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L'amore e la donna
L'evoluzione della figura femminile
Spetta a Baudelaire distruggere l'idealizzazione romantica della donna, inaugurando una serie di immagini che avranno larga fortuna nella cultura ottocentesca: la prostituta, la ballerina la fanciulla esotica, la donna-vampiro, la donna cadavere.
I romanzi giovanili di Verga riprendono l'opposizione Baudelairiana tra natura e artificio, per cui la bellezza femminile non è più simbolo della divina armonia della natura, ma frutto di un artificiale mascheramento.
Il Verismo contribuisce in modo essenziale al mutamento della raffigurazione della donna e dell'erotismo, accentuando la scissione tra spiritualità romantica e fisicità del desiderio: l'amore diventa una spinta dei sensi, istinto cieco ed elementare, anche violento e dilettoso. Di qui l'approccio e tematiche nuove che indagano la filosofia amorosa nei suoi versanti patologici, dall'isteria, alla follia, alle varie perversità femminili che il Simbolismo decadente eredita e affina.
Nella letteratura del secondo Ottocento si accentua il numero delle eroine femminili e, con un significativo rovesciamento dei ruoli, la donna diventa soggetto attivo della passione amorosa, portatrice di bisogni affettivi che la società maschile sacrifica all'ordine e all'efficienza borghesi. Il conflitto esplode all'interno della famiglia, luogo dove si perpetua l'inferiorità femminile e dove più fortemente si esercita l'oppressione della morale sessuale dominante.
La donna, in Carducci, è ancora oggetto di una rappresentazione ideale, che incarna l'aspirazione del poeta all'armonia tra natura e storia e alla salvaguardia dell'integrità dell'io minacciata dalla modernità.
In tutta la produzione Pascoliana, invece, la donna e l'amore sono un fantasma rimosso, contemplato o spiato a distanza. Ciò è legato alla percezione traumatica del sesso inteso come peccato, violenza, rischio di corruzione e morte. Di qui l'oscillazione della figura femminile tra sublimazione familiare e sensualità amorosa e distruttiva, che rivelano la sostanziale incapacità del poeta a instaurare un rapporto adulto e autonomo con il mondo e con la donna.
D'annunzio diffonde in Italia il prototipo decadente della donna fatale e un modello erotico conforme alla lussuria aggressiva e al sadismo del superuomo. Ritorna anche in D'Annunzio il motivo dell'opposizione fra pensiero e forze oscure dell'istituito, percepite come pulsione regressiva di annientamento.
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