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Il nome della rosa - Uberto Eco




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Il nome della rosa



Uberto Eco

Bompiani, Milano, XLIX "Tascabili" maggio 2004

Romanzo storico-giallo.

Un novizio dei frati francescani, Adso da Melk, con il suo maestro, Guglielmo da Baskerville, si recano ad un monastero nella Francia centrale per indagare riguardo ad uno strano caso: un frate presunto suicida. Il giorno seguente un altro frate viene trovato morto dentro una vasca, la quale, il giorno precedente, era stata riempita con il sangue dei maiali; quel frate aveva le dita e la lingua nere sintomo di uno strano veleno. Dopo varie indagini e dopo aver visionato, oltre le varie impronte, anche i vari lavori dei frati morti, i due investigatori trovano l'accesso alla biblioteca che in realtà è un grande labirinto e si perdono. Nei due giorni seguenti si scoprono grandi segreti grazie all'aiuto dei frati ed un altro monaco muore con gli stessi strani segni sulle dita e sulla lingua. Il sesto giorno un altro monaco muore davanti agli altri frati. Guglielmo risolve l'enigma per avere l'accesso al "finis Africa", la parte segreta del labirinto, e vi scopre il mistero di tutte quelle morti. Durante la notte scoppia un grave incendio che in pochi giorni devasta l'abbazia.

Il tema centrale dell'opera è rappresentato dallo svolgersi delle indagini di Guglielmo e Adso riguardanti la serie degli omicidi dei monaci. Questa indagine simboleggia un po' la ricerca di una verità assoluta. Sono presenti anche altri temi minori: uno tratta dei contrasti all'interno dei vari ordini religiosi sulla povertà del clero, esso è approfondito in una pausa iniziale e nel resoconto dell'incontro tra i rappresentati del papato e quelli dei francescani. Altro tema di una certa importanza è quello riguardante le eresie che in quegli anni nascevano numerose; è presente in alcune spiegazioni ricevute da Adso, nel ricordo di lui della condanna di un fraticello e nelle confessioni di Salvatore e Remigio. Ogni dotta conversazione fra i vari monaci ( ad esempio sul riso ) ci introduce un tema diverso. I temi minori sono dichiarati esplicitamente dai personaggi della storia, i quali spesso esprimono anche le proprie opinioni.

Guglielmo da Baskerville è il personaggio più importante, un frate francescano che aveva svolto la funzione di inquisitore ma che adesso deve vestire i panni di investigatore per risolvere il mistero degli omicidi all'interno dell'abbazia e agire da mediatore tra le due fazioni della chiesa. É un uomo alto e magro; ha occhi acuti e penetranti con sopracciglia folte e bionde, naso affilato e un viso allungato coperto di lentiggini. Guglielmo più volte nel libro ci dimostra la sua preparazione nello studio, la sua astuzia e la sua capacità di osservazione. Tuttavia non riuscirà a compiere brillantemente i due compiti a lui assegnati. Adso da Melk, un altro personaggio importante, é l'aiutante di Guglielmo. Egli é una persona semplice ed appunto per questo non é un caso che sia il più adatto a raccontare la storia, ma proprio perché é lui il narratore non abbiamo una sua precisa descrizione, né fisica né caratteriale Egli è un novizio benedettino di origine tedesca ed è stato affidato a Guglielmo per avere un maestro che lo istruisca. È molto giovane e per questo ancora ingenuo e inesperto, ma allo stesso tempo voglioso di apprendere dal suo maestro che ammira profondamente e di cui si fida, tanto da farne il suo confessore. Nei sette giorni della vicenda egli matura molto e cresce sia dal punto di vista spirituale che intellettuale, chiarendosi le idee su molti dei fenomeni del tempo, fra cui le eresie e la corruzione della Chiesa. Ma la sua ingenuità lo porta a un momento di debolezza in cui cade nel peccato carnale con una ragazza, questo episodio lo tormenta a lungo e anche da anziano lo ricorda molto bene continuando a esserne sconvolto. Jorge da Burgos, è il più vecchio dei monaci dopo Alinardo, è cieco ma si muove e parla come se non lo fosse veramente. A causa dell'età ha i capelli ed il viso bianchi. Egli passa molto tempo nello scriptorium parlando con altri monaci, i quali lo stimano e allo stesso tempo lo temono molto e si rivolgono spesso a lui per avere consigli. Per i sui molti anni di presenza nell'abbazia ha molta influenza ed importanza. Jorge disprezza il riso e gli esseri umani che ridono perché secondo lui si prendono gioco di Dio. Per questo s'impone di tenere segreto il misterioso secondo libro di poetica di Aristotele che giustifica e apprezza il riso. Esso è un personaggio alquanto negativo. Malachia da Hildesheim. bibliotecario dell'abbazia, l'unico che ha accesso in queste stanze e conosce i vari passaggi segreti. È alto e magro, con membra grandi e sgraziate, ha occhi intensi e volto pallido e avvolto nelle vesti nere col cappuccio alzato incute inquietudine. Sembra melanconico, severo e pensoso ma in realtà è molto semplice; successivamente Adso capisce che è manovrato da Jorge, il quale involontariamente causa la sua morte. Abbone è abate dell'ordine benedettino; si occupa di guidare sia spiritualmente sia materialmente la vita all'interno dell'abbazia ed è lui a concedere la possibilità di consultare i libri della biblioteca. Ma a volte non riesce a tenere in pugno la situazione tanto che chiede aiuto a Guglielmo per scoprire il motivo delle morti misteriose; per tanti anni segue la volontà di Jorge e quando tenta di ribellarsi viene ucciso da questo che lo rinchiude in un passaggio segreto. Abbone possiede una cultura molto ampia e prova piacere a darne sfoggio come risulta chiaro quando parla delle pietre preziose; apprezza le ricchezze materiali e aspira all'ammirazione di tutti verso la 'sua' abbazia, è inoltre una persona conservatrice che non ama le novità. Abbone è simbolo dell'amore per i beni materiali. Severino è l'erborista dell'abbazia. Cerca sempre di aiutare Guglielmo, ma quando ritrova il libro viene scoperto e ucciso rendendo vano il suo lavoro. Nel suo laboratorio ha molte erbe e piante medicinali riguardo alle quali ha un'interessante discussione con Guglielmo, dimostrando di avere una grande conoscenza su di esse e una vasta cultura in generale. Egli fornisce a Malachia sostanze che provocano visioni per i tranelli della biblioteca.

Le tecniche narrative utilizzate maggiormente sono il discorso raccontato per le descrizioni, quello diretto per i molti dialoghi riportati e il discorso indiretto per le situazione raccontate da Adso. A volte ci sono personaggi che riflettono o raccontano episodi, in questo caso è presente il monologo. L'unico narratore del libro è interno alla storia ed è uno dei protagonisti: si tratta di Adso da Melk che, già vecchio, attraverso la tecnica del flasback racconta un episodio della sua giovinezza. Si può rilevare uno sdoppiamento nel narratore: l'Adso agens che vive l'esperienza e l'Adso scrittore che la trascrive: solo quest'ultimo è onnisciente in quanto conosce già l'esito dell'indagine.

Sarei una perfetta bugiarda dicendoti che appena ho appreso che il durante le vacanze estive avrei dovuto leggere "Il nome della rosa" ho fatto i salti di gioia. Anzi la sola idea di dover sfogliare anche solo per un nanosecondo quel "mattone" (mattone quasi nel vero senso della parola) mi dava i brividi. Ma come ben sai il dovere è dovere, quindi munita di tutta la mia buona volontà ho iniziato a leggerlo.L'inizio era proprio come me lo aspettavo: noioso "oh no!" -ho pensato- "chi ci arriva a 533 pagine?" Invece dopo un po' di narrazione mi sono dovuta ricredere: il libro mi piaceva. Esso è un romanzo giallo ambientato in un monastero dove si susseguono, uno dopo l'altro, svariati delitti. Toccherà ai due protagonisti (Guglielmo ed Adso) ristabilire l'ordine. All'interno del linguaggio vengono utilizzate anche frasi in latino (che involontariamente mi hanno fatto anche restare in allenamento sulla materia). Dunque se sei appassionato di libri gialli che nascondono anche un pizzico d'avventura cosa ci fai ancora qui ? corri a leggere "Il nome della rosa!

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