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"La Patente"
La Patente è una delle novelle scritte da Luigi Pirandello. Teorico di una ispirazione che egli chiama 'umorismo', vede la realtà in modo conflittuale e paradossale. L'uomo, per poter assumere un ruolo nella società in cui vive, deve nascondersi dietro una 'maschera', che reprime il proprio animo, cadendo nel dramma dell'incomunicabilità. La Patente è la novella che meglio sintetizza la narrativa pirandelliana, è stata scritta nel 1923 ed è ambientata in Sicilia. I personaggi principali sono:
Il giudice d'Andrea
Chiàrchiaro
Totò sotto le vesti di Chiarchiaro.
Una scena dell'interpretazione teatrale "La patente"dove si vedono:
In alto il Giudice D'Andrea e in Basso Chiarchiaro.
La novella inizia con la descrizione del giudice d'Andrea, una persona estremamente precisa, che svolge bene e puntualmente il proprio lavoro. -'Non era un vecchio; poteva avere appena quarant'anni'. 'Così sbilenco con una spalla più alta dell'altra, andava via come i cani. Nessuno, però, moralmente sapeva rigar più diritto di lui. Lo dicevano tutti'. Egli aveva avuto una vita piena di travagli interiori. 'e fosse consapevole di quei misteriosi infiniti travagli di secoli, che la sua vasta fronte protuberante gli avevano accumulato tutto quel groviglio di rughe e tolto quasi la vista ai piccoli occhi plumbei e scontorto tutto magra, misera personcina'. La novella continua poi, con la storia di Chiàrchiaro un pover'uomo che ha visto la sua vita distrutta dal nomignolo di 'iettatore'; per uscire da questo stato di esasperazione, egli querela due dei suoi diffamatori, che per primi gli capitano a tiro e si rivolge al tribunale per ottenere giustizia; ma la giustizia di Chiàrchiaro è un po' strana, perché fuori dal comune in una società dominata dall'ignoranza e dai pregiudizi: egli chiede la patente di
iettatore, per trarre da essa un mezzo per vivere. Questo
personaggio riflette la società moderna che aliena le figure dei
cosiddetti 'iettatori', infatti, coloro che vedono passare per strada Chiàrchiaro sono soliti fare gesti particolari (scongiuri). '.., che non solo mi ero accorto da più di un anno che tutti, vedendomi passare facevano le corna ma le prove, prove documentate e testimonianze irripetibili dei fatti spaventosi su cui è identificata incrollabilmente, capisce Signor Giudice?'.
Il simbolo principale contro gli Iettatori:"Il corno".
A Chiàrchiaro il nomignolo di 'iettatore', in principio aveva portato il licenziamento -'Signor Giudice mi hanno assassinato. Lavoravo. Mi hanno fatto cacciar via dal banco dov'ero assegnato con la scusa che, essendoci io, nessuno più veniva a far debiti
e pegni in un secondo momento deve fare della sua fama un vero e proprio mestiere, per mantenere la propria famiglia sopravvissuta
grazie al soccorso che il figlio da Napoli gli mandava -', viviamo del soccorso che ci manda da Napoli un mio figliuolo, il quale ha famiglia anche lui, quattro bambini e
non può fare a lungo questo sacrifizio per noi.. La vicenda dello iettatore ci dà una visione Pirandelliana del mondo: La società ha assegnato al protagonista il ruolo di 'iettatore' ed egli, poiché la realtà gli preclude ogni altro scampo, anziché, togliersi la maschera ,decide di indossarla in modo definitivo.
Tra le pagine di questa novella ho riscontrato anche il sentimento di solidarietà, evidente nell'abbraccio del Giudice d'Andrea con Chiàrchiaro, che, in fondo, capisce la situazione insostenibile in cui quest'ultimo si trova. L'ignoranza e la superstizione hanno fatto di Chiàrchiaro un disperato e perciò egli vuole rifarsi, ribellandosi, gettando in faccia alla gente crudele e superstiziosa la sua sofferenza, il suo dramma e trarre dai suoi eventi negativi un
ottimo profitto. Egli sarà sempre ripudiato dalla società 'retrograda' del sud, che non
capisce le sue esigenze, la sua matta necessità di trovare lavoro.
Questa novella ci fa aprire gli occhi sulla società dei nostri giorni
pronta ad additare colui che è 'diverso' , giudicandone in modo illegittimo e superficiale i comportamenti e gli atteggiamenti. Una delle battute che più mi è piaciuta perché ricca di significato - 'Ahimè è proprio vero che è molto facile fare il male che il bene, non solo perché il male si può fare a tutti ed il bene solo a quelli che ne hanno bisogno'. Si è sempre pronti a scegliere la strada più comoda e conveniente senza badare a coloro che vengono calpestati e sopraffatti dal desiderio di avidità e superiorità.
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