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LA NOVELLA DI TANCREDI E GHISMUNDA
Questa novella racconta di Tancredi ,principe di Firenze, che uccide l'amante della figlia per gelosia; poi consegna il cuore di Guiscardo a Ghismunda in una coppa d'oro lei presa dal dolore si avvelena e muore.
Boccaccio non dice dove si svolge la vicenda perché si potrebbe svolgere da qualsiasi parte .La novella è divisa in 3 sequenze :
IL PROLOGO dove c'è la presentazione dei personaggi e le motivazioni della tragedia ma implicite.
L'ANTEFATTO dove si narrano gli amori della donna con il valletto(termine che ci rimanda alla Monaca di Monza)Guiscardo e i loro incontri.(sequenze narrative)
L'AZIONE : può essere divisa in tre parti
scoperta della relazione da parte di Tancredi
dialogo tra Tancredi e Ghismunda
uccisione di Guiscardo , l'invio del suo cuore in una coppa d'oro e la morte di Ghismunda (SPANNUNG)
Il sistema dei personaggi sembra un triangolo:
PROTAGONISTA
ANTAGONISTA
OGGETTO DEI DESIDERI
ma in realtà è un sistema binario:
-protagonista VS antagonista
-oggetto del desiderio VS protagonista
Ghismunda può essere sia protagonista che oggetto del desiderio, mentre Tancredi può essere sia antagonista che protagonista.
La presentazione di Tancredi è la presentazione di un saggio, un brav'uomo il quale ha un difetto, ama troppo teneramente sua figlia Ghismunda e proprio per questo non la vuole far sposare.
Tancredi è l'antitesi di Ghismunda, quanto lei è decisa, coerente, limpida nei suoi discorsi, dignitosa nel suo dolore, tanto lui è incoerente e ambiguo. Prende decisioni terribili ma soffre atrocemente nel prenderle, è debole non ha dignità (infatti piange) a tal punto da suscitare la condanna della figlia.
E' una figura psicologicamente complessa, il suo amore per la figlia si trasforma in una condanna; il suo comportamento rivela qualcosa di torbido , è troppo geloso tanto che i critici hanno avanzato un'interpretazione psicologica della Novella: uccide Guiscardo perché lo vede come un rivale e proprio a causa di questa inconscia passione Tancredi assume un atteggiamento contraddittoro.
GHISMUNDA
Eroina Boccacciana introduce una novità nel genere della Novella, perché è il soggetto attivo della passione, è lei che prende l'iniziativa ed è lei che escogita il piano.
Le sue virtù sono la fierezza d'animo, l'intelligenza nell'architettare il piano, la decisione, il coraggio di opporsi al padre, la dignità e il sapiente uso della parola.
Il contrasto tra Tancredi e Ghismunda appare nel loro dialogo:
il primo a parlare è Tancredi e manifesta subito il suo animo ambiguo e combattuto, parla con affanno(riga 100 dove si dimostra la concezione medioevale della classe sociale).
La risposta di Ghismunda è una vera e propria orazione di tipo latina; non è disposta a chiedere perdono quindi rifiuta le vesti di colpevole ed è lei l'accusatrice, attribuisce il suo amore a due motivi:
-la poca sollecitudine del padre a sposarla
-la virtù di Guiscardo
per quanto riguarda il primo punto Ghismunda afferma che la forza dell'amore non può essere controllata soprattutto nella giovinezza, lei è fatta di carne e la natura vuole che lei soddisfi i suoi desideri (NATURALISMO BOCCACCIANO). Nel rivendicare i diritti naturali all'amore, Ghismunda si avvicina alla Francesca di Dante (canto V dell'inferno) "Amor c'ha nullo amato amar perdona".Ma Dante proponne Francesca come EXEMPLUM negativo di cedimento alla lussuria, Boccaccio invece esclude la probabilità del peccato e propone Ghismunda come EXEMPLUM positivo di dedizione alla passione fino alla morte.
Ghismunda non si pente assolutamente del suo amore, anzi afferma di averlo scelto deliberatamente e questa è la rivendicazione della vera nobiltà umana che non è quella che si ha dalla nascita, ma la nobiltà d'animo.Secondo Ghismunda gli uomini sono in origine tutti uguali, in quanto creati da Dio che da a tutti le stesse possibilità, è l'uomo poi che con il suo ingegno a sfruttare questa possibilità, facendo esaltare le proprie virtù. E' quindi la virtù personale che differenzia gli uomini ed è colpa della FORTUNA se un uomo capita in una classe sociale se non in un'altra. Guiscardo ha saputo sfruttare le possibilità date da Dio, cosicché può considerarsi più nobile di coloro che sono nobili di nascita .
Ghismunda chiama in causa i concetti di Natura e Fortuna, rivalutando l'ingegno dell'uomo che sa sfruttare o opporsi alla fortuna, in tal modo vengono messi in crisi due concetti medioevali, quello del PECCATO e ed il pregiudizio della nobiltà dalla nascita; l'orazione si conclude rispettando la DISPOSITIO RETORICA, riprende e riforma sinteticamente i punti fin qui esposti.
LO scopo dell'orazione è di dimostrare che quello che lei ha fatto non è un peccato.
Il contrasto tra Ghismunda e Tancredi è per Boccaccio il contrasto tra due punti di vista e due concezioni di vita:
-il punto di vista di Tancredi è aristocratico-medioevale dei privilegi feudali e dei pregiudizi sociali
-il punto di vista di Ghismunda è quello borghese laico e terreno, dov'è l'uomo il protagonista del suo destino perché usa l'ingegno .
La ribellione dell'eroina al padre simboleggia la rottura fra il vecchio mondo feudale e le nuove idee preumanistiche.
La coclusione con il suicidio di Ghismunda riprende un motivo ricorrente nella narrativa romanzesca cortese: il binomio AMORE MORTE , EROS TANATHOS.
LA NOVELLA DI ELISABETTA DA MESSINA
Il re della giornata è Filostrato e a narrare è Filomena la Novella si compone di tre parti:
ANTEFATTO dalla riga 1 alla 7
SVOLGIMENTO dalla riga 8 alla 94
CONCLUSIONE dalla riga94 fino alla fine
Il racconto è fondato sull'opposizione fratelli-Elisabetta, infatti fra loro non c'è alcun dialogo. A parlare sono i fratelli mentre la fanciulla rivolge solo domande che restano senza risposta.
Elisabetta ha un'aiutante, la fante che la accompagna a ritrovare il cadavere dell'innamorato; dalla sua parte sta anche Lorenzo, cosicché nel racconto hai tre fratelli, dotati di potere economico, si contrappongono tre personaggi (motivi economici-amore) che confronto a loro sono sottomessi e deboli.
Questo rapporto di potere spiega anche il comportamento dei tre fratelli, determinato dall'intreccio fra onore familiare e interesse economico: uno scandalo infatti avrebbe indebolito la loro posizione economica a Messina; viceversa gli altri tre personaggi obbediscono esclusivamente a sentimenti disinteressati, l'amore e la devozione. Se i tre fratelli prevalgono per l'uso della violenza, l'amore fra Elisabetta e Lorenzo ne sconvolge tuttavia la vita e gli affari: alla fine i loro piani falliscono ed essi sono costretti ad abbandonare la città siciliana per Napoli.
Il motivo del carattere democratico dell'eros che può rendere nobili d'animo anche borghesi e popolani.La Novella è inoltre costruita su due temi centrali:
AMORE AFFARI ECONOMICI
FECONDITA' perché inconsciamente la testa di Lorenzo nella pianta di basilico, viene vissuta come un figlio da allevare e da far crescere con amore.
Le ultime due righe della novella (razò) vogliono giustificare la nascita della canzone ma in realtà è Boccaccio che prende spunto dalla canzone per scrivere la novella.
In questa novella l'autore esamina virtù e difetti della borghesia.
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