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CARATTERI GENERALI
Nei primi anni del secolo maturarono le condizioni economiche, politiche e ideologiche che porteranno l'Europa ala guerra del '15‑'18.
C'è nei singoli stati, un disfrenarsi d'avidità di dominio e di tendenze imperialistiche: l'espansione industriale, la logica stessa d'un capitalismo che accetta come unica legge il profitto , portano i governanti europei a rinnegare lo spirito liberale dell'Ottocento, e a sostituire i principi di democrazia con il diritto di sovranità del più forte.
L'alta borghesia, compiuta la grande rivoluzione industriale, tende a conservare per mezzo dello Stato, e ad ampliare, i propri privilegi, mentre il proletariato, ispiratosi agl'ideali Marxisti, tende a rovesciare il fragile equilibrio appena costituito.
A causa della diffusione di un grosso senso d'insicurezza, si creano pericolosi movimenti nazionali e fanatismi capaci di creare tensioni tra le varie potenze europee.
L'Italia si affaccia al panorama mondiale come nuova potenza europea, con un'ascesa che sembra culminare con l'accorta politica di Giolitti e con la spedizione libica del 1912.
I pericolosi patriottismi ebbero origine dalla mancanza di ideologia che stava maturando in tutta l'Europa, ma soprattutto in Italia.
Italo svevo
Italo Svevo (pseudonimo del triestino Ettore Schmits, 1861‑1928) rimase solitario e appartato nella cultura letteraria del suo tempo.
I suoi primi romanzi, una vita e senilità, passarono inosservati, e solo il terzo, la coscienza di zeno, uscito nel 1923, dopo un silenzio di venticinque anni, segnò l'inizio della sua carriera di scrittore, che lo consacrò in tutte le biblioteche Europee ancor prima che italiane.
Il suo riconoscimento in Italia avvenne successivamente per opera di Eugenio Montale.
I tre romanzi maggiori costituiscono una sorta di trilogia narrativa, che approfondisce una tematica spirituale e che tende ad analizzare l'io umano e la coscienza.
Sin dai primi romanzi traspare il modello dei personaggi creati dalla penna di Svevo: essi sono vinti dalla vita, uomini incapaci di vivere se non interiormente, intento a sottoporsi ad un continuo esame interiore.
Tipica del personaggio sveviano è l'assenza di qualità, che non lo fa vivere come gli altri, che lo rende consapevole del proprio fallimento pratico e che spinge palesemente ad una continua analisi di se stesso.
Questa tematica è approfondita nella COSCIENZA DI SVEVO, il romanzo più maturo e originale dello Svevo.
Esso è concepito come una confessione psicanalitica del protagonista.
Questi è un uomo mancato, che attraverso all confessione tenta, ma invano, di comprendere se stesso e di liberarsi della sua inerzia spirituale.
Questo declino del personaggio, ridotto a subire la vita con una sofferenza rassegnata, lucidamente consapevole di sé, della sua 'malattia' e della sua sconfitta, ma incapace di lotta e di riscatto, riflette la crisi dell'uomo moderno, ovvero la scoperta del vuoto che egli avverte sotto le esteriori certezze, e l'angoscia per il suo fallimento.
Per questo l'opera di Svevo appare idealmente vicina a quella del Pirandello e di Joyce, e testimonia la malattia dell'anima moderna, che deriva dal crollo dei valori cristiani e classici dell'uomo.
Lo Svevo è uno dei testimoni più profondi di questa crisi, ed è paragonabile ad Ulisse, poiché anch'egli deve compiere un lungo viaggio dentro di sé per trovarsi e scoprirsi.
Il suo lucido scavo interiore espresso in una prosa evocativa e analitica, si conclude con una visione pessimistica dell'uomo e con la sicurezza della sua sconfitta esistenziale.
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