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L'ESPRESSIONISMO
La tensione fra gli artisti e la società borghese benpensante si accentua nell'Europa del Nord, dove gli Impressionisti avevano aperto la porta della spregiudicatezza che si contrapponeva all'ipocrisia del conformismo imperante.
Questo mutamento, segna il passaggio della cultura artistica dalla fine dell''800, agli inizi del '900, ed è ora che lo spirito di verità viene impiegato a rilevare non più il mondo esterno, ma l'interno della psicologia individuale e collettiva.
Di conseguenza nasce la corrente artistica dell'Espressionismo, che si ripropone di rivelare gli aspetti più nascosti della società contemporanea, che si celano dietro il sottile velo dell'apparenza.
Letteralmente Espressione è il contrario di Impressione. L'Impressionismo è volto ad osservare il mondo esterno (ed è un processo che va dall'esterno all'interno), l'Espressionismo è un moto inverso che va dall'interno all'esterno. Nei confronti della realtà, l'Impressionismo manifesta un atteggiamento sensitivo, l'Espressionismo un atteggiamento volitivo ed aggressivo.Per alcuni aspetti, l'Espressionismo si pone come antitesi dell'Impressionismo, ma non bisogna dimenticare che entrambi sono movimenti realisti che, però, risolvono il problema della realtà diversamente: gli Impressionisti sul piano della conoscenza, gli Espressionisti sul piano dell'azione. Inoltre, entrambi escludono l'esistenza dell'ipotesi simbolista di una trascendente.
Si delinea, così, una differenza tra:
- un'arte impegnata (che incide sulla situazione storica).
- un'arte di evasione (che si ritiene estranea e superiore alla storia).
E sarà la prima (Espressionistica) a porre il problema concreto del rapporto con la società e, dunque, della comunicazione.
Quindi, la contrapposizione tra l'Impressionismo e l'Espressionismo va ridimensionata.
L'Espressionismo, inoltre, non nasce in contrasto con le correnti moderniste, ma all'interno di esse, come superamento delle correnti progressiste. Esso mira, infatti, ad un più concreto internazionalismo, non più fondato sull'utopia del progresso universale, ma sul superamento delle contraddizioni storiche.
L'Espressionismo comincia a manifestarsi verso la fine dell'ottocento, con l'opera di artisti molto importanti: Toulouse Lautrec, Gauguin, Van Gogh, Munch, Ensor, i quali dipinti mostrarono chiaramente tutti i segni della crisi in corso in questi anni: crisi del contenuto e crisi del linguaggio, dovuta all'esigenza di trovare mezzi espressivi diversi da quelli dell'Ottocento.
In particolare: Ensor e Munch furono due personalità creative fondamentali per lo sviluppo dell'Espressionismo.
Oltre ai pittori dell''800, una grande influenza fu data anche dai due maggiori pensatori dell'epoca, che trattarono il problema dell'esistenza: Bergson e Nietzsche.
Per Bergson, la coscienza è la vita, non immobile rappresentazione della realtà, ma una continua comunicazione tra soggetto ed oggetto.
Per Nietzsche, la coscienza è l'esistenza, ma questa è intesa come la volontà di essere in lotta contro la rigidezza degli schemi logici.
L'Espressionismo, dunque, nasce dalla scoperta degli artisti dell'esistenza d'altri aspetti della vita. Sotto la felicità si rivela il dramma, la natura non è solo idillio, ma anche fatica, non vi è solo una classe benestante ma anche una classe operaia contadina che ogni giorno combatte contro la miseria.
Di conseguenza, un'onda di disperazione pervade il soggetto dei quadri e le visioni diventano violente e drammatiche.Per definire il concetto d'Espressionismo dovremo dire che esso non è:
-un movimento unitario
-non è una reazione all'impressionismo
-non è unicamente arte di protesta
-non è pura rottura con la tradizione.
L'Espressionismo si sviluppa in due movimenti principali:
-il movimento francese dei Fauves (belve)
-quello tedesco dei Die Brucke (il ponte).
I due movimenti si fondano entrambi nel 1905, e sboccano rispettivamente nel Cubismo (sviluppatosi in Francia 1908), e il movimento dei Der Blaue Reiter (Il Cavaliere Azzurro), sviluppatosi in Germania nel 1911.
Pur nella diversità dei temperamenti e degli stili, questi artisti ebbero numerosi punti in comune: la libertà e la violenza del colore (usato come mezzo per esprimere gli stati d'animo), di conseguenza le loro opere ebbero soprattutto un contenuto drammatico, ossessivo, pieno di presagi e di amara ironia.
Entrambe le correnti, inoltre, intendevano il termine Espressionismo come la centralità del problema dell'espressione, ossia di trarre fuori gli elementi costruttivi del quadro dall'interiorità dell'individuo.
Quest'urgenza di comunicazione rappresenta la difficoltà della comunicazione che si manifesta negli artisti, il loro disagio esistenziale ed il rapporto conflittuale che essi hanno con la società contemporanea.
L'Espressionismo si pone come un'antitesi dell'ideale classico di compostezza e perfezione formale.
Di conseguenza, le loro opere appaiono esteticamente "spiacevoli" allo spettatore, ma risultano dotati di una forte carica espressiva.
Infatti, l'apparente scarsa dimestichezza dei pittori espressionisti con il pennello, è bilanciata dal rapporto strettismo con il romanticismo tedesco.
A ciò, si collega anche un'influenza primitivistica influenzata da una componente religiosa da cui deriva un'interpretazione mistica della natura. Ed è in quest'atteggiamento primitivistico, che va inquadrata la rivisitazione del gotico, identificabile nelle distorsioni, negli allungamenti e nella spigolosità delle forme.
Inoltre l'esasperato individualismo dell'espressionismo ha contribuito a dare a questo stile un'ideologia regressiva ed ostile allo sviluppo scientifico che viene visto come un fenomeno materialistico, estraneo alle problematiche sociali.
L'Espressionismo è uno stile rivoluzionario, giacché, porta avanti una "estetica del brutto", che rappresenta il disaggio rispetto all'espansione industriale, che configura l'artista come un prodotto.
In questo contesto va letto il sistema del "ritorno" ad una condizione originaria precedente alla civilizzazione.
Il recupero delle origini comporta un atto doloroso e violento: la figura a ritroso degli espressionisti ha luogo tutta nelle regioni dell'anima.
In tema ricorrente dell'atteggiamento espressionistico è quella della figura o del gruppo davanti allo specchio.
Esso, infatti, non riflette la luce, non dilaga lo spazio, bensì lo chiude sulla solitudine e l'impenetrabilità dell'individuo come un effetto claustrofobico.
Ma, soprattutto, immagine riflessa non corrisponde alla posizione della figura, materializzandone la sembianza sfocata (priva di bellezza e di vita) di un soggetto che appare, così, totalmente svuotato della propria identità.
Nonostante questi punti in comune, le due correnti presentano numerose diversità (soprattutto stilistiche) dovute alla loro diversa origine: la corrente dei Fauves (nascendo in Francia) è caratterizzata dall'orientamento fondamentalmente classico dell'impressionismo e da un marcato accento romantico, infatti, l'ansia religiosa (protestante) di Van Gogh e fatalismo, l'angoscia di Munch.
Inoltre, la corrente dei Die Bruck (che nasce invece in Germania) elabora le teorie dell'impressionismo per il loro vero valore: rigorosa ricerca sull'espressione visiva che viene considerata come momento primo ed essenziale del rapporto tra soggetto e oggetto.
Quindi le due correnti sono accomunate dall'antitesi (che diviene una costante) tra classico e romantico, intesi come correnti rappresentanti rispettivamente di una cultura latino-mediterranea e una cultura germanico-nordica.
Per Matisse (maggiore esponente dei Fauves), la soluzione è una classicità originaria ed universale e, perciò, priva di contenuti storici del classicismo.
Per i Bruck, la soluzione è invece un romanticismo inteso come condizione profonda dell'essere umano: l'angoscia della realtà. Ciascuna delle due correnti tende a comprendere e risolvere le concezioni dell'altra: ma superare i contenuti storici non significa mettersi al di sopra della storia, ma sentire che una storia moderna non può essere una storia di nazioni.
Entrambe le correnti, quindi, s'impegnano ad affrontare la situazione storica presente.
Da qui deriva il contrasto tra una società che esaspera la differenza tra la cultura latina e quella germanica, come per giustificare quelle che saranno poi le "divergenze" che porteranno allo scoppio della guerra.
Il gruppo dei Fauves non è omogeneo e non ha un progetto ben definito, se non quello di opporsi al decorativismo dell'Art Noveau e all'evasione spiritualistica del Simbolismo. I più grandi esponenti sono: H. Matisse (che è il più importante), A. Marquet, Van Dongen, Dufy, Braque e Vlaminck.Rimangono fuori dal gruppo: G. Rouault, che si rifaceva alla protesta di Daumier denunciando l'ipocrisia della società, e Pablo Picasso.
Essi, infatti, preferiscono alla violenza visiva dei Fauves, il segno caustico e mordente di Touluse e Daumier; e sarà proprio Picasso a mettere in crisi il movimento dei Fauves, convogliandolo verso il cubismo.
I Fauves miravano a risolvere il dualismo tra sensazione (colore) e costruzione (spazio), potenziando la costruttività intrinseca del colore, in modo che esso diventasse l'elemento strutturale della visione.
Nell'opposizione tra Cezanne e Van Gogh, i Fauves si schiereranno dalla parte di Van Gogh. Ciò nonostante, c'è un elemento che accomuna le concezioni contrastanti di Van Gogh, Cezanne e Signac: la scomposizione della natura.
Essi, infatti, dipingono con pennellate staccate, nette, disposte secondo un certo ritmo; che danno alla materia una propria concretezza.
I Fauves, appunto, studiano questo ritmo che per Cezanne era della coscienza, per Signac la legge ottica degli effetti di luce, per Van Gogh il ritmo vorticoso dell'esistenza. Quindi, i Fauves sostengono la struttura autonoma del dipinto come realtà.
Essi tendono a combinare la scomposizione analitica di Signac a quella ritmica di Van Gogh, in quanto mirano a raggiungere l'unità tra la struttura dell'oggetto e del soggetto, stabilendo quindi una continuità tra interno ed esterno e, il fatto che quest'unità non possa raggiungersi se non nell'arte dimostra l'assoluta necessità dell'arte: una civiltà senza l'arte sarebbe priva della coscienza della continuità tra oggetto e soggetto.
Ed è per questo che i Fauves condannano la società moderna (incapace di produrre e di fluire arte).
Così, si pongono due possibilità:
seguire l'esempio di Gauguin
imporre alla società del progresso la creazione artistica con un atto di forza.
Così, messa di fronte alla realtà autonoma dell'opera d'arte, la società avrebbe reagito positivamente o negativamente, ma in ogni modo n'avrebbe preso atto, riconoscendo, così, che la legge del progresso non è assoluta.
Quindi, i Fauves mirano a rimpatriare Gauguin, riportandolo nel mondo da cui si era esiliato e che ora lo acclamerà.
Nel linguaggio figurativo degli espressionisti il colore è usato come mezzo per esprimere uno stato d'animo (solitamente d'angoscia o di solitudine).
Inoltre, per intensificare il senso d'esasperazione, si ricorre a scorci e a linee diagonali che, squarciando apparentemente il dipinto rendono più intesa l'espressione dell'opera, la deformazione inoltre, accentua determinati elementi le pennellate degli espressionisti sono pesanti e nervose.
Oggetti e figure sono, inoltre, delineati da un contorno scuro (contrariamente agli impressionisti.
Tutte queste concezioni hanno messo in crisi dall'improvvisa irruzione di Picasso che dimostrò come un quadro possa stravolgersi e mutare significato nell'atto stesso del suo farsi. Se la pittura è esistenza è posta a tutti i rischi.
Queste nuove concezioni saranno poi le basi su cui si fonderà il movimento che verrà portato avanti da Picasso: il cubismo.
Di fronte a queste nuove concezioni i Fauves prendono delle scelte: Matisse si ritira, Dufy anche (cantò).
L'unico che tra i Fauves rimarrà più fedele a Cezanne è Braque, che si schiera senza esitazione dalla parte di Picasso, con cui guiderà il nascente movimento del cubismo.
Die Brucke
La parola Die Brucke significa il ponte che indica una sosta di "collegamento" tra l'artista ed il mondo.
Gli esponenti più importanti sono: Kirchner, Meckel, Nolde, Muller, Merlach.
Il gruppo Die Brucke propone l'unione d'elementi rivoluzionari, contrastare la visione impressionista: al realismo che capta si contrappone un realismo che crea la realtà.
E per essere creazione l'arte deve cominciare dal nulla di conseguenza i temi degli espressionisti tedeschi sono aderenti a fatti di cronaca e di vita quotidiana.
Ciò nonostante, si avverte nella loro opera una sorta d'impaccio e di rudezza come se l'artista non avesse mai disegnato o dipinto, quindi, si rifiuta ogni tipo di linguaggio costituito.
L'espressionismo tedesco vuole, infatti, essere una ricerca sulla genesi dell'atto artistico.
L'orientamento ideologico del gruppo è tipicamente popolarista e, per questo, essi concepiscono l'arte come un qualcosa d'estraneo alla cultura speculativa delle classi dirigenti, di conseguenza è connesso alla cultura pratico operativa delle classi lavorative.
Se l'arte rappresenta la sfera creativa dell'animo umano, essa si distingue totalmente dal lavoro meccanico che rappresenta la sfera reazionale quindi, il lavoro dell'artista è necessariamente irrazionale, un atto di violenza sulla materia. (Es. xilografia).
Ciò nonostante non sempre nelle opere dei tedeschi è presente una concezione più tragica dell'esistenza e più esasperata del soggettivismo.
Quel che distingue i tedeschi dai Fauves, è la costante disarmonia che manifesta il più totale isolamento che si avverte in un gruppo, privo di radici, in un ambiente anonimo e privo d'unione effettiva; dove l'eleganza e l'abbigliamento segnati dal gusto di una Belle Epoque senza gioia, stride con il ghigno, amaro di volti esse non si guardano: il male di questi soggetti non è nella loro persona ma nell'anima.
Questi caratteri vengono considerati anche nella pittura dove vi è l'applicazione di pasta densa ed incrostata del colore ad olio, all'assenza di sfumature e violenti passaggi tonali mentre nella struttura fa tutt'uno con il blocco compatto del legno tagliato in modo impreciso.
Dato che l'opera materializza direttamente l'immagine, il pittore non è tenuto a scegliere i colori secondo un criterio di verosomiglianza.
E' un processo d'attribuzione di significato mediante il colore.
La visione soggettiva porta ad una deformazione dell'oggetto essa, quindi è determinata da fattori soggettivi (l'intenzionalità con cui si affronta la realtà del presente) ed oggettiva (immedesimazione dell'immagine con una materia).
Anche i tedeschi assumono, come punto di riferimento l'arte dei primitivi, in cui vedono la piena creatività dell'animo umano.
Per questo la loro poetica è ambigua; e l'ambiguità non si vuole sfuggire, perché ambigua è considerata la stessa condizione essenziale dell'uomo, la deformazione espressionista non è la caricatura della realtà è la bellezza che (passando dall'ideale al reale) inverte il proprio significato diventando bruttezza.
La poetica espressionista è la prima poetica del brutto ma il brutto non è altro che il bello degradato
2 L'espressionismo in Austria
L'Austria rientra nell'orbita culturale tedesca, ma i suoi sviluppi hanno un ritmo più lento il lento dissolversi della società gerarchica, infatti, non vede la nascita di una società nuova.
Es: Schele sviluppò in senso espressionistico, con tetra e disperata violenza, la malinconia di Klimt: è un processo di discesa nel profondo della psiche, una ricerca della morte nella radice stessa dell'essere ovvero la sessualità ed è la prima volta che questa tematica entra nella pittura.
Es. è illustratore A. Kubin che esplora lo sterminato mondo dei sogni . O. Kokosca , partendo da Klimt, entra in contatto con gli esponenti tedeschi , svolgendo una ricerca critico analitica
Anche per Kokosca il problema della società nasce dal rapporto originario uomo-donna: ma amore e morte sono comunicanti di conseguenza l'individuo ritorna all'indistinzione del tutto.
Così, il colore ed il segno si ribellano ad ogni ordine: non accettano né la prospettiva né il tono, cedendo, così, agli impulsi.
L'Impressionismo, per Kokosca, non è autenticità della sensazione, ma autenticità dell'esistere. Di conseguenza, la realtà è caotica ma, proprio per questo i frammenti di cui è fatta sono più vitali.
Così, la pittura di Kokosca si ricollega contemporaneamente al rococò austriaco e all'impressionismo, soltanto non vi è più distinzione tra oggetto e soggetto; e, di conseguenza, il mondo che si vede è quello in cui si è.
-Espressionismo ed Impressionismo: non solo per il suo anticlassicismo, ma anche perché la sua arte si prestava ad essere interpretata come una nuova proposta europea fondata su quel tardo Barocco che aveva portato al disfacimento del linguaggio formale, stabilendo un'unione tra le diverse culture figurative europee.
Il gruppo dei Die Brucke si sciolse intorno al 1913, contemporaneamente alla nascita del nuovo gruppo chiamato "Il Cavaliere Azzurro" (alludendo allo spiritualismo implicito del colore azzurro e alla missione di salvatore dell'artista-cavaliere); ed aveva avviato la ricerca in senso non-figurativo.
Quasi a contrastare questo gruppo (impegnato nella problematica sociale), si forma la corrente della Neve Sachlichkeit (Nuova Oggettività), che vuole dare della società tedesca del dopoguerra un'immagine atrocemente vera senza idealizzarla.
Ne fanno parte: M. Beckman, O. Dix, G. Grosz.
Architettura Espressionista
L'architettura Espressionistica si sviluppa nell'agitato clima del dopoguerra tedesco.
Di conseguenza bisognava ricostruire una società in sfacelo: le forze democratiche volevano un'economia basata su una cooperazione internazionale, mentre le forze reazionarie volevano un'economia basata su una nuova "rivincita" bellica.
Così, gli architetti si rendono conto di rappresentare lo spirito costruttivo della nuova Germania democratica e, seguendo l'esempio dell'avanguardia artistica russa, legano il processo di rinnovamento dell'arte, al processo rivoluzionario della società.
Così, si istituisce un consiglio del lavoro per l'arte e si forma Il Gruppo di Novembre (November groupe), che rappresenta un gruppo di ricerca e sperimentazione edilizia e, contemporaneamente, costituisce un elemento di pressione affinché lo Stato incoraggi questa nuova urbanistica rispondente alle esigenze di vita del popolo.
Tra i più importanti esponenti troviamo: Bruno Taut, Mendelsohn e Scharoun.
Nonostante non vi sia stata nell'architettura una vera e propria corrente espressionistica, le costruzioni architettoniche dell'immediato dopoguerra tedesco, hanno avuto molta importanza, in quanto hanno affrontato il problema dell'esigenze pratiche sul piano della funzione visiva, presentando una nuova architettura che modifica la realtà ponendone, così, una nuova. Così facendo, il processo d'invenzione viene ad integrarsi a quello di progettazione.
Eduard Munch
Decisiva, per la nascita dell'Espressionismo, è la presenza di Munch. Il suo tipo è quello del veggente ispirato che, della società, prevede il destino tragico, la fine imminente.
Quando si trasferisce dalla Norvegia a Parigi (1885), sperimenta tutto, portando sempre con sé il sentimento tragico della vita (che caratterizza la letteratura scandinava).
Munch non crede nel superamento, ma nel ribaltamento dell'Espressionismo (creando un passaggio dalla realtà esterna alla realtà interna).
La sua tendenza spiritualistica lo porta al Simbolismo, ma è un Simbolismo rovesciato: il simbolo non è oltre, ma dentro la realtà; di conseguenza, la rappresentazione stessa deva autodistruggersi.
Ad esempio il colore deve bruciarsi nella sua stessa violenza: non deve significare ma esprimere.
Perciò ,da Gauguin , Munch prende la tendenza a servirsi dell' incisione e, siccome il colore viene recuperato nell' incisione stessa, essa viene utilizzata per definire uno stato d'animo o un'atmosfera dell' immagine. Quindi, Munch fu il vero e proprio iniziatore della corrente dell' Espressionismo.
Ciò nonostante, l'influenza di Munch si estinguerà rapidamente: il ribelle diventa nel suo paese un pittore ufficiale, il pittore che la classe dirigente assegna al popolo affinché riconosca in esso il suo cantore.
Probabilmente l' aggressività dell' immagine espressionista nasce più dal realismo simbolico di Munch che dalla forma esasperata di Van Gogh. L' immagine realistico-simbolica di Munch nasce dalla tendenza a superare la pura visività dell' Impressionismo.
PUBERTA'
In questo dipinto, Munch discende da Gauguin il tema della ragazza che ha "la rivelazione della vita" e, nuda nell' ambiente nudo guarda con ansia sbigottita al futuro, al suo destino di donna.Si ispira al Toulouse , per il disegno penetrante e sottile che sorprende un brivido nervoso, un trasalimento segreto del corpo. Viene rappresentato solo l' essenziale: la ragazza, il letto e l'ombra sulla parete.
E' realistica la figura, con mani e piedi grossi e un po' arrossati.
Sono gracili il petto e le braccia e piene le anche ed il bacino.Il volto incerto e spaurito rappresenta tutto il turbamento della ragazza per il mutamento che sente compiersi nel proprio essere.
E' realistico il letto, si vede l' impronta ed il tepore lasciati dal corpo, eppure vi è un' allusione a quelli che (per Munch)sono i due poli dell'esistenza: la morte,l'amore.
Il passaggio dallo stato di ragazza a quello di donna, il cui destino forzato è di amare ,procreare ,morire, che per Munch non è un evento fisico-psicologico ma un problema sociale (nella letteratura scandinava ,uno dei temi più frequenti è appunto,la condizione sociale della donna, che impedisce la sua partecipazione intellettuale ed attiva della società moderna.
Il fatto importante, non è la descrizione di una situazione psicologica ma è la nuovissima concezione del valore e della funzione del simbolo, che è sempre il segno di un tabù sociale, ma diviene il modo di significare qualcosa che non può essere detto in termini chiari. In questo la figura differisce dalle immagini di Gauguin: ella teme il suo destino in quanto sa di doversi muovere tra le censure che reprimeranno i suoi istinti naturali e limiteranno la sua esistenza sociale. Il simbolo non è qualcosa oltre la realtà, ma è qualcosa di morto che si mescola alla vita. Ai simbolisti del tempo, Munch risponde che non ci si salva dalla realtà evadendo nel simbolo, poichè nulla è più reale del simbolo. Nulla nella realtà ha il significato o la chiarezza della forma: tutto è instabile, assumendo, così, un'evidente senso simbolico: è la prefigurazione della vita futura.
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