L'Africa è
suddivisa in nove libri: nei primi due, i più
compatti e organici per forma e contenuto, è narrato un sogno di Scipione, cui
appare il padre per rivelargli le future glorie di Roma fino ad Augusto. Nel libro III la scena si sposta in Africa, nella reggia
di Siface dove, nel corso di un banchetto, vengono celebrate le virtù del
popolo cartaginese e di quello romano. Il libro IV
è dedicato all'elogio di Scipione, la cui virtù è esaltata per bocca dell'amico
Lelio; il libro, mai portato a termine, doveva narrare nella seconda parte lo
sbarco di Scipione in Africa e la vittoria di Lelio e del suo alleato africano
Massinissa contro Siface, che ha scelto l'alleanza con Cartagine su incitamento
della moglie Sofonisba. Proprio all'infelice storia d'amore tra Sofonisba e
Massinissa è dedicato il libro V, in cui è alla
fine la ragion di stato a prevalere sul sentimento, costringendo Massinissa a
tirarsi indietro e abbandonare Sofonisba al suo destino di morte. Il libro VI narra le prime vittoriose operazioni militari
di Scipione in Africa, che costringono Annibale a lasciare precipitosamente
l'Italia per fare ritorno in patria; il giovane fratello di Annibale, Magone,
ferito mortalmente mentre salpa a sua volta per Cartagine, affida a un
celeberrimo monologo il proprio accorato rimpianto di fronte al naufragio dei
giovanili sogni di gloria. Nei libri VII e VIII è narrata la
vittoriosa campagna di Scipione fino alla disastrosa sconfitta cartaginese di
Zama; la città nemica è costretta ad accettare durissime condizioni di pace. Il
libro IX racconta il ritorno di Scipione in
patria; sulla nave in cui è imbarcato ha un lungo colloquio con il poeta Ennio,
cui in seguito appare in sogno l'anima di Omero, che compie una lunga rassegna
- largamente incompleta - di futuri poeti latini, ultimo dei quali è lo stesso
Petrarca, che in tempi lontani riporterà alla luce la gloria di Scipione e
della gente romana; infine, Scipione giunge a Roma per celebravi il trionfo.
Petrarca conclude il poema dedicandolo alla memoria di re Roberto D'Angiò.