La Coscienza di Zeno - romanzo

La Coscienza di Zeno

Questo romanzo è suddiviso in  sette capitoli, preceduti da una prefazione.

Nei sette capitoli a scrivere è Zeno. Il libro si presenta come un memoriale, inviato da Zeno stesso allo psichiatra che lo ha in cura, il dottor S.

Quest'ultimo deluso da Zeno, perché ha deciso di abbandonare la cura, pubblica il memoriale del paziente per vendetta.

La vicenda non ripercorre le tappe della vita di un uomo, ma quelle della sua nevrosi.

Dopo la prefazione scritta per mano del dottor S., prende la parola, nel primo capitolo, Zeno anziano che dovrebbe servirsi dell'edificio della scrittura come di una cura.

Segue il capitolo Il Fumo: in esso la nevrosi che affligge Zeno viene rappresentata nella sua manifestazione più tipica: Zeno si propone di liberarsi dal vizio del fumo, ma non ci riesce.

Nel capitolo La Morte di Mio Padre, il complesso edipico c'è, ma Zeno si ostina a negarlo: si narra una vicenda di ostilità tra padre e figlio, nascosta dietro l'amore che secondo il senso comune deve necessariamente esistere tra il figlio e il genitore; infine Zeno riceve uno schiaffo dal padre morente. Con ogni probabilità il gesto del vecchio è dovuto a motivi fisiologici, ma Zeno non può fare a meno di interpretarlo come l'estrema punizione inflittagli dal padre.

Nel capitolo Il Matrimonio, a Zeno viene improvvisamente l'idea di sposarsi e prima ancora della futura moglie, egli sceglie il futuro suocero, Giovanni Malfenti.

Si ritrova cosi a scegliere tra le tre figlie in età da marito dell'uomo: da subito sceglie Ada, la più bella e la più grande, ma lei è innamorata di un altro e lo rifiuta; subito dopo fa la proposta ad Alberta, ma anche questa lo rifiuta; infine fa la proposta ad Augusta, la più bruttina delle tre, che accetta.

Nel capitolo La Moglie e l'Amante, Zeno intraprende una relazione con Carla, una fanciulla povera e bella. Zeno pretende di tenerla a sua disposizione come un oggetto, ma comprendendo che un simile rapporto non potrà durare, si propone di lasciare l'amante; ma come accade con l'ultima sigaretta, rimanda l'addio, fino a quando non sarà Claudia a troncare la storia, accettando la proposta di matrimonio fattale dal suo insegnante di musica.

Nel capitolo Storia di un Associazione Commerciale, l'ambivalenza dell'atteggiamento di Zeno si manifesta in modo particolare nei confronti di Guido, il marito di Ada.

Guido aveva fondato un'azienda commerciale e chiama Zeno a fare il contabile. Egli contribuisce in maniera decisiva a rovinare economicamente Guido, e non da peso ai sintomi della propensione al suicidio del cognato.

Dopo la morte di Guido, Zeno specula in borsa guadagnando molto, ma commette un lapsus banale: sbaglia funerale, e invece di andare a quello del cognato, va a un altro, e non vedrà più Ada, perchè partita per l'Argentina insieme alle spoglie del marito, subito dopo il funerale.

Con il capitolo Psicoanalisi, la vicenda torna al tempo dello Zeno anziano.

Zeno ha attraversato la psicoanalisi, rimanendone deluso e arriva addirittura a negare l'esistenza della sua malattia.

Dal 3 maggio 1915 il diario passa al 15 maggio dello stesso anno: Zeno racconta di aver passato due giorni a Lucinico e di essere guarito dalla malattia; questo risultato non lo attribuisce alla terapia del dottor S., che finalmente gli ha concesso la libertà di fumare, ma alla propria decisione di cessare finalmente questo vizio.

A Lucinico Zeno ha conosciuto Teresina , la figlia del colono, ed è grazie a lei che Zeno capisce che la guarigione non è avvenuta.

Le pagine seguenti sono datate 26 giugno 1915: è accaduto che Zeno è rimasto separato dalla famiglia a causa della linea di confino che si è formata improvvisamente alle sue spalle mentre faceva una passeggiata.

Zeno non perde il suo ottimismo, rassicurando tutti che la guerra non scoppierà.

Le ultime pagine sono datate 24 marzo 1916: Zeno da quasi un anno vive a Trieste, separato dalla famiglia, e speculando nell'economia di guerra.

Zeno è un nevrotico e in lui opera il processo di rimozione, e per questo motivo non potrà mai essere un testimone attendibile. Altrettanto inattendibile è lo psicanalista che lo ha in cura: ne sono prova il suo esibito carattere vendicativo e il suo interesse economico. È chiaro che la figura del dottor S. è un deliberato rovesciamento ironico della figura della psicanalista.

L'autore non pronuncia mai il suo giudizio sui fatti, né direttamente, né indirettamente.

Il romanzo è la narrazione, sia pure fittizia, della genesi della malattia del protagonista. Lo Zeno narrante compie un indagine per ricostruire come la sua nevrosi è nata.