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La Coscienza di Zeno
Autore: Italo Svevo
Titolo: la coscienza di Zeno
Anno prima pubblicazione
Casa editrice
Data edizione:
Intreccio:
1-prefazione
Il romanzo si apre con un breve scritto dello psicologo che curò Zeno: egli
spiega di aver consigliato al suo anziano paziente di scrivere la propria
autobiografia, che egli stesso alla fine pubblica, per vendetta, e precisa
anche che è disposto a dividere con Zeno quello che guadagnerà, a patto che
quest'ultimo riprenda la sua terapia.
2-preambolo
Adesso, è Zeno Cosini a scrivere: si domanda perchè lo deve fare e come ciò
lo possa far sentire meglio. Così, dopo aver pranzato, resta con un foglio di
carta ed una matita in mano, provando a ripensare ai ricordi, ma sembra non
trovarne e, quindi, conclude con la
frase: 'Ritenterò domani'.
3-il fumo
Il dottore aveva consigliato a Zeno di iniziare il suo diario parlando del
fumo che non era mai riuscito ad eliminare dalla propria vita. Non che non ci
avesse provato o che gli mancassero buoni propositi: semplicemente, ogni volta
che fissava una data che segnasse un cambiamento così radicale nella propria
vita, subito ne trovava una migliore e più importante, nella quale sarebbe
dovuto avvenire il fatidico cambiamento. Zeno si fece addirittura ricoverare in una casa di salute, di un certo
dottor Muli. Tuttavia, ben presto anche questo tentativo si rivelò del tutto
vano. Infatti, Zeno aveva portato con sè qualche sigaretta, perchè voleva
smettere di fumare a mezzanotte precisa; dopo quelle, era riuscito però a
procurarsene altre, grazie alla complicità di Giovanna, l'infermiera destinata
alla sua sorveglianza. Anzi, dopo che i due si furono ubriacati con una
bottiglia di cognac, la donna si dimenticò di chiudere a chiave la porta, che
doveva impedire al paziante di uscire e Zeno riuscì a scappare e, la mattina
seguente, era già a casa. La sopresa della moglie non fu poi grandissima e Zeno
ricominciò la sua vita normale, pensando che, in fin dei conti, avrebbe potuto
smettere di fumare a casa propria, in tutta tranquillità.
4-la morte di mio padre
Zeno era uno studente universitaro trentenne che non sapeva se frequentare
gli studi di chimica o legge quando, nel 1890, morì suo padre. Così, ritrova
scritto su un libro di filosofia: '15-4-1890
ore 4 1/2. Muore mio padre. U.S.'. Non era forse un buon momento per smettere di fumare? Probabilmente sì,
ma anche questa volta Zeno non vi riuscì.
Egli aveva già perso la madre, a soli quindici anni, ma la perdita del padre fu
una grande catastrofe. Non aveva mai saputo voler bene a suo padre e soltanto
dopo la sua scomparsa capì in realtà quanto fosse importante per lui. I due non
andarono mai d'accordo, perchè erano troppo diversi. Quando il padre di Zeno
fece testamento, lasciò i beni al figlio, a patto però che fossero sotto la
tutela di un suo collega, quella canaglia
dell'Olivi.
Una notte come tante altre, il padre di Zeno si sentì male e cominciò una lunga
e lenta agonia: la situazione era molto grave ed il malato non poteva
sopravvivere. Zeno scoppiò in
simghiozzi, pensando al tempo che non aveva trascorso con suo padre o a quello
che non gli aveva detto. Il medico volle far imprigionare il padre agonizzante
in una camicia di forza, perchè non si muovesse, e gli applicò anche delle
mignatte, cosicchè riprendesse coscienza. Mentre Zeno cercava di tener fermo il
genitore, questo si alzò, alzo' il braccio destro, colpì la guancia del figlio
e ricadde, morto. Zeno non poteva dire se, nell'atto di schiaffeggiarlo, suo
padre fosse cosciente o meno; tuttavia non dimenticò mai quella severa
punizione e iniziò anche ad odiare il medico che l'aveva 'soccorso'.
5-storia del mio matrimonio
Zeno aveva incominciato ad interessarsi agli affari di borsa e, proprio in
questo ambiente che tanto frequentava, conobbe il suoi futuro suocero, Giovanni
Malfenti. Zeno non aveva mai pensato alle donne, tuttavia, quando seppe che
Giovanni aveva quattro bellissime figlie, non ebbe altro chiodo fisso se non
quello di sposarsi. In seguito ad un invito a casa di Giovanni, Zeno conobbe
quelle quattro fanciulle: Ada, Alberta, Augusta e Anna. Tra quelle, egli
preferiva Ada, che lo attraeva per la sua arie seria e severa. La ragazza,
tuttavia, sembrava non voler ne sapere del pretendente che iniziò a presentarsi
quotidianamente a casa Malfenti. Una sera, quando Zeno entrò in casa Malfenti tutto era buio ed egli pensò di
essere seduto di fianco ad Ada. Così, a luci spente, decise di confidarle il
proprio amore e Ada, dopo aver a lungo esitato, lo rfiutò e diresse
l'attenzione di zeno verso Augusta, che ella sapeva innamorata di lui. Fu a
questo punto che il giovane, alquanto amareggiato, pensò che, se non poteva
sposare Ada, almeno sarebbe potuto diventare suo cognato. Allora, chiese la
mano ad Alberta che, però, rifiutò perchè voleva diventare scrittrice e non
aveva alcuna intenzione di pensare al matrimonio. Non potendo concepire l'idea
di rimanere solo, Zeno fece la stessa proposta ad Augusta. Questa sapeva
perfettamente che egli non l'amava e che probabilmente non sarebbe mai arrivato
a farlo, tuttavia era anche certa che, se ci doveva essere una donna al fianco
di Zeno, avrebbe voluto essere lei e, così, accettò.
6-la moglie e l'amante
Zeno iniziò a preoccuparsi per la vecchiaia che, credeva, presto sarebbe
arrivata e gli avrebbe modificato la vita. Aveva il terrore di morire e quello
che sua moglie potesse sposare un altro uomo (cosa difficile, poichè Augusta
era strabica e per niente bella); infine pensava di avere una grandissima
quantità di malattie, tutte immaginarie. Conobbe, invece, quello che lui stesso
definisce un malato reale, il signor
Copler, un ex compagno di Università. Egli viveva all'estero, ma era dovuto
precipitosamente rimpatriare per i suoi problemi di salute. Zeno, proprio
mediante il signor Copler, aiutava due donne, Carla e sua madre che, dopo la
morte del marito di quest'ultima, erano rimaste sole e senza un soldo.
Dall'istante in cui Zeno vide Carla, capì che sarebbe potuta divenire sua
amante e, così, qualche tempo dopo si ripresentò da lei. In questa occasione,
le portò un libro che doveva aiutarla a fare progressi e a migliorarle la voce
e si offrì di sfogliarlo insieme a lei. Con questo pretesto, fece ritorno una
seconda volta e non esitò affatto a mettere in luce le sue vere
intenzioni.Arrivata al limite di sopportazione del proprio maestro, Carla
convinse Zeno a chiamarne uno nuovo: Lali, giovane, serio e disponibile. Ben presto, finì coll'innamorarsi di Carla
e le chiese di sposarlo, ma l'allieva rifiutò.
Subito dopo il matrimonio fra
Ada e Guido, Giovanni Malfenti era stato molto male e, alla fine, era morto.
Anche sua moglie aveva avuto dei problemi di salute e, così, le sue figlie, per
aiutala e farle compagnia, ogni giorno le stavano accanto.Un giorno Carla vide
Ada, quella che Zeno diceva essere sua moglie e ne rimase talmente colpita che
decise di troncare la sua relazione clandestina e sposare il maestro di musica
e, con un ultimo bacio, abbandonò Zeno.Egli decise di scriverle una lettera,
ricca di frasi tristi e di scusa. A questa, Carla rispose con un semplice
biglietto con la frase: 'Grazie! Sia anche lei felice con la consorte sua,
tanto degna di ogni bene'. Questo messaggo non seppe tuttavia mettere in
pace l'animo di Zeno che, alla fine, decise di tornare per un'ultima volta a
casa di Carla dove trovò nuovamente solo la madre. Dopo averla pregata di
ricordare a Carla che egli, qualora si fosse trovata in difficoltà, sarebbe
stato sempre disponibile, si allontanò per sempre da qulla casa.
7-storia di un'associazione commerciale
Guido, un giorno, propose a Zeno di entrare a far parte dell'associazione
commerciale che egli già da tempo aveva intenzione di fondare. Zeno era a dir
poco entusiasta. Stabilirono l'ufficio nel centro della città e, oltre a Guido
e a Zeno, vi lavoravano anche due impiegati, Luciano e Carmen, senza contare il
cane Argo, alla cui compagnia Guido non aveva saputo rinunciare. Luciano, di lì
a qualche anno, sarebbe diventato un commerciante ricco e assai rispettato,
mentre Carmen non conosceva nè la stenografia nè le lingue straniere.
Il primo cliente fu un certo signor Tacich, che proveniva dalla Dalmazia e che
per pareccho tempo continuò a rivolgersi alla loro associazione perchè da
subito si era innamorato di Carmen. Fu proprio Tacich a commissionare un affare
importante, che riguardava l'acquisto di sessanta tonnellate di solfato di
rame. Un giorno, però, arrivò da Londra una certa comunicazione che indicava
che l'affare non aveva affatto avuto il tanto sperato esito positivo. Allora,
il signor Tacich abbandonò Trieste, mentre Guido e Zeno rimasero coll'avere
sessanta tonnellate di solfato di rame, che provocò loro perdite enormi.
Intanto, Guido appariva veramente innamorato della bella Carmen e, secondo
Zeno, faceva di tutto per corteggiarla. Questo avveniva proprio in un delicato
momento per Ada che, dopo essere rimasta incinta, aveva dato alla luce due
gemelli. Il parto era ben r iuscito, ma ora la giovane donna appariva
decisamente indebolita. Zeno fu il primo ad accorgersi che, in realtà, la sua
stanchezza era dovuta a qualcosa di ben più serio e, difatti, il medico le
diagnosticò il morbo di Basedow. Le fu così consigliato di recarsi a Bologna,
in una casa di cura, ma Ada non voleva partire: era consapevole che il marito
l'avrebbe tradita, voleva bene ai suoi figli e poi non aveva alcuna intenzione
di lasciare Trieste. Tuttavia, dovette rimanere a Bologna per circa due mesi;
in seguito fu considerata guarita e, quindi, ritornò a casa, proprio quando
Augusta aveva messo al mondo Alfio, il suo secondo figlio. Nonostante la
guarigione, la bellezza di Ada era per sempre scomparsa e la malattia aveva
lasciato un segno indelebile sul suo volto. In preda alla disperazione, Guido
tentò il suicidio, anche se, prima di assumere la morfina si era fatto
astutamente scorgere dalla moglie. Di conseguenza, Ada aveva immediatamente
chiamato aiuto e, presto, si potè considerare Guido fuori pericolo. In seguito,
per risollevare la propria situazione economica, Giudo non trovò idea migliore
che quella di giocare in borsa. Appena Zeno lo venne a sapere, non esitò a
rimproverarlo aspramente, domandandogli se avesse intenzione di rovinare la
propria famiglia. Tuttavia, ben presto dovette ricredersi: Guido, infatti,
aveva vinto molto e quasi colmato quelle disastrose perdite che la fallita
8-La psico-analisi.
il protagonista comunica la sua decisione di abbandonare la terapia ed esprime la sua antipatia nei confronti del Dottor S.. Zeno, grazie al successo ottenuto negli affari, ritiene di essere guarito dalla sua malattia e diventato "normale". La sua ultima considerazione all'interno del diario è di tipo psicologico: i malati sono quelli che si lasciano prendere dagli scrupoli, mentre gli individui sani sono coloro che si gettano nell'azione senza sensi di colpa.
Spazio narrativo:reale poiche' l'intero romanzo si svolge a Trieste.
Tempo:Si svolge all'inizio de '900 e dura l'intera vita del protagonista.
Personaggi:
-Zeno Cosini:Nonostante sia intelligente, consapevole dei suoi limiti e aiutato molto dalla sorte, e' descritto come il classico inetto. E' molto ironico su se stesso e su tutto cio' che lo cisconda: e' in questo modo che riesce a vivere bene perch distaccato da tutto.
-Augusta: Ha una mentalità piccolo-borghese ma e' molto più sana di Zeno, suo marito, perchè nonostante sia in una situazione alquanto pesante, non si perde d'anoimo e vive tranquillamente.
-Suocero Malfenti e Guido Speier: sono i due antagonisti di Zeno; inizialmente sono presentati da Svevo come uomini di successo, ma la loro morte e' descritta come rivincita da parte di Zeno.
-Ada:Bellissima ragazza che Zeno non riesce a conquistare e che in seguito al suicidio del marito deve raggiungere i parenti del defunto.E' sempre stata molto egoista tranne per quello che riguarda la sorella Augusta, infatti fu proprio lei a indirizzare Zeno verso la sorella.
-Il padre di Zeno: Il protagonista vede il padre con rancore e Svevo ce lo descrive come tipico padre di famiglia, autoritario, che accantona ogni problema per paura di affrontarlo.
Narratore: interno alla vicenda infatti ne è il protagonista.
Temi: il tema principale è la psicoanalisi che fa da sfondo a temi quali il rapporto di contrasto tra padre e figlio, il rapporto tra marito e moglie reso incerto da relazioni extraconiugali ,ma soprattutto il rapporta di un uomo con la propria interiorità e la realtà che lo circonda.
Struttura sintattica: molto semplice
Lessico: comune ma allo stesso tempo letterario e popolare(soprattutto durante i dialoghi)
Stile: incisivo, discorsivo
Osservazioni personali:
Scene del libro che hai trovato efficaci po inefficaci: credo che sia molto efficace l'associazione fatta dal protagonista della "U.S." alla data della morte del padre, con cui si apre il secondo capitolo.Egli forse ha creduto di riuscire a smettere associando la sua ultima sigaretta a un fatto così significativo per la sua vita, ma nello stesso tempo ha forse sminuito l'importanza della morte del padre associandola a un fatto a confronto così sciocco.
Motivi per cui il libro ti è piaciuto:Penso di non essermi mai annoiata a leggere questo romanzo, sia per la presentazione della vita quotidiana di un uomo 'inetto' sia per la comicità che Svevo utilizza e che mette in ridicolo il protagonista, trattando così temi anche molto tragici quali la morte o molto frivoli quali il corteggiamento e il tradimento con la stessa tonalità.Ho letto questo libro tre volte e devo ammettere che lo rileggerei sempre perche' ogni volta riesco a scoprire un nuovo significato delle parole usate da Svevo, della psicologia dei personaggi e delle intenzioni dello scrittore.
Appunti su: per quanto tempo zeno rimase nella casa di salute3F, xche autore definisce sana la faccina del suo compagno itslo svevo, |
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