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Le strategie militari




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Le strategie militari


Il dizionario recita:

Strategia = arte di condurre gli eserciti in guerra; branca dell'arte militare che studia, imposta e coordina nelle grandi linee le operazioni di guerra.

La strategia migliore è quella che consente i massimi risultati con le forze che si hanno a disposizione. Vi possono essere offensive ma anche ritirate "strategiche", proprio per ottimizzare il risultato.

Le strategie militari sono in diretta dipendenza degli armamenti e delle strutture logistiche che si hanno a disposizione. Un buon stratega conosce esattamente i suoi mezzi, li adatta agli scopi che si prefigge, e li impiega con il massimo del risultato.

Nel corso del '900, durante le grandi guerre che hanno coinvolto tutti i paesi del mondo, si sono usate strategie molto diverse a seconda degli obiettivi da raggiungere.

Analizziamo alcuni dei principali eventi e le strategie che li hanno originati e condotti.


1 guerra mondiale. Le precedenti teorie militari di scontri in campo aperto tra eserciti numerosissimi, vengono sconvolte da una guerra di trincea in cui la francia e l'inghilterra riescono a costringere l'esercito tedesco. Questo tenta, già in un primo momento, un tipo di guerra più moderno, la cosiddetta guerra lampo che avrà la massima espressione nel secondo conflitto mondiale. In questa occasione però i mezzi in possesso dell'esercito tedesco non gli consentono di compiere con sufficiente velocità l'aggiramento delle linee fortificate francesi, e l'attacco si ferma sul fiume marna per ristagnare fino alla fine del conflitto deciso, più da eventi politici e su altri fronti, che da quelli delle trincee.


2 guerra mondiale. La strategia della guerra lampo ottiene i massimi risultati sia nei confronti della polonia attaccata in accordo con i russi, sia nell'aggiramento delle postazioni francesi ora perfettamente riuscito. Anche in questo caso la guerra viene decisa però da un gioco politico. L'indecisione di attaccare l'inghilterra alla fine dell'agosto 1940, l'apertura continua di nuovi fronti in grecia, africa e successivamente in estremo oriente, consentono ai paesi alleati di mettere in campo tutta la loro potenza economica e produttiva, che si rivela decisiva con l'ingresso nel conflitto dell'america nel 1942.

La possibilità di produrre armi e munizioni in zone completamente diverse da quelle di teatro delle operazioni belliche, si rivela decisiva. Basta aspettare l'errore dell'avversario e continuare a sostenere le azioni di guerra con materiali e truppe fresche confidando che la vittoria giunga sicuramente.

L'attesa si rivela però anche troppo lunga per i paesi alleati che, nel 1945 decidono di impiegare le armi nucleari per risolvere il lungo conflitto con il giappone. Questo evento segna una nuova rivoluzione nelle strategie. Le velocità di intervento hanno superato ogni aspettativa della guerra lampo ed ora domina la paura per un evento talmente potente da spaventare lo stesso attaccante per le conseguenze possibili ad ogni suo atto.

La principale strategia militare si trasforma quindi nella cosiddetta guerra fredda, che per molti anni metterà in contrasto stati uniti e unione sovietica, con tutti i loro paesi satelliti a fare da teatro sperimentale delle azioni dei grandi.

In questa ottica si inseriscono le guerre degli anni 50 /80: dalla guerra di corea a quella del vietnam, a quelle del medio oriente, per non parlare dei piccoli ma non meno cruenti episodi in africa.

In tutte queste guerre la strategia del combattimento fine a se stesso ha perso la validità di un tempo. Ora i due principali nemici del blocco sovietico e occidentale, sanno benissimo che non potranno giungere ad una vittoria finale per la minaccia nucleare che determinerebbe una ingloriosa fine di vinti e vincitori, qualora uno dei due fosse messo alle strette estreme. Le guerre servono allora per mostrare i muscoli, per ribadire i propri concetti di libertà ed in difesa delle ideologie.

Le guerre sono lunghe, (30 anni per vietnam, ancora ufficialmente aperta dopo oltre 50 quella di corea, praticamente continua, anche se solo parzialmente dichiarata, quella di israele con i paesi arabi). Non viene mai sferrato l'attacco finale anche se nella sequenza dei bombardamenti e delle azioni difensive si hanno migliaia di morti. Alla fine decisioni politiche, come sempre, rendono inutili i sacrifici dei militari qualora si decida di abbandonare un territorio o una regione anche faticosamente conquistata.

Nella strategia entra preponderante l'esigenza di ottenere l'appoggio delle popolazioni dei paesi belligeranti, non già perché forniscano uomini e mezzi per i combattimenti, ma perché non tolgano gli appoggi ai politici impegnati nella contesa.


Ultimo atto di questa evoluzione sono i conflitti del golfo e del kossovo. In questi eventi si è badato moltissimo, almeno da parte dei paesi occidentali, a condurre una guerra che non avesse ripercussioni sui militari dei paesi nato e onu. La lezione della guerra del vietnam che aveva sconvolto l'america per le migliaia di giovani inviati a difendere un territorio che non sentivano proprio, ha indotto ad utilizzare al massimo le tecnologie per esporre al minimo rischio le proprie truppe. L'attacco di terra è stato sferrato nel golfo solamente quando si è avuta la certezza di una resa incondizionata dell'esercito di saddam ormai sconvolto da migliaia di bombardamenti, che causavano vittime e danni solo agli iracheni. Addirittura nel kossovo l'attacco terrestre non è stato mai effettuato, lasciando al terrore dei bombardamenti ed al messaggio dei media, il compito di fiaccare il nemico fino al punto di fargli accettare la resa.

Speriamo che l'evoluzione dei conflitti possa eliminare completamente le sofferenze delle popolazioni e dei soldati stessi limitando, in un futuro sempre più virtuale, il peso della sconfitta agli strateghi che, sentendosi battuti da un nemico più potente, ne accettino la predominanza morale.













Il teatro rappresenta la parte più interessante della produzione artistica di pirandello.

Egli vi giunse piuttosto tardi, infatti debuttò per la prima volta., a roma, al teatro metastasio, il 9 dicembre del 1910, con "la morsa" e "lumìe di sicilia".

Poi, a mano a mano che si maturava in lui il distacco dal verismo verso il decadentismo, si dedicò ad esso quasi totalmente, comprendendo che la sua concezione tragica della vita, calato in situazioni drammatiche, dolorose, umoristiche, e paradossali, poteva trovare nella azione scenica più che nella narrativa, il mezzo espressivo più adatto ed efficace. E dal teatro gli venne più tardi il successo.


Il teatro precedente mirava alla rappresentazione di una realtà esistente come un dato di fatto, mentre quello di pirandello introduce una visione non più statica, ma dialettica del reale, cioè una realtà oppostamente interpretabile e per questo priva di una sua oggettiva consistenza e tale che non può generare che lo scontro tra le varie interpretazioni. "così e (se vi pare)" è la prima opera teatrale nella quale si realizza una nuova concezione.

Questa premessa determina quella caratteristica raziocinante tipica dei personaggi pirandelliani, il loro arrovellarsi e ragionare, a spiegare: ma questa è una condizione inevitabile, perché il conflitto è tra le diverse interpretazioni della realtà e la commedia non può non assumere l'aspetto di dialogo filosofico.

Nasce così il tentativo di rompere il carcere della solitudine, cioè dal bisogno di far combaciare le oppeste visioni di una realtà e quindi stabilire un terreno di colloquio. Questo non è possibile e allora non resta che accettare la propria solitudine, il carcere, cioè quella forma, quella maschera che imprigiona la vita, in cui la visione degli altri, che non coincide con la nostra, ci ha inchiodati.

A togliere la maschera, e vedere sotto di essa, la dolorante umanità ("maschere nude"). Pirandello era spinto da lucida esigenza di verità e da pietà umana, nel contempo, e i volti che questa operazione svela sono deformati da un misto di riso e pianto (il sentimento del contrario)


Dal 1925 diresse la compagnia "teatro d'arte di roma", che, per merito anche di due grandi attori, ruggero ruggeri e marta abba, rappresentò trionfalmente le sue commedie sui più importanti palcoscenici dell'europa e delle americhe.

Fu allora la gloria e il premio nobel (1934). Conformemente alla sua poetica, che affida all'arte il compito di " denudare le maschere", pirandello chiamò il suo teatro "teatro dello specchio", perché in esso si rappresenta la vita nuda, cioè senza maschera con le sue reali verità e amarezze , che palpitano dolorosamente sotto il velo dorato delle ipocrisie e delle convenzioni sociali, così che chi assiste, si vede come in uno specchio così com'è, e diventa migliore.

Alla base del teatro di pirandello, c'è una forte esigenza morale di strappare gli uomini dalle menzogne, perché il mondo si rinnovi secondo giustizia, verità e libertà.


Pirandello compose complessivamente 43 opere fra drammi e commedie (il dramma è un opera teatrale fondata sul contrasto violento delle passioni, ma sostanzialmente senza morti sulla scena, come avviene invece nella tragedia).

"sei personaggi in cerca d'autore" è la tipica commedia della relatività delle nostre conoscenze. Pirandello ritiene che la verità è quella che si trova in ciascuno di noi, nel profondo della nostra coscienza: essa va quindi rispettata e difesa contro chi vuole violarla per imporre la "sua" verità.

Quando fu rappresentata per la prima volta, a roma al teatro valle il 10 maggio 1921, suscitò violente polemiche per l'incomprensione del pubblico, che si trova per la prima volta davanti ad un'opera così nuova e provocatoria.

Insieme con altre due commedie "ciascuno a modo suo" "questa sera si recita a soggetto", forma la cosiddetta "teatro nel teatro". Si tratta di un dramma da rappresentare, cioè non fatto, ma in fieri, concepito nel suo farsi.

Il dramma da rappresentare è quello di un padre sorpreso in un casa equivoca, in intimità con la figliastra, che si prostituisce per la miseria in cui vive. È il dramma della frantumazione o pluralità dell'io, che appare "uno", ma è, in realtà, "tanti".

L'autore che ha concepito questo dramma si rifiuta di scriverlo, ma i sei personaggi ideati (padre, madre, figlio di 22 anni, figliastra di 18 anni, bambina di 4 anni e un giovinetto di 14 anni), girano per il mondo alla ricerca di un autore che faccia vivere sulla scena il loro dramma. Esso rappresenta il tentativo di pirandello di uscire dalla disperazione e dalla frantumazione della personalità, aggrappandosi a uno dei miti, in questo caso l'arte che, ridarebbe all'uomo la sua identità e la sua personalità. Quindi l'arte ridarebbe all'uomo quell'unità e quella pace che la vita gli sottrae.




























Becket was a major figure in modern european drama. He was born in dublin and during second world war he moved to paris. In this place he met james joyce and he became a member of his circle. Then he worked as his secretary.

During the war he joined the france resistance and at the end of the war becket wrote his major plays such as "waiting for godot" and "endgame".

At first he wrote his plays in french and then he traslated theme in english, because he found frenchmore essential than english


"waiting for godot" is a  tragicomedy (because there is an interaction between tragic drama and comic play) divided into two acts. Both acts are set in a "country road" with a willow "tree" . Becket chose this place because he underlined the essentiality of aimless life.

The major characters are two tramps who are waiting for mr godot, who cannot arrive because according to religious critical of the work, he doesn't exist, because he is actually god. At the and of this play, vladimir wants hang himself(this is comic aspect).


This play is a metaphor for human existence.

Estragon and vladimir, the protagonists, are waiting for mr godot because he can solve their problems.

The characters are going on in spite of boredom and hopelessness


With this play becket ripresents the  "theatre of the absurd"


Becket resumed the topic of existentialism: man is unable to find any essential purpose in is actions, he has to invent it.

Man can't find any meaning in life, and his actions are pointless, insignificant and even the universe, has no meaning.

This state of mind causes despair and anguish, the same expressed by the existentialist.






















"non sono un fotografo della natura ma della mia fantasia"

Queste parole implicano un'innovazione nell'arte di man ray. Egli non si definiva un semplice copista, ma un "meraviglioso esploratore di aspetti che la nostra retina non registrò mai". Man ray fu costretto a inventare nuove tecniche e a sviluppare nuove applicazioni di espedienti fotografici. La rayografia, le solarizzazioni, il sovrasviluppo, i forti ingrandimenti sono alcuni fra i contributi più noti di man ray .

Egli fu in tal modo il creatore di un gran numero di innovazioni tecniche in fotografia.

Man ray non amò mai la macchina fotografica né provò mai ammirazione per essa.

Benché tutte le fotografie di man ray fossero fotografie di suoi oggetti, praticamente tutti i suoi oggetti o composizioni furono soggetti di fotografie.

La pittura, però, restò la passione dominante di man ray e non appena egli ebbe acquistato la padronanza delle complessità tecniche della macchina fotografica pensò di farne a meno e di utilizzare la lastra fotografica per creare incisioni in cui il fattore attivo fosse la luce anziché l'acido.

una delle tecniche usate da man ray, una volta scoperto le nuove tecniche fotografiche, è quello del cliche' verre. Questo consisteva in un disegno veniva eseguito su una lastra di vetro affumicata; la lastra veniva poi posata su carta fotografica, sulla quale, in seguito a esposizione alla luce, le linee bianche del disegno apparivano nere. In questo modo era possibile ottenere un numero indefinito di stampe positive per contatto. Il procedimento di man ray era ancora più semplice, egli esponeva la lastra fotografica ed eseguiva il suo disegno direttamente sul negativo così ottenuto. Essendo contrario a ogni tipo di spreco, a volte utilizzò anche i negativi di fotografie stampate.

Un'altra tecnica usata da man ray fu quella della rayografia: giochi ottici ottenuti mediante un procedimento fotografico, con lastre non esposte o reciprocamente sovrapposte, nel quale la casualità ha una parte dominante, giungendo a composizioni di grande efficacia formale ed espressiva.

Una terza tecnica viene chiamata solarizzazione, un processo di sviluppo in virtù del quale i contorni del viso sono accentuati da una linea nera come nel disegno. Questo processo gli forniva l'opportunità di usare la luce come un pittore usa i suoi colori. Man ray potè combinare in una fotografia la linea nera asciutta del clichè - verre e le sontuose tonalità della rayografia
















La prevenzione di un gran numero di malattie infettive può essere attuata anche attraverso la profilassi immunitaria, che mira a rendere gli individui sani più resistenti nei confronti dei microrganismi patogeni; può essere messa in atto sia per mezzo della vaccinoprofilassi (immunizzazione attiva) sia della sieroprofilassi (immunizzazione passiva)

La vaccinoprofilassi si propone di rendere immune l'individuo attraverso l'introduzione nell'organismo dell'agente etiologico ridotto nella sua patogenicità, ma egualmente capace di agire come antigene, e quindi, di stimolare la produzione di anticorpi specifici.

Con l'introduzione del vaccino si crea nell'organismo uno stato di malattia fittizio, atto a indurre il sistema immunocompetente a formare anticorpi in grado di conferire un'attitudine alla resistenza nei confronti di quella stessa malattia.

A seconda della formazione, i vaccini possono essere distinti in:

Vaccini costituiti da microrganismi vivi attenuati

Vaccini costituiti da microrganismi uccisi

Vaccini costituiti da anatossine o tossoidi.

I vaccini del primo tipo, di cui fanno parte, per esempio, il vaccino antivaioloso, l'antirabbico, l'antipoliomielitico, antitubercolare bcg, devono essere attenuati nella loro virulenza in modo stabile e irreversibile.

Essi sono soliti determinare un'immunità solida e duratura e conferiscono, di norma, una resistenza maggiore rispetto ai vaccini costituiti da microrganismi uccisi, come ad esempio l'anticolerico, l'antipolio, l'antinfluenzale, ai quali si fa ricorso solo quando risulta impossibile l'attenuazione del grado di virulenza dei germi.

Tra i vaccini costituiti da anatossine, vale a dire, tossine che hanno perso la capacità tossica, ma mantenuto il potere antigenico. Ricordiamo l'anatossina difterica, quella tetanica, quella dissenterica.

Le vie di introduzione dell'antigene vaccinico, nell'organismo, sono alquanto varie, in quanto, a seconda della modalità prescelta, si possono ottenere risultati immunitari fra loro diversi.

Le vie utilizzate sono distinte in:

Intramuscolare

Sottocutanea

Orale

Inoltre è importante nella vaccinazione seguire intervalli di tempo particolari tra un'introduzione e la successiva. Ritmi di somministrazione ottimali ed efficaci sono identificabili in una vaccinazione di base, che può essere singola o duplice (ripetuta; cioè; dopo un mese)

Una vaccinazione di rinforzo, che segue la precedente di 6 12 mesi e, infine una vaccinazione di richiamo, dopo un certo numero di anni.

Le vaccinazioni obbligatorie per l'ammissione alla scuola o a comunità infantili sono:

La vaccinazione antipoliomielitica

Antidifterica

Antitetanica

Antivaiolosa

Antiepatite b

Tra tali vaccinazioni un bambino che entra nella scuola dell'infanzia deve sottoporsi alla quarta dose di antipolio.

La vaccinazione antipoliomielitica viene eseguita a mezzo di vaccino trivalente, somministrato per via orale in tre dosi:

Una prima dose nel corso del terzo mese di vita, una seconda dose ad una distanza compresa fra le sei e le otto settimane dalla prima e una terza dal 10 all'undicesimo mese di vita, o comunque non prima di 120 giorni dalla seconda dose.

La quarta è prevista nel corso del terzo anno di vita


La poliomielite

È una malattia infettiva contagiosa, provocata da un virus ed è capace di dare all'uomo gravi forme di paralisi o portare alla morte

Il periodo incubativo dura circa 7 giorni e il decorso si divide in tre periodi:

Fase prodromica: caratterizzata da malessere generale, febbre cefalea faringite disturbi intestinali.

Fase preparalitica con comparsa di rigidità nucale e dorsale, ipersensibilità muscolare e alterazione dei riflessi.

Fase paralitica caratterizzata da dolori e spasmi muscolari, paralisi dei muscoli degli arti e dei muscoli respiratori

Nei casi più gravi il virus si insedia nel sistema nervoso centrale provocando la degenerazione dei neuroni delle corna anteriori della sostanza grigia del midollo spinale.

La trasmissione del virus avviene attraverso le feci, l'acqua e il latte e via aerea.

La profilassi avviene attraverso la denuncia, la vaccinazione e l'isolamento.








































Rapporto fra l'età mentale di una persona e la sua età reale, secondo la formula:


età mentale

x 100

Età reale

La valutazione delle età viene eseguita mediante tests e viene quindi fatto il rapporto fra il punteggio ottenuto dall'individuo in esame e il punteggio medio degli individui della stessa età.

La persona media ha un qi di 100, la sua età cronologica corrisponde all'età mentale.

La debolezza intellettuale inizia al di sotto di 70 e l'intelligenza superiore al di sopra di 130.

Si deve tenere presente che la validità di questo test è limitata al gruppo sociale da cui è stato estratto il campione usato per la taratura del test.

Il primo test per misurare l'intelligenza fu creato da binet e simon; all'inizio questo test veniva utilizzato per identificare i bambini con problemi scolastici.

Con lewis terman il test venne esteso a tutti gli stati uniti.

Le revisioni di quest'ultimo vennero chiamate "stanford binet"

Questa scala risulta composta da una serie di compiti intellettuali graduati, divisi in gruppi - anno; abbiamo quindi un gruppo - anno terzo, un gruppo - anno sesto, uno decimo e così via.

Ciascun gruppo, a sua volta, è composto da sei tests del gruppo - anno corrispondente alla sua età cronologica, eventualmente salendo nella scala a seconda delle capacità del soggetto.

Si considera poi il valore dei tests superati, concedendo un abbuono per quelli del gruppo - anno precedenti. La somma aritmetica dei punti ci dà l'età mentale.

Per esempio un bambino che abbia superato tutti i tests del gruppo anno settimo e 4 del gruppo - anno successivo avrà un'età mentale di sette anni e otto mesi.


Perciò:

12 mesi (gruppo - anno 7°)     +

8 mesi (quattro tests gruppo anno 8) +

72 mesi (abbuono dei gruppo anno precedenti)   =


92 mesi (7 anni e 8 mesi)



Il qi di terman lo descrive, invece, come un punteggio che rappresenta il rendimento dei bambini.

Il sistema di punteggio ideato da terman attualmente non viene utilizzato. Oggi i qi vengono calcolati confrontando il rendimento di un bambino con quello medio di un ampio gruppo di altri bambini della sua età.


Naturalmente non bisogna assolutizzare tutti i casi.

Si è sperimentato che i bambini che hanno un punteggio alto di qi, di norma, ha un alto rendimento scolastico e chi, invece, ha un punteggio basso, ha un rendimento scarso.

Questo però non è sempre del tutto vero, in quanto, soprattutto nei bambini più grandi, certi risultati dei tests, possono non essere del tutto corretti, in quanto influenzati da eventi psicologici del ragazzo, come per esempio, il divorzio o altre situazioni.

Il punteggio del qi, non determina la capacità di base del bambino, può soltanto dare la misura della prestazione in un determinato giorno.

Anche se durante la terza infanzia il risultato diventa costante, questo non è mai assoluto.


































Applica le sue teorie filosofiche anche nel campo della pedagogia, sostenendo un'educazione democratica, non informativa, ma formativa, che solleciti lo sviluppo della personalità dell'alunno.

I principi fondamentali della pedagogia di dewey sono i seguenti:

A.    Rispetto per lo sviluppo del fanciullo, il quale deve essere aiutato dal docente a conquistare e fare propri i risultati delle esperienze precedenti dell'umanità.

B.    Natura attiva e dinamica dell'apprendimento, in modo che l'alunno acquisti pragmaticamente il proprio sapere affrontando problemi concreti: in altre parole, una scuola attiva, che abbia come centro l'alunno, al posto della tradizionale scuola passiva, che ha come centro l'insegnante

Scuola finalizzata allo sviluppo del senso di socialità dell'alunno, soprattutto attraverso l'introduzione del lavoro manuale







































Filosofo e pedagogista statunitense. La sua teoria fondamentale è chiamata strumentalismo.


L'analisi dell'esperienza:

Il punto di partenza della ricerca filosofica è costituito, secondo dewey, dall'analisi dell'esperienza.

L'esperienza assume il nuovo e vastissimo significato di totalità: essa è il ritmo stesso della vita, il rapporto reciproco tra l'essere vivente e il suo ambiente naturale e sociale.

L'esperienza non è identificabile né con la coscienza né con la soggettività. Nulla è al di fuori di essa, neanche la morte.

L'esperienza comprende, così, l'intero mondo delle persone e degli eventi, tutto ciò che l'uomo crea e l'eredità del suo passato, della specie e della società, la conoscenza, l'ignoranza, l'irrazionalità, tutto ciò che è vago oscuro e misterioso.

L'esperienza, pertanto, ha un carattere di precarietà ed è realtà oggettiva, rivolta al futuro, perché sforzo per mutare il dato.


La conoscenza

La conoscenza, è dunque, una forma particolare di esperienza e viene stimolata dalla instabilità dell'esperienza stessa.

La conoscenza è l'insieme di operazioni che si mettono in atto per trasformare una situazione nella quale si abbiano esperienze caratterizzate da oscurità, dubbio, conflitto in una situazione che sia chiara, coerente, ordinata, armoniosa.

Soggetto della conoscenza è la ricerca: una persona diventa soggetto di conoscenza in virtù del suo impegnarsi in operazioni di ricerca controllata.

La ricerca che si muove da una situazione di incertezza e di problematicità, deve essere qualcosa di attivo e di operativo e a livello conoscitivo e intellettuale, avviene attraverso cinque fasi.

Situazione di dubbio determinato, con idea di una possibile soluzione

Ragionamento, cioè sviluppo di u8n'idea presentatasi per la soluzione

Osservazione ed esperimento sulle ipotesi prospettate

Rielaborazione intellettuale della prima ipotesi

Formulazione di nuove idee da verificare

La soluzione problematica iniziale è così superata

In caso contrario si procede con altri tentativi


Lo strumentalismo

Se la conoscenza ,non che parte dell'esperienza e la logica non può essere separata dalla ricerca scientifica, allora le idee, i sistemi, le teorie non possono rispecchiare alcuna realtà presupposta: non esistono forme logiche preesistenti ed eterne

Le idee sono, invece, lo strumento di cui l'uomo si serve per agire, per chiarire la realtà facendola servire ai propri fini pratici . La loro verità si misura sui risultati: non le conosciamo dai loro frutti.

Perciò le idee non hanno valore oggettivo, ma sono possibili soluzioni, semplici previsioni di ciò che si potrà verificare sperimentalmente in seguito in seguito a determinate operazioni.

I simboli linguistici sono anch'essi strumenti di azione, il cui uso conoscitivo si attua però a livello sociale. Il linguaggio ha grande importanza, soprattutto per lo sviluppo delle conoscenze astratte, però neppure esso possiede una sua interna verità.

La teoria dello strumentalismo, secondo dewey, non è un ostacolo, ma anzi costituisce un rigoroso presupposto alla scienza, intesa come un sistema di precisi e controllati procedimenti di ricerca.





L'etica e l'estetica

Anche l'etica e l'estetica di dewey possiedono un evidente carattere strumentale. Non esistono fini e valori precostituiti. I fini possono essere identificati solo nei problemi concreti e sono sempre in rapporto con i mezzi; è errato affermare l'esistenza di fatto di cose che sono fini e non semplici mezzi.

L'etica non può limitarsi ad accettare i fini additati dall'esperienza, ma deve consistere nell'impegnarsi, nell'operare sulle realtà unitamente con gli altri uomini, per modificare le situazioni e migliorarle, mediante il riconoscimento e l'arricchimento dei valori di diritto

Dewey distingue infatti i valori di diritto, che sono i beni ragionevoli e desiderabili, dai valori di fatto, che sono i beni immediatamente desiderati.

In quanto all'arte, il suo scopo è di carattere educativo.


























Nel 1909, con la riforma gentile l'educazione fisica entra a far parte delle materie scolastiche; durante il ventennio fascista si crearono molte associazioni. Nel secondo dopoguerra si è incluso lo sport nell'educazione fisica scolastica con l'appoggio del coni (comitato olimpico nazionale italiano) costituendo i gruppi sportivi scolastici

Con la presa di potere dei fascisti, dopo la marcia su roma il 28 ottobre del 1922, la riforma gentile, mira ad arginare l'emergere incontrollato di forza lavoro intellettuale; con la creazione dell'ente nazionale per l'educazione fisica (obbligatorio e molto caro), mussolini istituisce un valore propagandistico dell'attività motoria e sportiva in favore della guerra ormai imminente.

Tutto è organizzato dall'onb (opera nazionale balilla)

Questa è un'organizzazione creata dal regime fascista nel 1926 con funzione di educazione politica, di formazione paramilitare e di assistenza della gioventù.

Quest'organizzazione acquisisce una grossa importanza in pochi anni. I figli della lupa (6 8 anni), i balilla (8 14 anni) e gli avanguardisti (14 18), le piccole italiane ( ) devono tutti iscriversi, quindi anche il numero dei partecipanti aumenta considerevolmente.


Dal 1937 l'onb passò alle dipendenze dirette partito nazionale fascista, come gioventù italiana del littorio (gil).

Quest'ultima è un'organizzazione per inquadrare la gioventù, con finalità di tipo sportivo, ricreativo e paramilitare.

Nel periodo fascista sorsero le prime palestre e le prime società sportive, si tennero i primi corsi per insegnanti di educazione fisica. La federazione ginnastica italiana si costituì a venaria.

In realtà con l'istituzione dell'opera nazionale balilla viene sempre fuori maggiormente la fascistizzazione del nostro paese. Dietro una facciata di allegria e serenità portata da parate e saggi ginnici, si svolge una lotta per il predominio che coinvolge tutti.











Lo studio delle tecniche di rappresentazione del numero è di interesse recente

Esso è ritenuto importante soprattutto in due campi:

Pedagogico: per il modo in cui le insegnanti avvicinano i bambini al mondo dei numeri;

Tecnologico: per l'evoluzione e la diffusione dei computer, mezzi nei quali bisogna inserire dei numeri.

Prima di studiare il metodo usato al giorno d'oggi per l'approccio ai numeri, vediamo come esso si è evoluto nell'arco della storia, in funzione delle diverse popolazioni esistenti, in rapporto alla necessita, agli usi, ai costumi.

Per esempio nel 1961 è stato scoperto, da un ricercatore jean de heinzelin, un piccolo osso, lungo circa 10 cm, risalente a più di 20.000 anni fa sulle rive di un lago edward nella grande rift valley in africa centrale, al confine tra uganda e zaire.

Lungo il margine destro di una faccia dell'osso c'erano tre coppie di raggruppamenti di tacche che rappresentavano alcuni dei numeri e il loro doppio (3 e 6; 5 e 10); ciò indica che i cacciatori e i pescatori, che vivevano nei pressi del lago, comprendevano il concetto di raddoppio di una quantità.

Sull'altra faccia dell'osso sembravano essere rappresentati numeri con una qualche relazione con il 10: sul margine sinistro, ogni gruppo di tacche era costituito da una tacca in più o meno di 10 o 20.

Il numero totale delle tacche lungo ciascun margine era 60 e i gruppi di tacche presi a coppie, davano 30. È stato ipotizzato che l'osso non solo indicasse l'uso di un sistema in base 10, ma che esso fosse usato per calcolare le date, poiché 30 è il numero approssimato dei giorni di un mese lunare.

Con lo sviluppo intellettuale è diventato necessario rappresentare la quantità di un numero attraverso un simbolo ed ecco che tre tacchette corrispondono al numero 3, successivamente tale numero doveva essere trasformato in parola "tre".

Oggi si inizia a contare fin dalla scuola materna con una tecnica piagetiana: la corrispondenza biunivoca. Tale metodo può essere costruito elencando (a voce o solo con il pensiero) i nomi dei numeri toccando o guardando di volta in volta uno degli elementi, in modo da essere sicuri che, a ciascuno di essi, corrisponda un solo numero e non più.

Ogni cultura ha un proprio linguaggio e questo ha una propria etimologia.

Se osserviamo come si conta nelle varie lingue europee, notiamo che i numeri vengono pronunciati in modo simile quasi in ogni lingua.

Ma abbiamo mai pensato all'etimologia di quella parola?

Per esempio in inglese il numero 14 si dice fourteen, che etimologicamente significa aggiungi quattro a dieci. In italiano si dice quattordici, cioè aggiungi quattro a dieci..

In alcune culture primitive, non hanno i numeri che tendono all'infinito come noi.

In patagonia esiste una popolazione che numera gli oggetti solo dall'uno al 33, in quanto conta in base al numero degli organi del corpo. si è scoperto che in questa popolazione le donne non sanno contare, perché ritenute inferiori in quanto non "possiedono" le parti corrispondenti ai numeri 31, 32, 33 (non hanno il pene 31 e i testicoli 32, 33).

Per i bambini cinesi, a differenza degli occidentali, è molto più facile poter imparare i numeri in quanto utilizzano sempre lo stesso metodo per indicare i numeri superiori al 10.

Esempio: 11 = 1+10 21 = 20+1

In cina 1+10 ; 1+20 ; 1+30...

















































La programmazione è l'attività di definizione e organizzazione di obiettivi, contenuti, tempi, strumenti e metodi dell'educazione e dell'insegnamento, tenendo conto dei livelli iniziali e predisponendo strumenti di verifica dei risultati ottenuti

Può essere educativa e didattica; la prima si svolge a settembre, prima dell'inizio della scuola , è più generale, contiene le finalità da conseguire ed è svolta dal collegio docenti.

La seconda, si effettua nel momento in cui si conoscono i bambini, quindi verrà impostata a novembre dalle insegnanti della sezione, essa contiene gli obiettivi da raggiungere, quindi è più specifica.

La programmazione deve avere degli obiettivi che soddisfino i bisogni dei bambini e sollecitarne le potenzialità allo sviluppo. Il progetto di lavoro, quindi, non deve essere rigido e definitivo, ma al contrario, flessibile e aperto alla costante verifica tenendo conto del progresso dei bambini.

La programmazione si sviluppa in  4 operazioni fondamentali:

Analisi della situazione

Consiste nella raccolta delle informazioni riguardanti

La famiglia: domande preparate da effettuare con diverse modalità. Per far sì che l'anamnesi non sembri un interrogatorio, si posso adottare diverse tecniche: l'intervento può essere a eco o a specchio nel quale l'insegnante ripete l'ultima parte della frase detta dal genitore per stimolarlo a chiarire maggiormente il discorso; oppure facendo una sintesi per verificare il contenuto dell'informazione o utilizzando la tecnica delle riflessioni sui sentimenti del genitore per farlo sentire a proprio agio.

I bambini: osservazione sistematica

Le risorse della scuola: analizzando la struttura e il personale

Le risorse del territorio

Definizione degli obiettivi

Descrizione di ciò che gli educatori desiderano che i bambini sappiano, o sappiano fare, o sappiano essere alla fine di determinati interventi educativi.

Per poter determinare degli obiettivi bisogna analizzare le preconoscenze del bambino, ipotizzare i cambiamenti che vogliamo portare in loro, definire il cambiamento secondo le competenze che i bambini dovranno possedere al termine dell'intervento.

Per ottenere tutto ciò l'insegnante deve conoscere la situazione iniziale, i testi programmatici, i colleghi e le equipe professionali (psicologi e medici) che operano sul territorio.

Organizzazione dei contenuti, dei metodi, dei mezzi

In questa fase bisogna stabilire gli obiettivi annuali (programmazione educativa), gli obiettivi specifici (programmazione didattica) e le unità didattiche.

Gli obiettivi possono essere classificati in:

Conoscere e ricordare

Capire

Applicare

Analizzare

Sintetizzare

Valutare

In una programmazione vanno inoltre stabiliti i contenuti, i metodi e i mezzi.

I primi sono gli argomenti sui quali lavorare per sviluppare le capacità prefissate dagli obiettivi.

I secondi riguardano la metodologia che deve rispondere alle esigenze del bambino e deve essere motivante. Infine ultimi i mezzi, attrezzature (strutture, materiali) e sussidi (computer)

Avremo inoltre presente una valutazione formativa che si occuperà dell'analisi dei risultati ottenuti attraverso la verifica e quindi una visione delle eventuali lacune.

Se l'attività non ha permesso il raggiungimento degli obiettivi, si terra un'attività di recupero.



Un obiettivo può non essere raggiunto per vari motivi, alcuni di questi possono essere:

I tempi di apprendimento sono più lunghi rispetto a quelli prefissati,

L'attività proposta non è stata corretta oppure è stata troppo complessa

A questo punto con il recupero si danno altre opportunità

Verifica.

Questa consiste nell'andare a vedere se i bambini hanno raggiunto o meno gli obiettivi stabiliti attraverso alcuni metodi specifici come l'osservazione sistematica, la conversazione guidata, la rappresentazione grafica la drammatizzazione.

Questi punti sono presentati sempre con quest'ordine in modo lineare, nel quale c'è un minore collegamento tra una unità didattica e l'altra. Alla fine di ogni unità didattica (che comprende i 4 punti) si ricomincerà da capo.

Possono essere presentati in modo circolare nel quale i risultati che si ottengono dalla verifica, costituiscono l'analisi della situazione della fase successiva, per definire i nuovi obiettivi.

Infine si può presentare in forma a spirale dove si terrà conto dello sviluppo del apprendimento del bambino.; si partirà dall'argomento più semplice per arrivare a quello più complesso.


















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