

Ella viene rappresentata come un angelo, un essere divino disceso sulla Terra per manifestare la salvezza e il miracolo di Dio. Gli elementi caratteristici della donna-angelo sono la bellezza, lo sguardo e il saluto: attraverso questi elementi ella riesce ad ammaliare ed estasiare l'uomo destando una tale adorazione che la sua opera è fonte di bene e moralità.

Di fronte alla donna l'uomo appare immerso nella sua contemplazione e rapito dal suo sguardo e dalla sua bellezza. In questo contesto l'uomo si mostra talvolta umile e cosciente della propria inferiorità, e talvolta frustrato a causa della potenza devastante dell'amore.

Oltre alla donna-angelo, uno dei temi saldi della concezione stilnovistica è "l'identità d'amore e cuore gentile";infatti, come si era già riscontrato nella poesia dell'amor cortese, colui che ama "finamente" manifesta una superiore nobiltà d'animo, perciò la "gentilezza" è legata alle qualità personali, poiché si tratta di una gentilezza dell'animo che non dipende dalla nascita o dal titolo ereditario.

Con la consacrazione di questa nuova tendenza poetica di origina una forma di poesia caratterizzata da uno stile "dolce e leggiadro", ossia uno stile puro, semplice e limpido, e da un lessico elevato in cui compaiono anche provenzalismi  e latinismi. Con l'aggettivo "Novo" Dante sta ad indicare l'innovazione di questa manifestazione poetica che si differenzia notevolmente per il modo di poetare luminoso e semplice, libero dal 'nodo' dell'eccessivo formalismo stilistico della tradizione precedente.


Personalità del "dolce stil novo"

a)   Il precursore del gruppo dei poeti stilnovistici è il bolognese Guido Guinizzelli. (cfr. ALL.B).

Egli dà inizio alla tendenza poetica dello "stil novo" attraverso la canzone-manifesto "Al cor gentil rempaira sempre amore".(cfr. ALL.C)

b)   A Firenze Guido Cavalcanti assume un notevole rilievo nella nuova   tradizione(cfr. ALL.D). Fra le sue opere ritroviamo il sonetto"Voi che per gli occhi mi passaste il core"(cfr. ALL.E) in cui l'amore è concepito come una forza malvagia, irrazionale che genera angoscia e dolore sull'amante. In questa vicenda compaiono personaggi astratti quali l'amore, l'anima, gli spiriti e la luce; inoltre notiamo che il poeta tende ad oggettivare la trattazione dei sentimenti dalla quale scaturisce un'esperienza che non converge nella vita interiore del poeta, ma aspira ad avere un significato universale e assoluto.

c)   Dante Alighieri con l'opera la "Vita nuova"(cfr.ALL.F) si distacca dalla poetica stilnovistica, introducendo il commento in prosa accompagnato alle liriche (prosimetro).

Nel capitolo XXVI della "Vita nuova" Dante ricorre allo stile della lode per esaltare le virtù di Beatrice attraverso la canzone "Tanto gentile e tanto onesta pare"(cfr.ALL.H). Nella lirica egli narra l'incontro con Beatrice  avvenuto in una strada di Firenze qualche tempo dopo il presagio della sua morte. Secondo il poeta, l'incontro corrisponde ad un'apparizione divina che a sua volta converge in un atteggiamento di contemplazione estatica; il senso di contemplazione è reso soprattutto dal ritmo lento del verso e dalla privazione di una concretezza visiva perché prevale il carattere sovrannaturale dell'apparizione, ossia il miracolo divino.

Nella canzone "Donne ch'avete intelletto d'amore"(cfr.ALL.G) è reso in maniera esplicita il divario poetico fra la scuola siciliana e guittoniana e il "dolce stil novo". Da ciò si evince che questa canzone segna una svolta determinante nella sua poesia, poiché inaugura un nuovo stile in cui l'amore s'innalza ad un livello superiore di quello cortese, poiché tende alla perfezione di un amore totalmente spiritualizzato elevato a Dio.




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