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La civiltà umanistico-rinascimentale, Società e comunicazione letteraria nell'età della stampa, Il codice lingua, La narrativa




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G. pascoli


G. PASCOLI Pascoli, Giovanni (San Mauro di Romagna, Forlì 1855 - Bologna
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La civiltà umanistico-rinascimentale


Il regime signorile

Una nuova forma politica che si sviluppa nel 1400 e nella prima metà del 1500 è la signoria: nasce questa nuova realtà politica innanzitutto da varie lotte che fanno emergere una famiglia in particolare, la stessa che prenderà poi il potere, ma anche perché è il comune stesso che richiede una pace visto che con le sue istituzioni non riesce ad avere. Perciò la signoria si voleva mostrare come il continuo del comune,mentre in sostanza era totalmente mutato. Ricordiamo grandi famiglie come i Visconti (a Milano) e gli Sforza (in Lombardia), i Gonzaga (a Mantova) e gli Estensi (a Ferrara), mentre a Firenze c'erano i famosissimi Medici.

Importanza sociale e culturale: esistevano dei mecenati, come per esempio i patrizi, che erano protettori delle arti ed estesero quindi la cultura, attraverso la corte, richiamando poeti e letterati. I signori per arricchirsi avevano sia i latifondi, che la creazione di opere architettoniche, facendo sì che la città fosse abbellita e loro avessero ancora più importanza e rilievo.

Scambi e commerci: molto affermata l'aristocrazia patriziana, mentre per il ceto dei piccoli artigiani esisteva l'organizzazione delle Arti minori.


Umanesimo: definito come "il momento di preparazione per il Rinascimento"; tale nominativo però è stato formulato da uno studioso del 1800 e preso dal latino "studia humanitatis" (terminologia che era molto usata da Cicerone) e questo significato non si rifaceva a caso a tale periodo, perché è proprio qui che il recupero del latino e del greco si fa più sentire, e i classici si recuperano oltre che ideologicamente anche materialmente. In seguito tale termine prese più ampio respiro= l'uomo poteva determinare il suo destino (un concetto opposto a quello medievale) e questo si ricollega anche al cristianesimo. Del medioevo si salta per così dire anche la filosofia scolastica, mentre Platone viene accettato ampiamente. Si rifiuta la teologia, la scienza aristotelica, le tensioni ascetiche ed i movimenti ereticali (eccessivo rifiuto della gerarchia).

L' Italia era un esempio per il resto dell'Europa avendo infatti i maggiori esponenti di questa nuova corrente, ricordiamo per la filologia Lorenzo Valla (scienza per eccellenza); il particolarismo con le corti che governavano a se (per questo l'Italia si unì solo nel XIX secolo); e Firenze (unica signoria che parla ed usa il volgare, mentre nel resto dell'Italia si usa ancora il latino).

Rinascimento: mentre l'umanesimo viene incasellato come la formulazione del mito ed ideale dell'uomo, il rinascimento è l'attuazione di tale processo. La sua terminologia è abbastanza ampia: dal latino Renasci,

Novus Hortus (nuovo sorgere), Renovatio (rinnovamento), Reformatio (intendendo soprattutto la riforma della chiesa).

XV-XVI secolo troviamo nella civiltà italiana architetture, letterati, pittura. L'economia ha una grande fioritura, soprattutto a Venezia, che ha una potente flotta ed un'ampia conquista di terre; questa ha una repubblica oligarchica con un doge, eletto da dieci, anche persone di famiglie diverse. Milano ha molta importanza e prestigio, mentre Firenze esalta il suo massimo splendore con Lorenzo il Magnifico. A Roma la curia papale e piccole corti cardinalizie hanno il potere, mentre a Napoli ci sono gli Aragonesi.

L'umanesimo e il rinascimento sono tuttavia un movimento uniforme, come del resto il classicismo; i movimenti minori, troppo sottovalutati ma comunque presenti, sono quelli dell'anti-classicismo e dell'anti-rinascimento, che non accettano il pensiero dominante della nuova società.


Una nuova religiosità

L'umanesimo è segnato dalla volontà di recupero dei classici (latini e in minoranza quelli greci) e quindi prende inevitabilmente anche la strada filologica (restaurando i testi, e in seguito con l'invenzione della stampa salvandoli definitivamente: incunabolo ovvero il libro stampato prima del '500). Ma il ritorno alle origini non ha un solo obiettivo:oltre all'esperienza letteraria c'è anche quella religiosa,che completa l'individuo. Un dibattito tra tanti umanisti riguardo a quest'argomento si basa su due diverse linee:polemica contro la corruzione e gerarchie ecclesiastiche, e la creazione di una nuova religiosità fondata sull'esperienza interiore. A fronte di questi problemi si sviluppa la devotio moderna propagandata dai "fratelli e sorelle della vita comune", e questo nuovo movimento spirituale non si basa sull'elemosina o sulla gerarchia ecclesiastica, ma sul lavoro e sul momento individuale. Umanista molto famoso fu Erasmo da Rotterdam 1466-1536 che era un punto di riferimento in questo tempo e conteso da molti paesi, proprio per il suo pensiero platonico-ficiano ma anche perché aveva una sua propria idea, che si ricollegava alla religione grazie all'esempio di Cristo, tollerando pertanto ogni religione che unite tra loro creavano un'ottimistica fiducia nella religione.


La cultura scientifica

La magia e l'alchimia non sono esattamente le progenitrici della chimica moderna e della fisica, tutta via queste due scienze portarono all'osservazione dei fenomeni naturali, suggerendo in seguito all'uomo tecniche sperimentali nuove.


Società e comunicazione letteraria nell'età della stampa


Gli intellettuali: il modello cortigiano

Per umanesimo a vasto raggio s'intende quello dell'interesse dell'uomo, ovvero lui e la vita mondana, con i vari interessi sociali, politici etc. collocando l'uomo all'impegno nel mondo. Vergerio umanista del '400 dice che l'umanesimo è "scrivere,legere et componete" dimostrando che così si può gettare un ponte tra gli antichi e gli uomini futuri.

Gli intellettuali cortigiani che si trovano nelle corti sono di gran numero superiori rispetto ad altri uomini, ma il legame con tali ambienti non per forza favorisce la loro ambizione poetica, e soprattutto la loro libertà d'espressione.. comunque su tale problema ci sono due diverse correnti: una tradizione critica che proclama positivamente la funzione della corte, mostrando che questa dava a tali cortigiani una stabilità finanziaria, un ambiente lavorativo raffinato ed un riconoscimento sociale; mentre un'altra corrente vede nella corte un condizionamento ideologico che limita la libertà d'espressione, e influisce negativamente sulla loro creatività.

Fatto sta che la corte non deve esser vista in un modo troppo negativo, perché bisogna riconoscere che grazie ad essa la cultura ha avuto un fiorente sviluppo e ampliamento.


Forme, aspetti e luoghi della circolazione

Il pubblico va distinto in base alla produzione, infatti una produzione cosiddetta "alta" avrà un pubblico più ristretto, mentre quella "medio-bassa" avrà un pubblico più ampio, ma popolare. I nuovi circuiti comunicativi sono chiusi, autosufficienti e socialmente delimitati, anche se a volte aperti geograficamente o grazie all'aiuto del latino (lingua oramai internazionale), comunque l'egemonia, anche culturale, della corte da spazio ad un vastissimo pubblico.

Entrambe le produzioni però avevano una diffusione orale, anche se pure qui bisogna differenziare le due categorie: infatti se per quella "alta" era possibile effettuare una lettura silenziosa ed individuale, per quella "bassa" una lettura alta e che comprendesse buona parte delle persone che la volevano ascoltare. Grazie poi alla stampa queste due produzioni letterarie ebbero una maggior diffusione, e la stampa stessa favorì l'alfabetizzazione, e l'opportunità di lettura, favorendo però analogamente anche la netta distinzione tra edizioni alte, d'èlite e quelle popolari che a differenza delle prime, erano più modeste e meno curate. La cultura rinascimentale è quindi urbanocentrica, ovvero posta nelle vicinanze delle corti o delle università. La corte è come abbiamo visto un luogo culturalmente chiuso, nel quale però c'è un grande scambio d'idee e di confronto, ma anche materiale tra produttori e produttori, e tra produttori e fruitori; questo sarà anche un circuito socialmente chiuso,però è proprio qui che ci sono le massime opere d'arte.

Nelle stesse corti poi si svolgevano naturalmente anche delle feste e rappresentazioni teatrali, le quali si ricollegavano al teatro antico e comico, avendo come attori gli stessi cortigiani, ma con la fine del '500, grazie a vere e proprie strutture troviamo attori di grande portata. Anche il teatro quindi diviene il rito e la manifestazione di una società laica ed èlitaria. Un'istituzione culturale vera e propria, che per molto tempo rimase informale, era l'incontro tra intellettuali, i quali sentendo la necessità di definire le proprie tesi, di cercare un verità e di ampliare e confrontare le proprie idee, si riunivano in cenacoli o accademie.

Le biblioteche in questo periodo furono finalmente realizzate, rendendo sì la conservazione, ma anche la circolazione della cultura; esistevano anche biblioteche private nelle quali grazie a prestiti e scambi grandi collezionisti privati si fornivano di testi utili ai loro studi.


Sunto la poesia  comica (Burchiello)

D'occasione (sacre interpretazioni)

Epistolografia - dialoghi - trattati (in ogni campo) - novellistica (Sacchetti) - invettiva (forma polemica)


Il codice lingua


Latino e volgare

Queste due grandi e fondamentali lingue hanno segnato il percorso culturale di questo e precedenti periodi. Per quanto riguarda il latino si riprende, per la prosa, quello di Cicerone perché più armonioso e fluido, con l'intento però di superare quello medievale, con lo scopo dell'armoniosità.

Il volgare invece viene ripreso dal '300, arrecando anche qui delle modifiche per cercare di superarlo e quindi di arricchirlo; per realizzare testi di letteratura in volgare, si studia appunto tale lingua e in tale periodo si legge molto il Decameron.


La narrativa


Luigi Pulci

Nasce nel 1432 e muore nel 1484, l'ambiente nel quale si forma è quello fiorentino del Burchiello e della famiglia De Medici, è proprio nella corte medicea che il Pulci espone la sua poesia. Cosimo De Medici trasforma il suo regno in un potere ereditario, tenendo come riferimento centrale politico proprio la sua corte, ma anche in senso la cultura,da ricordare che fu molto ammirato dagli stati europei; con il suo successore Lorenzo De Medici il Pulci ha delle posizioni divergenti.

La sua poesia si rifà al tema cavalleresco (come il Poliziano), ma in forma burlesca e dei cantari, prendendo una posizione bassa del volgare. La sua massima aspirazione era quella di creare una poesia,burlesca, di gruppo (con altri poeti).

Richiesto da Cosimo, il Pulci scrisse XXVIII cantari sulle imprese, viste sotto una forma giocosa ed eccessiva per molti versi, di Carlo Magno: Morgante.

Ottave rime con schemi fissi, e due personaggi di grande rilievo: Mogante e Margutte. Il primo,un mostro, rappresenta la forza fisica, come violenza primitiva e razionale, la vitalità esuberante, l fame e la voracità. Il secondo, un mostro a metà, è un furfante astuto, vanitoso e ciarlatano, con parodiaci ideali cavallereschi, ma è anche un punto di contatto con la cultura popolare. Più in generale tale racconto riprende elementi comici toscani, aspetti folkloristici con rovesciamenti, ed eccessi carnevaleschi.


Matteo Maria Boiardo

Nasce nel 1440 e muore nel 1494, feudatario di Scandiano e suddito degli Estensi (lavora per la loro corte), fu un poeta importante in quel tempo per la sua riscoperta della produzione epica, attinta da una letteratura francese e franco-italiana, scrivendo infatti l'Orlando Innamorato, che poi sarà proseguito da Ariosto con l'Orlando Furioso, rievoca miti e fantasie in una chiave moderna ed attuale. L'opera rimase incompiuta a causa della sua morte, anche se la conclusione potrebbe esserci, se per tale s'intende la narrazione di un evento contemporaneo, ovvero la decaduta improvvisa delle corti (scatenando una riflessione di vita). L'opera è divisa in cantari (1°carolingio -2°bretore -3°matrice della modalità) e divulgata dai cantori orali; 29libri-31libri-9libri (non terminati). Nel proemio narra di aver voluto unire il ciclo carolingio (lotta dei paladini di Francia contro gli invasori) con quello bretore (con tematiche amorose e magiche), vengono fuori quindi nuovi comportamenti (innovazione nell'innovazione), cioè avventure con segno duplice (duelli,battaglie ecc.) ed una nuova variabile (l'amore) proprio quella che attornia il paladino Orlando, ma questa rifacente all'etica cortese del '200 ha una rivalutazione: la donna ora è concreta, non più un'ispiratrice angelicata ed idealizzata, ed è proprio questa che attua l'azione nella scena.

I personaggi ripresi in seguito da Ariosto sono: il cugino di Orlando Ranaldo, che anch'esso è innamorato di Angelica, e scambia il ruolo con il cugino tramite una fonte magica

Rugeri è un pagano e cambia la propria fede in vista di un ideale più elevato (rappresenta la volontà cortigiana e cristiana)

Maga Alcina, e proprio lei tiene in ostaggio Astolfo

I maghi

I comici, come Astolfo che era un giullare di corte

La narrazione,rotta poi da brevi strofe che la rendono oggettiva, riserva uno spazio anche al narratore; in più questa non è continua, visto che ogni storia non viene mai terminata, se non rimandata in seguito; formule fisse e dialetti regionali (padano) con latinismi che spesso creano un contrasto (trovando queste espressioni in un personaggio non colto..); l'ottava ha come rima finale una baciata.

L'Orlando Innamorato è definito anche come un caleidoscopio,perché è un'opera variegata di personaggi e storie varie, e poi per il suo continuo movimento (simile al Pulci)che rappresenta quasi una metafora della parola poetica che non si ferma mai, ma tale movimento porta anche un certo coinvolgimento negli spettatori, senza però nessun intento morale o ideologico.

Sunto Orlando Innamorato     novità dei contenuti

Ideale "cortese"

Legame con il pubblico e cantuccio dell'autore

"auctoritas":riferimento ad una fonte antica

obbiettivi

tema del "movimento"

tema del "meraviglioso"(maghi,anelli,fonti)















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