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LA 'DIMENSIONE TEMPO' NELLA SPECULAZIONE LETTERARIA
Le teorie freudiane, imperniate sull'indagine dell'inconscio e sul suo predominio nella personalità umana, ebbero notevole influenza nel campo letterario e artistico del Novecento.
La psicoanalisi, con la scoperta dell'inconscio e dei suoi elementi più profondi e più nascosti, trasforma il concetto tradizionale del rapportarsi dell'uomo con il tempo come successione cronologica coerente.
Tale successione, secondo le teorie freudiane, resta soltanto nell'attività cosciente dell'uomo mentre si dissolve nell'inconscio dal quale passato, presente e futuro emergono mescolati con ritmo disordinato e con libero passaggio da un momento all'altro.
Da tale concezione la 'dimensione tempo' acquista una indeterminatezza che lo scrittore o l'artista coglie in chiave soggettiva mostrando il flusso del tempo come vissuto psicologico dei propri personaggi senza legami con la normale successione cronologica.
Come testimonianze della descritta concezione ho preso in considerazione in via primaria la narrativa di Italo Svevo ne 'La coscienza di Zeno' e poi un brano tratto da 'Ulisse' di James Joyce.
A completamento della ricerca ho esaminato infine un pittore surrealista Magritte attraverso l'analisi del quadro 'L'impero delle luci'.
'La coscienza di Zeno' di Italo Svevo
Prima di addentrarsi nella 'dimensione tempo' intrecciata nel vissuto psicologico dei personaggi del romanzo, vale la pena accennare brevemente al percorso narrativo.
'La coscienza di Zeno' è una sorta di autobiografia di un ricco commerciante triestino che egli scrive, su consiglio dello psicoanalista che lo sta curando, volgendosi indietro a riconsiderare gli eventi della sua vita. Il romanzo è scritto in prima persona da Zeno Corsini, il protagonista, il quale è contemporaneamente l'attore e il narratore della storia che lo riguarda.
Il romanzo è preceduto da una prefazione, a firma del dottor S. psicoanalista, che spiega come ciò che segue sia il memoriale di un suo paziente (Zeno Corsini) steso come preparazione ed aiuto alla terapia a cui Zeno si è sottoposto per poi ribellarsi ed abbandonare l'analista il quale intende vendicarsi rendendo pubblico il dossier privato. La costruzione del racconto non è una autobiografia compiuta ma un'analisi retrospettiva di episodi della vita del protagonista.
La trama narrativa procede su due distinti piani temporali: uno è
quello dell'attualità ('L'adesso che scrivo' come dice Zeno) nel
quale si svolgono la redazione delle memorie e la cura psicoanalitica e l'altro
riguarda esperienze e fatti evocati, risalenti a 25 anni prima, e riportati al
momento attuale della narrazione da parte di Zeno. La trama si viene così
articolando in capitoli, ciascuno dei quali imperniati su un nucleo tematico
che ripercorre un evento del vissuto del protagonista: ad esempio il vizio del
fumo, dal quale Zeno tende invano di liberarsi; la morte del padre con una
retrospettiva del difficile rapporto tra padre e figlio; la moglie e l'amante
rievocate nella felice vita coniugale e
nella volontà di trasgressione alla normalità attraverso l'adulterio.
Si tratta di capitoli nei quali scompaiono la struttura e le sequenze temporali del romanzo tradizionale (non c'è storia da narrare e non c'è una successione logica-temporale da seguire) ma che procedono per argomento nel susseguirsi di eventi che il protagonista rivive in libera successione con il fluire dei ricordi. E' un continuo alternarsi di passato e di presente, con una molteplicità di punti di vista e di retrospettive, nella realtà senza tempo della coscienza. Ed infatti protagonista del romanzo è proprio la coscienza nella quale si intrecciano e si mescolano disordinatamente i frammenti della memoria al di fuori di ogni percorso cronologico.
La coscienza non è più una unità identica ed ordinata ma si scompone e si ricompone continuamente attraverso un complesso poliedrico di esperienze, di ricordi, di sentimenti, di desideri rivissuti da Zeno nello smarrimento e nel buio della sua realtà esistenziale.
L'io narrante confronta ieri e oggi, con giudizi e con riflessioni,
senza un ordine cronologico riportando alla luce episodi occultati per anni
nelle stratificazioni dell'inconscio. Ricordo, a proposito, un episodio del
cap. VI del romanzo. Il suocero, per il quale l'io narrante, Zeno, ha sempre
portato venerazione ed affetto, è gravemente ammalato e il medico gli ha
proibito il vino. Ma durante una festa Zeno gli versa abbondantemente da bere
ed il suocero non approfitta del vino offertogli e intuisce, in un momento di
lucidità, l'avversione per lui che si agita nell'animo del genero.
E anche Zeno, nel rievocare l'episodio, è costretto a prendere atto di questa
verità che non gli fa onore e che tanti anni prima aveva avvertito e poi
rimosso.
Sono le pieghe dell'inconscio, riportate alla luce, a dominare la 'dimensione tempo' fondendo passato e presente in libera successione cronologica con il fluire dei ricordi e il flusso della coscienza.
Mrs. Bloom's interior monologue
'ULYSSES' BY JAMES JOYCE
Ulysses is built on the analogy between the vicissitudes ofthe Homeric hero and those of a modern
carachter Mr. Leopold Bloom, a canvasser ofJewish origin, living in Dublin.
As Ulysses embodies the image ofthe traveller in the ancient Greek worid, in the same way
Mr. Bloom represents the prototype of the common man in direct contact with modem worid,
symbolized by the city of Dublin.
But while Homer tells us what happens to his hero in 20 years of adventurous wanderings, Joyce
follows Bloom forjust one day: 16th June 1904.
The action develops in 24 hours and the attention ofthe author is
concentrated not to record the
extemal behaviours ofthe carachters but mainly ali the thoughts, sensations and
reactions that mix
together in a progressive flux ofmental associations coming from the
unconscious.
This particular narrative technique is calied STREAM OF CONSCIOUSNESS
and represents the
most meaningfui element ofnovelty ofthis novel.
The stream ofconsciousness is a psycological category, based on a
casual and unintentional mixture
of ideas, emotions and impressions of a person who is not thinking to it
vohmtarily but on the
contrary is letting his mind flow freely if stimulated by particular visual
elements, sounds, smells.
So, in tum, the carachters don't express through dialogues but most of ali
through interior
monologues, not presented as thoughts that are logically coherent and
syntactically regular but
instead as immediate, often fragmentary, not orderly in the sequence, not
aiways clearly
understandable expressions.
It allows the reader to penetrate directiy into the mind ofthe
carachter, showing those that are the
darkest sides ofpsyche where combined and indistinct temperai moments succeed
and at the same
time to rise to the surface the innermost impressions, images and remembrances
without a
cronological sequence.
Time dimension dissolves and past, present and future are linked oniy to the
flow ofour conscience.
In this way it's evident that the interest ofthe author is addressed
not to the relationships ofthe
carachters with society, but for his/her interiority, so that he introduces us
directiy into the mind,
where the thoughts are in cahotic and initial form.
Joyce is not satisfied with showing reality in logic and ordered
appearance but tries to know and
express an inner and deeper reality: the psyche.
This technique rised also by the necessity to eliminate the presence
ofthe omniscient narrator, who
had an absolute authority on the novei and who was the centrai mind organizing
the narration
because he couid simultaneously know the actions and the thoughts of ali
carachters and couid even
intervene with personal comments.
On the contrary, what Joyce wants to prove is that a universal truth doesn't exist anymore.
The extract that I have chosen is in this sense the most indicative
because it contains ali those
elements characterizing Joyce's style: Mrs. Bloom's interior monologue.
The novei closes with this passage of great renown.
Bloom's wife, Molly, an amoral and libertine woman lives again ali her
past life, whose content is
defined by a nold mediey of revelations and remembrances in a form that smashes
any traditional
expressive form;
there are no pauses, punctuation or even the presence ofthe verbs 'to say', 'to teli'.
Molly Bloom is near to fall asieep and this state of half consciousness
favours the free flux ofthe
thoughts through her mind.
This flux of thoughts is scanned by the key-word yes, that does not
represent just a simple answer
to a question, but introduces aiways new detaiis evoked from the labyrinth
ofher memory. Among
ali the fragmentary remembrances two are in particular the episodes that
emerge:
the declaration that Leopold made her and the description ofthe
landscapes that have framed the
development oftheir love, probably during their honeymoon.
The monologue starts with the rievocation of a meeting on the hills
near Dublin. What strikes the
attention ofthe reader is not the description oftheir first kiss but mainly the
presence of detaiis at
first sight insignificant and superfluous (it was a leapyear, Leopold's grey
tweed suit, the seedcakes).
Leopold declares Molly his love, whose mind, before remembering the
answer, strays on other
reminiscences, that strike her memory, recalied back by the association
sea-sailor and that concem
their stay in Gibraltar.
This sojoum is described through a series ofcoloured and vivid images
that burst as an avalanche,
one following the other.
('The Spanish giris laughing ', 'Those handsome Moors
ali in white and turbantsiike kings'
' o and the sea the sea crimsom sometimes like fire and the glorious
sunsets and the figtrees in the
Alameda gardens yes and ali the queer little streets and pink and blue and
yellow houses and the
rosegardens and thejessamine and geranium and cactuses ').
At the end Molly's thought comes back again to the moment of their meeting on the hills, subverting
the chronological sequence ofevents.
The monologue ends with Molly's affermative answer to Leopold's proposai: a last yes.
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